Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 11 Febbraio, 2020
Nome: 
Luca Rizzo Nervo

Grazie, Presidente. Oggi il Parlamento si trova ad affrontare, in un clima necessariamente un po' distratto dalla articolate dinamiche parlamentari del contemporaneo “decreto Milleproroghe”, un tema di salute pubblica decisivo, incombente e per certi versi emergenziale, che ci dimostra e ci ricorda, al pari dell'apprensione suscitata in queste ore in tutto il mondo dalla diffusione del Coronavirus, che la parola sicurezza, usata e anche abusata nel dibattito pubblico, non ha declinazione più importante di quella che riguarda la salute, personale e collettiva. Non c'è sicurezza che un essere umano custodisca più gelosamente e ambisca con apprensione quando non ce l'ha, che quella di avere risposte adeguate ai bisogni propri e altrui di salute.

Questo dovrebbe spingere il decisore pubblico, ad ogni livello territoriale, dal globale al locale, a fare assai di più della salute pubblica un elemento centrale e costante dell'agenda politica, non solo davanti alle emergenze virali o a problemi di crescente preoccupazione, come quello di cui parliamo oggi. Con questo Governo e con questa nuova maggioranza sembra che questa priorità sia finalmente assunta già dalle scelte compiute in legge di bilancio; e questo nuovo atteggiamento concreto e risoluto nell'accettare le sfide che pone oggi davanti la salute pubblica è l'atteggiamento giusto per affrontare un tema tanto decisivo come quello dell'antibiotico-resistenza.

Lo sviluppo e l'impiego degli antibiotici, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, ha davvero rivoluzionato l'approccio al trattamento e alla prevenzione delle malattie infettive e delle infezioni, permettendo l'evoluzione della medicina moderna, producendo una vera e propria rivoluzione, se si pensa in quanto poco tempo e in quale quantità sono state debellate o controllate malattie che fino a poco prima erano incurabili e portavano a esiti infausti.

Se questo è vero, come è vero, il tema che oggi trattiamo è decisivo e centrale, cioè come attivarsi di più e meglio con politiche mirate e azioni misurabili affinché la comparsa di resistenza agli antibiotici non renda vane queste conquiste.

Negli ultimi anni il fenomeno dell'antibiotico-resistenza è aumentato notevolmente e ha reso necessaria una valutazione dell'impatto in sanità pubblica: oggi produce l'urgenza di affrontare in modo incisivo questo fenomeno, chiede valutazioni specifiche per ogni patogeno, per ogni antibiotico e per ogni specifico contesto territoriale. Il problema della resistenza agli antibiotici è complesso poiché è la conseguenza di diverse cause: l'aumentato uso di questi farmaci, con un ruolo decisivo in negativo di un utilizzo non appropriato, sia in medicina umana, che veterinaria; l'uso degli antibiotici in zootecnia e in agricoltura; la diffusione delle infezioni correlate all'assistenza sanitaria, che insorgono e si diffondono all'interno degli ospedali e delle strutture sanitarie; ed infine, una maggiore diffusione dei ceppi resistenti.

La crescente comparsa, inoltre, di patogeni resistenti contemporaneamente a più antibiotici riduce ulteriormente la possibilità di un trattamento efficace. L'antibiotico resistenza diviene così, oggi, uno dei principali problemi di sanità pubblica a livello mondiale, con importanti implicazioni sia dal punto di vista clinico (l'aumento della morbilità, la letalità, la durata delle malattie, la possibilità di sviluppo di complicanze), sia in termini di ricaduta economica, per il costo aggiuntivo richiesto per l'impiego di farmaci e di procedure più onerose, per l'allungamento delle degenze in ospedale e per eventuali invalidità. Sempre più malattie comuni, comprese le infezioni più banali anche, oggi non sono, spesso, più efficacemente curabili anche per effetto della resistenza agli antibiotici. Le procedure mediche salvavita stanno diventando molto più rischiose. Siamo, insomma, in un punto critico nella lotta per proteggere alcuni dei nostri farmaci più essenziali.

Negli ultimi decenni, gli organismi internazionali, fra i quali l'OMS, l'Unione europea e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, hanno prodotto raccomandazioni e proposto strategie ed azioni coordinate, atte a contenere il fenomeno, riconoscendo l'antibiotico-resistenza come una priorità in ambito sanitario.

