Dichiarazione di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Martedì, 8 Giugno, 2021
Nome: 
Emanuele Fiano

A.C. 3045-A

La ringrazio, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, il decreto-legge n. 52, che ci apprestiamo a convertire con questo voto di fiducia, si pone in un rapporto di successione e di assoluta consequenzialità rispetto a molti DPCM precedenti e ad una serie di decreti-legge che hanno imposto misure restrittive alle persone, alle attività economiche e alle attività sociali ed educative del nostro Paese. Ricordo innanzitutto a me stesso che il quadro degli interventi che abbiamo stabilito nel corso di questa pandemia per fronteggiare l'emergenza sanitaria è stato definito, in primo luogo, da un insieme di decreti che hanno stabilito la cornice ordinamentale delle misure che abbiamo adottato, in particolare i decreti-legge n. 19 e n. 33 del 2020, oltre ad altri DPCM che hanno attuato - e per una fase in maniera prevalente - le disposizioni di provvedimenti di urgenza, modulandole in relazione all'andamento epidemiologico. Vale qui la pena di ricordare, mentre operiamo con un voto di fiducia per convertire il decreto, che quella dell'abbandono dei DPCM, come strumento principale per la regolazione di questi interventi, è stata una scelta politica prioritaria, in particolare dovuta al Partito Democratico e al lavoro dell'onorevole, professor Ceccanti e siamo quindi di nuovo, oggi, di fronte alla conversione di un decreto-legge, che ha permesso di consentire al Parlamento di continuare ad avere un ruolo centrale per tornare progressivamente alla normalità del procedimento legislativo. Con questo decreto, lo stato di emergenza viene prorogato al 31 luglio, con una scansione delle aperture che consente - come abbiamo fatto fino ad adesso - di continuare a contrastare l'evolversi della pandemia e che permette contemporaneamente la ripresa concreta e significativa delle attività economiche, sociali e culturali. Dunque, questa nuova conversione del decreto si inserisce in una strategia di rilancio del Paese che non poteva che, da un lato, attuare tutte le norme di sicurezza per rispondere alla crisi sanitaria e, dall'altra, intervenire in maniera concreta, non solo per la ripresa delle attività economiche, ma anche per il loro rilancio. Stiamo tutti vedendo il successo di un rallentamento dei contagi, dovuto al successo della campagna vaccinale e alle norme che abbiamo sin qui stabilito e dunque la possibilità di un calendario di riapertura delle attività e un continuo allentamento della limitazione negli spostamenti. La quantità di significative e utili modificazioni introdotte nella discussione parlamentare dimostra la validità del percorso che abbiamo seguito, al di là del fatto - e della soddisfazione per questo - che finalmente, dal 21 giugno prossimo, saranno tolti nelle “zone bianche” i limiti di orario agli spostamenti. Giacché appunto rivendico il ruolo parlamentare del metodo scelto, vado ad elencare alcune delle modifiche introdotte. Ricordo, per esempio, la nuova disciplina degli accessi alle strutture sanitarie e sociosanitarie, il protocollo per le relazioni con i familiari dei pazienti affetti da COVID, l'articolo 2-quater, che riguarda le uscite temporanee degli ospiti dalle strutture residenziali, e ne so qualcosa. Ricordo, per esempio, all'interno delle attività dei servizi educativi, l'introduzione dell'articolo sui corsi di formazione. In Parlamento, cioè in Commissione, si è anche intervenuto sugli orari relativi al funzionamento dei servizi di ristorazione, che - come è noto - stanno per fortuna attuando una progressiva e completa riapertura al pubblico e anche qui in Parlamento si è modificato il testo. Si è altresì lavorato sull'articolo 5-bis cioè sull'apertura al pubblico di musei e istituti di cultura, in questo caso per esempio limitando la necessità di prenotazione preventiva relativamente ai giorni festivi e al sabato. Si è lavorato anche per le “zone gialle” per la riapertura delle attività sportive, dal 1° giugno all'aperto e poi anche al chiuso e delle attività dei centri benessere. Vorrei ricordare anche - ma questo non riguarda l'attività parlamentare, ma il testo che ci è pervenuto dal Governo - l'articolo 9, che disciplina l'istituto delle certificazioni cosiddette verdi, introdotte con questo DL. Questa certificazione attesterà la sussistenza di una delle seguenti fattispecie: l'effettuazione fatta della vaccinazione anti-COVID, o la guarigione dalla malattia, oppure l'effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo.

