Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 12 Dicembre, 2016
Nome: 
Stella Bianchi

A.C. 4158

Presidente, oggi credo avvertiamo tutti noi una responsabilità particolare. L'avvertiamo oggi e sarà di nuovo così nei prossimi giorni, quando approveremo la legge di conversione del decreto-legge. È una responsabilità particolare che dobbiamo alle persone che sono state colpite dal sisma e che, non a caso, era nelle parole pronunciate dal Presidente dimissionario, Matteo Renzi, nel giorno in cui ha annunciato le sue dimissioni; era nella preoccupazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel chiedere che ci fosse rapidamente un Governo nel pieno delle sue funzioni proprio per dare risposta alle popolazioni colpite dagli eventi sismici; e, di nuovo, nelle parole del Presidente incaricato, Paolo Gentiloni, che ha assunto da subito la preoccupazione per quanto è avvenuto il 24 agosto, il 26 ottobre e il 30 ottobre, in un territorio vasto del centro Italia, con moltissimi comuni colpiti. Sarebbe troppo lungo fare l'elenco ma nel cuore di ognuno di noi c’è Amatrice, c’è Accumoli, c’è Arquata del Tronto, c’è Pescara del Tronto, c’è Visso, c’è Castelsantangelo sul Nera, ci sono Camerino e Norcia. 
Gli ultimi senza vittime, ma non per questo gli ultimi eventi sismici, quello del 30 ottobre a San Benedetto, senza vittime per fortuna, mentre 299 erano stati i lutti nel primo, quello di fine agosto, ma non per questo meno gravi, perché hanno colpito comunque un tessuto vivo di una comunità e uno straordinario patrimonio artistico che è di ognuno di noi, come San Benedetto a Norcia. 
Immediati sono stati gli interventi del Consiglio dei ministri, naturalmente la dichiarazione dello stato di emergenza, così come gli stanziamenti, che sono subito arrivati a valere sul Fondo emergenze e allo stesso modo tempestiva è stata la nomina del commissario straordinario per la ricostruzione, che è arrivata il 9 settembre scorso, nella persona di Vasco Errani. Vasco Errani è uomo delle istituzioni e ha una competenza che – credo di poter interpretare il pensiero suo e di tutti gli emiliani – avrebbe voluto volentieri non avere e l'esperienza è quella di aver gestito la fase di emergenza e la fase di una ricostruzione in una delle regioni che è stata di recente colpita da eventi sismici come quello nell'Emilia. 
Dunque un uomo delle istituzioni e un uomo che ha un'esperienza già maturata nel riuscire ad affrontare con successo gli  eventi drammatici che seguono al sisma e la necessità di agire immediatamente per la ricostruzione. 
Agire come ? Agire con una chiave fondamentale, che riprende corpo anche in molte delle norme del decreto che abbiamo ora all'esame, che è quella dell'ascolto, del coinvolgimento delle comunità locali, dell'ascolto dei sindaci innanzitutto, che sono stati un presidio fondamentale e che hanno manifestato tutta la loro vicinanza, com’è loro dovere e com’è loro ruolo; ma sono stati davvero un tramite fondamentale in queste fasi drammatiche. Ma poi l'ascolto di tutti i cittadini, delle imprese, di tutte le esigenze che un territorio ricco e complesso e articolato nella sua storia, come quello dell'Italia centrale e dell'Appennino, manifesta e dicevo, un elemento che torna in molte parti del decreto, nella definizione delle modalità della ricostruzione, nell'analisi delle potenzialità dei territori e delle singole filiere produttive. 
E poi una decisione fondamentale, che è quella di ricostruire tutto. Ricostruire tutto significa ricostruire i borghi, ricostruire le chiese che sono crollate, ricostruire le attività produttive e nei luoghi in cui queste hanno vissuto per secoli fino ad oggi e dove devono tornare a vivere; perché diciamo che se c’è una lezione che dobbiamo imparare dagli eventi recenti e da terremoti che abbiamo conosciuto in anni molto recenti è proprio questa: che è una scelta fallimentare quella di tentare di immaginare di poter spostare comunità e di non impegnarsi invece nella ricostruzione dei borghi lì dove sono e, per quanto possibile, come erano, naturalmente con gli adeguamenti necessari. 
Vorrei sottolineare, Presidente, tre elementi che sono nel decreto al nostro esame: il primo riguarda proprio la ricostruzione dei centri storici dei nuclei urbani. Lo sottolineo perché questo è un po’ quello che dicevo: la priorità per noi deve essere quella di ricostruire i borghi come erano dove erano, senza portare ulteriori ferite a delle comunità che giustamente sono molto attaccate al luogo nel quale hanno vissuto, ai luoghi nei quali sono nate e che devono invece poter continuare a vivere nei luoghi che hanno sempre riconosciuto ed è stato in questo senso un ottimo segnale anche la riapertura delle scuole in modo così tempestivo in molte zone: è il segno di una comunità che continua a vivere coesa e che giustamente tiene a verificare anche, a volte mettendosi in condizioni di disagio personale, che la ricostruzione inizi e proceda speditamente. 
Poi sottolineo gli interventi a sostegno delle imprese: questa è sempre una delle chiavi di volta in ogni situazione emergenziale di un terremoto, devi ridare subito vitalità al tessuto produttivo, è successo in Friuli, è successo naturalmente nell'Emilia e succede anche qui, con un'attenzione che deve essere mirata alle esigenze del territorio e quindi agli agricoltori e quindi alle piccole imprese e quindi anche a progetti di riconversione produttiva di settori e di aree che avevano vissuto in questi anni situazioni di crisi e allo stesso tempo un'attenzione alla promozione turistica, agli enti parco nazionali, all'università. Dobbiamo riuscire a sostenere quel territorio così com’è, città che vivono della loro università come Camerino, luoghi splendidi come i Monti Sibillini, che hanno nel Parco Nazionale la loro ricchezza, terre splendide come quelle colpite dal terremoto, che hanno nell'accoglienza turistica una chiave fondamentale e su questo dovrà essere esercitata la massima attenzione, con la velocità che tutti i colleghi hanno richiamato e con però l'efficacia degli interventi e l'attenzione a calibrarli come meglio necessario. 
