Data: 
Martedì, 25 Settembre, 2018
Nome: 
Roberto Giachetti

La ringrazio, Presidente. Governo, colleghi, chi si occupa e segue un po' Roma e le vicende di Roma, e qui ne vedo sicuramente qualcuno, vedo il collega Rampelli col quale da tantissimo tempo abbiamo lavorato insieme fin dai municipi, ma anche il collega Mollicone, il collega Lollobrigida, il collega Nobili, ci sono colleghi che seguono le vicende di Roma e che sanno perfettamente che in quest'Aula ciclicamente si pone il problema di fare in modo che a Roma venga, non restituita, ma data la capacità di poter essere effettivamente la Capitale d'Italia, di poterla rappresentare in tutte le sue funzioni. Io ho lavorato nell'Amministrazione comunale per più di dieci anni e sono diciassette anni che sono in Parlamento e posso assicurare che questo è un tema - l'hanno richiamato molti colleghi - che puntualmente ritorna.

Ora, mi rivolgo in particolare a coloro che conoscono la storia della vicenda dei poteri di Roma Capitale. Il collega Nobili ha chiaramente illustrato la nostra mozione e anche la nostra disponibilità, ovviamente, a venire incontro a tutte quelle richieste che condividiamo e che vanno esattamente a centrare l'obiettivo di restituire e anzi di dare a Roma i poteri che le spettano, però io vorrei dire molto sinceramente - e lo dico a tutti - che noi forse dobbiamo andare oltre. Infatti, non c'è dubbio che il passo in avanti che è stato fatto con la modifica dell'articolo 114 della Costituzione, che fissa e individua chiaramente le funzioni di Roma Capitale e l'esigenza che esse siano disciplinate attraverso una legge ordinaria, ha dimostrato che, al di là delle buone o delle cattive intenzioni… e vorrei in questo caso tralasciare qualunque tipo di valutazione, sul presente noto soltanto che sento ripetere la sindaca Raggi che il problema a Roma è quello di avere poteri aggiuntivi e poteri speciali. Può darsi pure, diciamo che a chiederlo dovrebbe essere chi, magari, ha dimostrato di saper utilizzare e amministrare almeno quelli ordinari, è abbastanza singolare sentire queste affermazioni, ma lo dico anche a coloro… sentivo adesso il collega Mollicone, che se la prendeva con Franceschini, io non voglio ricordare il “patto della pajata”, colleghi di Fratelli d'Italia, il sindaco Alemanno, quello che è successo sui concorsi, lasciamo perdere: non occupiamoci del presente e non occupiamoci del passato, ma sul problema che abbiamo dinanzi a noi e che ha la nostra città.

Io mi sono candidato per le elezioni romane e sono stato sconfitto dalla sindaca Raggi, erano con me candidati anche altri colleghi che sono in quest'Aula. Penso che ciascuno di noi, almeno di coloro che avevano un minimo di conoscenza di questa città, sapevano perfettamente che anche il migliore che fosse andato a guidare questa città, se non si fossero cambiate molte delle regole e delle articolazioni che sono appunto a regolare la vita di questa città, non avrebbe sicuramente potuto realizzare il disegno di riforma, il disegno di rilancio della città, che era necessario.

Allora parliamoci molto chiaro: noi possiamo anche immaginare di riprovare il percorso di una legge speciale, ma se prima non vi è - da parte di tutte le forze politiche, vorrei dire di tutte le categorie, vorrei dire degli intellettuali, vorrei dire delle forze sindacali, vorrei dire di tutti coloro che partecipano direttamente alla vita della città - la disponibilità a una tregua, a una pax, a qualcosa che consenta di mettere insieme un lavoro che ci porti a fare effettivamente una legge per Roma Capitale che sia organica e che sia in grado di farle fare quel passo in avanti che vogliamo, purtroppo temo che accadrà quello che è accaduto in tutti questi anni: e cioè che ognuno cercherà di portare un pezzettino, attraverso la legge speciale per Roma Capitale, dalla propria parte, magari dalla parte del sindaco che in quel momento amministra e Roma, purtroppo, non uscirà dalla situazione nella quale siamo.

