A.C. 2526
Signor Presidente, non posso condividere l'uso dei superlativi assoluti rispetto a questo decreto che, di fatto, di università, istruzione e ricerca parla sostanzialmente soltanto nel titolo, perché andando a vedere il contenuto di questo provvedimento - lo abbiamo ripetuto spesso in quest'Aula questo pomeriggio - in realtà di misure sostanziali, reali ed efficaci, realmente efficaci, troviamo davvero pochissimo spazio.
Ci tengo a sgombrare il campo da una cosa: ci sono delle disposizioni che sono state inserite nel passaggio al Senato che ci hanno trovato d'accordo. Penso allo stanziamento a favore dell'Opera nazionale Montessori; penso alle disposizioni anche relative all'assicurazione INAIL, su cui poi tornerò; penso alle disposizioni che hanno tutelato i laureati in scienze dell'educazione. Su questo permettetemi, però, di ringraziare anche le colleghe Malavasi e Rando, le amministrazioni, tra tutte, di Reggio Emilia e di Modena, che sin da subito, anche attraverso interrogazioni e sollecitazioni rivolte al Ministero, si sono mosse e si sono attivate perché si arrivasse a questo tipo di soluzione.
Qui voglio dire, appunto, che ci siamo posti in modo totalmente neutrale rispetto a un provvedimento che, però, fa il “gioco delle tre carte” (consentiteci di dirlo). Fa il “gioco delle tre carte” perché sposta risorse da una parte all'altra, perché di solito questo Governo, quando non mantiene l'invarianza finanziaria nella migliore delle ipotesi fa i tagli e questo, purtroppo, almeno in questo caso non è avvenuto.
Mi piace notare nei colleghi della maggioranza questo grande entusiasmo rispetto a un tema come quello dei precari del CNR. Mi fa piacere, perché la norma contenuta in questa disposizione, in realtà, prevede l'investimento sulle risorse che, insieme ai colleghi dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle, abbiamo voluto stanziare nella legge di bilancio, assegnando - lo ricordavo poco fa -, i fondi parlamentari spettanti ai gruppi parlamentari, lo ricordava stamattina anche il collega Toni Ricciardi.
Ecco, mi fa piacere che finalmente anche voi vi siate accorti che c'è un problema relativo alle stabilizzazioni dei precari del CNR, e su questo, permettetemi, tra l'altro, di fare le congratulazioni e gli auguri al nuovo Presidente del CNR appena nominato, che aspettiamo, tra l'altro, e con cui mi auguro ci potrà essere un confronto proficuo proprio su questi temi nelle Commissioni di Camera e Senato. Ma torno a quello che manca in questo provvedimento: mancano realmente non solo risorse, ma una strategia di lungo periodo, manca una strategia rispetto a un piano strutturale della ricerca rispetto alle figure e alle garanzie che devono essere offerte alle figure dei ricercatori nel nostro Paese.
Al momento, il bilancio che possiamo tracciare rispetto a questo provvedimento, ma, più in generale, rispetto alla politica del Governo, è quello che parla del taglio al Fondo di finanziamento ordinario delle università, al blocco del turnover che era stato stabilito nella legge di bilancio e al fatto di aver caricato sulle università i costi aggiuntivi degli aumenti stipendiali.
Vogliamo condividere una domanda, lo abbiamo fatto anche questa mattina con la Ministra, che era in Aula: cosa avverrà dopo il 2026? Qual è la vostra strategia post PNRR? Come pensate di intervenire? Penso al tema degli studentati, ma non solo. Su queste emergenze, al momento, c'è un silenzio totale, se non, appunto, i superlativi assoluti che abbiamo sentito in quest'Aula, se non le entusiaste affermazioni della Ministra, che nominalmente sosteneva che il Governo, in realtà, non ha tagliato il Fondo di finanziamento ordinario, ma l'avrebbe aumentato. In realtà, ha tagliato le risorse che c'erano prima, quelle del Governo Draghi, quelle che prevedevano, appunto, un piano straordinario relativo alla ricerca, e il conto non va mai in pareggio, in questo caso, tutt'altro.
