Relatore per la VI Commissione
Data: 
Lunedì, 25 Maggio, 2020
Nome: 
Gian Mario Fragomeli

A.C. 2461-A

Grazie Presidente, oggi iniziamo la discussione generale su un provvedimento molto importante, il cosiddetto “decreto Liquidità”. Viene da un periodo molto intenso anche di audizioni che abbiamo fatto nelle scorse settimane. Sono passati più di quaranta giorni dall'emanazione del decreto, proprio perché volevamo inaugurare anche un forte ascolto del Paese rispetto ai temi che questo decreto affronta. È innegabile anche il fatto che l'Italia, essendo il primo Paese colpito a livello europeo dalla pandemia, ha iniziato a lavorare a questo decreto e non ha potuto tener conto di un panorama normativo definito a livello europeo, il cosiddetto Temporary Framework Agreement, il TFA, e ciò, quindi, ha provocato sicuramente una serie di problematiche rispetto all'inizio, nella stesura di alcune norme all'interno di questo decreto. È molto difficile, quando si parte prima ma non si conosce perfettamente il tragitto da raggiungere, riuscire ad arrivarci, se non con delle complicazioni. Molto spesso, in questi giorni, abbiamo assistito a comparazioni rispetto ad altri Paesi europei. Noi siamo partiti prima di questo quadro europeo e siamo intervenuti a difesa del nostro sistema delle imprese. Nel concreto, la discussione parlamentare è stata molto florida, vivace, abbiamo avuto discussioni su tutti gli articoli e siamo riusciti anche, dal nostro punto di vista, ad ampliare la matrice di questo decreto, gli interventi su questo decreto.

Parto subito dal primo articolo, un articolo fondamentale riferito ai finanziamenti che la SACE, una società fondamentale nel panorama di Cassa depositi e prestiti, ha assunto come impegno rispetto alle imprese medio-grandi del sistema produttivo italiano. E qui siamo intervenuti a più riprese, seguendo però un intervento in modo organico, che ci ha permesso anche di definire delle regole e un inquadramento condiviso. Penso, in particolare, al fatto che abbiamo definito che i finanziamenti devono andare a imprese che decidono di investire e continuare a investire in Italia. Una serie di emendamenti, infatti, hanno superato la possibilità, escluso che società, che sono residenti nei cosiddetti paradisi fiscali, potessero ottenere questi finanziamenti. Siamo intervenuti per fare in modo che le finalità di spesa, quindi la possibilità di utilizzare questi finanziamenti si ampliasse e questo è stato un altro lavoro che ci siamo dati anche rispetto ai finanziamenti SACE. Abbiamo scritto in modo molto netto e chiaro che le aziende che decidono di aderire a questi finanziamenti devono impegnarsi - un altro tema fondamentale - a non delocalizzare fuori dall'Italia. Questo decreto ha avuto due linee guida. La prima, è dare risorse e liquidità alle imprese; il resto è sostenere e rendere sostenibile il dato occupazionale italiano. Troveremo spesso, in questo decreto, accenni, anche negli emendamenti, che consentano di prendere in giusta considerazione il tema della non delocalizzazione e, quindi, del mantenimento del dato occupazionale.

Abbiamo lavorato molto anche sulla possibilità che queste imprese abbiano dei nuovi strumenti da utilizzare, non da ultimo una maggiore libertà nella contrattazione con la banca; penso innanzitutto al tema del pre-ammortamento, quindi alla possibilità di arrivare fino a 36 mesi. Abbiamo cercato di dare una risposta il più diversificata possibile al sistema delle imprese: all'articolo 1, che riguarda i finanziamenti principalmente alle medie o grandi imprese, ad opera di SACE, segue, poi, l'articolo 13 del Mediocredito centrale, che riguarda, invece, i finanziamenti alle PMI e alle piccolissime imprese. Abbiamo fatto, da questo punto di vista, un lavoro molto accurato. Io, nella relazione iniziale a questo decreto, dicevo appunto che dobbiamo diventare gli artigiani della norma, nel senso stretto del termine: lavorare sulla qualità del prodotto normativo, ma ancor più pensare a una forte diversificazione delle norme, che rispondesse alle diverse esigenze del nostro sistema produttivo. Abbiamo lavorato sull'articolo 2 e qui, anche con emendamenti dei relatori, abbiamo fatto in modo che la grande mission, il grande ruolo che ha SACE, di favorire l'internazionalizzazione del settore produttivo, si allargasse; abbiamo, infatti, promosso, insieme a tutti i gruppi parlamentari, l'aumento della strategicità dei settori che devono essere favoriti da SACE: penso alla filiera agricola nazionale, penso al turismo, al tessile, alla moda, al made in Italy, allo sport, all'arte. Quindi, abbiamo ampliato di molto quello che deve essere il lavoro che SACE dovrà compiere in questa fase particolarmente critica del rilancio del nostro sistema produttivo.