Nell'ultimo rapporto del gruppo di coordinamento dell'ONU sulla resistenza antimicrobica, che fornisce anche nuove raccomandazioni per i Paesi, si afferma come la resistenza antimicrobica sia una delle maggiori minacce che affrontiamo come comunità globale. Le morti causate da infezioni da batteri resistenti agli antibiotici saliranno alle stelle nei prossimi due decenni, insieme a enormi costi economici, senza un'azione immediata, ambiziosa e coordinata. Gli studi ci dicono, infatti, che se non si interverrà in modo assai più efficace, le malattie resistenti ai farmaci potrebbero causare fino a 10 milioni di morti ogni anno entro il 2050 e conseguenti danni all'economia catastrofici, come fu nel 2008-2009 la crisi finanziaria globale.

Entro il 2030, inoltre, la resistenza antimicrobica potrebbe causare fino a 20 milioni di persone in estrema povertà: attualmente quasi un milione di persone muoiono ogni anno a causa di malattia resistente ai farmaci. L'OMS, nel 2015, in occasione dell'Assemblea mondiale della sanità, ha adottato il Piano di azione globale per contrastare la resistenza antimicrobica, fissando cinque obiettivi strategici finalizzati: a migliorare i livelli di consapevolezza, di informazione e di educazione, sia dei clinici, sia di tutta la popolazione, a rafforzare l'attività di sorveglianza, a migliorare la prevenzione e il controllo delle infezioni, ad ottimizzare l'uso degli antimicrobici nel campo della salute umana e animale, e infine - ultimo, ma non ultimo - a sostenere ricerca e innovazione.

Sempre nel 2015, l'OMS ha lanciato il progetto GLASS, a supporto del Global Action Plan, per rafforzare le evidenze disponibili sull'antibiotico-resistenza a livello globale: nel 2018 erano 71 i Paesi registrati per la partecipazione a questo progetto.

L'Unione Europea, impegnata da molti anni a combattere il fenomeno, nel 2017 ha messo a punto il nuovo Piano d'azione per contrastare l'antibiotico-resistenza e l'Italia, facendo proprie queste raccomandazioni comunitarie ed internazionali, nel 2017 ha approvato, con un'intesa fra il Governo e le regioni, il Piano nazionale di contrasto all'antimicrobico-resistenza 2017-2000, che indica le strategie per un contrasto del fenomeno a livello locale, regionale e nazionale, con anche adeguate verifiche dell'impatto delle strategie adottate. In questo alveo di impegni rafforzati si inserisce la mozione di maggioranza che discutiamo, fra le altre, oggi; negli impegni per il Governo vi è l'espressione di una domanda di monitoraggio e di efficacia delle misure che si mettono in campo e di impegno particolare e rafforzato in alcuni ambiti: in primis, si sottolinea la necessità di non limitarsi ad una strategia nazionale, ma di sviluppare una sempre più forte collaborazione europea in relazione all'antibiotico-resistenza, sia dal punto di vista delle strategie comunicative e informative, sia in relazione alla ricerca transnazionale, sia nella strategia complessiva di contrasto alle infezioni intraospedaliere; poi, occorre assicurarsi che questa strategia nazionale contenuta nel Piano nazionale 2017-2020 sia attuata in modo pieno e uniforme su tutto il territorio nazionale, evitando disparità e diseguaglianze di salute che come sappiamo attraversano il nostro Paese, aggiornando questo Piano nel prossimo triennio, rafforzando gli obiettivi di prevenzione, ad esempio, con un'ampia campagna vaccinale antinfluenzale e anti-pneumococcica, a partire da una sensibilizzazione su questo dei medici e di tutto il personale sanitario che, sovente, non si vaccina, per evitare l'uso di antibiotici ad ampio spettro e per diffondere le più comuni e semplici procedure di disinfezione antimicrobica. Ricordo, poi, la formazione oltre all'informazione, serve un uno specifico programma nazionale di formazione sistematica e continua per tutto il personale sanitario, volto a favorire le buone pratiche assistenziali e le misure di prevenzione necessarie a limitare sensibilmente il rischio, con una particolare attenzione, da realizzare anche nella collaborazione con le associazioni professionali e l'ordine dei medici, ai medici di medicina generale e ai pediatri di comunità, con l'obiettivo di migliorare l'appropriatezza prescrittiva di farmaci antibiotici e di consentire l'individuazione delle terapie più idonee e corrette in una strategia win-win che consenta una più efficace cura del paziente e una riduzione dei rischi di antibiotico-esistenza.

