Dichiarazione di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Lunedì, 21 Febbraio, 2022
Nome: 
Lucia Ciampi

A.C. 3431-A/R

Presidente, colleghe e colleghi, prima di iniziare il mio intervento vorrei ricordare al collega Rizzone, che non vedo presente e che è intervenuto precedentemente, che è prassi consolidata che ci siano sospensioni dei lavori in occasione delle direzioni politiche; quindi niente di eccezionale, ma una prassi che si ripete anche oggi. Ora do inizio, invece, al mio intervento sul “decreto Proroga termini”. È inutile negare che la discussione del “decreto Milleproroghe” sia stata lunga ed in particolari passaggi faticosa e complessa. Dalla sua assegnazione alla Camera dei deputati, agli inizi di gennaio, all'approvazione finale, ormai alla fine di febbraio, l'esame del provvedimento è stato infatti sospeso a causa di un appuntamento politico-istituzionale rilevantissimo come l'elezione del Presidente della Repubblica. Le ripercussioni sull'iter sono state evidenti. Prima di addentrarmi sui contenuti e sugli aspetti politici, vorrei però ringraziare gli uffici della Camera e i presidenti delle Commissioni bilancio, Fabio Melilli, e affari costituzionali, Giuseppe Brescia.

Vorrei inoltre ringraziare tutti i deputati per il lavoro svolto e per il confronto franco e schietto. Il cosiddetto “Milleproroghe” è, come è già stato peraltro ricordato in quest'Aula, un provvedimento anomalo e che solo nel nostro Paese assume un ruolo fondamentale in molteplici settori economici, produttivi e della vita dei cittadini; oggi lo è ancora di più alla luce dell'emergenza sanitaria che stiamo vivendo e che ha creato oggettivamente complicazioni e ritardi rispetto alla corretta applicazione delle norme vigenti in molti comparti. Sono state per questo inserite nel decreto, sia dal Governo che in fase di dibattito, molte norme su numerosi argomenti. Il provvedimento reca, infatti, disposizioni di proroga di termini legislativi in scadenza e alcune altre disposizioni, quali la semplificazione del collegamento digitale di scuole e ospedali, il recepimento nell'ordinamento interno del nuovo sistema di finanziamento del bilancio dell'Unione europea, nonché misure in materia finanziaria collegate alla Brexit.

Inoltre, il decreto-legge reca, in allegato, un elenco di misure adottate in conseguenza dell'epidemia in corso, che vengono prorogate a causa della perdurante emergenza sanitaria; misure specifiche, che riguardano l'agricoltura, l'ambiente e il governo del territorio, la cultura, lo spettacolo, la difesa, le politiche energetiche, gli enti territoriali, la modalità di svolgimento delle elezioni, la giustizia, l'informazione e la comunicazione, le infrastrutture e i trasporti pubblici, il lavoro e la previdenza, le politiche sociali, la pubblica amministrazione, la salute, l'università, la scuola, l'alta formazione e la ricerca, la sicurezza, lo sport, le attività produttive, i trasporti.

La Camera è intervenuta in sede di conversione, modificando e migliorando il decreto, questo è un dato certo e, nella maggior parte dei casi, lo ha fatto con il sostegno di quasi tutte le forze politiche; si è trattato di interventi, quindi, necessari e che hanno ribadito la fondamentale funzione legislativa del Parlamento, capace spesso di raccogliere, interpretare e concretizzare le richieste del Paese, cercando di non farsi coinvolgere dalle sirene elettorali, dalle opportunità personali o dai sondaggi; gli esempi di questa azione sono molteplici e già evidenziati da chi mi ha preceduto: mi riferisco innanzitutto al cosiddetto bonus psicologico; qualche giornale in cerca di titoli a effetto ha parlato, con disfattismo e disprezzo, di una mancetta ad una casta, quella degli psicologi; niente di più sbagliato; sono perfettamente consapevole, come lo è il mio Partito, che i fondi stanziati, pari a 20 milioni di euro, che verranno ripartiti tra il rafforzamento della rete sanitaria territoriale e un bonus di 600 euro l'anno da utilizzare per iniziare un percorso terapeutico, sono una cifra non risolutiva, nelle gravi problematiche causate dal COVID in questi lunghi anni, ma il Fondo è stato istituito e potrà essere rifinanziato e, soprattutto, il Parlamento ha accolto una richiesta concreta dei giovani, di quei giovani che oggi scendono nelle piazze, e - lo dico da insegnante in pensione - forse con qualche ingenuità e troppa irruenza, ma finalmente consapevoli di una causa comune, convinti che l'esperienza del COVID accompagnerà sempre le loro esistenze. Il Parlamento deve essere fiero di aver riconosciuto, per legge, che la pandemia, oltre alla tragedia delle vite spezzate e alle ferite fisiche procurate, alla crisi economica e occupazionale determinata, ha già causato, e causerà, conseguenze rilevanti sul benessere psicologico della popolazione, in particolar modo nei bambini e nei ragazzi; questa conseguenza, a lungo termine, impatta nel futuro di una generazione intera, e non possiamo permetterci sottovalutazioni ed errori al riguardo.

