Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 12 Febbraio, 2020
Nome: 
Elena Carnevali

Signor Presidente, Governo, onorevoli colleghi, da circa un mese l'attenzione e l'apprensione del mondo è rivolta verso l'epidemia globale del Coronavirus. L'energia del Governo, del Ministro Speranza, delle più alte istituzioni nostre in materia sono concentrate ad arginarne la diffusione nel nostro Paese, attivando tutti i sistemi di sicurezza, informando correttamente, assicurando cura e prevenzione, contrastando la diffusione di fake news e gli speculatori del web. Bene ha fatto proprio in questi giorni il Ministro Speranza a chiedere un maggior coordinamento a livello europeo, perché possiamo solo così agire meglio non solo come Paese singolo, ma come continente unito. Mai come oggi abbiamo compreso quanto la salute pubblica e la sicurezza collettiva siano un bene primario essenziale, direi sostanziale. Forse abbiamo anche capito il valore della prevenzione, di quanto sia utile e necessario affidarsi alla conoscenza scientifica, quanto sia stato importante il più grande intervento di prevenzione pubblica, ossia quello che abbiamo fatto per quanto riguarda le campagne vaccinali.

Oggi che sappiamo che dobbiamo attendere più di 18 mesi, un tempo che a noi sembra interminabile, forse proprio oggi, quando abbiamo avuto alle nostre spalle il tema dello scetticismo, a volte anche quello del fanatismo antiscientifico che ha reso in passato il nostro Paese più vulnerabile e più esposto, oggi abbiamo il pregio di ridiscutere di questa mozione, quella che si occupa di anti microbico-resistenza, io preferisco parlarne così, perché l'anti microbico-resistenza riguarda gli antibatteri, quindi gli antibiotici, gli antifungini, gli antivirali, gli antiparassitari. Con la nostra mozione, quindi, noi abbiamo allargato lo spettro, e ringrazio moltissimo i colleghi per il loro contributo e il loro apporto.

Il problema è serio, è talmente serio da essere stato definito una questione di salute globale; ma ai facili allarmismi, piuttosto che al disfattismo e alle sottovalutazioni, noi contrapponiamo gli strumenti che abbiamo, e lo dobbiamo fare in modo intransigente, in modo rigoroso, come il nostro Piano nazionale per contrastare l'antibiotico-resistenza.

E, quindi, possiamo invertire quella drammatica, anche quei drammatici dati che ci dicono a livello europeo di 33 mila decessi in Europa che sono proprio stati causati dalla resistenza agli antibiotici, soprattutto nei pazienti anziani, fragili, ma anche nei bambini nel primo anno di vita, perché noi dobbiamo avere un obiettivo, cioè fare in modo che gli antibiotici continuino a rimanere efficaci in futuro.

Guardate, è da tanto tempo che la comunità medico-scientifica discute del fatto che alcuni farmaci, soprattutto gli antibiotici, non hanno più gli stessi effetti curativi di prima. Addirittura, alcuni dei nostri più grandi scienziati dicono che la resistenza segue un farmaco come la sua ombra e questo, guardate, non è un allarme improvviso. Obama, nel 2014, firmò un ordine esecutivo da cui poi nel 2015 l'OMS fece, appunto, questo piano di azione globale. A livello europeo, noi lo recepimmo nel 2017 e nel 2017 anche a livello italiano abbiamo il nostro piano nazionale. L'impatto nella popolazione europea delle infezioni per batteri resistenti agli antibiotici è paragonabile a quanto combinato dall'influenza, dalla tubercolosi e dall'HIV-AIDS. Penso che solo questo potrebbe bastare.

Vi ho appena detto che noi uno strumento lo abbiamo, però c'è un tema: non tutte le regioni lo recepiscono e questo non va bene in un Paese perché noi siamo qui, ancora oggi, a richiamare ciò che c'è, ciò che va applicato, ma noi dobbiamo trovare degli strumenti in modo che le norme che attualmente sono quelle che possono sconfiggere una delle più grandi sfide italiane, europee e mondiali possano diventare efficaci. Così come non è efficace il coordinamento che deve avvenire a livello regionale. Però, c'è anche un tema - e qui lo dico anche alla presenza della sottosegretaria per la Salute Zampa -, cioè che quel piano va aggiornato perché, per esempio, non cita o cita molto poco, invece, l'importanza di un'attività di disinfezione e sanificazione che, pertanto, tante comunità scientifiche ci stanno ricordando.

