Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 10 Luglio, 2017
Nome: 
Fabrizia Giuliani

A.C. 3343-A

 

Presidente, la discussione che si è sollevata in queste ore, anche a seguito degli episodi che venivano prima ricordati dal relatore, ma anche la discussione a cui stiamo assistendo, nelle forme pubbliche in cui, ormai, le discussioni politiche si svolgono, mostra un dato che io vorrei davvero sottolineare, ossia che la questione che affrontiamo in questa norma, relativa appunto alla propaganda del regime nazista e nazifascista, è una questione molto viva nella nostra società. Per essere ancora più chiara, non si tratta di una norma che tende ad affrontare qualcosa che è alle nostre spalle, che riguarda questioni importanti come la storia, la memoria, il vissuto e le esperienze del nostro Paese, esperienze e vissuti che sono presenti, come sempre accade, in forma individuale e collettiva. No, questa norma non riguarda qualcosa che è soltanto alle nostre spalle, qualche cosa che, a volte, ha preso anche le vesti di una retorica, di una retorica vuota che, magari, può sollevare anche nei giovani un senso di impazienza o, persino, di frustrazione, sentimenti molto sbagliati, ma comprensibili. No, questa norma è rivolta assolutamente all'oggi, è rivolta a fornire strumenti per affrontare, oggi, qualche cosa di vivo e di attuale.

La propaganda nazista e nazifascista può, infatti, avvalersi non solo di vesti nuove, iper moderne e, magari, anche, molto accattivanti, può essere veicolata, appunto, in contenuti nuovi, ma può anche riproporsi, sic et simpliciter, nelle vesti dell'intolleranza, del razzismo e dello sprezzo per le forme della democrazia. Queste non sono soltanto delle forme nuove, Presidente, ma sono anche dei contenuti che oggi si riattualizzano. Dunque, credo che questo sia il vero nodo politico con il quale occorre fare i conti e che per questa ragione è così sentito anche da parte dei media e dei nostri cittadini e ognuno ritiene di voler partecipare a questa discussione.

Allora, le ragioni per cui questo accade, sono ragioni che affondano le loro radici della nostra storia. Tutti gli storici del dopoguerra, gli storici della Resistenza, l'intera nostra storia nazionale è stata segnata anche dal fatto che si sia sottolineato quanto il nostro passato, forse, non sia stato adeguatamente elaborato e forse anche gli scontri politici ai quali assistiamo oggi mostrano questa insufficiente elaborazione. Questa naturalmente, non è questione dottrinaria o accademica, è questione drammaticamente politica, alla quale il nostro ordinamento deve essere in grado di dare delle risposte, soprattutto nei momenti di maggior fragilità.

Proprio lo scorso sabato 8 luglio, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, intervenendo in un convegno che riguardava, appunto, queste questioni, organizzato da ANPI, a Palazzo Marino, ha chiesto esplicitamente di aggiornare la norma relativa al reato di propaganda del regime nazista e nazifascista, per far fronte, appunto, ai troppi episodi di intolleranza.

Francamente, questo non è un bel segnale, non è un bel segnale che il sindaco di una città così importante segnali questa necessità, però, anche se non ci piace, dobbiamo assolutamente raccogliere questo invito ed è quanto, appunto, la norma, che è stata proposta dal collega Fiano e alla quale tutti noi ci siamo uniti, si prefigge, pertanto, di dare. Io credo che queste risposte risultino drammaticamente urgenti in momenti come questi che ci troviamo ad attraversare, non soltanto a livello nazionale, ma, senza timore di spostare oltre i confini di questa discussione le cose che vado a dire, voglio ricordare che le questioni che ci troviamo ad affrontare possono risultare drammaticamente urgenti proprio in relazione alla fragilità che attraversa, oggi, il processo di unificazione europea. Perché la difficoltà di dar seguito al progetto di unificazione europea e, soprattutto, ai fondamenti sui quali questo progetto si fonda, che sono, appunto, quelli nati in seguito al conflitto della seconda guerra mondiale e alla capacità che ha mostrato l'Europa di volere elaborare, di misurarsi con il proprio passato, per metterselo definitivamente alle spalle, non voglio ricordare le ragioni per le quali all'Europa è stato assegnato il Nobel per la pace, ma sono esattamente questioni che richiamavano questi valori.

Ecco, allora, dentro questo tipo di panorama, è evidente che occorre attrezzarsi; sappiamo, naturalmente, che andiamo ad intervenire su una dimensione legislativa che ha già dei punti fermi importanti, quello posto nel 1952, dalla cosiddetta norma Scelba, e, poi, ancora, le questioni sulle quali si è intervenuti nel 1993 con la legge Mancino.

Tuttavia, nonostante la nostra normativa abbia già delle risposte chiare e ben definite, sembrano sfuggire alle maglie delle tipologie di reato previste alcuni comportamenti che possono apparire estemporanei o, magari, perfino innocui, ma non lo sono affatto, possono provocare una difformità interpretativa. Ed è esattamente per affrontare tale difformità interpretativa che si è ritenuto necessario questo ulteriore intervento normativo che, come è stato spiegato nella relazione illustrativa, vuole introdurre nel codice penale questa nuova fattispecie di reato che di liberticida - vorrei rassicurare i colleghi del Cinque Stelle, che però non sono presenti in questa discussione - non ha davvero nulla, questo unico articolo del provvedimento, che prevede l'inserimento nel codice penale, tra i delitti contro la personalità dello Stato, dell'articolo 293-bis che punisce, con la reclusione da sei mesi a due anni, la propaganda del regime fascista e nazifascista.
Viene introdotta, inoltre, come aggravante del delitto, la propaganda commessa, appunto, attraverso nuovi strumenti, quelli telematici e informatici, che, come sappiamo, possono essere davvero insidiosi e davvero influenti e assolutamente non prevedibili negli anni nei quali si è intervenuti su questo tipo di reato.

Ora, io credo che l'antifascismo e l'antinazismo, così come il rifiuto del razzismo e di ogni ideologia totalitaria e antidemocratica sono questioni che sono alla base della nostra Costituzione repubblicana - è stato ricordato - e costituiscono le ragioni profonde del progetto di Europa unita, nato sulle macerie delle due guerre mondiali.

Io concludo, affermando che è necessario avvalersi di strumenti che ci consentano di affrontare in forme nuove la minaccia che viene alla vita delle nostre democrazie, questo è il punto, non parliamo di cose che sono alle nostre spalle; la fragilità della democrazia è qualcosa che oggi è davvero molto presente e che può presentarsi in abiti nuovi, appunto, anche molto diversi e, tuttavia, veicola sempre la stessa identica minaccia: colpire il progetto europeo, colpire il valore della diversità, colpire la tolleranza, la tutela dei diritti, la dignità della vita umana; sono questioni che tutti dovremmo difendere perché, forse, davvero, mi consenta Presidente, ma l'unico bene non negoziabile, l'unico valore davvero non negoziabile che tutti dovremmo difendere è quello della tutela delle nostre democrazie.