Sono gli ultimi giorni di Gaza, Presidente. Le sue parole, Ministro, forse erano buone 19 mesi fa, 50.000 morti fa. Ventimila bambini bruciati vivi, morti di sete, di fame e di freddo, ischeletriti e mutilati, operati senza anestesia. Lei qui ci ha parlato a lungo di aiuti umanitari: l'unico vero aiuto umanitario, Ministro, è fermare Netanyahu.
Quello che mi ha colpito è la sproporzione indicibile tra i numeri risibili di cui ha parlato qui oggi e la realtà di Gaza. Ma vogliamo parlarne, Ministro? Quindici camion al giorno, quando prima ne entravano 500, ed è questo che ha innescato una lotta per il pane, l'assalto ai forni con i feriti, dopo mesi di nulla, di assedio totale, di fame usata come arma di guerra.
La militarizzazione degli aiuti è un precedente gravissimo per i conflitti di oggi e per quelli di domani, perché gli aiuti devono distribuirli le Nazioni Unite, se non vogliamo partecipare alla follia della loro delegittimazione.
Vedete, glielo dico con pacatezza, Ministro: c'è una responsabilità tutta politica che ricade anche su di voi. Voi avete totalmente sbagliato la lettura politica di quello che stava avvenendo in Palestina. Avete continuato a parlare fino a ieri di legittima lotta al terrorismo, quando le azioni indiscriminate a Gaza, i bombardamenti di scuole e ospedali, gli assassini di operatori umanitari, di giornalisti, di uomini e donne delle Nazioni Unite, l'operazione Nuovo ordine in Libano, che ha colpito le nostre truppe nella irrilevanza diplomatica del nostro Paese, o l'allargamento del conflitto in Medio Oriente raccontavano un'altra verità incontrovertibile. La distruzione di Hamas era un obiettivo impossibile con le bombe. Serviva la politica, l'abbiamo detto e ripetuto fin dal primo giorno. E, infatti, quell'obiettivo è drammaticamente fallito. E, allora, l'obiettivo è diventato non soltanto infliggere una punizione collettiva ai palestinesi che nulla avevano a che fare con i terroristi di Hamas e che, anzi, bisognava separare da Hamas; l'obiettivo è diventato rendere impossibile la vita dei palestinesi sulla loro terra. Ed è la ragione per cui si sono moltiplicate le violenze, le uccisioni, la criminale espansione degli insediamenti illegali nei territori occupati palestinesi. Ancora ieri sera, Ministro, il gabinetto di guerra ha annunciato 22 nuove colonie in Cisgiordania. Cosa c'entra tutto questo con il 7 ottobre, con quell'orrendo pogrom che tutti qui abbiamo condannato con le parole più nette, più limpide? Cosa c'entra con la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas?
La verità è che l'estrema destra messianica di Israele, quella che vede nel popolo palestinese il biblico Amalek da distruggere, che lunedì nel Jerusalem day urlava “morte agli arabi”, ha voluto approfittare della situazione. “Prendiamoci tutto”. “Ora o mai più”, si sono detti. E la guerra è diventata la notte che copre tutto, la rioccupazione della Striscia di Gaza, la deportazione dei palestinesi, la pulizia etnica invocata da Smotrich e Ben Gvir, l'annessione di fatto della Cisgiordania. E, allora, dopo mesi in cui ogni argine politico, morale è stato abbattuto, noi oggi volevamo sapere che cosa fa il Governo italiano per fermare tutto questo. È troppo tardi per le parole che non avete avuto il coraggio di pronunciare fin qui perché le parole non bastano più, non bastano nemmeno le nostre parole, Ministro, figurarsi le sue, ancora timide, vaghe, inadeguate, imbarazzate e imbarazzanti! C'è bisogno di atti, Ministro, di azioni concrete.
