Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 12 Dicembre, 2016
Nome: 
Walter Verini

A.C. 4158

Grazie, Presidente. Ringrazio anche il gruppo che mi ha chiesto di intervenire anche come deputato umbro. Io penso che la legge che domani, o al più tardi dopodomani, l'Aula varerà sia molto attesa dalle nostre terre ferite in cui il terremoto non ha risparmiato neppure i luoghi simbolo dell'Appennino centrale. Penso per noi umbri anche a città simbolo, come Norcia, alla sua basilica di San Benedetto, fino ad arrivare a intaccare anche i sovrumani silenzi e la profondissima quiete del colle di Recanati. Da tutte queste terre ferite si è levata la richiesta – è stato ricordato – di fare presto, di creare il prima possibile le condizioni per una ricostruzione virtuosa, che sia ispirata innanzitutto ai principi di velocità, integrazione, sicurezza, ma anche a quelli di trasparenza e legalità degli interventi. 
Con l'approvazione di questo provvedimento io credo si possa dire senza enfasi, ma che si compia un primo importante passo dopo la prima emergenza, come hanno rilevato bene sia il relatore Carrescia, che gli interventi che mi hanno preceduto. E questo provvedimento rappresenta una prima pietra della ricostruzione, di questa parte fondamentale dell'Italia, della sua identità, di quella miriade di borghi dove trae radici il meglio della cultura europea. Tra l'altro è una fascia che negli anni scorsi, prima di essere colpita da questa nuova terribile sequenza di sisma era stata colpita da una crisi economica ed industriale devastante. Ci sono stati veri e propri processi di deindustrializzazione in quella fascia appenninica e oggi proprio a maggior ragione davanti a questa tragedia è compito di tutti noi, di tutto il Paese, ma io dico anche – qualcuno lo ha ricordato – della stessa Europa far di tutto per evitare lo spopolamento, per scongiurare la desertificazione di quelle aree così belle e così fragili. 
Per questo, si deve partire dal lavoro, dalle filiere d'impresa, dall'agricoltura, dalla zootecnia, dall'artigianato, dal turismo e dai settori ricettivi e commerciali che vivono di turismo e insieme dalla scuola, segno di vita, di futuro più di ogni altra cosa. Mi è capitato la settimana scorsa di andare a Norcia e aver visto la scuola riaperta a tempo di record, in un grande container. Vedere quei ragazzi, quegli insegnanti, quella tenace dirigente scolastica è stato commovente e non c'era nei loro occhi soltanto comprensibile dolore e tristezza, ma c'era soprattutto forza d'animo e speranza di futuro. Ancora più in generale, in ogni caso, l'obiettivo è quello di ricostruire il tessuto urbanistico e di comunità preesistenti, ricostruire tutto, le case, le cose, gli splendidi gioielli dei beni culturali, delle chiese e delle abbazie cadute o gravemente lesionate, rigenerare la vita insomma. A coloro che hanno perso la propria casa, il proprio lavoro, la propria quotidianità e, in taluni casi, troppi, anche i propri affetti, il Governo, il Parlamento, attraverso questa legge, puntano ad assicurare intanto stabilità ed efficienza alla gestione emergenziale ancora in corso e, al contempo, a porre le basi di una ricostruzione di qualità che faccia tesoro delle migliori esperienze di ricostruzione condotte nel nostro Paese. Penso a quelle per esempio dell'Umbria del 1997. Poi, prima ancora, c’è stato il Friuli e poi quella più recente dell'Emilia-Romagna. È importante che si sia, come dire, arricchito e irrobustito questo provvedimento col tema della disciplina sulla sorveglianza degli appalti e sulla trasparenza. Ce n’è tanto bisogno, come ci ha mostrato anche il caso accaduto la settimana scorsa di un affidamento a una ditta che stava in una lista pulita, che pure si è poi scoperto avere contatti con ambienti della criminalità, quindi la trasparenza insieme alla velocità non sono mai troppe. Questa legge – è stato ricordato – crea le condizioni per il finanziamento della ricostruzione nella misura del 100 per cento delle prime, ma anche delle seconde case nell'area del cratere. Questa è una novità importante. Ci sono risorse, tra il decreto, tra quelle che sono previste nella stabilità, tra quelle che l'Europa dovrà dare. Si connette questo provvedimento con il grande progetto che il Governo Renzi ha lanciato di «Casa Italia», cioè l'idea che questo Paese finalmente possa in futuro contare non sui provvedimenti legati all'emergenza, al giorno dopo, ma al grande tema della prevenzione e della sicurezza, della sicurezza antisismica, dell'assetto idrogeologico. Questo fa un Paese moderno e un Paese civile e per troppi decenni noi non siamo stati in grado di farlo. Stamattina ho assistito in questo senso – piccola testimonianza che voglio dare – a un esempio virtuoso. Ero nella mia città, a Città di Castello, si inaugurava una scuola, o meglio si inauguravano i lavori di ristrutturazione di una scuola condotti con fondi del Fondo Protezione civile della regione Umbria, alcuni del comune, una scuola ristrutturata secondo un adeguamento completo antisismico. Era un segnale importante, di un'Italia che non si vuole rassegnare appunto a intervenire con le tende, con il dolore, ma a intervenire prima. Ha fatto bene il Governo che non c’è più, ma farà bene quello che sta per entrare e il Parlamento a dare grande impulso al Progetto «Casa Italia» perché davvero rappresenta un progetto che può caratterizzare, non solo la tenuta e la sicurezza del Paese, ma anche la sua civiltà. 
