Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 13 Aprile, 2021
Nome: 
Debora Serracchiani

Grazie, Presidente. Innanzitutto desidero ringraziare, per lo straordinario lavoro, svolto i deputati Lattanzio, Siani e i colleghi tutti dell'intergruppo infanzia. Per avere una società giusta bisogna dare a tutti le stesse possibilità di partenza e, purtroppo, in Italia non è così. Ogni bambina e ogni bambino che nasce oggi nel nostro Paese dovrebbe avere la stessa possibilità di crescere nel migliore dei modi, di essere curato nel miglior modo possibile, di essere educato adeguatamente al fine di poter sviluppare e manifestare tutte le sue potenzialità intellettuali e conoscitive.

Purtroppo, questo non accade e la pandemia ha ancor di più accentuato le disuguaglianze sociali che già esistevano. Chi parte da una situazione di degrado e povertà è condannato a restare inesorabilmente indietro. Un bambino che nasce al Sud ha un rischio di morire, per il solo fatto di nascere al Sud, del 47 per cento in più di uno che nasce nel Nordest. È necessario creare un'uguaglianza di possibilità in tutte le aree del Paese e non ci può essere un'uguaglianza di opportunità senza una pubblica istruzione di alta qualità, dall'asilo nido agli studi post universitari. Questa mozione vuole essere un vero progetto politico, rappresenta una visione della politica e uno sguardo verso il futuro. La pandemia, che ha così duramente colpito il nostro Paese, può rappresentare un'occasione unica e irripetibile, per correggere definitivamente queste disuguaglianze e dare le stesse opportunità a ogni bambina e a ogni bambino, a prescindere dal luogo di nascita. Chiediamo, quindi, un piano che inizi della gravidanza della mamma e che sia in grado di attuare tutti quegli interventi necessari per tutte le famiglie, ma con diverso gradiente, che tenga conto della specificità dei destinatari. Molti economisti, non solo in Italia, hanno misurato gli interventi sull'infanzia e hanno dimostrato che, se si investe un dollaro alla nascita di un bambino, quel dollaro ne rende 11 quando quel bambino avrà diciotto anni, perché avrà fatto più anni di scuola e, quindi, sarà più istruito, avrà seguito meglio i programmi di prevenzione sanitaria e, quindi, avrà meno malattie e meno ricoveri in ospedale; avrà, in una parola, più opportunità, che vuol dire anche più opportunità lavorative e certamente meno criminalità. Ora il Piano nazionale di ripresa di resilienza ci dà la straordinaria possibilità di investire un'enorme quantità di risorse e l'investimento sull'infanzia è certamente quello più altamente produttivo. Allora, vi proponiamo con convinzione di creare all'interno del PNRR un capitolo specifico, che raccolga tutti gli interventi a favore dell'infanzia, come ci hanno chiesto anche le oltre duecento associazioni che stanno lavorando con noi, a cominciare dagli asili nido, per provare a sanare quel divario che ancora esiste tra Nord e Sud del Paese e offrire un posto al nido almeno al 33 per cento dei bambini, a prescindere dal fatto che nascano ad Aosta o a Cosenza. La pandemia ha messo in evidenza tutta la fragilità del nostro sistema di welfare territoriale. I servizi sociali hanno fatto un lavoro straordinario per fronteggiare le aumentate necessità delle famiglie, nonostante le carenze di personale e di struttura. È necessario intervenire con misure economiche di sostegno e l'assegno unico per i figli, proposto anche dal Partito Democratico, a prima firma del collega Delrio, che viene erogato già a partire dal terzo trimestre di gravidanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e le norme del Family Act sono prime risposte importanti e decisive, così come lo è il Child Guarantee, finalizzato ad assicurare a bambini e adolescenti in situazioni di vulnerabilità l'accesso a servizi di qualità. E, dunque, come può ripartire un Paese, se non investe sull'infanzia? Ecco, per noi questa mozione rappresenta una vera svolta per costruire un Paese più giusto, che dia uguali possibilità ad ogni bambina e ad ogni bambino e che sia in grado di sanare le ferite profonde che il virus ha lasciato sui nostri ragazzi.