A.C. 2183-A
Grazie, signor Presidente. Colleghe e colleghi, signor Sottosegretario, ci aspettavamo molto di più da questo DL, che era stato annunciato come una vera e propria riforma del settore culturale ed è finito per essere l'ennesimo provvedimento senza visione, senza sostanza e senza risorse. Olivetti come Mattei: avete fatto un uso distorto e improprio di due italiani illustri per un'altra operazione di marketing, per due provvedimenti che, nella realtà, sono vuoti. Abbiamo confidato molto in questo decreto, un provvedimento intitolato ad Adriano Olivetti, annunciato dal Ministro Giuli al momento del suo insediamento al Ministero della Cultura, sicuramente dalle buone intenzioni ma che nella realtà sono rimaste soltanto delle buone intenzioni.
Si tratta di un provvedimento che avrebbe dovuto individuare obiettivi importanti, come la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, di tutte quelle aree caratterizzate da marginalità sociale ed economica, che avrebbe potuto incidere positivamente sul degrado urbano e sullo spopolamento; un provvedimento che avrebbe dovuto elaborare interventi concreti per la valorizzazione delle biblioteche e per il sostegno alla filiera del libro e dell'editoria, che chiede, ormai da tempo, interventi strutturali e non più sostegni precari.
Noi condividiamo alcune delle misure introdotte dal Governo, come i 30 milioni da destinare alle biblioteche e ad altri enti di promozione della cultura libraria e archivistica, o come la misura con la quale viene istituito un Fondo da 4 milioni già a valere sul 2024 dedicato agli under 35 e al fine di favorire l'apertura di nuove librerie da parte dei giovani. Peccato, però, che si tratti di provvedimenti non strutturali e che non potranno andare oltre il biennio 2025-2026.
Il confronto tra la filiera del mondo del libro e il Ministero va avanti da mesi e i fondi destinati al comparto erano stati annunciati dal Ministro Giuli già in occasione della presentazione delle sue linee programmatiche. Nulla era stato destinato a questi settori nella legge di bilancio, nella quale l'editoria e le biblioteche sono risultate essere le grandi assenti. Oggi parrebbe che l'intenzione sia quella di colmare le carenze della legge di bilancio, che, come abbiamo più volte sottolineato, non ha tenuto per nulla conto di queste importanti sezioni della cultura del nostro Paese.
Io vorrei anche spiegare le azioni che abbiamo portato avanti in Commissione per migliorare il testo, azioni che sono il frutto di quanto emerso nel corso delle audizioni, purtroppo quasi tutte rimaste inascoltate. Cito, per tutti, gli interventi che abbiamo richiesto rispetto al settore del cinema, dell'audiovisivo, dello spettacolo dal vivo e anche rispetto alla drammatica vicenda dei lavoratori del Ministero della Cultura. Con un nostro emendamento, finalizzato a promuovere e a valorizzare tutte le attività di spettacolo anche attraverso il sostegno dei teatri e delle sale cinematografiche, abbiamo fatto sì che il piano Olivetti tenesse conto di una sezione importante per lo sviluppo della cultura in Italia e abbiamo fatto sì che fossero posti al centro dei processi gli enti locali. Per fortuna, queste sollecitazioni dell'AGIS e di ANCI sono state accolte. Abbiamo anche provato, sempre su sollecitazione di ANCI e consci dell'importanza che le biblioteche pubbliche e la lettura rivestono per le comunità, a proporre un incremento a 10 milioni di euro l'anno delle risorse a disposizione del Piano nazionale d'azione per la promozione della lettura, perché riteniamo che l'attuale dotazione finanziaria, pari a poco più di 4 milioni di euro annui, sia del tutto insufficiente a raggiungere gli ambiziosi obiettivi del provvedimento, che dovrebbe incidere su un ambito di grande importanza dal punto di vista culturale, sociale ed economico.
E poi, signor Sottosegretario, è mancata la revisione del bonus cultura. Si sono tirate le somme del primo anno della carta del merito e della carta cultura giovani, che nel 2024 hanno sostituito l'ex bonus 18app. Introducendo i criteri di merito e situazione economica, la platea dei beneficiari è nettamente diminuita e con essa anche gli introiti degli operatori del settore, che hanno sperato invano in un cambio di rotta della misura, poi disattesa a seguito della bocciatura degli emendamenti a questo provvedimento. È evidente che non è stata fatta alcuna valutazione dell'impatto negativo di questo cambiamento, eppure il principio con cui era nato era diverso: far avvicinare tutte le ragazze e tutti i ragazzi alla cultura, a prescindere dalle loro disponibilità economiche. Nonostante in questo Paese ci sia una grande emergenza culturale che riguarda soprattutto le nuove generazioni - e basta guardare i dati Istat, che ci consegnano una situazione preoccupante -, la cultura a disposizione delle giovani e dei giovani non può essere vista come una spesa, ma come un investimento.
