Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 27 Aprile, 2023
Nome: 
Ubaldo Pagano

Doc. LVII, n. 1

Signor Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, se guardiamo ai frutti del vostro operato sembrano passati anni da quando avete preso le redini del Governo e, invece, vi va dato atto che questa lunghissima serie di disastri l'abbiate inanellata in tempo di record. Avete preso un Paese che stava risalendo la china dopo anni di grandissima difficoltà, l'economia procedeva verso il pieno recupero del PIL perso durante la pandemia, con prospettive addirittura migliori grazie al PNRR e alle tante risorse messe in campo che avete ereditato, ma dopo soli sei mesi di Governo Meloni, invece, torniamo a parlare di crescita zero, di progetti al palo, di imprese ferme, di potere d'acquisto che arretra sempre di più.

Sarà forse perché in questo tempo eravate impegnati a bandire i rave party, le ONG, a blaterare di immigrazione, mentre gli sbarchi decuplicavano, a trovare, sì, la quadra sui posti da distribuirvi nello scacchiere delle partecipate di Stato. Nel frattempo, però, le cose sono andate avanti e questo Paese non lo ha governato nessuno.

Da mesi, infatti, lamentiamo picchi di inflazione che non vedevamo da trent'anni; oggi, di quella inflazione vediamo le conseguenze: beni e servizi di base con prezzi alle stelle, banche centrali che aumentano i tassi di interesse, linee di credito che si interrompono e mutui che costano sempre di più. Ma mentre tutto ciò accadeva, il vostro Governo varava la legge di bilancio più incolore del XXI secolo e con questo DEF segnate la vostra resa incondizionata. Dopo anni e anni a contestare i falchi di Bruxelles, l'austerity, le cattivissime agenzie di rating, i famigerati mercati, state facendo l'esatto opposto di quanto, sbraitando, promettevate fino a ieri. Gli urlatissimi comizi di settembre sembrano film in bianco e nero, i video indignati sui social network sembrano spezzoni dell'Istituto Luce.

Oggi, il Governo ci presenta un Documento di economia e finanza i cui contenuti sono degni degli scioglilingua del conte Mascetti. Infatti, ci proponete stime di crescita molto più ottimistiche di qualsiasi altro istituto nazionale e internazionale e nonostante questo ci ritroviamo a parlare al massimo di una crescita che in termini reali non arriva all'1 per cento. Persino lo scarto tra il quadro tendenziale e quello programmatico sembra un manifesto al fallimento, un'autocertificazione di inadeguatezza, l'acquisita consapevolezza di non essere capaci in alcun modo di stimolare l'economia. È un sintomo chiaro, questo, di una totale impreparazione e di una imbarazzante mancanza di coraggio, che non può che portare a questo, a non avere la più pallida idea del futuro che si vuole dare al Paese. Il coraggio no, proprio non c'è, ma la fede, a dire il vero, quella non manca. Già, perché siamo anche stati costretti a leggere che il Governo confida che si ripeta il sorprendente rialzo dell'economia che abbiamo visto in questi anni. Come a dire, noi non sappiamo da dove cominciare, ma speriamo che gli italiani ci pensino da soli. D'altronde non sapete nemmeno dove prendete le risorse per le politiche invariate, visto che anche per quelle vi affidate alla speranza. Persino l'UPB e la Banca d'Italia vi hanno ammonito, non si possono affidare i conti pubblici e le legittime aspettative delle persone a delle formule talmente generiche da far impallidire il peggiore dei cartomanti. Sì, perché per il semplice mantenimento del taglio del cuneo contributivo anche per il 2024 saranno necessari oltre 11 miliardi di euro, a cui dovranno aggiungersi, come affermato dallo stesso Ministro per la Pubblica amministrazione, altri 7-8 miliardi di euro per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego.

Per non parlare delle risorse per la riforma del sistema pensionistico, per Opzione donna, per la sanità, l'istruzione, la non autosufficienza e per l'attuazione della delega fiscale. Al momento li coprite solo con i 4 miliardi derivanti dalla revisione dell'obiettivo di deficit, tutti gli altri dove sono? Ed allora pare evidente che o dobbiamo prepararci a nuovi tagli secchi dei servizi pubblici, un po' come state facendo in sanità, scaricando sulle regioni la responsabilità di risparmiare sui servizi ai cittadini perché non rimborsate neanche gli extracosti energetici, oppure dobbiamo leggere la maggiore collaborazione fiscale, che citate nel DEF, tra Stato e cittadini come l'annuncio dell'ennesimo maxi condono per i grandi evasori di questo Paese. Francamente, se ne avessi la possibilità, vorrei non sapere mai la risposta, ma penso che alla fine vedremo percorrere entrambe le strade, perché questo Governo ha già dimostrato grande tenacia sia nell'occhieggiare agli evasori fiscali che nel togliere ai cittadini più svantaggiati ogni opportunità di un'esistenza migliore.