Con SACE abbiamo, nel secondo articolo, che molto spesso non viene annoverato tra quelli di maggior interesse, un impegno forte di garanzie per 200 miliardi, quindi un elemento fondamentale di rilancio dell'internazionalizzazione del sistema produttivo italiano. Abbiamo discusso molto su questioni importanti legate al sistema delle imprese, che non sono solo di natura meramente economica, ma anche di natura giuridica, di natura di princìpi contabili, perché in questo decreto lo Stato assume una maggiore responsabilizzazione, non lascia o ha l'ambizione di non lasciare gli imprenditori da soli. Difatti, all'articolo 6 abbiamo operato una grande modifica in tema di perdita del capitale sociale per fare in modo che questo anno non sia un anno distruttivo per il nostro sistema delle imprese, per fare in modo che le perdite di quest'anno possano essere ammortizzate in modo pluriennale, per fare in modo che l'anno prossimo non ci siano tantissime imprese che, con le loro perdite, dovranno ricapitalizzarsi senza avere le risorse, oppure dovranno affrontare un grande rientro da parte del loro sistema aziendale.

Da questo punto di vista abbiamo lavorato per ammortizzare in modo pluriennale le perdite, in modo strettamente connesso a quello che è il rientro del credito avuto dalle banche, quindi per 6 o 10 anni. È un lavoro che dà una risposta importante al sistema delle imprese che affrontano un anno nero, quello del 2020, ma che non devono affrontare un altrettanto anno nero nel 2021. Abbiamo lavorato su temi importanti; penso alle sospensioni dei termini di scadenza dei titoli di credito. Anche questa è una questione importante, perché i protesti, che possono avvenire a breve, rischiano veramente di mettere in crisi il sistema dei pagamenti. Anche qui abbiamo operato un rinvio al 31 di agosto, rispetto all'attuale del 30 di aprile, per dare fiato ai pagamenti e per fare in modo che molti operatori non fossero colpiti e non siano colpiti dall'essere protestati e, conseguente, difficoltà di avere accesso poi al credito, perché sappiamo tutti cosa vuol dire una segnalazione per protesto. Abbiamo lavorato in modo molto puntuale sul fondo Gasparrini; un fondo che nasce storicamente per la sospensione dei mutui prima casa per i lavoratori dipendenti e che già nel testo iniziale prevedeva un ampliamento, ma con il lavoro in fase referente ci siamo impegnati a definire meglio i soggetti che possono sospendere il loro mutuo sulla prima casa.

In particolare, abbiamo chiarito l'estensione agli artigiani e alle imprese individuali, ma abbiamo fatto anche di più, abbiamo esteso a quelle persone più fragili, che molto spesso acquistano una casa, un'abitazione in cooperativa, a proprietà indivisa, e che non potevano accedere alla sospensione del loro mutuo in quanto non era contemplato. Abbiamo fatto in modo che anche le persone che avevano da poco acceso un mutuo, quindi i cosiddetti mutui giovani, con un piano di ammortamento di meno di un anno, potessero anche loro intervenire. Questa è un'operazione sulla casa importante, che rivendichiamo in questo decreto, perché oggi le famiglie sono in difficoltà o in cassa integrazione o hanno dei bonus, ma è importante riuscire a intervenire anche sul contenimento della spesa.

Siamo intervenuti fissando anche dei crediti di imposta importanti, dal nostro punto di vista, sempre per il sistema produttivo; e penso al credito d'imposta al 30 per cento per le spese sostenute per partecipare a fiere che sono state disdette, chiaramente, a causa del lockdown. Quindi anche qui un intervento per favorire e contenere le spese di quelle aziende che lavorano sull'internazionalizzazione, che si presentano all'estero per vendere i loro prodotti, che hanno molto spesso impegnate risorse ingenti e che potranno avere questo credito di imposta. Abbiamo lavorato sulla detraibilità per l'acquisto di beni ceduti in erogazione liberale a seguito degli interventi di emergenza COVID. Anche qui, molte società sono intervenute con beni in natura per aiutare il nostro sistema sanitario, ad esempio, ma non solo, in una fase particolarmente critica, e abbiamo pensato fosse giusto riconoscere una detraibilità.

