Data: 
Giovedì, 11 Settembre, 2025
Nome: 
Chiara Braga

Grazie, Presidente. Il fatto che il Ministro Tajani, dopo mesi di richieste inascoltate, sia oggi in Aula, è una buona notizia, nonostante sia un atto politicamente dovuto, ma è davvero l'unica buona notizia, perché in queste settimane nessuna delle gravi situazioni aperte sulla scena globale ha fatto registrare passi in avanti. Crescono instabilità, minacce: pensiamo al Qatar, alla Polonia.

Tuttavia, tra le poche cose sicure c'è il comportamento del Governo italiano: fin dall'inizio la sua azione sul piano della politica estera è stata un perenne esercizio di propaganda, immobilismo ed equilibrismo. Lo abbiamo visto prima: nel pieno del dramma di Gaza, di fronte a quello che la comunità internazionale dei giuristi non esita a definire genocidio, portato avanti dal Governo di Netanyahu, dopo il barbaro eccidio compiuto dai terroristi di Hamas; di fronte allo sterminio di un'intera popolazione, non siete stati capaci di assumere una sola azione di condanna. Quando i bombardamenti che hanno mietuto vittime, tra donne e bambini, si sono trasformati in una vera e propria apocalisse umanitaria, qualche balbettio tardivo, imbarazzato, è arrivato, ma lì ci si è fermati, scavalcati persino ieri dalla Commissione europea che è riuscita, seppur tardivamente, a dire parole contro il Governo di Israele e che ha finalmente annunciato misure conseguenti, su cui lei, oggi, Ministro, è riuscito timidamente a dire che siete pronti a valutare.

Ma ce lo dica: le voterete o no quelle sanzioni? Perché in tutte le sedi in cui avete avuto la responsabilità di assumere atti concreti, l'Italia non c'è stata e non c'è! Le avete sempre bloccate: le ultime lo scorso 30 agosto al vertice dei Ministri degli esteri in Danimarca.

Continua a sfuggirvi che la guerra grande, la guerra infinita di Netanyahu in Medio Oriente, che negli ultimi giorni ha attaccato ben quattro Paesi, è una minaccia anche alla nostra sicurezza e stabilità.

Con la vostra inerzia, complicità, state tradendo una lunga tradizione diplomatica italiana, che ha sempre saputo far sentire la sua voce di pace in quell'area martoriata. Hanno dovuto pensarci i volontari della Global Sumud Flotilla a fare quello che sarebbe spettato a voi, ai governi europei: tentare di rompere il blocco illegale voluto dal mostruoso cinismo del Governo di Netanyahu. Cibo, farmaci, beni di prima necessità - non le cifre risibili di cui oggi lei ci ha detto - quelli che servono a rompere la carestia e l'assedio. Una straordinaria iniziativa umanitaria, per cui ringraziamo anche i parlamentari italiani presenti  - tra cui il nostro collega Arturo Scotto -: vi siete impegnati a tutelare i volontari. Bene, qui noi abbiamo visto solo il vostro attivismo per proteggere i soldati israeliani in vacanza.

È tardi, ma il Governo italiano faccia la propria parte: sospendete la collaborazione militare con Israele; sanzionate i ministri e i coloni violenti; decidetevi a fare quello che altri Paesi europei hanno già fatto: riconoscere lo Stato di Palestina, perché non c'è più solo il tema di “due popoli, due Stati” liberi, sovrani, sicuri. C'è bisogno di lavorare in Medio Oriente per quell'area per una pace giusta e duratura, la stessa che va garantita, costruita in Ucraina, con il pieno coinvolgimento al tavolo negoziale di Kiev e dell'Unione europea e basandosi sul rispetto del diritto internazionale e della sua sovranità sistematicamente violata.

La Presidente del Consiglio a parole non fa mancare il sostegno all'Ucraina, né i giudizi severi su Mosca, ancor più necessari, - lo vogliamo dire qui - doverosi, dopo la violazione dello spazio aereo europeo e da qui mandiamo un messaggio di vicinanza e di solidarietà alla Polonia. Ma è molto meno loquace quando si tratta di riconoscere l'evidente, cioè che le iniziative di Trump, a cominciare dal vertice in Alaska, non hanno avuto alcun esito positivo, anzi sono state un fallimento. Ancora più grave è che sono una picconata ai fondamentali principi del multilateralismo: un tappeto rosso steso a Putin, pronto a tenere sotto scacco l'Europa.

La verità è che continuate a recitare due parti in commedia: formalmente a fianco dell'Ucraina, ma non sempre e, certamente, non tutti se nella vostra maggioranza il vicesegretario della Lega dichiara di preferire Putin a Zelensky; Putin, un militare, un criminale di guerra. Intanto, continuate a compiacere Trump, perché la subalternità al Presidente degli Stati Uniti è apparsa più che mai evidente, anche con la vicenda dei dazi. Se è difficile non vedere il fallimento come negoziatrice della Presidente von der Leyen, proprio perché ha seguito la linea accondiscendente suggerita da voi, con i regali alle multinazionali americane, è impossibile non osservare che la Premier italiana, autoproclamatasi “pontiera” rispetto a Trump, è stata invece totalmente incapace di frenare le pretese, di difendere sul serio, al di là della vuota propaganda che anche oggi abbiamo sentito qui e della retorica, il nostro interesse nazionale.

Nessuna reciprocità e nessun dazio europeo sulle merci americane: a pagare il prezzo di questo fallimento saranno le imprese, i lavoratori, le famiglie italiane; non si ha nessuna traccia delle misure di sostegno, che pure avevate sbandierato settimane fa. Subalternità e ambiguità tra nazionalismo ed europeismo: queste sono le zavorre che impediscono al Governo di operare nell'interesse del Paese e dell'Europa.

Come dimostra anche il fatto che abbiate accettato supinamente - a differenza di quanto, invece, ha fatto la Spagna - l'altro ricatto di Trump: un aumento della spesa militare al 5 per cento, che non potrà contribuire a una vera difesa comune europea, ma che rischia di essere il colpo finale al nostro Stato sociale. Ieri, in quest'Aula, non siete riusciti a presentare una mozione unitaria nemmeno a sostegno di quella decisione perché siete divisi, altro che maggioranza compatta!

Il Governo non riesce ad avere una vera politica estera: non ce l'ha, perché ha una maggioranza divisa e silente; il coraggio, tanto sbandierato dalla Premier, non c'è: non ci mette la faccia.

Allora signor Ministro, lei da qui, oggi, ha detto parole forti sulla sua integrità, nessuno e nessuna da questi banchi mette in discussione la sua onestà. Il punto è che lei non è un rappresentante delle ONG, che vanno ringraziate per la loro azione umanitaria e di solidarietà. Su questo punto il balbettio in quest'Aula è lo specchio dell'ignavia e dell'ipocrisia di un Governo. Lei ha alzato la voce qui, per difendere la sua personale dignità di uomo, di parlamentare e di Ministro; ci lasci dire, però, Ministro, che dai banchi dove oggi lei siede, non si è mai alzata una voce chiara, nemmeno oggi, di condanna contro chi spara su donne e bambini affamati in coda per un chilo di farina, perché, Ministro, noi siamo felici e grati per quel bambino palestinese che è stato curato nel nostro ospedale, ma ce ne sono altri 20.000, morti sotto le macerie o che stanno morendo di fame e su cui avremmo voluto che avesse risposto con altre azioni, di cui continueremo a chiedervi conto.