Data: 
Martedì, 2 Agosto, 2022
Nome: 
Piero De Luca

A.C. 3208-B​

Grazie, Presidente. Oggi approviamo alla Camera il disegno di legge di delegazione europea 2021. È un provvedimento che si compone di 21 articoli ed è stato approvato, da ultimo, in Commissione politiche europee il 28 luglio scorso. Permettetemi di cogliere questa occasione, anche a nome del gruppo del Partito Democratico, per ringraziare il presidente della Commissione, Sergio Battelli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e tutti i colleghi della Commissione politiche europee per il lavoro svolto in questa legislatura, così difficile e complessa, ma in cui abbiamo portato avanti misure e provvedimenti molto significativi e importanti. E permettetemi di salutare e ringraziare anche il sottosegretario Amendola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) per il lavoro straordinario svolto in questi mesi di grande collaborazione con i gruppi parlamentari e con la Commissione. E allo stesso tempo i funzionari, che sono stati ricordati già dalla collega e che hanno dato un contributo molto, molto importante al lavoro di tutti quanti noi in Commissione.

Con questo provvedimento noi adeguiamo il nostro ordinamento, l'ordinamento italiano, a previsioni europee estremamente importanti e scongiuriamo il rischio di nuove condanne o procedure di infrazione. E questo è il primo significato tecnico. Ma c'è un ulteriore significato legato all'approvazione di questo provvedimento: noi forniamo oggi un nuovo segnale, un ulteriore segnale di attenzione forte al rispetto delle regole europee in Italia, consolidando la credibilità acquisita in questi mesi dal nostro Paese a Bruxelles, grazie in particolare al lavoro del Governo e del Presidente del Consiglio Draghi, che salutiamo e ringraziamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) per il lavoro svolto e per la rappresentanza del nostro Paese sui tavoli europei ed internazionali con la sua autorevolezza e competenza. Non si tratta di un messaggio banale o scontato. Dopo una crisi pandemica drammatica, di cui ancora viviamo una coda, purtroppo, in queste settimane, e dopo quel 24 febbraio in cui è cambiato, purtroppo, il corso della storia recente, l'Europa è tornata a far sentire la propria voce. E noi cogliamo questa occasione anche per ribadire ancora una volta - l'hanno già fatto i nostri colleghi - la condanna ferma e netta della inaccettabile, inqualificabile e ingiustificata aggressione da parte della Russia all'Ucraina. Lo ribadiamo con forza: non ci sono motivazioni o giustificazioni, né politiche, né giuridiche, né internazionali, né interne, che possano motivare questa aggressione drammatica. E cogliamo questa occasione per ribadire, ancora una volta, la vicinanza al popolo ucraino, la vicinanza alle donne, agli uomini, ai bambini ucraini, che sono in queste ore ancora sotto il fuoco dell'esercito russo. L'Europa ha risposto a questa ennesima crisi, a quest'ennesima emergenza, con unità e compattezza, evitando le divisioni o le fratture di chi immaginava o ipotizzava di sottoporla a un ricatto del gas o a un ricatto dell'energia. L'Italia, all'interno dell'Unione europea, ha ritrovato protagonismo e autorevolezza, riuscendo a orientare le scelte assunte in Europa verso l'adozione di posizioni politiche e misure davvero rivoluzionarie e inimmaginabili fino a pochi mesi fa.

E permettetemi di ricordarlo, il Partito Democratico, in questo lavoro, in questo quadro, in questo contesto, è stato decisivo per il posizionamento europeista e atlantista del Paese. Lo è stato nel corso di tutta la legislatura e lo è stato ancor più in questi anni. E non consentiremo nei prossimi mesi alcuno sbandamento, da questo punto di vista, rispetto alle coordinate europeiste e atlantiste del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Lo diciamo con forza in questo momento in cui ci avviamo a una campagna elettorale complessa e difficile. Le emergenze che viviamo all'interno del nostro Paese, sociali ed economiche, acuite dalla guerra e dal conflitto, le emergenze sociali e le emergenze internazionali, non si difendono con meno Europa, si difendono con più Europa, si difendono rafforzando la nostra presenza sui tavoli europei e non si difendono con l'isolamento e la solitudine istituzionale, ma si tutelano insieme, in Europa e con l'Europa. A livello europeo, ricordiamolo, abbiamo adottato, finora, le sanzioni più rigorose e più rigide mai applicate nella storia dell'Europa per indurre la Russia a un cessate il fuoco e a sedersi a un tavolo negoziale per una soluzione diplomatica di questa crisi. Abbiamo adottato aiuti umanitari e finanziari, abbiamo applicato per la prima volta le previsioni di una direttiva, la 2001/55/CE, sulla protezione umanitaria delle persone che fuggono dall'Ucraina, soprattutto donne e bambini, minori, per evitare di subire in alcuni casi veri e propri crimini di guerra, che noi condanniamo con forza.

