Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 11 Aprile, 2022
Nome: 
Cecilia D'Elia

A.C. 3495-A

Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, sottosegretaria, in tutti gli interventi questa mattina è stato sottolineato come l'incremento esponenziale dei prezzi dei prodotti energetici incida profondamente nella vita di cittadini e metta in difficoltà le imprese. Sappiamo che questi aumenti hanno sia un carattere strutturale sia ragioni legate a dinamiche congiunturali che in un processo inflazionistico che era in atto si è venuta a instaurare ed è precipitata la crisi provocata dalla guerra in corso in Ucraina. Il decreto che discutiamo è stato pensato prima, è datato 1° marzo, solo una settimana dall'inizio dell'invasione. Nel frattempo la storia corre veloce: un dramma, l'invasione della Russia di Putin dell'Ucraina, che è anche stato una cesura, un evento che ha davvero cambiato tutto. Le conseguenze e le immagini terribili di crimini contro l'umanità sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo preso, come Europa, una posizione netta contro l'invasione; l'Europa, come non mai, ha risposto in modo unitario, con sanzioni senza precedenti e coordinate, schierandosi a fianco dell'Ucraina, senza ambiguità e aprendosi all'accoglienza di chi fugge dalla guerra come mai aveva fatto prima.

La guerra - lo sappiamo - non può che avere una soluzione politica e la politica deve riprendere centralità; devono tornare il dialogo, la pace e la forza del diritto, però, la stessa determinazione, per questo, è necessaria per arginare le conseguenze economiche e sociali di questo conflitto. Il Partito Democratico ha chiesto in questi giorni che si faccia di più a sostegno delle persone, delle famiglie e delle imprese, che si pensi a una vera e propria manovra di bilancio infra-annuale, mettendo in campo tutte le risorse necessarie per prorogare le misure che già sono state prese in questi mesi e che si prendono anche in questo decreto e per promuoverne di nuove a sostegno di famiglie, lavoratori, lavoratrici e imprese. Davvero, non sono giorni in cui possono prevalere posizionamenti strumentali ed elettoralistici. Nulla, davvero nulla, in questa fase, ha dell'ordinario e di fronte alle responsabilità di questo momento, alla crisi umanitaria e alle conseguenze economiche e sociali che può avere per noi, bisogna mettere davanti a tutto la capacità di intervenire per contenere i costi di questa crisi e per impedire le speculazioni sugli aumenti dei prezzi, anche dei prezzi di prima necessità. Lo abbiamo detto, come democratiche e democratici, l'abbiamo detto come Italia: servono scelte europee, il tetto al prezzo del gas a livello europeo, una maggiore integrazione, una maggiore integrazione sull'energia, sulla difesa, sulla politica estera, risposte davvero unitarie che diano forza all'Europa come attore internazionale.

E abbiamo ribadito - e questo c'entra con quello che stiamo discutendo oggi - che prendere la strada dell'autonomia dal gas russo non può significare mettere in discussione la transizione ecologica; al contrario, oggi, è il tempo nella crisi di saper fare un salto di qualità in questa direzione. Se il ricorso al gas è necessario, oggi, per limitare i costi dell'energia, non è compatibile nei prossimi decenni con gli obiettivi climatici fissati dal Green Deal. Vanno sostenute soprattutto le fonti verdi e rinnovabili che traineranno la transizione ecologica e il cui utilizzo deve essere rafforzato e incentivato. In questa cornice si pone la discussione di questo provvedimento, cosiddetto decreto Bollette, e in questo senso tutte le forze politiche in Commissione, lavorando insieme, hanno contribuito ad arricchire il testo in discussione, con emendamenti proposti e approvati; penso, in particolare, a quelli proposti dal Partito Democratico che consentiranno di accelerare la realizzazione di impianti di energia rinnovabile e, nello stesso tempo, di aumentare la nostra indipendenza energetica.

Il provvedimento è finalizzato - lo avete ricordato tutti - principalmente a fronteggiare l'aumento dei prezzi delle materie prime energetiche che ha determinato un aumento dei costi delle bollette e a misure urgenti per il contenimento dell'aumento dei prezzi del settore elettrico e del gas e misure strutturali in materia energetica che rispondono, invece, a una logica più di medio e lungo periodo. Le risorse disponibili in questa legge che ci accingiamo ad approvare ammontano a quasi 8 miliardi, di cui circa 5 e mezzo destinati a far fronte al caro energia e la restante parte a sostenere filiere produttive importanti del nostro Paese. Ingenti risorse sono state stanziate ed erogate per l'azzeramento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione, con potenza disponibile fino a 16,5 chilowattora, nonché alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 chilowattora, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico.