Dietro agli annunci roboanti di un incremento della spesa sanitaria viene alla luce la palese decisione di definanziare la sanità pubblica, prevedendo per i prossimi anni stanziamenti che in termini reali scendono sempre di più. Non solo la pandemia ci avrebbe dovuto insegnare una lezione, che però voi dimostrate di non avere imparato, ma ci fate persino fare passi gravi indietro rispetto a tutto il resto d'Europa. Nel vostro manifesto economico pluriennale, il DEF di quest'anno, le diseguaglianze non sono più un fatto da combattere, ma qualcosa da valorizzare per non dare troppo fastidio ai più forti, mentre è dalle politiche di superamento delle disuguaglianze e, aggiungerei, dalla conversione ecologica che passa lo sviluppo pieno del Paese.

Manca, infatti, qualsiasi intervento efficace per sostenere i redditi di lavoratori e pensionati, falcidiati da un'odiosa tassa iniqua chiamata inflazione, che invece voi oggi utilizzate per fare i tagli lineari, perché non veniteci a dire che il nuovo taglio del cuneo è sufficiente a recuperare il potere di acquisto. Tre miliardi di euro sono una goccia nel mare. Per carità, tutto fa brodo, ma stiamo parlando in media di aumenti tra i 15 e i 20 euro al mese in più in busta paga, e nel mentre non sappiamo nemmeno se e come verrà rifinanziato il taglio delle tasse sul lavoro che abbiamo introdotto lo scorso anno. Sul fronte delle pensioni potremmo stendere un velo pietoso, non servirebbe nemmeno un'opposizione che vi ricordi i vostri impegni con gli elettori.Sul fronte delle pensioni potremmo stendere un velo pietoso, non servirebbe nemmeno un'opposizione che vi ricordi i vostri impegni con gli elettori, perché penso che il senso di vergogna per avere illuso milioni di italiani sia già sufficiente. Il Ministro Salvini gioca a tombola da anni sulla pelle dei lavoratori più anziani, ma, appena arrivato al Governo, la sua unica preoccupazione è stata mettere in piedi il solito carrozzone pubblico per il ponte sullo Stretto, senza però dirci nulla su dove prenderete i soldi necessari per realizzarlo. Basterebbe questo a dimostrare che la vostra non è un'esperienza di Governo, ma pura e lecita improvvisazione.

Come anche improvvisata è stata la recente uscita sulla denatalità, un problema serio, ma che ancora una volta non siete capaci di affrontare seriamente. Invece di fare proposte assolutamente irrealizzabili, perché non potenziate gli strumenti che ci sono, per esempio favorendo una gestione ordinata dei flussi migratori che risponda alle richieste di lavoratori del mondo imprenditoriale, o raddoppiando l'assegno unico e diminuendo le tasse sul secondo percettore di reddito in famiglia?

Sul Mezzogiorno vorremmo avere qualcosa da dire, ma nel DEF, così come nella scorsa manovra, non ne abbiamo trovato traccia, quindi non pervenuti. Come ha detto la satira di recente, nemmeno troppo ironicamente, quando affidi a taluni Ministri certi dossier è perché in fondo non ti interessano granché. Ed è questa la fine che state facendo fare al PNRR, ai fondi strutturali e al Fondo per lo sviluppo e la coesione, bloccato da mesi. Il destino cui avete relegato il PNRR rappresenta perfettamente quello che non siete in grado di fare. Per la prima volta nella storia d'Italia, grazie a un Governo di centrosinistra, avevamo convinto l'Europa al debito comune, a un grande piano di rilancio e di transizione dei nostri sistemi economici.

E invece di approfittare di questa miniera d'oro per far partire investimenti e cantieri, sono mesi che parlate di revisione, rimodulazione, rinunce, senza mai spiegarci cosa davvero intendete fare con i soldi e i progetti del PNRR. Insomma, dopo la legge di bilancio mancate anche il secondo appuntamento. Allora, signor Presidente, nel dichiarare il voto contrario del Partito Democratico alla risoluzione di maggioranza, voglio concludere il mio intervento elencando il solo numero che emerge da questo DEF: zero come le risposte che date a chi oggi è in difficoltà, zero come le soluzioni che trovate sulle pensioni, zero come il coraggio che non avete, zero come la crescita a cui ci avete condannato, zero come le promesse che avete mantenuto, zero quanto alla credibilità che vi rimane.