In risposta alla pandemia, qualche mese fa sono state adottate poi, sempre in Europa e con l'Europa, misure rivoluzionarie e straordinarie, che crediamo doveroso ricordare oggi in questa seduta di fine legislatura, che ci avvia alla fine della legislatura. Ricordiamo la sospensione del Patto di stabilità, norme eccezionali sugli aiuti di Stato, programmi pandemici di acquisto di debito pubblico da parte della BCE che hanno stabilizzato soprattutto il quadro finanziario del nostro Paese, il programma SURE di sostegno agli ammortizzatori sociali nazionali, finanziamenti BEI per le piccole e medie imprese, il Fondo sanitario del MES e, da ultimo, il programma Next Generation EU da 750 miliardi di euro attraverso l'emissione di Eurobond. Tutto questo a trattati invariati, tutto questo grazie al lavoro da protagonista del nostro Paese.

Allora noi oggi rivolgiamo e crediamo doveroso, in occasione dell'approvazione di questa legge di delegazione europea, rivolgere una domanda semplice a tutti: chi ha difeso davvero gli interessi dei nostri cittadini e delle nostre comunità in questi anni difficili, i sovranisti di Visegrad, Orban, Le Pen, oppure i democratici e i progressisti a livello europeo, oppure Paolo Gentiloni, o von der Leyen, oppure Mario Draghi? Noi riteniamo che la storia abbia dato una risposta. Peraltro, lo stesso atteggiamento è stato assunto - ci permettiamo di ricordarlo - anche dall'intero centrodestra, in quest'Aula, quando, nell'estate del 2020, il Parlamento dava mandato al Governo per negoziare a Bruxelles il Next Generation EU e il centrodestra, compatto, ha votato contro la risoluzione a prima firma Delrio, ha votato contro una battaglia negoziale per ottenere oltre 200 miliardi di euro in Italia, contro risorse decisive per rendere il nostro Paese più moderno, più dinamico, più equo, più competitivo, contro gli interessi delle famiglie, dei lavoratori e delle aziende italiane. Questa è la realtà. Oggi fortunatamente c'è un clima diverso e ci si rende conto di quanto, invece, sia stato utile approvare quel programma e di quanto sia necessario e fondamentale attuare nei tempi previsti il Piano nazionale di ripresa e resilienza per non perdere questa occasione storica per il nostro Paese.

Avviandomi a concludere, la legge di delegazione europea oggi fornisce due ulteriori segnali importanti. Il primo è quello che consente di ribadire che le norme europee non prevedano solo vincoli, limiti o restrizioni, come spesso si rappresenta in una retorica sovranista o nazionalista.

Le regole europee attribuiscono diritti, tutele, libertà e opportunità per i nostri cittadini e oggi abbiamo il percorso per l'introduzione nel nostro Paese di norme importanti, che rafforzano, ad esempio, la protezione dei consumatori, la tutela della salute pubblica, il benessere degli animali, la protezione dell'ambiente, la qualità delle acque e la sicurezza del trasporto stradale. Grazie all'Europa rafforziamo i livelli di protezione e di tutela per i nostri cittadini: questo è un messaggio fondamentale che riteniamo doveroso ribadire da quest'Aula.

Approvando questa legge, poi, lanciamo un ulteriore messaggio, forniamo un segnale decisivo della nostra volontà di non fermare la spinta verso la costruzione dell'Europa del futuro, di un'Europa fondata sempre più sulla difesa di diritti, valori, libertà comuni; l'Europa del compianto David Sassoli, che ricordiamo da quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), l'Europa che vogliamo, l'Europa della solidarietà, l'Europa che spinge sulla parità salariale, sulla parità retributiva uomo-donna, l'Europa del salario minimo, l'Europa che tutela lo Stato di diritto, l'Europa della salute, l'Europa che vuole avere e deve avere sempre maggiore forza in politica estera e di sicurezza comune, l'Europa della difesa comune, l'Europa che superi il Patto di stabilità per costruire un patto di sostenibilità e crescita, e l'Europa, soprattutto, che superi i blocchi dei veti degli Stati e dei Governi per mettere in atto politiche di solidarietà, di rilancio e di sviluppo, di cui abbiamo assolutamente bisogno da un punto di vista fiscale e da un punto di vista sociale.

Insomma, il messaggio finale che vale la pena ribadire oggi è questo: con maggiore integrazione e coordinamento, solo con maggiore unità a livello europeo, avremo la possibilità di affrontare le sfide del presente e le sfide del futuro, a livello nazionale e a livello internazionale. Da soli siamo più deboli ed esposti. Ricordiamolo bene a chi pensa di tornare all'Europa dei Governi, all'Europa dei muri o all'Europa delle barriere: noi siamo per l'Europa aperta, per l'Europa dei ponti, per l'Europa dei diritti, per l'Europa della democrazia e per l'Europa della solidarietà. Un'idea completamente diversa: noi siamo per avanzare verso gli Stati Uniti d'Europa e, anche approvando questa legge, mettiamo in atto un cammino verso l'Europa e l'Italia del futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).