Ancora, è necessario imprimere un'accelerazione, garantire un salto di qualità delle pratiche igienico-sanitarie messe in atto nelle strutture ospedaliere, nelle RSA e in tutti gli ambienti sanitari e socio sanitari, un salto di qualità in grado di realizzare un miglior controllo delle infezioni, con obiettivi stringenti di riduzione delle stesse, in una strategia necessariamente pluriennale ma che si dà obiettivi verificabili e verificati. E se si assume, come obiettivo reale e concreto, questo della riduzione delle infezioni ospedaliere possono arrivare risultati importanti, come dimostra, ad esempio, la straordinaria esperienza del Policlinico di Modena, dove una strategia quinquennale cominciata nel 2013 con la definizione degli obiettivi aziendali dei dirigenti della riduzione delle infezioni ha portato, ad esempio, a una riduzione della resistenza della Klebsiella dal 40 per cento al 4 per cento e di altre resistenze dal 33 per cento al 9 per cento, con un calo della spesa per antibiotici da 2 milioni e 700 mila euro a un milione e 300 mila euro, a dimostrazione che politiche e strategie efficaci danno delle conseguenze benefiche in questo campo.

L'appropriatezza prescrittiva di cui parlavo prima passa anche da una nuova alleanza fra la sanità pubblica e l'industria farmaceutica per realizzare una progressiva distribuzione dei farmaci antibiotici ai pazienti in confezioni sufficienti e non superiori al periodo di terapia, secondo le indicazioni mediche. La distribuzione farmaceutica personalizzata nell'ambito di strategie terapeutiche sempre più costruite per la specificità di ogni singolo paziente è elemento importante di una strategia di contrasto all'antibiotico-resistenza che voglia essere efficace.

Un ulteriore impegno importante contenuto nella mozione è relativo al miglioramento della raccolta dei dati: consapevolezza, ricerca e strategia di contrasto al fenomeno passano da una maggiore tracciabilità, validazione condivisa e disponibilità dei dati sull'impiego dei medicinali, per poter tempestivamente descrivere i cambiamenti nell'uso dei farmaci in termini di spesa, di volumi e di tipologia e conseguentemente monitorare il collegamento fra un utilizzo inappropriato dei farmaci e problemi di sanità pubblica, anche in relazione alle analoghe dinamiche in essere negli altri Paesi dell'Unione europea, in particolare.

I dati così analizzati e resi disponibili in modo trasparente, inoltre, offrono spunti per correlare la prevalenza delle patologie di un determinato territorio con l'utilizzo dei farmaci, consentendo anche più puntuali valutazioni sull'appropriatezza prescrittiva.

Come e ancor più, in un tempo di antibiotico-resistenza diffusa, è necessario garantire il diritto alla salute, garantendo un'accessibilità, in tutte le sue accezioni, piena e tempestiva ai pazienti dei nuovi farmaci antibiotici, preceduto, questo, da un sostegno alla ricerca, svolgendo in pieno anche quel ruolo di calmierazione dei prezzi, presupposto di reale accessibilità, da parte delle Agenzie per il farmaco italiana ed europea. Anche in questo ambito farmacologico però è necessario andare nella direzione giusta, non solo e non tanto verso la ricerca di nuove molecole antibiotiche, sempre più potenti, destinate in una dinamica a specchio a produrre future e potenti resistenze, ma una cultura di un utilizzo responsabile delle molecole esistenti e un lavoro per individuare nuovi antibiotici a spettro ristretto, specifici, più che antibiotici a largo spettro che, specie in utilizzi inappropriatamente prolungati, favoriscono la resistenza. Quindi, occorre più lavoro sui comportamenti umani, oggi assai rivedibili, e su una chimica di precisione e, ancora, ovviamente la lotta al commercio illegale dei farmaci antibiotici, nella più ampia lotta al crescente mercato illegale di vendita dei farmaci, con una strategia, anche qui, necessariamente europea e globale.

Non meno importante e decisivo nella direzione del contenimento dell'antibiotico-resistenza risulta essere il monitoraggio e il controllo delle pratiche zootecniche e agricole, a garanzia dell'applicazione delle normative in essere e della sicurezza della catena alimentare, finalizzati a promuovere campagne di sensibilizzazione e di informazione nelle comunità di allevamento e acquacultura, con particolare attenzione ai problemi che possono essere causati alla sicurezza alimentare e alla salute pubblica.

Insomma, questo lungo elenco di impegni testimonia la complessità e le correlazioni di una strategia di contrasto all'antibiotico-resistenza che voglia produrre risultati misurabili, certi, rapidi, dato l'incedere altrettanto veloce del problema. Concludo, da dove ho iniziato; la mozione chiede, prima di tutto, di proseguire nella direzione avviata da questo Governo di una centralità dei temi della salute pubblica, come presupposto di crescita di competitività dell'intero sistema Paese.