Questa certificazione permetterà, per esempio, agli accompagnatori di pazienti affetti da COVID di permanere nelle sale d'attesa dei dipartimenti di emergenza o di accettazione dei pronto soccorso, permetterà l'uscita temporanea da alcune strutture residenziali, sarà utile nelle specifiche forme di spettacoli come eventi sportivi e fiere, per la possibilità di partecipazione alle feste conseguenti alle cerimonie civili e religiose, per la possibilità di accesso come visitatore ad alcune strutture di ricovero o di assistenza. Il comma 10-bis, inserito in Parlamento, specifica che questi certificati avranno valore esclusivamente per i fini elencati. Vorrei ancora ricordare il lavoro parlamentare che ha introdotto l'articolo 11-bis, che proroga il lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni e l'11-ter, che proroga la validità dei documenti di riconoscimento e di identità, così come è molto importante l'11-quater, introdotto in sede referente, che reca proroghe riguardanti adempimenti contabili degli enti territoriali e di organismi pubblici, che proroga il termine di approvazione dei documenti contabili da parte delle regioni, così come anche il termine di presentazione dei bilanci di enti del settore sanitario o la certificazione dei termini per il rispetto del vincolo di pareggio di bilancio delle regioni a Statuto ordinario. Ricordo anche l'articolo 11-quinquies che, introdotto in Parlamento, dispone in materia di poteri speciali del Governo il cosiddetto golden power nel settore di rilevanza strategica, estendendo al 31 dicembre di quest'anno l'ambito di applicazione di quella procedura. Dunque, emerge, in conclusione, un quadro di necessità ed urgenza delle norme che approviamo, che sono qui contenute, ed emerge un quadro molto significativo dell'attività parlamentare, utilizzato in senso positivo per arricchire il testo, migliorarlo e specificarlo, anche rispondendo alle domande che ci vengono dal Paese e poi, al di là dell'attività parlamentare o dell'attività di Governo, emerge un tassello ulteriore dello sforzo che questo Paese e i suoi Governi e questo Parlamento hanno fatto per fronteggiare la più terribile crisi che ci sia capitato di affrontare dal dopoguerra ad oggi, così come tutti sappiamo, crisi sanitaria e sociale. E l'abbiamo fatto in questi mesi con un clima complicato e difficile, addirittura per la stessa presenza fisica, per l'attività materiale del Parlamento e lo facciamo oggi con un Governo che comprende la grande maggioranza delle forze politiche del Paese, una maggioranza per forza di cose eterogenea, che sostiene il Governo Draghi non già sulla base di una condivisione ideologica delle proprie convinzioni generali, ma che ha individuato nell'agenda del Governo Draghi per la riapertura e la ripresa del Paese - questo è sicuramente, perlomeno per il Partito Democratico - complessivamente l'agenda necessaria e fondamentale per noi per uscire dalla crisi del Paese. Lo abbiamo fatto attraverso norme complesse - lo dico ai colleghi di Fratelli d'Italia e, per il suo tramite, alla collega Ferro, che ho sentito prima rivendicare ancora una battaglia contro la restrizione di libertà -, norme molto spesso difficili da digerire o da accettare da parte della popolazione, perché restrittive della propria libertà personale, ma che hanno dimostrato e che dimostrano proprio in questa settimana la loro efficacia e la loro giustificazione, anche in confronto ai risultati di Paesi con noi confinanti o alleati. Si tratta di restrizioni della libertà personale, signor Presidente, che nulla hanno a che fare con un oltraggio alla libertà e alla democrazia, che forse difendiamo da quando siamo nati, ma che anzi hanno permesso di mantenere sana la democrazia, contemperando - perché questa è l'attitudine che ci hanno trasmesso i maestri rispetto ai principi fondamentali della Carta - insieme alcuni dei principi fondamentali della nostra Costituzione, princìpi fondamentali che contengono sia la salute, che la libertà di impresa o la libertà di movimento, pur nelle inevitabili difficoltà. Giacché, se avessimo fatto prevalere soltanto uno dei principi istitutivi della prima parte della Carta costituzionale, noi avremmo commesso un grave errore, mettendo in pericolo gli altri principi; noi invece abbiamo agito per sostenerli tutti insieme. Chi oggi sostiene che si è calpestata la libertà - personale o generale - in questo Paese dovrebbe pensare che cosa sarebbe successo della nostra libertà se non avessimo difeso contemporaneamente la salute del Paese. E, mi consenta, Presidente, in ultimo - anche se sarà fatta in altro giorno la commemorazione dalla nostra Carla, di Guglielmo Epifani -, visto che parlo di princìpi fondamentali della Costituzione, di dire che noi siamo stati capaci, questo Paese è stato capace in questi mesi difficili di tenere insieme diritti e doveri.

Ciò senza far prevalere interessi di parte. Coloro che oggi criticano ancora, come se l'azione dei Governi che si sono succeduti avesse lavorato per calpestare qualche diritto, pensino a cosa siamo riusciti a difendere in questo Paese, certamente con difficoltà e con misure migliorabili, di fronte alla più grave crisi attraversata dalla democrazia italiana e come possiamo uscirne adesso, insieme.

Anche per questo oggi, ovviamente, il gruppo del Partito Democratico conferma la propria fiducia al Governo.