Dichiarazione di voto finale
Data: 
Giovedì, 20 Gennaio, 2022
Nome: 
Elena Carnevali

A.C. 3442

Grazie, signor Presidente, sottosegretario Costa, colleghe e colleghi. Io penso che sono due i rilievi che possiamo evidenziare in questa dichiarazione di voto. Il primo riguarda la tardività dell'esame al Senato, dovuto alla cosiddetta dialettica e ad altri fattori, che ha portato questo decreto, che è stato adottato il 26 novembre, all'esame dell'Aula di fatto in condizioni di scadenza. Il secondo è che, come per altri, abbiamo fatto ricorso alla fiducia - quindi vi è stata una lettura monocamerale -, che limita la possibilità e il contributo di questo ramo del Parlamento. Per il Partito Democratico i rilievi finiscono qui. Con questo provvedimento, si estende l'obbligo vaccinale al personale scolastico, al sistema di istruzione, alle scuole non paritarie, ai servizi per l'infanzia, ai centri provinciali dell'istruzione, insomma a tutto il sistema scolastico, oltre al personale della difesa, del soccorso pubblico ed alle polizie locali. Credo che facciamo finta di non capire quale sia la ratio di questa scelta perché, ad estendere l'obbligo - non a sorteggio come abbiamo sentito ieri dai banchi dell'opposizione -, è stata una decisione che risponde ad un principio di gradualità, estendendolo soprattutto a coloro che, per condizioni di lavoro, vivono in un contesto, come per esempio quello della scuola, dove è più facile essere esposti al rischio di infezione perché è noto come la popolazione giovanile sia più facilmente vettore del virus, quindi occorre proteggerla dal rischio. Ribadisco il concetto di “rischio” perché anche a questo proposito vi è un'ambiguità, una fake, alla quale dobbiamo dire basta in questo luogo e in questa istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché le vaccinazioni proteggono dal rischio, non dall'impossibilità: vale per tutti i vaccini, ma questo non significa che noi non dobbiamo continuare a promuovere - in qualche modo incentivando anche il ricorso alle altre scelte che abbiamo fatto - la possibilità di avere una maggiore protezione della popolazione italiana.

Lo stesso principio è stato applicato anche con riguardo all'obbligatorietà del booster per i sanitari: anche qui la logica è scientifica, non politica perché, se sono stati i primi ad essere vaccinati, è chiaro che sono quindi più prossimi ad una riduzione della loro carica di protezione. Quindi il principio è sempre lo stesso: proteggere se stessi e proteggere gli altri, salute individuale ed interesse collettivo, come previsto dall'articolo 32 della nostra Costituzione. Da ultimo, questo decreto, in sintesi, estende anche il green pass ad altri luoghi dedicati allo sport, piuttosto che ai mezzi di trasporto locale, e riduce il termine di validità del green pass a 9 mesi, termine già superato dai prossimi decreti, che prevedono un'ulteriore riduzione da 9 a 6 mesi. Si può dissentire sulle scelte di precauzioni adottate dal Governo, vi può anche essere un dibattito duro - come sentiamo in quest'Aula - ma io credo che non si possa arrivare, come abbiamo sentito anche ieri, quasi all'ingiuria in quest'Aula - perché questo è accaduto ieri - o ad alimentare le false informazioni. Vedete, quello che è successo e che è stato ricordato qui prima, ossia l'impossibilità di una donna di curarsi e l'esito fatale non è ammissibile. Noi dobbiamo ricordare che in Italia non c'è distinzione di razza o di censo - tutti vengono curati e nelle nostre rianimazioni vi sono le persone che hanno deciso di non vaccinarsi, quindi non ci sono limiti all'accesso -: ci penseranno gli ispettori e l'autorità giudiziaria ad accertare che cosa è accaduto perché, per noi, ogni perdita di vita umana è inaccettabile, ogni volta che non rendiamo possibile l'accesso ad una visita, a uno screening, ad un intervento, per noi è una sconfitta che pesa sulle nostre spalle. In quest'Aula, troppe volte, si è declinato l'invito del Presidente Mattarella a riconoscersi nell'unità del dovere civico e morale e lo ringrazio qui, a nome del Partito Democratico, perché, tra i tanti pregi di questo settennato, vi è stato quello di essere tra i migliori testimonial (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), nonché vigoroso alleato della scienza e di non aver mai lasciato soli noi, né la Repubblica, nei momenti più difficili e più ardui. Cerco di essere molto breve e vado alle conclusioni. Io penso che siamo di fronte alla quarta ondata, che, per fortuna vede nel complesso meno vittime e anche meno ricoveri, anche se c'è sempre un problema di saturazione naturalmente sulle spalle dei nostri operatori sanitari e, ancora una volta, stiamo rendendo difficile la possibilità di accesso a tutti. Guardate, noi siamo ancora nelle condizioni di crescere economicamente e, se questo è possibile, è grazie alle scelte che sono state fatte fin qui. Ancora due precauzioni per l'uso. La prima: attenzione a banalizzare questa ondata, come se fosse un'infezione o un'influenza, può esserlo per alcuni, ma non lo è per tutti. Attenzione a dare dei messaggi! Evitiamo il catastrofismo, ma anche la banalizzazione! Condurre la nave Paese fuori da questo porto e trovare un porto sicuro per arrivare a questo approdo per garantire il diritto alla salute per tutti, portare a termine le riforme necessarie, utilizzare le risorse straordinarie, tornare a crescere, a produrre, creare posti di lavoro, sostenere i cittadini più a rischio di povertà per la perdita di reddito, proseguire nell'educazione e nella formazione, realizzare le infrastrutture necessarie e sostenere le imprese che creano lavoro è un capitolo che abbiamo iniziato, solo iniziato a scrivere. Rubo gli ultimi due minuti perché mi ha colpito - e voglio dirlo qui - l'appello che la FNOPI ha fatto pochi giorni fa a tutti noi, rappresentanti delle istituzioni.

Li abbiamo chiamati eroi, li abbiamo sostenuti, ringraziati, l'abbiamo fatto tante volte in quest'Aula, ma non c'è ancora quel riconoscimento che chiedono da tempo per quanto riguarda i loro processi di formazione, l'impossibilità di avere una carriera ben più valorizzata nel Servizio sanitario nazionale. E, poi, diciamolo, siamo tra il Paese che li paga e li remunera di meno: 1.400 euro, 1.500 euro a infermieri e a personale del comparto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), lo stesso vale per i medici, siamo il Paese che meno paga quelli che, qui, abbiamo definito eroi e che io definisco la spina dorsale del Servizio sanitario nazionale.

Concludo, dicendo che infragilire la credibilità delle istituzioni in questo duro compito che ancora abbiamo davanti credo che sia un errore gigantesco, al quale il Partito Democratico non parteciperà mai ed è per questa ragione che annuncio il voto favorevole del Partito Demo