Data: 
Giovedì, 14 Settembre, 2023
Nome: 
Arturo Scotto

Grazie signor Presidente, signor Ministro Salvini, lei oggi si è limitato a descrivere informazioni sui tragici fatti di Brandizzo, di cui questo Parlamento era perfettamente a conoscenza.

Se si fosse recato di persona in quel cantiere, come hanno fatto, nell'ordine, il Presidente della Repubblica Mattarella, due Ministri della Repubblica, il Presidente della regione Piemonte, i Sindaci del territorio, la Commissione d'inchiesta sugli infortuni sul lavoro presieduta dalla collega Gribaudo, avrebbe sicuramente avvertito sulla pelle l'indignazione per la cronaca di una morte annunciata.

Con grande sincerità, non ci serviva un bollettino ma scelte: le famiglie di quegli operai morti, di cui lei giustamente ha evocato i nomi, chiedono verità e giustizia ma chiedono soprattutto che non accada mai più.

Lei ieri ha parlato, a proposito di Lampedusa, di atto di guerra.

Ma cosa è questa silenziosa continua strage sul lavoro, se non una guerra a bassa intensità?

Tre morti al giorno solo ieri in una fabbrica esplosa in provincia di Chieti e oggi un operaio caduto da un tetto ad Arzano e un altro operaio morto all'aeroporto di Bologna.

La risposta che lei offre è ordinaria e, mi consenta senza polemica, reticente signor Ministro.

La sicurezza non è accessoria, la sicurezza è la base principale per stabilire se un lavoro è dignitoso o se non lo è; più il lavoro è precario, intermittente e povero, più il rischio di infortuni sale.

E voi lo sapete bene, visto che nel vostro “decreto lavoro” avete liberalizzato i contratti a termine, avete aumentato i voucher e il lavoro somministrato.

Quello che è accaduto a Brandizzo non è la patologia del sistema, ma la fisiologia, signor Ministro, di un modello con cui si sono costruiti in questi anni i lavori pubblici nel nostro Paese. Dunque, non bastano le condanne, ci vogliono le scelte.

Lei è il Ministro che ha liberalizzato i subappalti a cascata, nei cantieri pubblici le gare registrano una media di ribasso del 20-25 per cento sugli appalti e un altro 15-20 per cento sul subappalto. E avete anche aumentato gli affidamenti diretti nel nuovo codice sugli appalti.

Le faccio una domanda: secondo lei, quelle imprese medie e piccole, talvolta piccolissime, su cosa risparmiano, signor Ministro?

Glielo dico io: sui materiali, sul costo del lavoro, sulla sicurezza di chi lavora.

Il 70 per cento degli infortuni avviene in regime di subappalto.

Lei un tempo si faceva chiamare capitano.

Ebbene, il capitano sa tutto di quello che accade sulla propria nave: conosce i materiali utilizzati, la quantità degli approvvigionamenti, le ditte incaricate, il numero dei lavoratori a bordo, dal mozzo al direttore di macchina.

Lei dice che solo oggi sono mille i cantieri di RFI che lavorano in Italia: ci sa dire quanti sono i lavoratori in subappalto in quei cantieri? Si può avere un numero?. Io spero che lei faccia il capitano da questo punto di vista, invece si limita a leggere i bollettini.

Signor Ministro, lei ha il 40 per cento delle risorse del PNR R da spendere, la fetta più grossa. Lei ha la responsabilità di RFI, ANAS, porti, aeroporti e, allora, facciamo una cosa: finito questo dibattito, esca da qui, si rechi a Palazzo Chigi e firmi un atto, un decreto, un'ordinanza, un DPCM, decida lei, che dica una cosa semplice, ossia “sui cantieri di mia competenza non si liberalizzano più i subappalti”. Poi, attraversi la strada, bussi alla porta del Ministro Fitto e pretenda che quel mezzo miliardo di euro sottratto allo sviluppo tecnologico della sicurezza sul settore ferroviario venga subito ripristinato. Non è accettabile che le procedure di sicurezza siano ancora basate su fonogrammi e telefonate. Altro che fattore umano. Anche perché la informo che lo sciopero delle ferrovie, che lei precettò il 13 luglio scorso, aveva in cima alla piattaforma l'urgenza degli investimenti sulla sicurezza sul lavoro. Lei mise in contrapposizione, allora, il diritto dei lavoratori a scioperare con quello dei pendolari a prendere i mezzi. Non le chiedo di cambiare idea, però la informo che chi sciopera perde un pezzo del proprio salario ogni volta che lo fa, non se ne va a fare una gita fuori porta o a sfilare sulla Croisette o a Venezia.

Signor Ministro, noi siamo disponibili a lavorare insieme, pensiamo che siano utili anche le Commissioni di inchiesta che lei ha deciso di istituire. Certo che, allo stesso tempo, dovrebbero essere rafforzate le procure che indagano sugli incidenti sul lavoro, forse attraverso più mezzi. Servono ingegneri, servono periti, servono medici, servono donne e uomini che evitino lo scandalo delle prescrizioni sugli infortuni sul lavoro, serve rafforzare le procure specializzate. Arrivano 209 miliardi in questo Paese: sono una montagna di soldi, per cambiarlo, per renderlo più sostenibile, più equo, più giusto, più digitale, più moderno. Signor Ministro, su una cosa non si può risparmiare: non si può risparmiare sulla vita dei lavoratori, sulla loro sicurezza, sulle loro tutele, sui loro salari.