C'è il grosso dell'articolo 13, che poi magari anche il collega Carabetta riprenderà più puntualmente, ma che, secondo noi, qualifica fortemente l'intervento fatto in sede referente, e non solo per l'aumento della possibilità di accedere dai 25 ai 30 mila euro o l'aumento dai 6 anni ai 10 anni, ma perché ci siamo occupati di quello che il Paese ci chiedeva. Penso, in particolare, anche al calmierare l'effetto dei tassi di interesse, mettendo a punto un argine a quelli che erano dei costi aggiungibili, e quindi abbiamo ricondotto a solo un più 0,2 rispetto al tasso di interesse registrato. Abbiamo fatto in modo di adeguare i finanziamenti già in essere con le nuove condizioni, perché è chiaro che quello che… Siamo intervenuti, dicevo prima, anche per fare in modo che coloro che hanno già ricevuto questi finanziamenti non fossero presi dalle maglie della burocrazia nell'erogazione, e nell'integrazione quindi, del tasso agevolato che abbiamo introdotto piuttosto che del prolungamento del piano di rientro piuttosto che dell'aumento dell'importo. Quindi abbiamo lavorato a 360 gradi per rendere veramente organico l'accesso al credito e per migliorare la qualità dell'accesso al credito. Abbiamo fatto in modo di differenziare anche zone del nostro territorio che sono ancora oggi particolarmente in difficoltà, pensiamo alle zone che hanno subito calamità naturali; anche qui abbiamo lavorato per fare in modo che altri requisiti subentrassero rispetto al solo requisito del 25 per cento del fatturato, ed è stato un lavoro importante perché, in qualche modo, ha dato una particolare attenzione a queste soggettività imprenditoriali in determinati territori.

Abbiamo lavorato, in particolare, sul Terzo settore, ma non solo, perché anche qui era importante un'attenzione a coloro che non erano ricompresi inizialmente nella possibilità di accedere al credito. Abbiamo, in qualche modo, pensato che ci siano delle categorie speciali, sempre richiamando quel tema dell'artigiano e della norma, che dovessero essere giustamente valutate. Penso, in particolare, a delle regole speciali per le aziende edili, a tutti quelli che hanno un tema di ricavi che si sviluppano in termini pluriennali, e che quindi devono essere particolarmente attenzionati. Anche qui siamo intervenuti e abbiamo fatto un lavoro importante. Ci siamo occupati non solo dei piccolissimi crediti, abbiamo lavorato anche su crediti più importanti, e penso, da questo punto, di vista fino a 800 mila euro, con la preoccupazione, spesso sentita, che sei anni erano pochi per garantire un piano di rientro a un'impresa rispetto ad un credito di questa portata.

Abbiamo lavorato per fare in modo di poter ottenere comunque il 100 per cento, con un 80 per cento di garanzia statale e un 20 per cento di garanzia confidi, fino addirittura a trent'anni. Una scelta dell'impresa, dell'imprenditore, che viene messa sul tavolo comunque partendo dai dieci anni fino ai trent'anni. Abbiamo lavorato sulla rinegoziazione, perché molto spesso abbiamo sentito in queste settimane, nell'avvio di queste misure, il fatto che il contraente debole, l'impresa in qualche modo doveva soggiacere alla banca e al fatto che rinegoziasse o spingesse a rinegoziare debiti pregressi.

Anche qui abbiamo lavorato, abbiamo fatto in modo che si incrementasse quel plafond di credito aggiuntivo che doveva essere erogato, e siamo passati dal 10 al 25 per cento; ma, ancor di più, abbiamo lavorato sulla facilitazione rispetto agli interessi del nuovo e del vecchio credito, che dovessero essere ridotti. Abbiamo fatto in modo di allargare la platea dei soggetti interessati, abbiamo ricevuto richieste anche da altri settori. Penso al mondo assicurativo, agli agenti di assicurazione, ai broker: anche loro avranno la possibilità di accedere. Abbiamo fatto in modo che le finalità e la spesa di queste risorse fosse più ampia da parte del sistema delle imprese, e quindi abbiamo consentito che si potesse utilizzare il finanziamento anche per le rate scadute di finanziamenti precedenti. Abbiamo poi continuato il nostro lavoro sullo sport, sulla liquidità, che ci sembrava fondamentale anche da questo punto di vista, e ci siamo impegnati ad estendere alle operazioni di liquidità il Fondo di garanzia per gli impianti sportivi. Ma cosa importante, che, magari, non ha colpito e non ha interessato fortemente la discussione e il dibattito parlamentare, ma che è stata inserita, è la questione della golden power.

Abbiamo ampliato gli obblighi di notifica relativi anche alla partecipazione di imprese di rilevanza strategica che non erano incluse inizialmente, e penso in particolare alla questione dell'estensione al settore sanitario, perché è un altro tema che è fondamentale garantire la golden power e il potere di veti anche rispetto a questo settore. Abbiamo esteso all'agroalimentare, al siderurgico, ad altri settori strategici che non erano ricompresi inizialmente nella golden power e che invece sono importanti, anche al fine del mantenimento dei livelli occupazionali e di produttività nazionale. Quindi, da questo punto di vista, anche un tema che non ha preso tantissimo spazio, però in modo puntuale siamo intervenuti, ampliandolo, perché secondo noi l'Italia in questo momento deve essere supportata anche in questi settori strategici che non erano ricompresi nella stesura iniziale.