E poi l'ultimo aspetto che vorrei sottolineare, Presidente, è quello della legalità e della trasparenza. Noi abbiamo letto tutti sui giornali, con qualche dispiacere sinceramente, di vedere associata, agli interventi di somma urgenza per il recupero di macerie, una ditta che risulta rinviata a giudizio, che pure è iscritta nelle white list, quindi con un procedimento formalmente regolare, così è quello che abbiamo letto sui giornali. Naturalmente è molto importante che ci siano stati procedimenti più rafforzati se vuole, previsti nel decreto: intanto una centrale unica di committenza, quindi una sola stazione appaltante, che fa capo al commissario straordinario, che si avvarrà di Invitalia; una struttura di missione specifica, istituita presso il Ministero dell'interno, che si avvarrà del gruppo interforze GICERIC (la sigla è: Gruppo Interforze Centrale per l'Emergenza e la Ricostruzione nell'Italia centrale), che possa verificare in modo centralizzato le iscrizioni alle white list; «centralizzato» è parola chiave: che sia in grado cioè di verificare contemporaneamente le informazioni che ci sono in tutto il territorio nazionale. 
E infine un controllo dell'ANAC, dell'Autorità nazionale anticorruzione sulle procedure di gara. Questo aspetto della legalità e della trasparenza è assolutamente essenziale. 
Se vuole, Presidente, questo non è altro che il metodo Expo, così lo sintetizzava il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, che certo non elimina del tutto i rischi, ma li riduce fortemente; è una struttura molto solida, una rete a maglie fitte, per garantire che ci sia massima legalità e massima trasparenza. 
Ma la lezione fondamentale che dobbiamo prendere tutti, Presidente, è però quella nel lungo periodo, è quel futuro che non ci deve crollare addosso dei ragazzi dell'Università di Camerino, che è risuonato nell'intervento della collega Manzi per primo e poi in quello di tutti gli altri, e quel futuro che non ci deve crollare addosso è un investimento di lungo periodo, che dobbiamo fare sulla messa in sicurezza, sull'adeguamento antisismico, è la base di quel Progetto Casa Italia che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha voluto fortemente con il Governo ora dimissionario, insieme a tutta la compagine governativa, affidandone la direzione al Rettore del Politecnico di Milano, Giovanni Azzone, e alla sapienza dell'architetto Renzo Piano. Quella è la vera lezione da imparare: un Paese che finalmente smette di piangere i propri morti e sa essere vicino con la straordinaria capacità della Protezione civile e la straordinaria solidarietà di tutti gli italiani, che continua ancora oggi naturalmente e che era fortissima nei giorni immediatamente dopo il sisma. Un Paese che riesce a capire che lì, proprio dove c’è uno dei talloni d'Achille, una delle debolezze strutturali del nostro Paese, nella fragilità del territorio, nell'essere esposti a rischio sismico, praticamente nell'intera superficie del territorio nazionale, e nell'avere questa bellezza straordinaria di borghi medievali, che però sono per loro stessa natura fragili, perché costruzioni che ci vengono da molto lontano nel tempo – è il motivo per cui le ammiriamo, ma nello stesso tempo è il motivo che le rende insicure – dicevo un Paese che si rende conto che dove c’è una debolezza strutturale deve esserci un investimento altrettanto strutturale, qualcosa che riesca a durare per un tempo lungo, qualcosa che pensiamo debba impegnare una generazione o forse più tempo, ma che comunque richiede certamente un cambio di mentalità. Riuscire ad investire nella qualità e nell'efficienza degli interventi con il massimo rispetto possibile dell'identità dei luoghi, in tempi che potremmo definire tempi di pace, quando non ci sono emergenze da affrontare, ma quando siamo però perfettamente consapevoli che questa deve rimanere la nostra priorità, con una continuità nel tempo che naturalmente in parte abbiamo già iniziato a mettere nella legge di bilancio approvata la settimana scorsa, con investimenti che sono più stabili degli classici incentivi annuali, ai quali purtroppo eravamo abituati, sono più stabili sia per le ristrutturazioni a finalità energetiche, sia per gli investimenti di messa in sicurezza e di adeguamento antisismico, ma che certamente deve trovare una sua continuità nel tempo, in un disegno più compiuto, che siamo certi sarà una delle priorità del prossimo Governo. 
E insieme a questo, Presidente, ancora una volta la vicinanza alle popolazioni colpite – e faccio miei gli inviti che facevano i colleghi prima di me – a essere vicini a quanti in questo momento hanno il dolore di vedere il proprio borgo distrutto, hanno la preoccupazione per la propria attività produttiva e vogliono assolutamente vedere rispettato il proprio un desiderio di continuare a vivere in quelle terre. 
Tutti noi abbiamo avuto possibilità di visitare quei luoghi, qualcuno di più qualcuno di meno, ma tutti noi abbiamo nella mente persone che stanno sopportando delle difficoltà anche personali, pur di non allontanarsi dalla terra nella quale sono nate. E sta a tutti noi, ad una ritrovata coesione, anche su questi elementi così importanti per ognuno di noi, assicurare che questo avvenga nel minor tempo possibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).