A.C. 2355
Grazie, Presidente. Quando si parla di sicurezza, bisognerebbe sempre avere la consapevolezza che si tocca uno dei temi più delicati, che riguarda la politica, per l'impatto che ha sulla società e sulla vita delle persone, con il dubbio di agire nel giusto e con la necessità di verificare che quanto previsto, normato, vada nella direzione che ci si è prefigurati. Ma in realtà, presuppone un pre-esame sull'intendersi che cosa si intende per “sicurezza”. Perché è indubbio che culturalmente ci siano due modi di intendere la sicurezza. C'è una lettura molto muscolare ed individuale della sicurezza, dove difendere i confini, individuare i possibili pericoli, paventare scenari pericolosi, alimentare paure è il modo di parlare ai cittadini. E su questo costruire una serie di misure che tendono a limitare alcune libertà individuali non per tutti, solo per alcune categorie, proprio in virtù di una prevenzione di possibili scenari, appunto, che vengono descritti. In poche parole, ci si pone come risolutori di problemi che ci sono, che si sono creati.
E poi c'è un modo diverso di concepire la sicurezza, cominciando dal considerarla come il fondamento della libertà e della democrazia. Moro ricordava che lo Stato ha il dovere di proteggere i cittadini e di garantire la sicurezza, ma aggiungeva: nel rispetto della democrazia e dello Stato di diritto.
Ma possiamo pensare al personalismo come riferimento culturale o, forse, più semplicemente, al lascito della Resistenza, scritto nella nostra Costituzione, che parla della sicurezza, intendendola come un qualcosa che va costruito nella persona e fra le persone.
Cosa non da poco. Sicurezza che nasce, quindi, da un clima dove tutte e tutti si sentono protagonisti della loro vita, si sentono realizzati, si sentono nella possibilità di dare corpo alle loro speranze, ma soprattutto si sentono nella libertà di esprimere opinioni diverse. Sicurezza che si estende a tutti i luoghi della vita: dove si lavora, dove si agisce, dove ci si muove in qualsiasi momento, senza alcuna differenza. Sicurezza che deve arrivare alla mente, al cuore delle persone, sia nel loro momento di vita individuale che in ogni manifestazione di vita collettiva. Sicurezza che, in casi estremi, deve fare i conti anche con la necessità di alcune limitazioni delle libertà individuali. Il COVID ci ha insegnato che garantire la sicurezza sanitaria di una comunità, di una collettività, presuppone limitare la propria libertà, ma non come censura della libertà stessa quanto come esercizio di responsabilità per una garanzia collettiva.
Una sicurezza che viene intesa anche come prevenzione, quella vera, che ha a che fare con le politiche sociali e di inclusione, che ha a che fare con il contrasto di ogni forma di emarginazione e diseguaglianza, che coltiva la solidarietà, il senso di comunità, alimenta la speranza. Sicurezza che si fonda su aiuti economici, su accoglienza, su capacità di dare risposte ai tanti bisogni: aiutare gli enti locali nel dare corpo a progetti per poter andare a prosciugare quelle sacche di sofferenza sociale che, sempre più, caratterizzano le nostre comunità.
Certo, sicurezza, anche in questo caso, che ha bisogno di momenti di repressione, di condanna e di giusta pena, ma nella consapevolezza che, una volta data la pena, ha bisogno di luoghi in cui viene espiata che siano quelli del recupero alla socialità delle persone, che siano quelli dove più di altrove il senso del diritto e la dignità della persona devono essere perseguiti, proprio per dimostrare, a chi ha fatto un reato, che esiste un modo diverso di concepire la vita e il rapporto fra le persone e dal punto di vista della sicurezza tutti i dati ci dicono che fare questo significa abbattere il fenomeno della recidiva e, quindi, consegnare anche un futuro più sicuro a tutti.
Ma il provvedimento che noi stiamo esaminando interpreta molto bene il primo modo di concepire la sicurezza, anzi riesce persino a fare peggio, a farne una peggiore interpretazione rispetto al riferimento culturale delle destre con il mondo. Si aumentano i possibili reati che riguardano i comportamenti di persone spesso in difficoltà - pensiamo a chi protesta perché perde il lavoro, pensiamo alla dinamica giovanile che, spesso e volentieri, sente il bisogno di protestare sull'inadempienza della politica e del mondo adulto verso il loro futuro -, si additano gli immigrati come possibili fonti di pericolo, il nemico su cui costruire delle politiche vergognose e inaccettabili sotto molti punti di vista, si considerano i detenuti come persone da mettere dietro una sbarra e buttare la chiave, perché, in fondo, è questa la lettura molto diretta che si cerca di coltivare e di trasmettere, si parla delle Forze dell'ordine senza predisporre degli adeguati stanziamenti per rafforzarne il numero, perché è il numero complessivo che conta e non le assunzioni che non bastano chiaramente a sopperire chi va in pensione - ma anche il modo e la serenità con cui possono svolgere il loro lavoro conta sempre di più - e non si toccano drammi della nostra società, come le morti sul lavoro e i femminicidi, che sono e rimangono una vergogna e che dovrebbero essere al centro di una qualsiasi politica di sicurezza.
Ignorare tutto questo è il vostro modo di concepire la sicurezza, perché è importante riuscire a trasmettere ai cittadini e alle cittadine qualche messaggio semplice, intraprendendo quella che è una scorciatoia securitaria che, badate bene, penso sia la strada per avere un futuro molto più complicato e poco sicuro.
Un'ultima considerazione, Presidente: sicurezza significa soprattutto rispetto delle regole democratiche, perché la prima sicurezza è quella che garantisce la democrazia e la libertà e ancora una volta, con questo provvedimento, oltre a dei contenuti con forti dubbi di costituzionalità si è seguito un iter che è irrispettoso nei confronti del Parlamento come organo legislativo e come rappresentanza del popolo italiano. Io credo che questo sia il pericolo maggiore, che dobbiamo saper interrompere o perlomeno denunciare e rendere consapevolezza tra i cittadini e le cittadine di quanto sta avvenendo in questo Paese.