Sempre in tema di costi energetici si riconosce alle imprese a forte consumo di energia elettrica, le cosiddette energivore, che hanno subito un significativo incremento del relativo costo, un contributo straordinario sotto forma di credito d'imposta pari al 20 per cento delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel secondo trimestre 2022, e alle imprese a forte consumo di gas che hanno subito un significativo incremento del relativo costo un contributo straordinario sotto forma di credito d'imposta pari al 15 per cento della spesa sostenuta per l'acquisto del medesimo gas consumato nel primo trimestre dell'anno 2022 per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici. Su questo tema il lavoro in Commissione ha prodotto un miglioramento nell'indirizzare questa misura verso quei settori e quelle piccole e medie imprese a ciclo termico per le quali il gas riveste una posizione preminente nei consumi e che non hanno avuto accesso alle misure sulla riduzione dei costi dell'energia elettrica già menzionate prima e recentemente prorogate, introducendo nel testo un criterio di priorità a favore di imprese con prevalente consumo di gas.

L'intenso lavoro in Commissione ha consentito, tra l'altro, di modificare le misure per compensare gli effetti dell'incremento dei prezzi dei prodotti energetici anche in altri settori, come il settore dell'autotrasporto; di modificare le misure sullo sport, integrando i contributi a fondo perduto in favore delle associazioni e società sportive dilettantistiche maggiormente colpite dagli aumenti dei prezzi nel settore elettrico, con la proroga, anche questa frutto di un emendamento del PD, della sospensione dei versamenti a sostegno dei settori dello sport; si tratta di un intervento a sostegno di un mondo che ha fortemente subito e patito le crisi negli anni di pandemia. Ricordo, ancora, l'importanza del tema inerente al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale, con l'obiettivo di assicurare prezzi ragionevoli ai clienti finali e contestualmente la riduzione delle emissioni di gas climalteranti e l'istituzione, nello stato di previsione del MITE, del Fondo per la decarbonizzazione e per la riconversione verde delle raffinerie ricadenti nei SIN, con la finalità di supportare la promozione dei biocarburanti sostenibili utilizzati in purezza, anche attraverso la riconversione delle raffinerie tradizionali ricadenti all'interno di siti di bonifica di interesse nazionale per la produzione di biocarburanti da utilizzare in purezza.

Sempre in tema di energia e di misure strutturali, voglio puntare l'attenzione sulla parte che riguarda la transizione energetica verso il graduale abbandono delle fonti fossili, che - lo abbiamo detto - ultimamente è diventata di rilevanza strategica e che è stata oggetto di interventi che il gruppo del Partito Democratico ha posto in essere attraverso una serie di emendamenti, già qui sottolineati nei loro interventi dall'onorevole Morassut e dall'onorevole Pellicani, che hanno contribuito a dare una forte spinta alle rinnovabili.

Rafforzare, accelerare e incentivare la realizzazione di impianti di fonti rinnovabili è ormai un imprescindibile necessità, sia dal punto di vista climatico, sia da quello economico, e in questo provvedimento facciamo importanti passi in avanti in questa direzione, con elementi di semplificazione per individuare le aree ritenute immediatamente idonee: per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili, con la riduzione dei tempi di autorizzazione per accelerare la transizione verde e quindi la realizzazione di nuovi impianti; per il potenziamento, il rifacimento e l'integrale ricostruzione degli impianti fotovoltaici esistenti e delle opere connesse; per l'installazione di impianti solari, fotovoltaici e termici sugli edifici o altre strutture in regime di edilizia libera, anche nelle zone A e nei centri storici, come è stato ricordato; per favorire la generazione distribuita di energia pulita, salvaguardando comunque le aree di effettivo pregio architettonico e paesaggistico.

E poi gli interventi che abbiamo fatto per sbloccare gli investimenti nelle fonti rinnovabili: accanto a questi sono state apportate semplificazioni autorizzative per consentire la costruzione, l'esercizio e il rinnovamento degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, in particolare il repowering dell'eolico e il pompaggio idroelettrico, la maggiore diffusione dei sistemi agro-fotovoltaici, su questo è intervenuto già l'onorevole Morassut, anche questi senza consumo di suolo agricolo, cancellando il diritto all'accesso agli incentivi per il fotovoltaico a terra in aree agricole e rimuovendo i vincoli eccessivamente restrittivi per lo sviluppo dell'agrivoltaico compatibile con l'attività agricola, coerentemente con l'obiettivo di salvaguardare il suolo libero per il suo valore ambientale e per l'importanza che, soprattutto in questa fase, assume per la produzione agroalimentare favorire lo sviluppo del fotovoltaico flottante.

Si tratta di misure che vanno nella direzione che ho detto e che, grazie al lavoro di ascolto effettuato in Commissione durante le numerose audizioni, hanno potuto essere integrate, attraverso un'attività emendativa che ha riguardato anche altri settori. Siamo riusciti a innovare, in particolare, il sistema del mercato elettrico e creare meccanismi che possono favorire la penetrazione delle energie rinnovabili, riversando però sui consumatori i vantaggi dei costi di produzione più contenuti, attraverso una norma, qui davvero strutturale, che ridefinisce il mercato elettrico, permettendo l'acquisizione di energia elettrica da fonte rinnovabile con contratti di medio e lungo termine da parte del sistema GSE.