In quest'Aula, vogliamo ricordare una cosa, che, in questo momento, il sistema universitario, il sistema della ricerca sta vivendo una situazione di grande, grave e forte stress, di disgregazione e di rischio, davvero, di sopravvivenza. Le uniche realtà che possono dirsi entusiaste delle politiche di questo Governo sono le realtà rappresentate dalle università telematiche, e non lo dice solo il Partito Democratico. Basta leggere le dichiarazioni che pochi giorni fa il presidente di Confindustria ha reso proprio rispetto alle università telematiche, sostenendo la necessità di fare una grande lotta, affinché ci sia una regolamentazione differente, molto più rigida rispetto a questa realtà. Ecco, questo trionfalismo e questi superlativi assoluti non valgono per il settore dell'università, come non valgono per il settore dell'istruzione.
Qualche giorno fa, il Ministro Valditara ci ha annunciato che consegnerà una lunga lista dei grandi successi realizzati da questo Governo. Ecco, noi la aspettiamo, però penso che già due termini possano essere ricordati, annoverati tra i successi di questo Governo: il dimensionamento scolastico, il taglio di 5.660 posti di organico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e di 2.000 e più che, nel successivo anno scolastico, riguarderanno il personale ATA, quei tagli che cadranno nel prossimo anno scolastico e con cui gli istituti scolastici, gli uffici scolastici regionali hanno già iniziato a fare i conti. Ecco, penso che meno propaganda e meno superlativi assoluti aiuterebbero ad essere molto più concreti.
In questo decreto, quindi, non possiamo non ravvisare una serie di provvedimenti e di micro misure spot, micro misure spot che non possono vederci soddisfatti e rispetto alle quali ribadiamo - come già fatto al Senato - il nostro voto contrario. La Ministra in quest'Aula ha ricordato stamattina la grande disponibilità al dialogo che questa maggioranza avrebbe su questi temi.
Mi piace citare due esempi concreti. Il primo riguarda il Ministero dell'Università, ovvero l'emendamento Occhiuto, che è stato ricordato anche dagli altri colleghi dell'opposizione. Presentare un emendamento da parte di un senatore di maggioranza, che va a rivedere completamente la disciplina degli assegni di ricerca senza possibilità di interlocuzione, devo dire che non è un grande esempio di dialogo e di confronto. Come non è un esempio di dialogo e di confronto quanto abbiamo visto ieri, all'interno della Commissione cultura della Camera; non riguarda la Ministra Bernini in questo caso, riguarda il Ministro Valditara, che mi piacerebbe rispondesse a questo tema. Abbiamo visto, rispetto a un provvedimento molto delicato, che riguarda il consenso informato delle famiglie rispetto ad attività inerenti alla sessualità, un vero e proprio blitz, ovvero la decisione della maggioranza di troncare all'improvviso lo svolgimento di audizioni e di fissare il termine per gli emendamenti da qui a otto giorni. Si dirà: in fondo otto giorni non sono pochi per presentare gli emendamenti. In realtà, non è tanto una questione di tempi, è una questione di metodo, con cui voi impostate un lavoro sul confronto reale, su quel confronto che non interessa e che non riguarda soltanto le forze politiche, ma sul confronto con il mondo della scuola, con il mondo dell'istruzione, dell'università e della ricerca. E quel confronto, ogni volta che viene da voi invocato o viene da noi richiesto, non c'è mai. Invece, da parte nostra troverete sempre un'apertura al dialogo, una apertura al confronto sul merito, per migliorare le condizioni della scuola; per ottenere finalmente finanziamenti nel settore della formazione, dell'istruzione, della ricerca all'altezza della media OCSE, per ottenere retribuzioni dignitose e con piene tutele per i docenti, per i ricercatori, per i docenti universitari.
Finora non l'abbiamo visto e questo è un grande rammarico. Anche questa volta questo provvedimento si rivela un'occasione persa. Di occasione persa in occasione persa, in realtà, il sistema dell'istruzione e della formazione continua ad avere ulteriori conferme da parte vostra.
Quindi, è proprio per questo, per questo provvedimento e per la politica che, in questi mesi, avete attuato rispetto a settori così determinanti e così importanti, che sono a ribadire il voto contrario del gruppo del Partito Democratico.