Discussione generale
Data: 
Lunedì, 22 Marzo, 2021
Nome: 
Andrea Rossi

A.C. 2934

Grazie, Presidente Mandelli. Ovviamente rivolgo, Presidente, a lei, intanto, gli auguri di buon lavoro a fronte di questa recente elezione e, quindi, in questa conduzione d'Aula che, sono sicuro, sarà capace di poter svolgere con quella capacità che le è riconosciuta. Così come mi sia consentito, Presidente, salutare, ringraziare, nonché fare un grande in bocca al lupo di buon lavoro, perché forse questa è una sfida, anche, per certi versi, molto diversa, ma sicuramente altrettanto intrigante e impegnativa, alla sottosegretaria Valentina Vezzali, anche perché, quando si parla di sport, sottosegretaria, lei sa meglio di me che non si parla solo ed esclusivamente dell'importanza di questa materia pubblica per quanto riguarda la salute fisica e mentale delle persone, per quanto riguarda, appunto, anche la possibilità di fare socialità e di fare comunità, ma è una materia che ha la possibilità veramente di spaziare dal tema del turismo - come non ricordare i tanti grandi eventi che abbracceranno e abbracciano normalmente il nostro Paese e sono un volano di turismo, di marketing territoriale - al tema dell'educazione e della crescita delle persone, della capacità e del rispetto delle persone. E come non dimenticare come, appunto, lo sport possa veramente avere la capacità di ridurre, in questo Paese, la spesa sanitaria, attraverso ovviamente la possibilità di buoni e sani stili di vita e di comportamento. Quindi, come dicevo, è una bella sfida, per la quale, ovviamente, va il mio più grande in bocca al lupo, nonché il nostro supporto, come Partito Democratico, perché ritengo anche che, se c'è una cosa che rappresenta un valore forte per lo sport, è che non dovrebbe avere bandiere politiche, ma dovrebbe tenere unita una comunità politica come quella del Parlamento a lavorare insieme nell'interesse dello sport stesso, come diceva giustamente prima il collega Mariani, dallo sport di base fino appunto allo sport di vertice, e delle tante persone che oggi concorrono a sostenere questo importante movimento.

Noi, oggi, siamo qui per fare un decreto che riguarda, sembra, quasi in modo puntuale, quello che è il Comitato Olimpico Nazionale, in modo puntuale, in modo abbastanza chirurgico; è un intervento specifico, appunto, che garantisce al Comitato Olimpico Nazionale quell'autonomia necessaria che dovrebbe essere riconosciuta secondo l'articolo 27, come ricordava prima il relatore Fusacchia, della Carta olimpica.

Però, noi dobbiamo capire le ragioni del perché siamo qui a discutere, oggi, di questo decreto e le ragioni, appunto, nascono dalla legge di bilancio del 2019, con il passaggio tra la CONI Servizi Spa e la Sport salute e, quindi, l'introduzione di un nuovo soggetto regolatore delle politiche pubbliche che, poi, rappresenterà, ha rappresentato e sta rappresentando ancora oggi, sicuramente, un soggetto proattivo per tutte quelle politiche in ambito di sostegno della promozione allo sport, ma non dimentichiamoci che è anche quel soggetto che oggi ha a disposizione un'importante dote economica, sono 368, fino a oggi, 363 dopo l'approvazione di questo decreto, per quanto riguarda appunto la gestione di fondi importanti per il sostegno allo sport, alle federazioni sportive nazionali, agli enti di promozione sportiva e alle discipline sportive associate. Quindi, sicuramente è un ruolo importante. Come dicevo, noi, quella legge di bilancio, sottosegretaria, non l'abbiamo sostenuta e non l'abbiamo sostenuta soprattutto perché ritenevamo che ci fosse un problema di metodo: uno scarso coinvolgimento del mondo sportivo, una riforma della governance che riteniamo, comunque, che fosse necessaria e importante, e, soprattutto, si andava a ledere, come poi ha riconosciuto il CIO, il tema dell'autonomia, il tema dell'autonomia che ovviamente trova non solo ed esclusivamente un fondamento nella Carta olimpica, ma trova fondamento anche nell'ordinamento statale del nostro Paese, nel famoso DL n. 220 del 2003, dove si riconosce, appunto, l'autonomia dell'ordinamento sportivo rispetto all'ordinamento statuale. Quindi, io ritengo che noi, lì, abbiamo registrato - e lo abbiamo denunciato - un'ingerenza dove, comunque, c'era una volontà della politica di assumere un ruolo che non era un compito che spettasse in quel momento lì alle componenti politiche, per mantenere, appunto, quella necessaria autonomia. Il CIO, appunto, attraverso quella che è stata l'istruttoria e, poi, attraverso quella che è stata anche un'iniziativa che solo ed esclusivamente questo decreto ha sospeso, ha aperto e evidenziato questa situazione di anomalia.

