A.C. 2139
Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, intervengo a nome del gruppo del Partito Democratico per portare avanti il lavoro che abbiamo già avviato nel confronto tra opposizione e maggioranza nel primo passaggio che abbiamo avuto al Senato della Repubblica. Chiaramente la difesa della Patria è un sacro dovere del cittadino: ce lo ricorda la nostra Costituzione ed è proprio nel rispetto della Costituzione che dobbiamo essere grati alle donne e agli uomini che all'esercizio di questo sacro dovere hanno scelto di dedicare la propria intera vita.
Ogni volta che ci troviamo in quest'Aula, a doverci confrontare su questo tema, è da qui che dobbiamo partire e dobbiamo sempre cercare di costruire un confronto che non sia uno scontro, perché lo scontro non serve a offrire strumenti di maggiore sicurezza per i cittadini, non serve a garantire maggiori strumenti e risorse per le Forze dell'ordine, anzi rischia di creare un clima che diminuisce la possibilità di fare tutti quegli interventi che invece sono necessari. Dobbiamo, invece, cercare di agire insieme per costruire la cornice migliore, per consentire a queste donne e a questi uomini di poter fare il proprio dovere e di poterlo fare nella maniera migliore. Per questo, da parte di tutto il nostro gruppo, vogliamo rinnovare, prima di tutto, la nostra fiducia alla Difesa italiana, a tutte le sue donne e a tutti i suoi uomini, a tutte le Forze dell'ordine e ai Vigili del fuoco: pensiamo che sia dovere di tutto il Parlamento, che sia dovere di tutti i partiti, sicuramente lo avvertiamo come dovere come gruppo del Partito Democratico. Non smetteremo mai di fare questo lavoro, chiaramente nel rispetto delle nostre idee e nel rispetto anche di differenti posizioni.
Abbiamo cercato di utilizzare questa bussola nell'orientare fino a oggi - al Senato, qui, in Commissione, e così faremo in Aula - i nostri voti. È stato ricordato dai relatori, è stato ricordato dagli interventi che mi hanno preceduto, questo atto è una sorta di omnibus della sicurezza e della difesa. Probabilmente, se alcuni di questi temi non fossero stati affrontati tutti insieme ma si fossero fatti dei singoli approfondimenti, si sarebbe potuto costruire un lavoro migliore, anche perché vengono mescolate questioni condivisibili, assolutamente condivisibili - su cui si sarebbero potute costruire le condizioni di un voto unanime del Parlamento -, con altre molto parcellizzate, interventi che riguardano singoli gradi e singoli ruoli delle Forze di difesa.
Poi c'è un tema, un elefante nella stanza; un elefante nella stanza che ricorre sempre quando affrontiamo i temi di sicurezza - l'abbiamo visto dal decreto sicurezza, ai decreti cybersicurezza e a tutte le volte che ci siamo visti a confrontare su questi temi -: questo elefante nella stanza è la mancanza delle coperture finanziarie.
Ecco, non possiamo andare avanti in questo solco, perché non prevedere mai una copertura finanziaria significa non mettere in campo quelle risorse che sono utili, indispensabili a garantire alle Forze dell'ordine, alle Forze della difesa di fare il loro lavoro. Quindi, da questo punto di vista, chiediamo un rafforzamento delle coperture, chiediamo che si intervenga per garantire… Il Governo vuole intervenire? Avrà modo di replicare a breve. Chiediamo che si intervenga non solo da un punto di vista normativo ma anche per garantire che le risorse vadano a coprire tutte le misure che sono previste e che possano garantire che, poi, possano essere effettivamente messe in pratica.
Per quanto riguarda la Polizia di Stato, troviamo corretto l'aumento a quattro anni della permanenza minima - due nel caso delle sedi disagiate - così anche le deroghe parziali. Troviamo sicuramente positivo il lavoro fatto sui gruppi sportivi, come quello delle persone che hanno avuto incidenti sul posto di lavoro, e quindi è giusto mettere in grado di avere criteri diversi di accesso, così come condividiamo la norma sugli psicologi.
