A.C. 1091-A
Grazie, Presidente. Sottosegretaria Albano, colleghe, colleghi, già in discussione generale, Presidente, l'autorevolezza del collega Bruno Tabacci ha spiegato l'essenza di questo provvedimento. Stiamo parlando di un testo unificato, della proposta del collega Romano e del collega Bagnai che, sostanzialmente, stabilisce l'obbligo per le banche di aprire e tenere aperte, in base ad alcune circostanze, i conti correnti, salvo che per questioni giuridiche ostative di rilievo, diciamo, importante e fin qui è l'oggetto del tema. Io confermo al collega Bagnai e al collega Romano il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico e non solo per quello che ho sentito, ma soprattutto per un principio per il quale io li voglio ringraziare. Entrambi hanno sottolineato un aspetto che, ormai, è divenuto quasi un'eccezione, ma che è la norma, ovvero il fatto che sempre meno - e oggi è una eccezione - noi siamo qui a discutere, colleghe e colleghi, di provvedimenti di iniziativa parlamentare. Entrambi hanno sottolineato con lo stile diverso, ma con la delicatezza, vista la posizione che occupano negli scranni in quest'Aula, il fatto che - sono una sorta di denuncia educata - siamo sempre più chiamati ad approvare e discutere provvedimenti governativi, invece che iniziative parlamentari. Guardate colleghi e colleghe, nel momento in cui ci troviamo in quest'Aula a discutere di iniziative parlamentari e nel momento in cui lo facciamo, come l'abbiamo fatto in Commissione finanze, e non è la prima volta che accade, ci ritroviamo qui a votare all'unanimità un provvedimento, e perché lo votiamo all'unanimità? Perché noi siamo impazziti improvvisamente?
No, perché nel momento in cui viene proposta una norma di buonsenso e, aggiungo, qualcosa che dà una risposta alle esigenze dei cittadini, il Partito Democratico risponde sempre “sì”, perché noi non abbiamo mai interpretato la funzione dell'opposizione per mera opposizione, ma abbiamo interpretato la funzione dell'opposizione come controllo, come pungolo e come sostegno - cosa che abbiamo fatto rispetto a questo provvedimento - quando ci sono provvedimenti che vanno esattamente nella direzione da noi auspicata. Allora, qui, colleghe e colleghi, non stiamo parlando semplicemente di un mero fatto burocratico. No! Noi qui stiamo parlando di una cosa ben più profonda, ben più seria. Stiamo parlando dell'ennesimo tassello che la politica, quando lavora come deve lavorare, aggiunge al diritto di cittadinanza. Una cittadinanza consapevole, una cittadinanza completa, una cittadinanza che non lascia indietro nessuno. Il riconoscere il diritto per i cittadini a un conto corrente bancario e l'obbligo, il dovere, da parte degli istituti bancari, di doverlo accendere per ogni cittadino che ne faccia richiesta è un passo avanti di civiltà. Perché in questo Paese, per troppo tempo, ti veniva negato un conto corrente se non eri specchiato e potevi non essere specchiato, se avevi l'amico che ti consentiva l'apertura del conto corrente. E, diciamocela, colleghi! E, allora, oggi, qui, noi siamo a sancire una battaglia di civiltà, una battaglia di civiltà che prende in considerazione esattamente gli ultimi.
Questo non è un provvedimento - ed è la ragione per la quale c'è da parte nostra un convinto sostegno - non è un provvedimento che molte volte, anche in quest'Aula, ha visto avvantaggiarsi sempre dei corpi sociali ben definiti, ben noti. No, questo è un provvedimento che dà delle risposte a chi, fino ad oggi, delle risposte non ha avuto. E, allora, io capisco, noi comprendiamo anche qualche difficoltà, qualche ritrosia da parte del corpo organizzato, diciamo, degli istituti bancari. Ma credo che questo debba essere non un punto di arrivo, ma un primo passo, affinché si possa ripristinare il concetto base, che è alla base, da secoli, tra il rapporto tra banche e cittadini. Qual è l'elemento di fondo nel credito? Se volessimo andare a individuare il punto nodale, colleghe e colleghi, qual è? Il rapporto di fiducia. E, allora, lo Stato deve ritornare a immaginare che le cittadine e i cittadini, detentori di diritti che molte volte lo Stato non è in grado di garantire, siano persone perbene. Alla pregiudiziale, in base alla quale, ogni volta, devo sempre doverti dimostrare che sono più puro dei puri per avere un mio diritto, con questo piccolo provvedimento, che mi auguro che sia solo l'inizio di una lunga serie, noi stiamo dando esattamente una risposta in tal senso. E non è un caso, perciò dico anche la grammatica di comunicazione tra di noi tra maggioranza e opposizione, colleghi, che oggi sia la riprova esattamente di questo. E, allora, facciamoci gruppo in quest'Aula, come legislatori e legislatrici, immaginando di incalzare maggiormente il Governo, chiedendo maggiore attenzione per le iniziative che nascono in questa sede. Perché nel momento in cui le iniziative nascono in questa sede, noi siamo in grado di dare delle risposte che fanno bene alla politica. Non è una questione di destra, di sinistra, di centro, di parte maggioranza, opposizione, ma fanno bene alla politica. Quando verrà data la notizia che tutto l'arco parlamentare è stato favorevole e si è espresso in una maniera favorevole, probabilmente ne guadagneremmo tutti.
Non so se ne guadagneremmo in termini percentuali e di consenso, ma sicuramente ne guadagneremo in credibilità. Ed è esattamente attraverso questo provvedimento che noi stiamo ridando inclusione sociale è stato detto, inclusione finanziaria, completamento di un processo di cittadinanza che è ancora lungo dal completarsi. Ma soprattutto rispondiamo a un principio fondamentale della Carta costituzionale che, purtroppo, colleghe e colleghi, non sempre viene rispettato anche in quest'Aula, ovvero il principio di pari dignità. E, allora, questo provvedimento - e mi avvio a chiudere, Presidente, dichiarando il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico - è un provvedimento che, al netto delle tecnicalità, al netto delle procedure specifiche, è un provvedimento che noi oggi possiamo ascrivere come un piccolo passo in avanti per cercare di garantire quei principi di dignità, sanciti dalla Costituzione della Repubblica, soprattutto in una fase storica nella quale, sempre più, si tende a volere strattonare l'importanza e la solennità della nostra Carta costituzionale.
Quindi, abbiamo scritto una pagina di politica, secondo me, importante. Abbiamo dato un'immagine al Paese diversa dal solito bisticcio e rumore linguistico lessicale. Per questa ragione, ridando dignità ai cittadini, maggiore inclusione e rispetto per i diritti di tutte e di tutti, dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.