Io penso che questa città vada in qualche modo ridisegnata, ne vadano ridisegnate le competenze, ne vadano ridisegnati i regolamenti, ne vada ridisegnato lo statuto. Addirittura ne deve essere ridisegnata, come è del tutto evidente, la rete viaria, se pensiamo - con tutto il ragionamento che è stato fatto da molti, anche dal collega Nobili - su qual è ovviamente adesso l'incidenza dell'area metropolitana, rispetto a quelle che dovrebbero essere le funzioni della città. Va ridisegnata nei suoi servizi, va ridisegnata nelle infrastrutture. Dobbiamo ripensarla, dobbiamo rilanciarla e dobbiamo inevitabilmente prendere atto dei cambiamenti che ci sono stati.

La collega della Lega ricordava qual è la forza dal punto di vista territoriale e della densità abitativa dei municipi, che spesso e volentieri rappresentano aree più grandi di alcuni capoluoghi del nostro Paese. Eppure, i poteri, le risorse e il personale che vengono dati a questi municipi è del tutto irrilevante.

Allora, semplicemente, mi fa piacere che torniamo su questo. Ha ragione il collega Nobili quando dice che noi ci siamo messi a disposizione della città e, ovviamente, a disposizione anche di chi amministra questa città già da tempo.

Io un anno fa, esattamente un anno fa, signora Presidente e colleghi, avevo fatto una proposta, che si è materializzata anche attraverso un'iniziativa politica, un convegno, che abbiamo fatto su questo, per dire che per questa città abbiamo bisogno di una costituente. Abbiamo bisogno di persone ovviamente rappresentative di ogni tipo di categoria, come dicevo prima, della politica, della cultura, del sindacato, dell'imprenditoria e di tutte le forze vive di questa città, che si mettano intorno a un tavolo e ridisegnino il futuro di questa città. Solo se si riesce a fare un lavoro comune, esattamente con lo stesso spirito con il quale è stata fatta la Costituzione di questo Paese, noi potremo mettere in campo delle soluzioni normative, che effettivamente rispondano alle esigenze della città. Rispondere alle esigenze della città, vedendo le condizioni nelle quali siamo, significa essere in grado di mettere in campo un movimento che riesca a coinvolgere i suoi cittadini, a rendere tutta la città partecipe di un rilancio, di una rinascita, di un cambiamento, attraverso un lavoro condiviso. Per questo dico che non mi occupo del presente e non mi occupo dell'immediato: guardo al futuro.

Questo lavoro può essere fatto, se davvero a tutti sta a cuore il bene della nostra città - prima di segnare un pezzetto, che magari sia di convenienza a chi in questo momento amministra una o l'altra amministrazione -, che sia il mettersi insieme per disegnare il futuro della città, da consegnare, atteso che si voterà nella nostra città tra due anni e passa, che consegni a chi sarà, e non sappiamo chi sarà, e questa è la forza anche di questa proposta: lavorare insieme per creare le condizioni, a chiunque sarà il prossimo sindaco di Roma, di potere misurare le proprie capacità, la propria responsabilità e la propria forza, a partire da condizioni che siano condizioni possibili, che siano condizioni che intervengano strutturalmente sui problemi strutturali che ha questa città, sui cambiamenti strutturali che sono necessari a questa città.

Non possiamo pensare di risolvere il problema dell'assetto, per esempio, della rete viaria di questa città, nella sua intersezione tra la mobilità su gomma e le metropolitane - non vorrei usare un eufemismo -, tra l'hinterland e la città. C'è un disegno che deve essere un disegno organico, fatto con il tempo necessario, ma che fornisca dei cambiamenti che siano effettivamente cambiamenti che risolvano, non solo nell'immediato, ma in prospettiva, quelle che sono le esigenze e anche le potenzialità di questa città.

Allora, io penso che ci voglia una costituente e penso che ci vogliano delle risorse aggiuntive. Ma non bastano le risorse aggiuntive - e mi avvio alla conclusione, signora Presidente -: noi dobbiamo avere il dovere di richiedere un intervento diretto dello Stato sulla capitale, diretto esattamente come esiste in tante altre capitali. Diretto vuol dire che probabilmente è necessario anche che ci sia un impegno diretto dal punto di vista della struttura governativa. C'è stato, ci sono stati in passato, sottosegretario - ho finito Presidente - con una competenza diretta per la parte di investimenti statali sulla città, da aggiungere a quelli ordinari.

Insomma, in conclusione, signora Presidente, bisogna avere un'idea, bisogna avere una speranza che questa città possa cambiare. Bisogna lavorare insieme, se davvero ci si crede, perché questo sia realizzabile.