Ministro, continui pure a ridere, ma alleviare o confortare le nostre coscienze, come ha detto, coi suoi silenzi o persino con le sue parole, non servirà a nulla ai palestinesi che aspettano la condanna a morte collettiva inflitta dal governo di Israele. E se non volete farlo per loro, Ministro, fatelo per noi stessi perché Gaza ci riguarda. Gaza non è solo l'attacco definitivo alla Palestina: Gaza è l'attacco ai pilastri della nostra civiltà, dell'umanità.
Lei parla degli USA, ma Donald Trump ha offerto copertura diplomatica e politica al piano di Netanyahu. Quando parla di deportazione, Netanyahu lo chiama Piano Trump. È mancata l'Europa, Ministro. Noi l'abbiamo detto per primi, con l'insopportabile doppia morale ai vertici delle istituzioni europee, che non hanno saputo pronunciare le stesse parole pronunciate per l'Ucraina, quando a Gaza avvenivano gli stessi crimini di guerra. Ma quando dopo mesi di ignavia, persino questa Europa prova a fare un passo, Ministro, a mancare siete voi, a mancare è l'Italia. Una maggioranza dei Paesi europei chiede di rivedere l'accordo di associazione UE-Israele che sta diventando il simbolo di tutta la nostra incoerenza, della nostra mancanza di credibilità. Ma serve l'Italia per questo e voi avete votato contro. Invece di ridere, ci spieghi perché! Lo spieghi agli italiani perché noi ci vergogniamo, Ministro. Ci vergogniamo anche per voi. Appena una settimana fa avete bocciato in quest'Aula una mozione che chiedeva alcune cose perché nessuno, Ministro, si aspetta che da sola l'Italia possa fermare questo inferno, ma alcune cose avrebbe potuto farle e non l'ha fatto. Siete per i due Stati? E allora perché bocciate il riconoscimento dello Stato di Palestina? È demagogia questa? No, è logica, è politica, è giustizia. Avete detto che quello che fa Netanyahu è inaccettabile e, allora, perché vi opponete alle sanzioni, persino alle sanzioni nei confronti dei Ministri fanatici di Israele, che invocano le bombe atomiche e l'annientamento dei palestinesi.
Con che dignità e onore rappresentate le istituzioni italiane, da sempre protagoniste del multilateralismo, quando contribuite a minare la credibilità della Corte penale internazionale o della Corte internazionale di giustizia, che impegna gli Stati, anche il nostro, a prevenire il rischio di genocidio. Vi abbiamo chiesto di unirvi alla richiesta di una messa al bando delle armi a Israele. Il Ministro Crosetto ha detto che Netanyahu ha superato ogni limite. E allora sospendetelo il memorandum di cooperazione militare. Senza scelte coerenti, conseguenti, restano solo parole e una vuota retorica.
Lei ci spiega, Ministro - e concludo, Presidente -, che è amico di Israele. Voi siete amici di Netanyahu, come il Ministro Salvini, che è andato lì a stringere quelle mani sporche di sangue due mesi fa.
C'è un'altra Israele che prova repulsione, come ha detto Liliana Segre, nei confronti del Governo Netanyahu, della sua guerra infinita, indifferente agli ostaggi, indifferente alla sicurezza dei cittadini, portata avanti esclusivamente per mantenere il potere.
Netanyahu, Ministro, deve essere chiamato a rispondere dei suoi crimini, proprio perché noi non accetteremo mai che si confondano le responsabilità di un Governo con l'intero popolo, proprio perché non gli sta a cuore la lotta all'antisemitismo, quello che alberga nelle organizzazioni giovanili di certi partiti.
È Netanyahu che deve essere indicato come responsabile, se non vogliamo fare confusione, Ministro; il suo attacco all'umanità. E lei, qui, non ha nemmeno avuto il coraggio di pronunciarlo quel nome, Ministro. Ma come fa? Lei non è a capo di una E avrebbe potuto fare qualcosa e non l'ha fatto. È tardi, ma fatelo oggi, Noi vi chiederemo qui e nelle piazze, perché noi non siamo complici.