Per questo ci aspettiamo dall'Europa non un intervento formale, ma davvero una presa di coscienza, una concreta solidarietà e un sostegno vero a un Paese, come l'Italia, a grave, gravissimo in certi casi, rischio sismico che ha deciso di intraprendere questo percorso per rendere solido e sicuro il suo futuro. La legge – è stato ricordato – è stata pensata anche per valorizzare il ruolo dei sindaci, degli amministratori che in questi mesi con le regioni hanno lavorato con le mani nelle macerie e credo che anche questo sia un segnale di fiducia in un'Italia dove – come si vede – le istituzioni sono più vicine di quello che si pensa ai cittadini. Si creano le condizioni per venire incontro alle esigenze di chi ha perso il lavoro, la propria abitazione, la propria azienda, oppure per esercitare la propria professione e ci sono misure come la busta pesante, come la defiscalizzazione, come le misure per le aziende che assumeranno, il fondo garanzia per le piccole e medie imprese, insomma c’è un disegno che guarda innanzitutto al superamento della drammatica emergenza, ma che poi comincia ad avviare una fase seconda, la fase che ci porterà alla ricostruzione. Una legge complessa che è il frutto di un lavoro partecipato, positivo, sulla quale anch'io – come hanno fatto i miei colleghi – voglio non formalmente esprimere una soddisfazione, anche per il clima che si è creato, perché il Parlamento su fatti di questo genere mostra maturità. 
Io auspicherei che questa maturità tutti la dimostrassimo non soltanto di fronte alle tragedie, ma un po’ nella quotidianità del lavoro parlamentare. 
Infine, da parlamentare e cittadino di una terra troppo spesso colpita da queste calamità, come appunto l'Umbria, mi sento anch'io di ringraziare tutti quanti si sono attivati e si stanno attivando con passione, disinteresse e generosità per dare il proprio contributo, i tanti eroi quotidiani dai volti umani e solidali, così li ha definiti il Presidente Sergio Mattarella, i Vigili del Fuoco, la Protezione civile, tutti i servitori dello Stato appartenenti agli altri corpi, i volontari, che ancora in queste ore stanno lì vicino ai cittadini. E, da ultimo – l'avevo preparato, me l'ha anticipato Lodolini e ha fatto molto bene – anch'io mi sento di fare un auspicio e un appello, lo dico tra virgolette: mentre circa 40.000 sfollati sono ospitati negli alberghi umbri e marchigiani o nelle sistemazioni possibili scelte da parenti o comunque da loro, mentre tanti – lo sappiamo – hanno scelto di stare in macchina lì, in questi giorni di freddo, in container che si stanno allestendo vicino alla loro casa o alla loro stalla, e mentre si stanno allestendo con celerità le aree per ospitare e allestire le casette di legno, che ridaranno almeno l'idea concreta di un primo ritorno di vita e di comunità,  ebbene – come ha detto Lodolini – giustamente io faccio un invito: che a Natale sarebbe importante scegliere l'Umbria, le Marche e l'Abruzzo. Per qualche giorno sono stato a Norcia ad un incontro con gli albergatori, dieci giorni fa, e quando li abbiamo incontrati essi stessi, che hanno chiuso i loro alberghi di Norcia, che non potranno ospitare nessuno, hanno detto: «Ma guardate che le altre straordinarie città della regione e delle altre regioni non sono state colpite. Quegli alberghi funzionano e non è giusto che si abbia paura». 
Poi ci sono segnali di speranza: forse a Natale parte della zona rossa della stessa città di San Benedetto sarà riaperta e c’è stata una commovente gara di solidarietà di privati, enti ed associazioni ad acquistare per le feste prodotti gastronomici, a consumare piatti di grande tradizione e prodotti delle aziende dei Sibillini in ginocchio. C’è stata vicinanza anche del mondo della cultura e dello spettacolo, oltre che di tutte le istituzioni. Io ho vissuto una serata semplice e bellissima assieme a Lorenzo Cherubini, «Jovanotti», con cui abbiamo trascorso una serata a cena e poi a cantare con i terremotati della Valnerina ospitati negli alberghi della zona del lago Trasimeno. 
Tutte queste cose, cioè dare segnali di solidarietà a Natale, acquistare prodotti, passare ore con personalità che possano in qualche modo alleviare quel disagio profondo, io credo che siano segnali di fiducia e di speranza. Fanno bene a chi ha visto spezzata la sua comunità, ferita la sua vita, crollata la sua casa, la sua scuola e la sua chiesa. Ma, come ha ricordato molto bene nel suo intervento Irene Manzi citando gli studenti dell'Università di Camerino, io sono sicuro, senza enfasi, che tutti noi, Governo, Parlamento, istituzioni e forze sociali, faremo di tutto perché sia vera quella frase degli studenti, cioè che il futuro non crollerà.