Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 30 Maggio, 2017
Nome: 
Paola Bragantini

A.C. 4444-A

Presidente, colleghe e colleghi, anche se oggi, in questi giorni passati, leggendo le cronache dei giornali, più che questa manovra, sembra essere invece il sistema elettorale l'argomento che tiene più banco e occupa le nostre energie, il provvedimento che discutiamo, oggi, tocca la vita delle famiglie e degli italiani sotto moltissimi aspetti, sociali ed economici. Voglio sottolinearlo; in tutti questi giorni, a dispetto delle cronache, il Governo e il Parlamento stanno approntando una manovra di ampio respiro e di lunga prospettiva, a dispetto del nome che noi stessi gli abbiamo dato: manovrina. Si parte dagli interventi a favore degli enti territoriali, si rafforzano le azioni per le zone colpite dal sisma e, in generale, si propone una sventagliata di misure per lo sviluppo che attraversa vari settori e vari campi. Lo sguardo è rivolto alle prossime scadenze e in questo caso non sono nemmeno le elezioni anticipate, bensì il prossimo ottobre, quando un Parlamento, questo o un altro, dovrà affrontare la nuova legge di bilancio, una nuova interlocuzione con l'Unione europea per confermare le clausole di salvaguardia e mantenere stabile l'IVA, predisporre misure per lo sviluppo dell'economia e la stabilizzazione della vita amministrativa degli enti locali.

Enti locali che, ormai da troppi anni, si trovano in mezzo al guado di processi di spending review necessari quanto dolorosi, di riforme della tassazione, anche rivoluzionarie e così ravvicinate nel tempo da rendere difficile qualsivoglia programmazione delle attività. Mi riferisco, innanzitutto, alla provincia, da ormai troppo tempo in fase di precarietà, dal Governo Monti in avanti quando si provò a chiudere l'ente con una legge ordinaria, poi cancellata dalla Corte Costituzionale, fino alla legge Delrio, che trasforma la provincia, con uno sguardo, però, alla contemporanea riforma costituzionale che, purtroppo, non è arrivata alla fine del suo lungo percorso. Oggi, la provincia c'è e svolge funzioni nelle quali non è stata sostituita da altri enti e per la quale è necessario e non differibile trovare adeguate risorse. Qui, in questo testo, si trova una prima risposta, ma, davvero, si tratta di una risposta importante, certo, ma ancora emergenziale e, soprattutto, non strutturale; è una risposta a cui si deve dare un seguito. La destinazione strutturale di fondi specifici, adeguati, è indispensabile per mantenere efficienti i servizi che sono in capo alla provincia e alla Città metropolitana, tali da consentire un'adeguata programmazione e l'uscita dalla perenne situazione di mobilitazione emergenziale, nella quale si trovano coloro che occupano ruoli di responsabilità e rappresentanza di questo ente, che, ancora oggi, rimane, lo ricordo, in Costituzione.

Ci siamo occupati, poi, delle regioni e di argomenti inerenti la sanità, con correzioni relative ai servizi previsti nei livelli essenziali di assistenza e in materia di farmaci. Tra l'altro, credo dobbiamo essere orgogliosi di avere destinato una parte dei proventi della rivoluzionaria web tax, inserita con un emendamento del presidente della Commissione, Boccia, al Fondo nazionale assistenza, con un indirizzo politico preciso che condivido profondamente. Abbiamo dedicato attenzione al tema delle fusioni dei comuni, con incentivi significativi, misure specifiche sul personale, superando in modo graduale il blocco del turnover, norme in materia di sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità, norme sul riparto del Fondo di solidarietà comunale, sul trasporto pubblico locale e anche sulle sanzioni per chi non sostiene i costi del servizio, attraverso l'acquisto del biglietto.

Nel corso della discussione degli emendamenti a questo provvedimento abbiamo parlato anche di un contenzioso che mi sta particolarmente a cuore: il contenzioso che il comune di Torino e l'allora sindaco Fassino avevano avviato nei confronti del Governo. Il nodo era la riforma della vecchia IMU avviata dal Governo Monti e i calcoli rivelatisi errati circa i ristori dovuti alle amministrazioni locali. Si è giunti fino a una sentenza del Consiglio di Stato che dà ragione al comune di Torino, ma non entra nel merito rispetto agli importi che il comune stesso avrebbe dovuto ricevere. Oggi, il Governo, con ampia argomentazione tecnica, spiega che quanto è dovuto è già stato ristorato e nega ogni ulteriore addebito nei confronti del comune. Non sta a noi, ora, spiegare le delicate vicende amministrative che motivano questo contenzioso che, di fatto, però, prosegue ancora oggi, ma sta a noi impedire che questo argomento diventi un alibi e un cavallo di battaglia da utilizzare ogni volta che l'amministrazione Appendino si trova in difficoltà. Come si trova, di fatto, in difficoltà, ora, visto che la Corte dei conti ha definitivamente dissipato i dubbi circa la regolarità dei bilanci della giunta guidata da Piero Fassino, negando l'esistenza di operazioni che avessero prodotto debiti fuori bilancio, cosa che da mesi giunta e sindaco Appendino hanno raccontato ai torinesi. Adesso, la nuova giunta si trova a dover rispondere davvero delle proprie scelte e a gestire un bilancio complesso, ma in ordine; adesso si devono scoprire le carte e Appendino deve fare il bilancio del comune di Torino e deve farlo proprio insieme alla sua giunta. Non possiamo permettere che questo argomento del contenzioso con il Governo venga usato ogni volta per buttare un pallone in tribuna nel dibattito locale. Ovviamente, sono di Torino io stessa, penso di poter parlare anche a nome dei colleghi, dicendo che se sono dovuti questi danari al nostro territorio è opportuno che questi vengano dati, per questo invitiamo la giunta a fare il lavoro nel modo più corretto ed efficace. Se il sindaco ha argomenti tecnici per controbattere la nota tecnica del Governo con cui si rigettano le pretese torinesi, allora proceda speditamente al ricorso annunciato e ancora mai prodotto, piuttosto che ad emendamenti sulla manovra, come è successo in questi giorni. Si fa così, si prende carta e penna e si scrive, dimostrando, oltretutto, che i contenziosi si fanno qualunque sia il colore del Governo e della giunta. Se, invece, questi argomenti non ci sono, non si usi più questo come uno specchietto per le allodole. Se questi argomenti non ci sono, non rimane al sindaco che lavorare per chiudere un bilancio in ordine, senza debiti fuori bilancio, senza l'utilizzo di oneri di urbanizzazione per coprire la spesa corrente, insomma non le rimane che lavorare con l'obiettivo di chiudere bene il bilancio come ha fatto la giunta del comune di Torino, prima guidata da Piero Fassino.

