Data: 
Mercoledì, 18 Luglio, 2018
Nome: 
Sara Moretto

Grazie, Presidente. Oggi abbiamo avuto la prova dell'ennesima passerella di questo Governo. Due settimane fa, Ministro, in quest'Aula le abbiamo chiesto di capire quale futuro intenda dare all'Ilva (oggi ha parlato proprio di siderurgia). In quell'occasione ci disse che c'erano 20.000 pagine da leggere e che era Ministro da troppo poco per poter esprimere una posizione. Capisco che se non è riuscito a leggere dodici paginette di una relazione tecnica ad un decreto fatichi a leggermente più. La settimana scorsa ci ha detto che la situazione di Alitalia andava affrontata per fasi, individuando prima i responsabili della crisi e solo dopo, con calma, occupandosi dei lavoratori e dei servizi erogati. Quando l'abbiamo interrogata, Ministro, lei ci ha detto che era troppo presto e che aveva bisogno di studiare. La informo, però, che imprese e lavoratori non hanno tempo per attendere che lei impari a fare il Ministro: attendono risposte.

Non pensi di utilizzare anche oggi questo ramo del Parlamento come palcoscenico di un teatrino che la vede protagonista. Abbia rispetto dell'Aula che lei stesso ha presieduto. Ci dica la verità, perché abbiamo sentito numeri che non corrispondono alla verità. Lei ha ereditato al suo insediamento - non oggi, al suo insediamento - 74 tavoli di crisi in corso che per noi, Ministro, non sono un numero scritto in una tabella, ma sono 85.000 lavoratori che, con le loro famiglie, attendono di conoscere il futuro che gli spetta. Sono 74 situazioni diverse che non rappresentano una statistica ma volti, vite, esperienze, progetti e, soprattutto, speranze.

Non pensiamo che i risultati raggiunti dai Governi a guida PD su questo fronte siano bandierine da appuntare in un resoconto di mandato ma lei ci spinge oggi, con questa informativa, a fare un veloce ripasso. Dal 2015 al 2018 il MISE ha gestito 469 tavoli di crisi, a cui andrebbero aggiunti quelli del Ministero del lavoro, per un totale di oltre 1.250 situazioni affrontate in un trend - e qui devo smentire il collega Vallascas - di conclusioni positive in crescita (si guardi i dati). Infatti, se nel 2015 le conclusioni positive erano il 41 per cento e il 55 per cento le crisi che rimanevano aperte, a febbraio 2018 le crisi aperte erano solo il 46 per cento - dieci punti in meno - e quelle con conclusione positiva il 50 per cento. Dunque lei, Ministro, eredita una struttura di gestione efficiente ed operativa in grado di affrontare le situazioni con approccio coordinato e lungimirante. Non metta mano, Ministro, a questa struttura, non rovini il lavoro che è stato fatto.

Lei ha parlato di tavoli ancora aperti. Io penso che su questo fronte lei abbia già fatto una prima gaffe: ha aperto i tavoli ai parlamentari ma le suggerisco di garantire - almeno questo - sempre la presenza del Governo e di garantire che questi tavoli siano messi nelle condizioni di lavorare. Lei ieri sera - il suo Ministero, ieri sera - alle 23,55 ha spostato il tavolo della Blutec, che doveva tenersi oggi a Termini Imerese, dicendo che si sarebbe tenuto oggi a Roma. Fatico a pensare che le forze sindacali e le imprese riescano a spostarsi in così poco tempo. Apra anche, Ministro, il tavolo sul futuro delle acciaierie di Terni, come richiesto dalla presidenza della regione.

Sotto la conduzione del Ministro Calenda l'unità di gestione delle crisi ha portato avanti un modello che si basa su prevenzione, reindustrializzazione e ricollocamento della forza lavoro, in un dialogo tra pubblico e privato che ha portato buoni risultati. Le cito solo alcuni dei casi che hanno segnato il lavoro di questi anni: Ideal Standard, Embraco, Electrolux. Sull'Electrolux la informo che senza alcuna legge contro le delocalizzazioni è stata trattenuta in Italia, mentre aveva il progetto di spostarsi in Polonia. Questo è possibile anche senza le sanzioni. Poi ci sono anche Whirpool e Natuzzi, tutte azioni accompagnate da misure che hanno anche concesso di prevenire le crisi. E tra i tanti tavoli aperti le ricordo Bekaert sul quale, Ministro, lei arriva tardi.

Lei ci ricorda l'interrogazione dei suoi colleghi parlamentari: se vuole, le giro la risposta che la commissaria europea ha già fornito ai colleghi Danti e Bonafé, dicendo che l'indagine è già stata aperta. Lei, Ministro, con il decreto dignità ci ha già dato un assaggio, purtroppo, di quella che è la sua visione delle imprese e del lavoro: con una mano deprime gli investimenti e con l'altra offre la sponda per il ricorso a un lavoro irregolare, che è la vera piaga ancora da combattere nel nostro Paese. É questa la direzione sulla quale intende portare avanti il suo lavoro? Non ci racconti che la delocalizzazione è il problema delle crisi: le crisi non riguardano solo imprese che hanno soldi pubblici. La smetta con la propaganda e ci dica che cosa intende confermare tra Industria 4.0, fondi per la reindustrializzazione, fondi per il made in Italy.

Ministro, le diamo un suggerimento: non si preoccupi dei voti, si occupi dei lavoratori, la smetta con la demagogia e si metta al lavoro. Noi vogliamo misurarla sui fatti.