Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 23 Novembre, 2021
Nome: 
Diego Zardini

A.C. 3366

Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghi, il provvedimento che andiamo a votare oggi serve a rispondere a una situazione critica che si è venuta a creare in merito ai prezzi dell'energia elettrica e del gas nel nostro Paese, così come in Europa e in tutto il mondo. Alcuni analisti hanno definito questa fiammata di prezzi, che ha colpito energia e materie prime, come la tempesta perfetta. Questi aumenti oltre, che per la loro rilevanza, sono caratterizzati da una incredibile velocità: percentuali di aumento così elevate e in così poco tempo non si vedevano da oltre dieci anni. Questi incrementi stanno generando un aumento dell'inflazione, che, se per ora forse non supera i livelli di guardia, tuttavia fa nascere la preoccupazione che l'attuale livello possa ulteriormente crescere nei prossimi mesi. L'inflazione in conseguenza di questi aumenti di prezzi risulta essere, dal punto di vista sociale, una tassa iniqua, che va a deprimere il potere d'acquisto di lavoratori e famiglie e a mettere in crisi la competitività delle nostre imprese, in primis quelle energivore, e, in particolare, quelle, come le vetrerie storiche di Murano, per le quali, come PD, chiediamo una particolare attenzione del Governo.

Per comprendere le ragioni di questa fiammata, occorre fare un'analisi molto accurata. Solo individuare le cause dell'innesco e capire dove sia nato questo incendio può consentirci di adottare le giuste misure, utilizzando i mezzi per estinguere questa fiammata in maniera circoscritta, efficace ed efficiente. Questa fiammata rischia seriamente di compromettere la crescita economica che si stava sviluppando in questi mesi. Infatti, gli aumenti dei costi dell'energia, dei carburanti e di conseguenza delle materie prime, rischia di rendere inefficaci e insufficienti le ingenti risorse che l'Unione europea ha messo a disposizione nel nostro Paese con il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Per scovare dove si è prodotto l'innesco di questo incendio, noi pensiamo si debba cercare nell'improvvisa ripresa economica, successiva ai lockdown mirati a ridurre gli effetti pandemici. In particolare, Cina e Stati Uniti hanno avviato, almeno alcuni mesi prima dell'Unione europea, una fortissima ripresa che si è ripercossa sulla domanda, in particolare di petrolio, gas, carbone e molte materie prime, i cui stock durante la pandemia si erano profondamente ridotti anche a causa dei problemi legati alla logistica e agli stop alle produzioni in tutto il mondo. Insomma, un problema dal lato dell'offerta, insufficiente nel momento congiunturale e che ha esposto a tutte le difficoltà strutturali negli approvvigionamenti in tutto il mondo. Viene chiamato effetto spillover quello per cui le perturbazioni si ripercuotono da un mercato ad un altro, trasmettendosi dai costi del petrolio a quelli del gas, dai costi dei carburanti a quelli della produzione delle materie prime, che, unite alla scarsità derivante dagli stop produttivi per la pandemia, hanno generato una tensione, anche speculativa, che ha fatto schizzare in alto i prezzi.

Per esempio, il Brent è cresciuto del 148 per cento, di conseguenza le materie plastiche presenti in moltissime produzioni sono cresciute di oltre il 40 per cento, senza parlare dei costi dei noli delle navi e dei frequenti blocchi logistici. Queste tensioni si sono scaricate in una spasmodica ricerca di materie prime, che ha ulteriormente aumentato la domanda con ovvie perturbazioni sui prezzi.

Tutto questo che stava accadendo è stato messo in evidenza da molti atti parlamentari negli scorsi mesi, in particolare in Commissione attività produttive, in Commissione lavori pubblici, oltre che qui in Aula, con particolare riguardo alla mozione concernente iniziative tese a migliorare in modo strutturale i costi delle bollette per le imprese e i cittadini, proposta dalla maggioranza parlamentare.

Negli ultimi mesi il prezzo dell'energia elettrica ha raggiunto i massimi storici, fino a 200 euro a MWh, rispetto ad una media, nel 2020, quando il prezzo era pari a 38 euro a MWh, o rispetto al periodo gennaio-agosto, quando la media era di soli 77 euro a MWh. Proprio per queste ragioni, già nello scorso trimestre, il Governo aveva stanziato 1,2 miliardi di euro per calmierare i potenziali rincari e contenendoli significativamente. Per ottenere questo risultato erano stati utilizzati i proventi delle aste ETS per l'anidride carbonica: sicuramente questo intervento ha impedito il disastro sociale verso le famiglie, già duramente colpite dalle misure di protezione della pandemia.