Invece, altre norme ci convincono meno, lo abbiamo già manifestato in occasione della votazione che si è svolta al Senato. Vorremmo che ci fossero maggiori interventi, come per esempio sul tema dell'arma dei Carabinieri, per garantire di poter presidiare alcune funzioni fondamentali. Quando venne decisa da un Governo precedente - noi ricordiamo quei momenti - la nascita del Corpo forestale sotto i Carabinieri venne costruito un nucleo ad hoc, vennero aumentate le funzioni e vennero aumentate le risorse di personale ma, chiaramente, queste funzioni, questo personale negli anni è chiamato a fronteggiare sfide sempre più importanti. E proprio perché è chiamato a fronteggiare compiti fondamentali di prevenzione del rischio sul nostro territorio, nelle foreste e nei boschi, a fare un lavoro enorme, a essere radicato su tutto il territorio nazionale, noi dobbiamo avere anche le risorse necessarie (risorse umane e risorse di economiche) in grado di consentire di svolgere questo lavoro. Ecco, la bussola del Governo non può essere semplicemente quella di richiamare sempre in causa ciò che hanno fatto i Governi precedenti, ma anche quella di attualizzare ciò che è stato fatto dai Governi precedenti e renderlo in grado di fronteggiare le attuali sfide.
Dove invece siamo meno convinti, dove invece manca un'attenzione sufficiente? Non ci convince il passaggio sugli avanzamenti di carriera, su quando scattano le promozioni, perché scattano solo su alcuni gradi e non su altri, e poi c'è il passaggio dell'articolo 4, che non ci vede d'accordo. Vedete, quando viene fatto un lavoro sui corsi di formazione, l'articolo 4 introduce una riduzione dei tempi. Ora, da questo punto di vista noi siamo preoccupati perché quello di cui avremmo bisogno non è di ridurre il tempo di addestramento delle donne e degli uomini chiamati a garantire la sicurezza di tutta la collettività ma, probabilmente, invece, avremmo bisogno di ridurre i tempi di scorrimento delle graduatorie di tante donne e uomini che hanno già fatto un concorso, che si vedono scadere la graduatoria, che poi rifanno un altro concorso, che si rivedono scadere la graduatoria e non riescono a entrare. Facciamo concorsi su concorsi, mettiamo una generazione alla porta, la mettiamo in attesa e poi ci ritroviamo spesso che in questo campo, soprattutto per raggiunti limiti di età, ci sono persone che, non per loro colpa ma per i ritardi negli scorrimenti e nelle assunzioni, si trovano presto a non poter, poi, concorrere ai nuovi concorsi perché hanno raggiunto i limiti di età per poter entrare a far parte delle organizzazioni, e sono spesso organizzazioni che sono il sogno della vita di queste persone, per cui hanno studiato, per cui hanno fatto sacrifici. Quindi, da questo punto di vista non meno addestramento ma meno tempo che si rimane fuori dopo che si è fatto un concorso, si è ottenuta un'idoneità e si potrebbe immediatamente operare per garantire la nostra sicurezza.
C'è il tema, poi, della Polizia penitenziaria. Ora, il tema della Polizia penitenziaria è un'urgenza nazionale, l'abbiamo ricordato anche in quest'Aula in questi giorni, l'abbiamo ricordato in quest'Aula ogni volta. Ricordiamo le parole del Presidente della Repubblica solo pochi giorni fa che, ancora una volta, ci hanno chiamato in campo.
