Data: 
Martedì, 24 Maggio, 2022
Nome: 
Chiara Braga

Grazie. Signor Presidente, onorevoli colleghi, grazie al signor Ministro per l'illustrazione ampia e dettagliata dei temi oggetto della prossima riunione del G7 dei Ministri dell'Energia e dell'ambiente. Voglio subito dire che è molto positivo che questa agenda sia così ricca di questioni, di temi che vanno oltre anche rispetto al tema che ha focalizzato e che ha concentrato la nostra attenzione in queste settimane e in questi mesi, che riguarda l'energia. Si discuterà - ce lo ha ricordato - di temi fondamentali per la sostenibilità del nostro modello di sviluppo futuro, temi che rischiano di essere quasi appannati dalla situazione di crisi dettata dalla guerra ma che sono centrali per accompagnare le scelte strategiche dei prossimi anni e condurci sulla via di un nuovo modello di sviluppo sostenibile. L'impegno sulla strategia della biodiversità, il tema della protezione degli oceani, la centralità delle questioni legate all'uso efficiente delle risorse e dell'economia circolare, il tema delle catene di approvvigionamento sostenibili: tutte questioni sulle quali ha ribadito la nostra convinzione e la nostra posizione avanzata come Paese e dentro lo scenario europeo.

Non possiamo, però, nasconderci che gran parte delle questioni oggetto della discussione nelle prossime giornate si concentreranno proprio sulla situazione energetica e sui problemi connessi all'aumento del costo dell'energia. Sono temi globali a tutti i livelli per il loro impatto sull'economia globale, così come la crisi climatica e l'impegno a raggiungere gli obiettivi ambientali che abbiamo sancito a livello europeo e internazionale. L'aumento dei prezzi dell'energia e in particolare del gas, la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, nonché la giusta e dura reazione sul piano internazionale hanno reso ancora più evidente la necessità di adattare il nostro modello energetico alle sfide che abbiamo di fronte, che si legano strettamente a quelle climatiche, compiendo scelte nuove e lavorando su più fronti.

Quali sono i nostri obiettivi primari? La prima questione è rafforzare la nostra sicurezza energetica riducendo la dipendenza da importazione di gas e petrolio, in primis dalla Russia. L'obiettivo, deciso e sancito dall'Europa, di ridurre dei due terzi entro quest'anno e di azzerare entro il 2027 l'importazione di fonti fossili dalla Russia è un obiettivo giusto e necessario sul quale lavorare, superando anche i veti e le situazioni di criticità che ancora purtroppo registriamo in ambito europeo. Poi, costruire una strategia che non rallenti in alcun modo la lotta alla crisi climatica e gli obiettivi della transizione ecologica. Questo è un rischio molto forte che c'è, a cui siamo messi di fronte anche per l'impennata dei prezzi e per alcune spinte che registriamo, purtroppo, anche nel dibattito italiano.

La strada per uscire dalla dipendenza energetica dalla Russia è quella che ci porta a diversificare le fonti di approvvigionamento, a investire e ad accelerare sulla produzione di energie rinnovabili, a lavorare nella strada della efficienza energetica.

Non si possono alimentare equivoci o, peggio, imboccare strade sbagliate e contraddittorie, come quelle di qualcuno che immagina che si possa scrivere una nuova stagione del carbone in Italia e in Europa. Non è così ed è bene ribadirlo con forza anche nella discussione che si farà a livello internazionale nei prossimi giorni.

Sicurezza energetica per noi significa maggiore autonomia energetica e maggiore autonomia energetica significa progressivo abbandono delle fonti fossili, più rinnovabili, più efficienza energetica. La risposta data dall'Europa su questo fronte è molto chiara e per questo è importante e positiva. Dopo il sesto pacchetto di sanzioni alla Russia, a cui manca ancora la rinuncia, allo stato attuale, del petrolio - decisione che è frenata non dall'Europa, ma, lo dobbiamo dire, da alcuni Paesi europei, dal veto ungherese in particolare -, la Commissione europea ha presentato, la scorsa settimana, il piano Repower EU, che consentirà di ridurre rapidamente la dipendenza dalle fonti fossili russe, accelerare la transizione verso energie pulite e unire le forze verso un sistema energetico più resiliente e una vera unione in materia di energia. Sono questi i pilastri su cui dovremo lavorare perché, a livello europeo, si possa arrivare alla rapida approvazione del Piano e all'implementazione di misure che mettono a disposizione dei Paesi, ancora una volta, risorse straordinarie - 300 miliardi di euro -, che si poggiano sul meccanismo di finanziamento del Programma nazionale di ripresa e resilienza e che consentiranno anche al nostro Paese di beneficiare di circa 2,6 miliardi di sovvenzioni dirette e di poter avere accesso anche ad una nuova quota di prestiti a valere sulle risorse non impiegate per i Piani di ripresa e resilienza dagli altri Paesi europei.