L'acquisto a prezzi coerenti con i costi di generazione per la singola tecnologia e i suoi profili di fornitura consente, poi, di vendere tale energia al sistema delle imprese con prezzi congruenti con quelli di acquisto, in via prioritaria, in particolare a grandi aziende piccole e medie imprese e clienti nelle isole maggiori. In questo modo, il vantaggio competitivo attuale delle energie rinnovabili, staccato dal meccanismo del cosiddetto prezzo marginale, permetterà di aiutare le imprese e il lavoro italiano a resistere alla crisi. Anche qui il MITE, con decreto, stabilirà le modalità per attivare questa importante azione.

Sempre in tema di transizione energetica, abbiamo affrontato anche la tematica relativa alla convocazione di una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio per l'aggiornamento e la ridefinizione degli obiettivi e la trasformazione in accordo di programma degli impegni istituzionali ed economici contenuti nel Protocollo d'intesa, firmato nel 2011, e non ancora portati a termine per l'area industriale di Porto Torres. Parliamo della riconversione della cosiddetta chimica verde ed abbiamo istituito, con un emendamento del Partito Democratico, che è già stato ricordato, sostenuto a larga maggioranza, l'istituzione della Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili: indicazione forte di quanto noi riteniamo importante per queste tematiche la promozione di una cultura diffusa, che sostenga la transizione e che modifichi gli stili di vita delle persone.

E poi, per le politiche industriali, le norme per il settore automotive, con un fondo con una dotazione di 700 milioni di euro per l'anno 2022 e di 1 miliardo di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030, volto a favorire la ricerca di investimenti nella filiera del settore, finalizzati all'insediamento, alla riconversione e riqualificazione verso forme produttive innovative e sostenibili, in linea con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni nocive per l'ambiente e di sviluppo digitale, nonché il riconoscimento di incentivi all'acquisto di veicoli non inquinanti e per favorire il recupero e riciclaggio dei materiali. Finalmente risorse ingenti e strutturali per un settore strategico, su cui il Parlamento ha recentemente approvato un forte atto di indirizzo.

Bene anche l'istituzione del fondo, nello stato di previsione del Ministero per lo Sviluppo economico, con una dotazione di 150 milioni di euro per il 2022 e di 500 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030, al fine di promuovere la ricerca e lo sviluppo delle tecnologie dei microprocessori e l'investimento in nuove applicazioni industriali di tecnologie innovative, anche tramite la riconversione di siti industriali esistenti e l'insediamento di nuovi stabilimenti nel territorio nazionale, oltre a una norma correttiva della disciplina del Fondo nuove competenze, che consente l'ampliamento del novero dei datori di lavoro che possono accedere alle risorse del fondo, includendovi coloro che hanno sottoscritto accordi di sviluppo per progetti di investimento strategico dai quali emerga un fabbisogno di adeguamento strutturale delle competenze delle lavoratrici e dei lavoratori; ovvero si è ricorsi al Fondo per il sostegno alla transizione industriale e all'incremento del Fondo per l'adeguamento dei prezzi dei materiali nei contratti pubblici.

Inoltre, si interviene: sull'erogazione di contributi a regioni ed enti locali, con stanziamenti a favore delle regioni, soprattutto per le maggiori spese relative alla crisi pandemica, e ai comuni che stanno affrontando l'aumento dei costi per l'illuminazione; sulla rigenerazione urbana e in materia di sanità, giustizia e organizzazione della pubblica amministrazione. Su altri fronti, in questo decreto, ci sono interventi urgenti in settori differenti, che voglio sottolineare velocissimamente. Sono singoli risultati di cui siamo soddisfatti, come: la riassegnazione di risorse in favore dell'emittenza locale, conseguita grazie a un nostro emendamento, che incrementa il Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione; le disposizioni finanziarie necessarie per il settore della sanità, nel caso in cui per l'esercizio 2021 non possa essere rispettato l'equilibrio economico solo a causa di maggiori spese sostenute per l'emergenza da COVID-19; o i Fondi per le cooperative di abitazione; o le norme che riguardano la comunicazione, relative a bandi e avvisi finalizzati con risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, per le quali siamo riusciti a prevedere la pubblicazione anticipata degli elementi essenziali da parte dei comuni; e ultima, ma non per importanza, l'esenzione dal pagamento dell'imposta di bollo sui contratti di affitto a uso gratuito per chi affitta un'abitazione ai profughi provenienti dall'Ucraina, con l'auspicio davvero di estendere prossimamente tale misura a tutti i profughi di guerra, di qualsiasi provenienza.

Nel ringraziare le presidenti di Commissione, i relatori e il Governo, auspico che il lavoro fatto in questi giorni e che ci accingiamo ad approvare, sia ulteriormente valorizzato con le misure sull'energia presenti nel decreto-legge in discussione al Senato, che rafforzano quelle già adottate in questo decreto, e che si continui su questa politica di sostegno. Lo abbiamo detto, siamo in una fase straordinaria e non possiamo non intervenire affinché le politiche per ridurre l'impatto degli aumenti e per sostenere i risparmi nei consumi, e le scelte che, come comunità nazionale, dovremo fare insieme all'Europa, siano declinate nel segno dell'equità e della sostenibilità ambientale e sociale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).