Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 27 Marzo, 2024
Nome: 
Anthony Emanuele Barbagallo

A.C. 1435-A

Grazie, Presidente. Il nuovo codice della strada, che arriva al voto finale dell'Aula, è una norma spot, che più volte nel corso dell'esame in Commissione e in Aula, non abbiamo esitato a definire lacunosa e contraddittoria. Ci sarebbe piaciuto, signor Presidente, poterci confrontare con l'impegnatissimo Ministro Salvini in quest'Aula, invece constatiamo che, nel lungo iter parlamentare, non ha trovato neanche un attimo per fare una fugace comparsa. A sottrarsi al confronto è stato soprattutto il Governo: in Commissione, il PD ha proposto 250 emendamenti, nel complesso 5 mesi di lavoro, e diversi emendamenti accolti e riformulati dai relatori. Su tutti, quello che dispone la sospensione breve della patente per l'uso dello Smartphone durante la guida, che colpisce una delle maggiori cause di scontri, cioè la distrazione. Utilizziamo il termine “scontri” - ed è stata una delle nostre proposte – perché, nella stragrande maggioranza dei casi, non sono incidenti casuali o fortuiti, ma diretta conseguenza di azioni. Nel complesso, però, resta il taglio di una norma spot, inconcludente e che di problemi certamente non ne risolve. Il nuovo codice della strada o “codice della strage”, come è stato rinominato in questi giorni nelle tantissime manifestazioni spontanee che si sono tenute in varie città italiane - abbiamo visto in piazza studenti, giovani e familiari, ahimè, delle associazioni delle vittime della strada -, è un testo che certamente non coglie le sfide del tempo che viviamo - a proposito dell'innovazione tecnologica e dell'intelligenza artificiale come alleati naturali per migliorare la sicurezza di automobilisti e pedoni -, ma invece resta ancorato alle logiche del secolo scorso. Altro che nuovo codice della strada! Sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti che prevedevano l'inserimento dell'alcolock e dei dispositivi per il controllo dell'uso di stupefacenti direttamente di serie nelle nuove auto, così come l'inserimento di dispositivi elettronici per regolare, o limitare, la velocità come già avviene per gli autobus.

Ricordiamo che proprio l'elevata velocità rappresenta la principale causa di scontri e morti sulle strade. Respinte le nostre proposte anche per la notifica delle violazioni via PEC o l'immediata contestazione tramite App, che avrebbero semplificato, ogni giorno, adempimenti a carico di enti locali e cittadini.

Per non parlare, poi, della vicenda degli angoli ciechi dei mezzi pesanti. Restano inascoltati gli appelli delle associazioni delle vittime della strada e dei sindaci, che chiedevano a gran voce misure concrete ed efficaci per risolvere il problema che, ogni anno, ahimè, ci costa 200 morti. Bocciati, anche in questo caso, i nostri emendamenti persino nella parte relativa alla delega al governo, su cui ci sarebbe tanto da dire. Nonostante le pronunce della Corte costituzionale sull'eccesso di delega, il Governo si accanisce a prevedere una delega ampia, indiscriminata, che abbiamo l'impressione servirà soltanto al Ministro Salvini per fare la campagna per le elezioni europee e per le elezioni amministrative.

Norma spot anche nella parte in cui vi è un evidente accanimento contro i più giovani, che si palesa come una previsione che colpisce, però, in realtà, le famiglie monoreddito, in possesso spesso di una sola auto per tutti i componenti della famiglia e che, spesso, è anche un'auto datata.

Accanimento nei confronti dei giovani, ma è un testo che non dice nulla anche a proposito degli ultraottantenni, degli ultranovantenni, a cui viene rinnovata la patente senza uno specifico esame pratico, come il PD ha chiesto sin dall'inizio della trattazione del testo. Come è noto e come già abbiamo ricordato, Presidente, la principale causa di scontri, oltre all'eccesso di velocità, è proprio la distrazione alla guida. Dopo i 75 anni, il rischio di incidenti aumenta del 20 per cento. Abbiamo chiesto, senza successo, una verifica pratica al compimento dei 75, degli 80 anni, mettendo l'anziano alla guida e verificare se ancora i riflessi sono compatibili con l'uso dell'auto.