Su questo punto, sappiamo come l'obiettivo deve essere quello di confermare gli impegni sugli obiettivi climatici e la transizione verso fonti di energia pulita, diversificare gli approvvigionamenti, svolgere e sviluppare un'azione comune dell'Europa per migliorare gli acquisti di gas naturale e liquido e gli stoccaggi di gas, accelerare sul tema del risparmio e dell'efficienza energetica. Siamo molto soddisfatti del segnale deciso che l'Europa ha voluto dare su questo tema, sia sull'aumento al 45 per cento della produzione di energia da fonti rinnovabili, sia sugli obiettivi di risparmio energetico, portando l'obiettivo della percentuale al 13 per cento entro il 2030.

Sono temi su cui il nostro Paese può giocare una parte da protagonista, lo sappiamo, anche superando una parte di discussione francamente inaccettabile, che oggi vede, ad esempio, contrapporsi chi vorrebbe sostenere l'economia e le imprese e chi, invece, vuole perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale. Queste due questioni si tengono insieme, serve, però, una politica che possa supportare questo lavoro e che ci consenta di fare un passo in avanti decisivo e quanto mai urgente su un'altra questione per noi prioritaria, che lei, signor Ministro, e il Presidente Draghi avete posto con la necessaria e la dovuta forza in tutte le occasioni, cioè l'imposizione di un tetto al prezzo del gas a livello unionale, superando il veto di alcuni Paesi. È un interesse comune, che protegge l'economia europea, che può reagire tutta insieme e su cui è necessario lavorare accanto ai passi in avanti positivi che sono stati fatti, proprio in queste settimane, nella chiusura, a livello europeo, dei negoziati sul regolamento per la creazione degli stoccaggi dei vari Stati membri, che consentiranno di mettere in sicurezza il nostro sistema energetico per la prossima stagione invernale e di garantire la quantità di energia necessaria per il riscaldamento delle famiglie e l'attività economica di settori fondamentali della nostra manifattura.

Tutti questi temi, che sono centrali nel programma Repower EU, li ritroviamo anche nell'agenda del G7, di cui lei ci ha parlato. Credo che sia molto importante l'attenzione alla questione della decarbonizzazione dell'industria. Noi sappiamo che questo significa, per il nostro Paese, per la nostra economia, mettere in campo tutti gli strumenti possibili di accompagnamento alla transizione di questi settori che sono posti di fronte a sfide decisive, che devono essere supportate per garantire un adeguamento del sistema produttivo ed evitare una perdita di competitività di questi settori a livello globale.

E, poi, il tema dei sussidi alle fonti fossili: questo è un impegno che il nostro Paese ha assunto da anni. Signor Ministro, su questo sappiamo che dobbiamo accelerare, portando avanti l'impegno che lei ha assunto all'interno del Piano per la transizione ecologica, così come le misure fondamentali per il sostegno alla diffusione delle energie rinnovabili. Voglio ringraziare l'impulso - e concludo, Presidente - che il Ministero ha dato su questi fronti. Ora è importante che, accanto a queste semplificazioni, si porti a compimento anche l'attuazione di norme già vigenti.

Scadrà, da qui a qualche settimana, il termine per l'individuazione dei criteri per le aree idonee, su cui, poi, le regioni dovranno individuare lo sviluppo di queste aree destinate agli insediamenti di energia rinnovabile, così come le misure importanti a sostegno delle famiglie e delle imprese contenute in questi provvedimenti.

Signor Presidente, concludo. Il G7 sarà un'occasione determinante per indicare la strada. Lei ha detto giustamente che non solo le ambizioni dei Paesi che fanno parte del G7 consentiranno di raggiungere questi obiettivi. È molto importante il supporto alla cooperazione e al sostegno dei Paesi emergenti, ma sappiamo che proprio su di noi, sull'Europa, pesa una responsabilità particolare: indicare la strada, sviluppare appieno le potenzialità degli investimenti nei prossimi anni e accompagnare scelte con una visione di lungo periodo, che tengano insieme sicurezza, stabilità energetica e contrasto ai cambiamenti climatici (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).