Abbiamo lavorato molto sul tema dei canoni, ad esempio abbiamo lavorato su delle sospensioni. Qui apro e chiudo parentesi rispetto al fatto che in un decreto, il cosiddetto “decreto rilancio”, è intervenuta, durante la discussione parlamentare di questo decreto, la materia più prettamente fiscale, delle scadenze fiscali, che è stata in buona parte anticipata da questo decreto, o meglio, è intervenuto e non ci ha permesso di affrontare alcuni temi perché erano già inseriti nel nell'emanando, e poi emanato, “decreto rilancio”. Però, comunque, noi siamo intervenuti, ad esempio, sulla sospensione del pagamento dei canoni fino al 31 luglio, penso ai beni immobili appartenenti allo Stato, anche questo un tema importante, con un emendamento dei relatori.

Abbiamo lavorato per la proroga di un'altra questione sulla regolarità fiscale al 30 giugno, delle irregolarità fiscali definite al 29 febbraio. Abbiamo lavorato su questioni che, come dicevo prima, riguardano anche i lavoratori e le imprese italiane da un punto di vista giuridico, e quindi anche sull'integrità psicofisica dei lavoratori. Abbiamo meglio definito le responsabilità a carico del datore di lavoro, una questione molto complicata, che sappiamo essere molto complicata, che però, anche qui, ci ha permesso di non far confliggere il diritto all'impresa, alla facilitazione e alla sburocratizzazione per le imprese, ma, dall'altra parte, la tutela dell'integrità psicofisica del lavoratore. Abbiamo lavorato per rilanciare il credito di imposta, chiaramente fondamentale, che poi è andato, però, nel “decreto rilancio” rispetto alla sanificazione degli ambienti, ai DPI, perché sappiamo che per il nostro sistema produttivo questo sarà un onere importante nella fase di ripresa, perché nuove regole interessano il nostro sistema produttivo.

Abbiamo rinviato e sospeso d'ufficio le udienze, gli atti di procedimenti civili, tributari e penali. Tutte questioni che chiaramente durante il periodo della pandemia sono complicate; quindi abbiamo lavorato da questo punto di vista per un rinvio importante. Ci siamo occupati, poi, di un altro tema fondamentale, che è la sospensione al 30 settembre delle segnalazioni in sofferenza alla centrale dei rischi della Banca d'Italia, perché anche qui sappiamo tutti cosa vuol dire essere segnalati e cosa complica la vita per il sistema delle imprese italiane. Quindi abbiamo lavorato per bloccare questo aspetto, sapendo che in questo momento c'è un diritto del creditore, ma dobbiamo prestare particolare attenzione anche a un diritto del debitore a non subire eccessivamente gli effetti di questa crisi, e quindi abbiamo deciso di sospendere.

Allo stesso tempo, nel discorso che dicevo anche all'inizio, questo saper occuparsi o comunque volontà di occuparsi sia delle imprese, ma anche dei lavoratori, abbiamo esteso CIG e CIGS ai lavoratori assunti dal 24 febbraio al 17 marzo.

Le questioni sono molte, come vedete, e noi le abbiamo affrontate in modo mai così condiviso: lo dico a scanso di retorica parlamentare. Sono alla seconda legislatura e posso dire chiaramente di non aver mai condiviso in modo così netto all'interno di due Commissioni un rapporto di stretto accordo con l'opposizione. Tutto quanto ho letto fino adesso, tutti gli emendamenti che abbiamo affrontato per migliorare e rendere più attuale il decreto sono stati frutto di un lavoro condiviso con tutte le opposizioni e chiaramente con la maggioranza, ad esclusione di nessuno. Non ho registrato minimamente nessuna particolare criticità ma la volontà veramente di lavorare assieme in un momento particolare della storia repubblicana che meritava l'apporto di tutti e quindi un sincero ringraziamento a tutte le forze politiche che hanno reso possibile il miglioramento del decreto e, da questo punto di vista, credo sia importante quindi rilanciare un altro tema che in qualche modo, secondo me, deve essere al centro del nostro lavoro e ci deve riguardare: la sostenibilità finanziaria non può essere minimamente…Mi avvio quindi a concludere. Il tema della sostenibilità finanziaria è quindi fondamentale perché credo che ciò che siamo riusciti a fare nel decreto, cioè cercare di dare fiducia alle imprese nel momento peggiore della loro vita superando il conflitto che spesso può essere intravisto, vale a dire sostenere l'occupazione, credo che abbiamo raggiunto tale lavoro in modo puntuale e credo quindi di essere pienamente soddisfatto del contributo che tutti hanno dato alla stesura e alla conversione del decreto.