Dichiarazione di voto
Data: 
Venerdì, 28 Aprile, 2023
Nome: 
Chiara Braga

Doc. LVII, n. 1 e Annesso-bis

Grazie, signor Presidente. Rappresentanti del Governo, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, che oggi c'è, in quest'Aula, quanto è accaduto ieri è di una gravità senza precedenti, non esistono scuse. Non ho parole: non è la mia reazione ma quella della Premier Meloni, impegnata, nelle stesse ore, ad accreditare l'Italia sulla scena internazionale e, intanto, costretta a fare i conti con una maggioranza incapace di garantire i numeri necessari per approvare il principale documento di programmazione finanziaria. Presidente Molinari, almeno chiedere scusa  - lo hanno fatto alcuni suoi colleghi - non a noi, ma agli italiani, per la pessima figura che avete fatto fare al nostro Paese. Vi siete affannati a spiegare che è stato solo un incidente di percorso ma il messaggio, invece, è molto chiaro: non siete pronti, non siete affidabili, non siete nemmeno patrioti perché non sapete cosa significa avere la responsabilità di guidare un grande Paese come l'Italia.

Non siete nemmeno patrioti, perché non sapete cosa significhi avere la responsabilità di guidare un grande Paese come l'Italia. E avete mancato di rispetto al Parlamento: un bel gruppo di voi, numeroso, ha deciso di allungare non il ponte del 1° maggio, quello del 25 aprile, forse eravate ancora impegnati a decidere come festeggiarlo, mentre il Paese era al lavoro, un lavoro spesso precario, il più delle volte mal pagato. E ieri sera vi siete precipitati a varare un nuovo documento solo per potervi garantire di continuare la propaganda del 1° maggio. Ma siete riusciti a sbagliare anche nell'unica modifica che riguarda l'inserimento, come avete proposto, del sostegno alle famiglie con figli, un obiettivo giusto, tanto importante per voi che pare ve ne eravate dimenticati. Peccato però che l'eventuale finanziamento di una misura dai contorni indefiniti - e, rispetto alle cose che ci ha detto ieri sera in Commissione il Ministro Giorgetti, si prefigura ancora una volta come un bonus per una platea molto ristretta, molto diversa da quella nostra idea di misura di sostegno universale alle famiglie - andrà ad impattare ancora una volta sulle risorse, pochissime, destinate al taglio del cuneo fiscale per i lavoratori.

Avete dato una prova talmente chiara di responsabilità che ve ne assumerete tutto il carico. Del resto, da tutto il documento traspare una visione modesta e limitata che avete sull'economia e sullo sviluppo del Paese; un manifesto dell'inadeguatezza, che avete mostrato in questi primi mesi di Governo e, con il documento che la maggioranza ieri ha bocciato, diventa consapevolezza di non essere in grado di stimolare in alcun modo l'economia.

Questo è un sintomo chiaro di impreparazione, di mancanza di coraggio, che non possono portare che a questo: non avere un'idea di sviluppo e di futuro per questo Paese. In compenso avete inserito misure, dalle pensioni alla sanità, ossia misure che interessano concretamente la vita dei cittadini, che costano molto e che non riuscirete a coprire e che, quindi, taglierete senza esitazioni. Così, mentre avete cancellato Opzione donna, rendendo ancora più difficile per una lavoratrice andare in pensione, nel frattempo, tra condoni e fisco amico, qualcun altro la farà franca, alle spalle di tutti, e quella tassa iniqua, che è l'inflazione, continua quotidianamente a ridurre il potere d'acquisto dei salari. L'unica ricetta che avete proposto è il taglio del cuneo fiscale totalmente insufficiente. Pensateci il 1° maggio, quando sarete chiusi a Palazzo Chigi! Pensate ai pensionati, che prendete in giro da anni e a cui avete promesso di tutto in campagna elettorale! Non aumentate le pensioni, non riducete l'inflazione. E' questo il vostro regalo per il 1° maggio.

Ma c'è dell'altro nel documento che ieri avete bocciato: vi accanite, con un impegno senza precedenti, verso la parte più fragile della popolazione, per il superamento di alcune misure straordinarie di politica fiscale, attuate negli ultimi tre anni, che hanno contribuito alla tenuta del Paese, in un momento di particolare difficoltà, senza individuarne di nuove, sia per il sostegno ai soggetti più vulnerabili, sia per il rilancio dell'economia.

