Discussione generale
Data: 
Lunedì, 9 Ottobre, 2023
Nome: 
Marco Simiani

Doc. XXII, n. 9-A

Grazie Presidente. Cari colleghi, care colleghe, illustre Presidente e Governo, l'incendio del traghetto “Moby Prince” avvenuto davanti al porto di Livorno il 10 aprile del 1991, costato la vita a 140 persone, rappresenta la più grave catastrofe della marineria civile della nostra storia repubblicana. Nonostante ciò, a oltre 30 anni di distanza da quella tragica notte, non si conoscono ancora nel dettaglio le cause, né le responsabilità di quella strage. Nonostante il lavoro svolto dalla magistratura e le risultanze di due Commissioni parlamentari d'inchiesta, istituite rispettivamente dal Senato della Repubblica nella XVII legislatura (luglio 2015-dicembre 2017) e alla Camera dei deputati nella XVIII legislatura (maggio 2021 - settembre 2022), la mancanza di verità su una pagina tanto dolorosa nella nostra storia nazionale rappresenta una ferita che può e deve essere sanata dalle istituzioni repubblicane, proseguendo nell'accertamento dei fatti e illuminando le tante zone d'ombra che continuano a gravare sulle circostanze di quel disastro. Il percorso giudiziario ha visto nel 1998 l'assoluzione di tutti gli imputati in primo grado e poi la dichiarazione della prescrizione in appello, quindi la riapertura dell'inchiesta nel 2006 e la sua successiva archiviazione nel 2010. La relazione finale della Commissione parlamentare di inchiesta della Camera dei deputati ha sottolineato di non concordare con le risultanze cui è pervenuta l'autorità giudiziaria, in esito ai vari procedimenti che hanno riguardato la tragedia. La relazione infatti ha appurato che l'incidente tra il “Moby Prince” e Agip Abruzzo fu dovuto a un cambio di rotta improvviso del “Moby Prince”, provocato dall'altrettanto improvvisa comparsa di un terzo natante davanti al traghetto, che portò ad una manovra di emergenza necessaria ad evitare la collisione con quest'ultimo, manovra che però portò alla collisione con la petroliera Agip Abruzzo, ancorata in zona di divieto, resasi invisibile in quei momenti di blackout, oltre che avvolta da una nube di vapore acqueo per una probabilissima avaria agli impianti. Nonostante la fine anticipata della XVIII legislatura ne abbia ridotto di 4 mesi la capacità di indagine, la Commissione d'inchiesta ha portato quindi a termine un avanzamento deciso nel quadro di una ricostruzione della tragedia. Detto questo, la verità giudiziaria rimane però attualmente quella che conosciamo: l'assenza di qualsiasi certezza sulle cause e sulle responsabilità della catastrofe del 10 aprile 1991. Passi avanti sono stati fatti, anche se non risolutivi. Se nel dicembre 2018, la procura della Repubblica di Livorno ha acquisito infatti gli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta del Senato, senza tuttavia riaprire le indagini, è del novembre 2020 la sentenza del tribunale civile di Firenze, con la quale si nega ai familiari delle vittime il diritto al risarcimento, con la motivazione secondo cui ogni ipotesi di addebito deve ritenersi prescritta per il decorso del termine di due anni dalla data della sentenza della Corte d'Appello penale di Firenze, divenuta irrevocabile dal 9 febbraio 1998. La mancanza di verità, riconosciuta dalle istituzioni repubblicane, e le relative conseguenze civili e penali rendono quindi oggi indispensabile una nuova iniziativa parlamentare affinché il Paese possa conoscere nel dettaglio le ragioni e le responsabilità di quanto accadde al traghetto “Moby Prince” e affinché le relative indagini giudiziarie siano riaperte, per giungere a una valutazione coerente con i numerosi fatti nuovi emersi nel corso di questi anni. Come parlamentari della Repubblica, siamo tutti chiamati a contribuire all'accertamento di una verità che non può essere sacrificata al mero trascorrere degli anni. Ce lo chiedono le 140 vittime di quella catastrofe, i loro familiari e la stessa coscienza pubblica di una democrazia, la cui credibilità poggia anche sulla capacità di far luce sulle pagine più dolorose della nostra storia. Per queste ragioni, è stata proposta l'istituzione di una Commissione d'inchiesta parlamentare presso la Camera dei Deputati che, muovendo dall'attività e dalle conclusioni delle Commissioni istituite dal Senato nel corso della XVII legislatura e dalla Camera dei deputati nel corso della XVIII legislatura, ne esaurisca il lavoro acquisendo nuovi e indispensabili elementi al completamento del quadro già delineato e fornisca all'Italia, e dunque anche all'autorità giudiziaria, un quadro ancora più preciso e tale da rendere indispensabile la riapertura delle indagini e l'accertamento di cause, circostanze e responsabilità di quella catastrofe. Voglio ringraziare per la collaborazione attiva e proficua tutte le forze politiche - insieme siamo riusciti ad approvare in tempi brevi il testo in Commissione -, tutti i colleghi e gli uffici della Camera e la relatrice, che si sono adoperati in un'unica direzione, inserendo nel testo anche alcune richieste dei familiari delle persone decedute, che - questo lo voglio sottolineare - rimangono ad oggi le uniche vittime in vita di una vicenda drammatica che non conosce colpevoli. Grazie alla sensibilità del Presidente della Camera e dei gruppi politici, il provvedimento è arrivato oggi alla sua approvazione conclusiva. Questa unità di intenti, che ha segnato il lavoro fino ad oggi, dovrà essere il faro dei commissari nei prossimi mesi. Non sarà infatti permesso a nessuno, indipendentemente dall'appartenenza politica, qualsiasi tentativo di strumentalizzare l'attività della Commissione, il cui unico obiettivo sarà la ricerca della verità dei fatti. Faccio questo inciso perché rimanga chiaro a tutti che - come è accaduto in altre Commissioni di inchiesta - questa dovrà essere scevra da ogni personalismo, da ogni tentazione di visibilità individuale e da ogni caratterizzazione politica. Noi faremo questo perché ce lo chiede l'opinione pubblica, ce lo chiedono i familiari delle persone decedute, ce lo chiede il ricordo delle 140 vittime. Ce lo impone anche il nostro ruolo istituzionale perché è assolutamente fondamentale arrivare, prima di tutto, a una verità storica, Presidente, affinché rimanga oggi almeno questo davanti agli occhi di tutti e soprattutto dei familiari, perché su questa strage - perché fu una strage, qualcuno l'aveva messo anche in dubbio - oggi deve essere assolutamente appurata la verità. Il Partito Democratico sarà al fianco delle istituzioni e soprattutto alla Commissione d'inchiesta per arrivare proprio a queste verità. Grazie Presidente e grazie colleghi.