“No” alla tecnologia, ma “no” anche alla semplificazione amministrativa. Sono norme cervellotiche e di difficile applicazione, come quelle previste per l'accertamento dello stato di ebbrezza o dell'uso di stupefacenti, per cui sono previste centinaia di righe e decine di ipotesi diverse fra di loro, compresa la conduzione coatta in ospedale, che creeranno notevoli grattacapi agli operatori e alle Forze dell'ordine al momento della loro concreta applicazione.

Ed ancora, il nuovo codice della strada non coglie le sfide del tempo che viviamo a proposito della mobilità sostenibile, con riferimento alla realizzazione delle nuove piste ciclabili e della ciclabilità in genere. Nessuna distinzione, come invece era ovvio fare, tra strade urbane ed extraurbane e nessuna distinzione, ahimè, tra monopattini privati e monopattini a noleggio, con una disposizione normativa che manderà sul lastrico 2.400 famiglie e uno dei settori in crescita esponenziale nel nostro Paese.

Ancora, nessun incentivo per migliorare il trasporto pubblico locale, le aree pedonali, lo sharing in genere. La mobilità sostenibile bollata come il nuovo nemico del Governo. Investendo sulla mobilità sostenibile si riduce il numero di auto in circolazione, la quantità di emissioni, il numero di scontri: un corollario banale e logico per tutti, tranne per questo Governo che, di fronte a questa sfida, decide di fuggire.

Il testo è, poi, accompagnato da un costante, scomposto, maldestro tentativo di incidere sulle competenze dei comuni. Altro che coinvolgimento dei sindaci, c'è una violazione anche della riforma della Costituzione del 2001. Un insopportabile delegittimazione degli enti locali e delle loro scelte. Proprio dai sindaci di tutte le forze politiche, nelle ultime settimane, è partito un accorato appello a fermarvi. Nove morti e 600 feriti al giorno sono un bollettino di guerra, numeri da bollettino di guerra e, almeno per rispetto all'Associazione familiari e vittime della strada serviva un confronto più approfondito con gli esperti del settore e con le associazioni di categoria per individuare soluzioni vere.

Sono state deluse le aspettative del mondo del noleggio con conducente, che sperava almeno in un rigo, in un articolo, per far cessare ingiustizie e sperequazioni. “Modello Bombay”, così lo abbiamo definito nel dibattito d'Aula, così abbiamo definito la confusione e la prevaricazione che regnano in questo settore e che, ancora una volta, dopo l'occasione persa nello scorso anno con il decreto-legge Asset, vi vede continuare ad assecondare gli abusivi. Abbiamo denunciato con forza - e lo ricordiamo in questa sede - il danno erariale di ben 30 milioni di euro all'anno relativo agli abusi delle certificazioni delle auto storiche, ma dal Governo dei condoni, che strizza l'occhio ai furbetti, non potevamo aspettarci di più.

In definitiva, signor Presidente, il testo che l'Aula si appresta a votare è, soprattutto, il codice delle automobili: un testo deludente, che mette al centro la vettura e le sue esigenze e non certo quelle della sicurezza del pedone, dell'abbattimento dei costi per lo spostamento del cittadino, della mobilità sostenibile e della ciclabilità. Nessun accenno, neanche lontano, alla strada come bene demaniale, come spazio pubblico da difendere, da tutelare e da gestire. Una piramide invertita, che incentra tutto sulle esigenze commerciali delle potenti case di produzione e su un inasprimento indiscriminato delle sanzioni che, purtroppo, non risolverà i problemi. Serviva un metodo diverso, quello del confronto e della concertazione con i comuni, della concertazione con le associazioni vittime della strada e con gli esperti della sicurezza stradale, confronto che non avete cercato, voluto, accettato, appiattendovi, invece, sulla fame di like del Ministro Salvini. Per queste ragioni, annuncio il voto contrario del Partito Democratico.