Non vi paia quindi, come dire, eccessivo il fatto che abbiamo messo 20 impegni e che oggi abbiamo chiesto al Governo impegni che riguardano la sicurezza alimentare, il rispetto della normativa quadro sulle acque, l'applicazione dei principi della eco-farmacovigilanza. Se ogni componente del sistema non agisce con responsabilità e determinazione per affrontare questo tema questa sarà una battaglia persa. Però, basta alzare lo sguardo e proviamo anche a vedere gli esempi del Belgio e della Danimarca e come sono riusciti ad arginare l'uso degli antibiotici in zootecnia e in agricoltura e, quindi, con misure efficaci. Anche l'introduzione della ricetta elettronica, la responsabilità di molti allevatori, il controllo veterinario, i controlli delle autorità pubbliche hanno fatto molto, ma non serve e serve fare ancora di più. Basta, quindi, applicare e fare riferimento alla normativa del 25 ottobre a Strasburgo sul nuovo regolamento europeo sui farmaci veterinari. Vi dicevo prima che abbiamo un grosso nemico tra di noi e questo nemico è sempre lì, insidioso per tantissime cose. Ma lo è anche per la vendita illegale dei farmaci, la vendita parallela di farmaci anche in modo illegale e questo determina il fatto di un uso non corretto e fuori dalle prescrizioni mediche che vale sia nel campo umano sia in campo veterinario. Se è pur vero che il 75 per cento dell'impatto dei batteri resistenti è dovuto alle infezioni ospedaliere e alla lungo degenza è qui che molto che ci siamo compendiati nei nostri impegni: tracciabilità, segnalazione dei casi, descrizione e prevenzione di contrasto in particolare all'antibiotico resistenza.

A mio giudizio rimane, comunque, un tema rilevante, che è quello culturale, che è la prima leva su cui agire perché impatta su tutto. Impatta a livello dei cittadini, che chiedono spesso ai medici di prescrivere gli antibiotici ai primi gradi di temperatura, di aumento della temperatura corporea. Serve una formazione degli operatori sanitari, serve un apporto e un supporto da parte dei farmacisti e serve un programma nazionale di formazione obbligatoria. L'Istituto superiore di sanità fa molto e lo fa anche in modo, come dire, veloce, celere e online. Quindi, i pilastri fondamentali continuano a essere quello della formazione continua, quello del controllo, quello anche della valutazione e, come ci suggerivano, le buone pratiche che vengono già fatte in Emilia-Romagna nonché una valutazione dei direttori generali riguardo all'effettiva diminuzione di antibiotico-resistenza nei propri reparti.

Ebbene, è quindi necessario, a nostro giudizio, anche porre un tema che riguarda la questione della ricerca e dell'innovazione tecnologica. Ci sono ricerche che hanno già avuto l'autorizzazione della Food and drug Administration e dell'Agenzia europea del farmaco ma trovano ostacolo nella pratica clinica anche per ragioni economiche. C'è un problema, guardate, di scarsa ricerca e lo dimostra il fatto che soltanto dodici nuove molecole al mondo sono state trovate in questo campo a fronte delle 700 che abbiamo trovato in oncologia. Il paradosso che alcuni infettivologi dichiarano è che i progressi in chirurgia, in trapiantologia e in oncologia permettono oggi di salvare molte più vite, vite che però possiamo rischiare di perdere proprio per le infezioni da germi resistenti. E allora, guardate, io spero - e noi siamo convinti, in particolare - che di tutti i venti impegni che noi abbiamo chiesto al Governo - e, naturalmente, sono qui oggi per dichiarare il voto favorevole sulla mozione di maggioranza - noi naturalmente condividiamo anche moltissimi degli impegni che sono stati presentati dagli altri gruppi parlamentari, però voglio concludere dicendo solo una cosa, cioè che noi vorremmo fare nostro, con questa mozione, il monito di Isaac Asimov. Egli ci ricordò che è triste vedere che nella vita la scienza raccoglie più velocemente di quanto la società raccoglie in saggezza. Noi pensiamo che con questa mozione abbiamo dato un contributo di saggezza e un contributo per la salute pubblica e collettiva