Discussione generale
Data: 
Martedì, 28 Ottobre, 2025
Nome: 
Federico Fornaro

A.C. 2393

Signor Presidente, il provvedimento su cui dobbiamo discutere contiene anche il tema della semplificazione. Da questo punto di vista - lo dico con una battuta e con rispetto sia nei suoi confronti che nei confronti della Ministra -, con la frequentazione di queste Aule ormai da un po' di tempo, tutte le volte che sento la parola semplificazione mi viene un brivido lungo la schiena, perché tendenzialmente non ci siamo mai riusciti e, spesso e volentieri, alla fine dell'approvazione dei provvedimenti che hanno nel titolo la semplificazione, portiamo dietro ulteriori complicazioni. Può sembrare una battuta, ma credo che, in realtà, nasconda un elemento di verità. Detto in altri termini: come si fa a essere contro la semplificazione? Rende tutto più semplice per le imprese e per i cittadini. Un aspetto è quello del principio generale su cui - lo ripeto - è difficile essere contrari a priori, ma, in realtà, le cose stanno diversamente. Come, peraltro, la Ministra sa, l'abbiamo messo in evidenza nel passaggio al Senato che - lo preannuncio già per domani - ci ha portato ad avere un atteggiamento ostativo, contrario a questo provvedimento.

La costruzione di questo disegno di legge si fonda su una legge annuale. Quello che intravediamo come elemento di rischio è che poi, alla fine, l'impostazione su leggi annuali si porti dietro un elemento che caratterizza i decreti-legge, cioè l'omnibus: non sono mai puntuali, finisce che entra dentro di tutto e, in alcuni casi, anche il contrario di tutto. Al di là delle buone intenzioni, su cui non discuto - anche del Governo e della Ministra, a cui, su questo, come su altri provvedimenti, do atto di una coerenza rispetto a questa idea della semplificazione e della necessità della semplificazione -, purtroppo, anche qua l'esperienza ci dice che questo tipo di legiferazione si porta dietro le “manine” - per usare un'espressione del passato - ministeriali, che tendono a mettere dentro cose che con la semplificazione spesso non hanno nulla a che fare.

Ma arriviamo al cuore della nostra critica: il cuore della nostra critica, che riguarda questo provvedimento, ma, più in generale, anche altre scelte del Governo, è l'utilizzo dello strumento della legge delega. È evidente che lo strumento della legge delega può essere inquadrato, a sua volta, in una logica di delegificazione e di velocizzazione dei provvedimenti, e, in qualche modo, può essere interpretato a sua volta anche come una forma di semplificazione.

Però, se lo guardiamo da un altro punto di vista - e mi rivolgo ai colleghi che stanno ascoltando e a chi ci sta ascoltando fuori di qui -, si porta dietro un altro elemento di grande preoccupazione per quel che ci riguarda, cioè lo strumento della legge delega diventa, nei fatti, un'espropriazione del Parlamento. Se poi questo si accompagna, come accade in questo testo, a un'eccessiva genericità dei principi della delega, il tutto rischia di trasformarsi in una sostanziale delega in bianco all'Esecutivo. Questo è il punto che noi vogliamo sollevare, è il punto di maggiore criticità, perché il risultato finale è che il Parlamento si spoglia delle sue prerogative, le cede al Governo e alla fine - l'esperienza, anche qua, ci viene in aiuto - all'interno della legge delega a volte spuntano cose o ci sono interpretazioni molto ardite e assolutamente non condivisibili.

Il rischio, infatti, e lo abbiamo messo in evidenza nel passaggio al Senato, specificatamente su questo provvedimento, è che alla fine, attraverso lo strumento della legge delega e attraverso il mancato controllo del Parlamento - quando dico Parlamento non intendo solo le opposizioni, intendo ovviamente anche i colleghi di maggioranza per il ruolo di rappresentanza che ci è assegnato dalla nostra Costituzione -, vi sia una diminuzione delle tutele, una compressione dei diritti.

Quando si parla di temi delicati, per esempio il tema della disabilità, che viene inserito come possibile legge delega da questo provvedimento, è evidente che occorre il Parlamento, il passaggio parlamentare, il confronto in Commissione: non è una complicazione, è un pezzo dell'idea di un Parlamento capace di legiferare e su cui, rispetto a questi temi delicati, si possa e si debba trovare un'intesa; si possa attraverso il confronto, così come - lo abbiamo visto poc'anzi sulle questioni delicate, come i percorsi nutrizionali per i pazienti oncologici e, in generale, sui temi dell'oncologia - si riesce a trovare nella forma della mozione un'intesa unitaria.

Cioè, alla fine quello che noi intravediamo come elemento preoccupante è che, partendo dalla semplificazione, il risultato finale in realtà sia un forte accentramento, e quindi uno spostamento nei fatti dal potere legislativo, dal ruolo del Parlamento, verso quello del Governo. Lo dico in termini sistemici, la nostra è una critica sistemica. È già capitato, potrebbe capitare - dal nostro punto di vista lo auspicherei - che magari la legge delega su questo provvedimento, che finisce dopo il 2027, potremmo essere noi chiamati a scriverla, ma la mia questione riporta, invece, proprio all'elemento del rapporto tra Parlamento ed Esecutivo, e la legge delega, come ho già sottolineato, è uno strumento per cui, in questa legislatura in particolare, a nostro giudizio, c'è un eccesso di delegificazione e di spostamento verso l'Esecutivo del potere legislativo, che quindi porta a dare per noi un giudizio negativo.

Quindi, e chiudo su questo, non si può essere contrari di principio alla semplificazione, ma le modalità con cui viene costruito questo provvedimento, le scelte degli strumenti da utilizzare e, lo sottolineo, la genericità dei criteri per la delega sono elementi che non ci possono portare a dare un parere favorevole.