Pensiamo che sicuramente sia importante garantire concretamente maggiori condizioni per favorire la possibilità di un crescente numero di profili femminili nell'ambito del lavoro nei nostri istituti penitenziari, ma, nel momento in cui si fa un provvedimento sull'ordinamento della Polizia penitenziaria, ci saremmo aspettati di ragionare anche sulla quantità delle risorse da destinare in più alla Polizia penitenziaria; anche su questo c'è la nostra critica nei confronti di un Governo che aumenta i reati, che aumenta drammaticamente le condizioni - soprattutto nelle carceri minorili - con riferimento al numero delle persone che sono chiamate a scontare una pena detentiva, ma che, con la stessa forza, non si prende cura dei bisogni della Polizia penitenziaria, che deve far fronte a questi cambiamenti. Non è solo una questione di sovraffollamento, è una questione di attività. Con il collega Ciani, con tutti i parlamentari noi costantemente visitiamo le nostre carceri, ci aspettavamo che questa potesse essere un'occasione in più per affrontare questo tema.
Sui Vigili del fuoco siamo d'accordo ad aprire una nuova delega, è un tema necessario. Da questo punto di vista, c'è da fare una riflessione che noi speriamo si possa fare all'interno della delega con tutto il tema della transizione energetica, della lotta ai cambiamenti climatici, delle emergenze di Protezione Civile. Capire come noi dotiamo di nuovi compiti, di nuove risorse e anche di personale necessario anche specializzato nelle nuove sfide che dobbiamo affrontare è un tema certamente decisivo che, quindi, meriterebbe di essere trattato in un provvedimento ad hoc.
Infine - ma è un tema così importante, quindi è giusto dedicargli un passaggio importante di questo intervento e del lavoro in Aula che ci attende da questa discussione generale ai prossimi passaggi - il Giorno del ricordo delle vittime del dovere. Ecco, da questo punto di vista, sicuramente è importante istituire nuove giornate, però il rischio che noi corriamo è di istituire nuove giornate senza prevedere che queste nuove giornate siano dotate di strumenti concreti per celebrare quel valore che devono avere queste giornate. Quando parliamo delle vittime del dovere parliamo di donne, parliamo di famiglie, parliamo di comunità, di vite che sono state strappate nell'esercizio del proprio dovere al servizio della collettività, al servizio della comunità e, proprio per questo, noi riteniamo assurdo che non sia stato ancora possibile nel passaggio al Senato - speriamo che alla Camera questo passaggio possa essere ulteriormente rafforzato - mettere in campo tutti quegli strumenti, che vanno dalle esenzioni fiscali per aiutare e sostenere coloro che hanno perso un proprio caro fino alle borse di studio per i figli delle vittime. Sono tutti provvedimenti che vanno garantiti, che vanno rafforzati, che vanno ampliati, perché non ci possiamo limitare a celebrare delle giornate se poi quelle giornate non diventano un effettivo momento concreto che dura 365 giorni l'anno con un impegno a favore delle vittime e a favore di tutte le persone e le famiglie che sono state colpite. Ecco, queste sono le ragioni per cui noi, tenendo fede alla bussola del nostro impegno, abbiamo orientato il nostro voto di astensione al Senato e sono le ragioni che hanno portato a intervenire oggi in quest'Aula, che ci hanno portato a intervenire nei lavori di Commissione e che ci porteranno ulteriormente, nei prossimi passaggi, a cercare di avere un'azione che tenga insieme quella che è la necessità di offrire strumenti concreti, non solo legislativi ma anche di risorse economiche per far sì che quel principio scolpito nell'articolo 52 della Costituzione possa, poi, vivere anche nelle nostre strade.
Un ultimo ringraziamento che mi sento di dovere da parlamentare romano è alle Forze dell'ordine che sono state impegnate nella giornata di ieri nella gestione di una situazione non semplice, l'apertura della sede di Forza Nuova a via Lucca, a pochi passi dall'Università la Sapienza, a pochi passi dalla sinagoga, dove è stata convocata da Forza Nuova un'adunata alle ore 18 con l'apertura di una sede con toni provocatori. È un'organizzazione che ha portato avanti eventi di violenza, e questo non lo dice il Partito Democratico, lo dicono le carte processuali; non da ultimo, l'evento che noi abbiamo visto drammaticamente svolgersi con l'attacco alla sede della CGIL, ma non solo, c'è un'ampissima letteratura nazionale di tali eventi.