La mozione, sulla scia di quanto ci indicava la Commissione europea, ovvero l'uso della “Toolbox”, che non implica la violazione delle norme sugli aiuti di Stato, impegnava il Governo a proseguire nell'uso equilibrato del maggior gettito derivante dalla vendita all'asta delle quote di CO2 per calmierare i prezzi. Avevamo chiesto l'introduzione, in questa fase emergenziale, nel primo provvedimento utile, di un meccanismo volto ad abbattere il costo delle bollette, sia operando sugli oneri di sistema, sia mediante la riduzione dell'imposta sul valore aggiunto, applicata oggi sul totale del costo finale di servizio, incluse le accise che già concorrono ad aumentare il prezzo finale. Avevamo anche chiesto di attuare celermente il superamento del modello di riscossione degli oneri di sistema, al fine di garantire una modalità di finanziamento degli stessi che fosse efficace, equo e socialmente sostenibile, Chiedevamo, inoltre, di adeguare l'importo dei bonus sociali, anche prevedendo sistemi di compensazione economica. Ed è per questa ragione che il Governo, con il decreto-legge n. 130 del 2021, ha affrontato di petto la questione, stanziando altri 3 miliardi e mezzo di euro.

Il decreto, nella sua prima parte, ha come obiettivo il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale, mentre, nella seconda parte, prevede l'abrogazione di una serie di norme. In particolare, gli articoli che vanno dall'1 al 3-ter conferiscono alla Cassa per i servizi energetici ed ambientali, anche per il quarto trimestre del 2021, l'importo di 1,2 miliardi di euro, a parziale compensazione degli oneri generali di sistema per tutte le utenze elettriche, di cui 700 milioni specificatamente destinati al sostegno delle misure di incentivazione delle rinnovabili e all'efficienza energetica; altri 500 milioni di euro saranno trasferiti il 15 dicembre di quest'anno. Il comma 2 dell'articolo 1 dispone che l'Autorità di regolazione per l'energia, le reti e l'ambiente provveda ad annullare, per il quarto trimestre, le aliquote relative agli oneri generali di sistema, applicate alle utenze domestiche e non domestiche in bassa tensione fino ai 16,5 kW, e per questa ragione sono trasferiti ulteriori 800 milioni di euro. Sempre per ridurre gli aumenti dei prezzi nel settore del gas, per il quarto trimestre del 2021, al comma 1 dell'articolo 2 si riduce l'aliquota applicabile alla somministrazione di gas metano per usi civili e industriali.

La seconda parte del decreto, invece, contiene norme di natura ordinamentale. In particolare, l'articolo 4 del comma 1 prevede l'abrogazione delle disposizioni elencate nell'allegato 1. Come dicevamo, questo decreto va a inserirsi nel solco del decreto-legge n. 73 del 2021 e si allaccia, come è stato anche ricordato dai colleghi, al lavoro che si sta facendo in Senato con la legge di bilancio, dove, all'articolo 158, si stanziano ulteriori 2 miliardi di euro, sempre per contenere futuri aumenti.

Sicuramente tutte queste azioni dovranno allacciarsi anche ad una riforma strutturale dei meccanismi con cui viene calcolata la tariffa dell'energia elettrica e del gas, sicuramente dovranno essere affiancate da idonee politiche energetiche e industriali, così come da una politica estera adeguata a questo scenario mondiale. Sarà bene lavorare per una diversificazione dei Paesi fornitori, aumentando gli stoccaggi del gas, anche in via volontaria, al fine di ridurre la ricattabilità dell'Unione europea.

Ultimo ma non ultimo, sullo sfondo rimane la carta della politica monetaria che deve essere maneggiata con grande cura oltre che, ovviamente, in coordinamento con tutti i Paesi dell'area euro per evitare che un eventuale aumento dei tassi di interesse, di cui si sta già parlando, possa raffreddare la crescita e il recupero del terreno che abbiamo perduto durante la pandemia.

Tutte queste valutazioni noi cercheremo di portarle sia nel lavoro parlamentare, in particolare nella discussione della legge di bilancio, sia in Consiglio dei Ministri con i nostri rappresentanti al Governo, e faremo in modo che il Governo sappia essere all'altezza di questa difficile sfida.

È per tutto questo, signor Presidente, che annuncio il voto favorevole del Partito Democratico su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).