Il nostro compito è quello di creare le condizioni per aumentare le esperienze culturali, educative e sociali, promuovendo i servizi e aumentando gli strumenti per la loro fruizione. Riteniamo positivo il fatto che sia stata resa stabile una nostra passata misura finalizzata alla semplificazione per la realizzazione degli spettacoli dal vivo: ciò comporta che le autorizzazioni, le licenze e le concessioni saranno sostituite dalla segnalazione certificata di inizio attività, e questo porterà una velocizzazione dell'iter per l'organizzazione e la realizzazione degli spettacoli. Bene, ma non benissimo, dal nostro punto di vista, perché noi abbiamo chiesto, avendo fatto nostra la richiesta di Assomusica in audizione, di ampliare quella misura agli spettacoli fino a 2.500 partecipanti. Voi, invece, avete scelto di prevederla per gli spettacoli fino a 2.000 partecipanti.
Male, anzi malissimo, per quel che riguarda la tax credit, il credito d'imposta in materia di spettacoli di musica dal vivo. Ci abbiamo provato. Per l'ennesima volta abbiamo provato a introdurre finalmente, come più volte promesso anche da questa maggioranza di Governo, il tax credit a favore degli organizzatori di musica popolare contemporanea. Una misura che riteniamo di buonsenso. Purtroppo, ancora una volta, non ci siamo riusciti.
Siamo anche intervenuti, su sollecitazione dei sindacati, con degli emendamenti diretti a favorire una soluzione per l'ormai annosa situazione in cui versano i lavoratori titolari di contratti di collaborazione con il Ministero della Cultura, quella dei funzionari, del personale dirigenziale e dei professionisti del MIC. Questi lavoratori, pur assicurando lo svolgimento delle funzioni di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio e del paesaggio, si trovano in una condizione ingiustificata e inaccettabile, di cui dovremmo occuparci e farci carico. Questo provvedimento poteva essere l'occasione, ma è stata sprecata. Per quei lavoratori non si sono trovate le risorse. Non si sono trovate le risorse nemmeno per finanziare realmente il Piano Olivetti, ma per finanziare l'ennesimo Comitato di missione sì, per quello si! Un'unità di missione che lavorerà in stretto raccordo e coordinamento con la cabina di regia del Piano Mattei, della quale non ci rimane che attendere le nomine dei componenti.
Signor Presidente, questa è l'ennesima fiducia da quando si è insediato questo Governo. L'ennesima restrizione del dibattito parlamentare. L'ennesima limitazione delle prerogative del Parlamento. Votazioni di questo tipo si stanno svolgendo con sempre maggiore frequenza rispetto anche alle passate legislature, ma noi abbiamo compreso le ragioni di questa scelta: la necessità di blindare e velocizzare l'iter di approvazione di questo provvedimento e del ricompattare una maggioranza che è risultata in frantumi in Commissione attorno alla questione relativa alle soprintendenze, con la Lega costretta a un dietrofront anche grazie alla nostra ferma e tempestiva reazione, unitamente alle altre opposizioni. Il Governo ha dovuto imporre il ritiro di un emendamento che rendeva non più vincolante il parere delle soprintendenze e che avrebbe colpito la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico italiano.
Abbiamo ascoltato dalla collega della Lega, che mi ha preceduta, il nuovo annuncio della loro volontà di presentare un DDL, con carattere d'urgenza, dello stesso contenuto. Il Partito Democratico si opporrà con determinazione al disegno di legge annunciato, continuando a difendere un sistema di protezione dei nostri territori e del nostro patrimonio culturale. Noi, su questo, continueremo a vigilare affinché l'Italia non rinunci a strumenti fondamentali per la tutela del proprio patrimonio.
Concludo, signor Presidente. Questo provvedimento non incide sulle questioni ormai emergenziali inerenti alla cultura e il settore culturale nel nostro Paese e ci auguriamo che i prossimi provvedimenti abbiano un'anima e una visione politica, la concretezza e le risorse necessarie affinché il settore della cultura possa uscire dalla paralisi in cui lo avete costretto da tempo. Nell'attendere che ciò finalmente accada, annuncio che noi voteremo contro la fiducia.