Torniamo al testo della manovra: molto spazio agli enti locali, ma anche all'economia, perché la crescita del nostro Paese è ancora un germoglio fragile esposto ai venti e va sostenuto con misure efficaci. Ci sono norme che possono essere una svolta seria per l'emersione del nero e la lotta all'evasione fiscale, nonché a favore della professionalizzazione di settori emergenti, non solo la già citata web tax, ma anche il riordino del settore delle locazioni brevi, che negli ultimi anni ha creato dal nulla un nuovo settore e colpito nuovi target di utenza, favorendo un turismo economico.

Ci sono, poi, le misure in materia di giochi, che hanno l'obiettivo di concretizzare la riduzione del 30 per cento di quelle odiose macchinette che noi in questo testo definiamo apparecchi da divertimento. Questa, però, è una battaglia culturale, ancor prima che legislativa: ridurre i momenti di familiarità con il gioco d'azzardo è il primo essenziale passo, ed è quello che stiamo compiendo, ma molto possono fare, ed effettivamente stanno facendo, regioni ed enti locali con progetti diffusi, con il coinvolgimento di scuole, associazioni, ASL. Noi possiamo sanzionare i gestori inadempienti e normare meglio l'accesso al gioco, ma la consapevolezza è la prima arma vera per ricondurre i numeri dell'uso e dell'abuso del gioco d'azzardo italiano in un alveo di fenomeno non così allarmante quanto lo è oggi. Vigileremo insieme agli enti locali, affinché questa riduzione si veda materialmente nei nostri centri urbani e spingeremo affinché l'informazione e la prevenzione siano sempre più diffusi.

Ora, stiamo per approvare un provvedimento importante, spiace non aver potuto fare di più, spiace non aver potuto fare ancora meglio, spiace che molti argomenti importanti siano finiti nelle norme frullatore del dibattito politico, schiacciati da polemiche più generali e spesso astratte e non siano stati adeguatamente valorizzati, ma davvero è stato fatto un grande lavoro in queste settimane e in questi giorni. E anche se la riforma della disciplina delle prestazioni occasionali e l'introduzione del libretto di famiglia, effettivamente, avrebbero meritato uno spazio di dibattito ad hoc, con maggiore spazio all'ascolto e alla concertazione, è anche vero che la mediazione raggiunta è una buona mediazione, che va a confinare in modo stringente l'utilizzo degli strumenti inseriti nella norma e che consentirà alle famiglie di utilizzare in chiaro collaboratori domestici e badanti e, insieme alle piccole imprese, a sopperire ai picchi di lavoro con uno strumento che assicuri comunque tutele alla forza lavoro impiegata.

Oggi abbiamo nuovi strumenti e sarà compito degli organi preposti ai controlli, ai sindacati e alle organizzazioni datoriali e a tutti noi vigilare, affinché gli abusi siano fermati e mai considerati la norma. Alle imprese oggi diamo una grande responsabilità: non sprecare uno strumento utile che è stato loro affidato.

Una breve nota sulle modifiche che abbiamo apportato al codice dei contratti pubblici e all'organizzazione dell'ANAC: modifiche che hanno l'intenzione di rendere più fluido il lavoro degli enti e dell'ANAC, soggetto che in questi mesi ha un ruolo sempre più importante per la nostra vita amministrativa e che ha la necessità di avere un'organizzazione in grado di rispondere a sollecitazioni sempre più numerose e diverse.

Voglio chiudere citando uno dei provvedimenti inseriti in questa manovra, che ho piacere di citare anche se si tratta di un piccolo intervento, ma che possiede un grande significato storico e simbolico per me, conoscendo molto bene la comunità istriana, fiumana e dalmata, residente a Torino. In mezzo ai tanti interventi si è trovato modo di ricordare e rafforzare la presenza culturale di questa minoranza di italiani, che è stata travolta dalla storia ma che ancora ama la propria patria. Sostenendo le loro attività culturali, noi non aiutiamo semplicemente una comunità all'estero, ma ricordiamo innanzitutto a noi stessi che non c'è futuro senza memoria del passato e non c'è crescita senza senso della comunità, quel senso di comunità che la politica, tutti noi, troppo spesso dimentichiamo, troppo presi da polemiche più o meno strumentali, che credo, invece, dovremmo riscoprire nel nostro operare quotidiano, nelle nostre discussioni, nel rispetto che le forze politiche dovrebbero avere sempre l'una nei confronti dell'altra, e nella nostra capacità di mostrare al Paese che, pur partendo da idee diverse, a volte anche molto diverse, l'obiettivo del nostro impegno è e deve essere sempre il bene della nostra comunità: bene della comunità che anche attraverso i provvedimenti contenuti in questa manovra noi speriamo di raggiungere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).