Questo provvedimento reca anche altre norme significative; purtroppo, non ho il tempo di elencarle tutte; per citarne solo alcune, tra quelle approvate in Commissione, ma non troppo pubblicizzate in questi giorni, senza fare torto – spero – ad alcuno, ricordo, ad esempio, le disposizioni per l'attuazione degli interventi finanziari dal Fondo complementare al PNRR nei territori colpiti dagli eventi sismici del 2009 in Abruzzo e del 2016-2017 in Centro Italia, perché anche nella pandemia c'è sicuramente chi sta peggio di altri; o, anche, la norma sui ristori e il Fondo di accompagnamento all'esodo per i lavoratori portuali, un risultato anche questo cercato e ottenuto, dopo alcuni stop, dal Partito democratico; o, ancora, l'emendamento, anche questo del Partito Democratico, che salva gli incentivi stanziati per la cosiddetta transizione 4.0, previsti dalla legge di bilancio 2021, e dedicati ai beni strumentali acquistati entro il 31 dicembre 2021.

Permettetemi, ora, una riflessione sulle polemiche - e mi avvio a concludere - sorte in questi giorni sulle cosiddette maggioranze trasversali, che avrebbero votato contro il Governo. Anche su questo punto distinti i distinguo sono necessari. Farò due brevi, ma esplicativi esempi. Il primo riguarda l'abrogazione dell'articolo 21. Fin dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale quasi tutte le forze politiche, in primis il Partito Democratico, hanno, da subito, segnalato l'inopportunità di una norma approvata nella scorsa legislatura da un Governo a guida PD, che andava quindi modificata in Parlamento; non avremmo mai potuto accettare che le risorse destinate alle bonifiche delle aree contaminate dello stabilimento ex Ilva di Taranto venissero dirottate verso altri fini, ha giustamente ricordato il collega Ubaldo Pagano; così è stato fatto e i 575 milioni di euro per gli interventi di ambientalizzazione previsti sono stati restituiti a Taranto. Nessuno discute l'indispensabile necessità di decarbonizzazione gli impianti produttivi dell'ex Ilva, ma non possiamo accettare, come già detto in molte occasioni, che ciò avvenga a discapito degli inderogabili interventi di bonifica delle aree inquinate, dentro e fuori lo stabilimento. La transizione ecologica, quella vera, quella necessaria, quella equa è questa. La Camera ha votato secondo coscienza e con queste finalità.

Altra cosa è, invece, la soppressione della norma che prevedeva la possibilità, dal 1° luglio 2022 di effettuare pagamenti in contanti soltanto fino a 1.000 euro, una norma inserita, in un décalage temporale, dal precedente Governo e sostenuta dall'attuale; il motivo? Per contrastare l'evasione fiscale. Un recente documento di Banca d'Italia ha messo in luce un aspetto, già comunque appurato: l'aumento della soglia dei contanti accresce la quota di economia irregolare. In generale, a parità di altre condizioni, un aumento dell'1 per cento nell'uso del cash si traduce in un aumento compreso tra lo 0,8 e l'1,8 per cento del valore aggiunto sommerso. Per un'economia, quella italiana, prima in Europa per evasione fiscale, evasione che costa allo Stato e, quindi a tutti noi, oltre 30 miliardi di euro, questa norma avrebbe fatto sicuramente comodo. I cittadini e le famiglie hanno bisogno di servizi e di welfare, che queste risorse aggiuntive possono sicuramente garantire.

Per concludere, se con l'emendamento a sostegno di Taranto alcune forze politiche, guidate dal PD e dal centrosinistra, hanno sostenuto una posizione annunciata pubblicamente, da settimane, a favore delle bonifiche e a sostegno di un territorio ferito, l'emendamento pro evasione fiscale, nato da un blitz in Commissione, ha ricompattato magicamente la coalizione di centrodestra, pronta a rivendicare una norma che penalizza gli onesti, proprio come i numerosi condoni che tutti ricordiamo. Il Premier Draghi ha fatto bene a chiedere lealtà. Essere leali significa fare quello che si dice e non ondeggiare, per paura della perdita dei consensi, tra maggioranza e opposizione, sperando che il tuo elettorato ti segua a giorni alterni. Il “Proroga termini”, pur con alcune marginalità e criticità, è un provvedimento necessario per il Paese e questo Governo, in un momento drammatico per la pace dell'Europa e del mondo, deve avere tutta la legittimazione possibile per progredire nel suo lavoro.

Per questi motivi annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).