Vedete, di fronte al rischio del pericolo sociale per la sicurezza della città di Roma, generato da quel tipo di provocazione, in una città medaglia d'oro per la Resistenza e per la guerra di liberazione, in un quartiere storicamente antifascista, nel cuore della città e nel cuore di una città dove l'antifascismo è ancora un valore molto radicato e profondo, in un momento anche che ci porta, stiamo entrando, abbiamo ricordato le Fosse Ardeatine, ricorderemo il 25 aprile, fra poco, ecco, quel tipo di provocazione ha visto una reazione delle forze civiche e sociali.
Voglio ringraziare l'Amministrazione capitolina, voglio ringraziare la Presidenza del Municipio, tutto il Municipio: c'è stata una bellissima manifestazione, ieri mattina, a piazza Bologna, c'è stata una reazione delle forze vive, civiche, sociali che hanno detto evitiamo veramente, fermiamo tutto questo, prima che ci possa essere un'azione di pericolo. Non c'è stata nemmeno una parola, fortemente sollecitata da parte nostra, da parte del Governo.
Come deputati, come senatori abbiamo presentato un'interrogazione e chiederemo, ancora una volta, al Ministro Piantedosi che cosa intende fare il Governo non solo per pretendere il rispetto della Costituzione, non solo per pretendere il rispetto di quei valori che dovrebbero essere condivisi - e purtroppo questo silenzio ci porta a pensare che così non è e sarebbe una sconfitta per tutte le istituzioni - ma anche nei confronti di quella sicurezza delle cittadine e dei cittadini che viene messa a repentaglio quando si permette di aprire, nel cuore della città di Roma, una sede di un'organizzazione che ha dimostrato sul campo di avere una grandissima pericolosità sociale, di agire attraverso strumenti, di seminare violenza, di fare cose che generano un pericolo non solo per gli antifascisti, ma per tutti i cittadini, per tutte le cittadine e per tutti i cittadini che vivono in quei quartieri e che vivono in quei territori.
Di fronte a tutto questo, lasciare le Forze dell'ordine - che voglio ancora ringraziare, perché ieri sono stati impegnati decine, centinaia di agenti, che hanno fatto con professionalità il loro lavoro e hanno garantito la sicurezza - e che non ci sia un Governo che crei le condizioni, che prevenga che si arrivi a determinati momenti e che scarichi sulle loro spalle la responsabilità di essere in prima linea per gestire queste situazioni, perché si decide colpevolmente di non fare nulla per impedirle, è una scelta grave ed è una scelta irresponsabile.
È per questa ragione che con lo stesso spirito con cui noi in termini costruttivi abbiamo portato le nostre critiche nei confronti di questo atto - nella speranza che possa essere migliorato il lavoro parlamentare e la richiesta di miglioramento che facciamo si traduce in una richiesta: servono più risorse, più personale, non bastano più interventi normativi, serve che questi interventi normativi siano dotati di tutte le risorse necessarie - così chiediamo anche al Governo nei confronti di quelle situazioni, com'è l'apertura costante di queste sedi di Forza Nuova che sono pericolose - e non sta avvenendo solo a Roma - e hanno dimostrato sul campo di essere pericolose perché hanno fatto una scelta di agire in un campo che non è quello del rispetto dei valori condivisi della Costituzione - di non continuare a tenere la testa sotto la sabbia. Non si può continuare a fare finta di niente, non si può fare finta di non accorgersene. Perché a pagarne il prezzo non sono solo i cittadini, a cui avevate promesso una maggiore sicurezza che non state garantendo, ma sono anche quelle forze dell'ordine che avremmo tutto il dovere di non mettere nelle condizioni di essere l'unico elemento che può limitare la violenza nelle nostre città.
Ci dovrebbe essere anche il ruolo delle istituzioni, anche il ruolo della politica. Certe cose le dovremmo fermare prima che accadano.