In quel documento, che voi avete bocciato, manca un vero piano per la transizione ecologica. Voi affrontate il tema quasi con fastidio, superficialità non cogliendone il valore come investimento per il futuro, come opportunità per una crescita che sia davvero sostenibile. E, invece, sono posti di lavoro, sono ricerca, sono tecnologia avanzata, di cui il nostro Paese è leader, cui dobbiamo guardare per puntare al futuro con i piedi ben piantati nel presente.

Del resto, la vostra miopia ha trovato conferma massima nell'incapacità di applicazione e sviluppo del PNRR. Non siete stati in grado di utilizzare nemmeno quanto avete ricevuto in eredità. Per la prima volta nella storia, con un debito comune a tutta l'Europa, era possibile dare vita ad un grande piano di rilancio di transizione, un'occasione per superare le disuguaglianze, per ridurre i ritardi ed i divari nel Paese, per sbloccare i processi di trasformazione, per fare diventare finalmente le donne ed i giovani protagonisti del cambiamento.

Stavolta non c'era bisogno di chiedere: i finanziamenti erano già lì, portati a casa dai Governi di centrosinistra e da una grande operazione di mediazione europea. E invece neanche quello state riuscendo a fare. Invece di approfittare di questa disponibilità per far partire investimenti ed i cantieri, sono mesi che parlate di revisione, di ritardi, di rimodulazione, di rinunce, provocando un effetto paralisi nella pubblica amministrazione, senza mai spiegarci, nemmeno l'altro giorno in quest'Aula il Ministro Fitto, che cosa volete fare davvero con i soldi e i progetti del PNRR. Proprio oggi da Stoccolma - dove tra poco lei andrà, Ministro Giorgetti, in ritardo e con un pessimo biglietto da visita che si porta dalla sua maggioranza - i suoi colleghi stanno chiedendo ripetutamente all'Italia di ratificare il MES, strumento essenziale per rafforzare la rete di sicurezza della zona euro. Ma anche su questo nella maggioranza siete divisi e state pregiudicando una decisione che non riguarda solo noi, ma anche altri Paesi europei e state indebolendo qualsiasi alleanza con i nostri partner su battaglie fondamentali, come quella per il Patto di Stabilità. Vi chiederemo di venire in Commissione e in Aula e di approvare il MES; è una necessità per l'Italia e per l'Europa. E' un disastro su tanti fronti quello a cui state dando vita e a cui sperate - forse - di mettere una toppa, convocando un Consiglio dei ministri il 1° maggio solo per dar seguito alla vostra propaganda, perché di questo si tratta. Ancora una volta, è una misura che non protegge i lavoratori, che va nella direzione sbagliata, che non affronta il dramma del lavoro povero, che allarga le maglie della precarietà, che smantella il reddito di cittadinanza, sostituendolo con strumenti che avranno, forse, se ci saranno, il 30 per cento in meno di risorse, aumentando le disuguaglianze. È questo, per voi, il 1° maggio. Mentre voi sarete chiusi nel Palazzo, noi saremo nelle piazze al fianco dei sindacati, dei lavoratori nelle nostre città, nei territori, perché i sindacati non si convocano la sera prima per illustrare decisioni già prese, se si vuole davvero stare a sentire le loro ragioni e prendere provvedimenti condivisi per sostenerne il lavoro. Noi saremo al fianco dei lavoratori precari, ai tanti giovani che non riescono a programmare ed a immaginare un futuro stabile, ai lavoratori delle aziende in crisi, che chiedono da mesi di essere ascoltati e di avere risposte. Alla fine, si tratta sempre da che parte stare, caro Ministro, caro Governo. Si tratta sempre di essere partigiani in qualche modo. Noi, al vostro 1° maggio nel Palazzo, risponderemo stando dalla parte dei giovani, delle donne, dei lavoratori e delle lavoratrici del Sud, di chi vi ha visto all'opera ieri, distratti, pasticcioni, totalmente inadeguati, ma ben fermi e pronti a difendere potere e poltrone. Non vi lasceremo colpire il lavoro, non vi lasceremo portare il Paese allo sbando, facendo pagare la vostra incapacità agli italiani e alle italiane.