A questo punto, come dire, noi oggi siamo qui, l'ha fatto presente prima in modo molto chiaro il collega Fusacchia, il relatore, e stiamo affrontando, appunto, un decreto puntuale: pianta organica, 165, 10 dirigenti, quelle che io definisco un po' le modalità d'ingaggio per quanto riguarda la possibilità, dopo quello che era un contratto di servizio con il personale in avvalimento da Sport e Salute al CONI, il tema dei beni necessari allo svolgimento dell'attività del CONI come soggetto di organizzazione del vertice delle politiche sportive e come soggetto organizzatore appunto della partecipazione e della preparazione olimpica per quanto riguarda lo sport italiano. Abbiamo, con questo decreto, modificato quella che è la contribuzione, da 40 a 45 milioni per il CONI, da 368 a 363 milioni per Sport e salute, ma la domanda che noi ci abbiamo porre secondo me, in quest'Aula, da un punto di vista politico, è se questa iniziativa oggi è sufficiente, al netto, oltretutto, di quello che diceva giustamente anche prima sempre il relatore, rispetto ad alcuni emendamenti che sono stati portati e avanzati non solo alla Camera, ma anche al Senato, dopo un'importante iniziativa messa in campo su tutto un percorso di audizioni e di ascolto del mondo sportivo, e che non hanno prodotto quelle necessarie modifiche che potevano, comunque, migliorare questo testo. Ciò è comprensibile, ovviamente, per la situazione politica che abbiamo vissuto, comprensibile per la crisi Governo e io ritengo che sia stato anche, sottosegretario, rispettoso nei suoi confronti, perché è giusto che chi si assume una responsabilità importante come la sua, abbia la possibilità di entrare e determinare, con le sue azioni - sulle quali dopo, se mi permette, vorrei indicare quelle che possono essere alcune rapide priorità da parte del Partito Democratico -, la sua proposta politica in materia appunto di sport.

Come dicevo, è sufficiente questo decreto? Sì, è sufficiente se riteniamo, e ovviamente noi l'abbiamo condivisa, l'importanza di far sì che gli atleti, i nostri portacolori, quelli che ovviamente hanno investito una vita per far parte di quello che, in quel momento lì, è l'Olimpo dello sport italiano, le Olimpiadi, cioè di un evento che appunto è l'evento sportivo più importante e che alcuni di voi in quest'Aula conoscono molto bene, abbiano la possibilità di partecipare alla competizione, ai XXXII Giochi olimpici di Tokyo, con l'inno e la bandiera. Certo, è importantissimo, perché è un fatto identità, è un fatto di orgoglio, sicuramente, però, io non penso che questo decreto sia sufficiente, invece, per mettere mano, per riordinare, per riorganizzare, per dare risposte al tema della governance dello sport italiano, perché non possiamo nascondere - è stato evidenziato anche nelle diverse audizioni - che un problema sulla governance lo sport italiano ce l'ha e qui non è per entrare in logiche di contrapposizione che a me personalmente disturbano tra chi è più vicino al CONI, al Comitato Olimpico Nazionale e chi è più vicino a Sport e Salute, a questo dualismo che è sempre qui presente come se fosse, come dire, utile per garantire a quelle società sportive che stanno vivendo grandi difficoltà, una risposta, non serve, è un dualismo che non serve, come non serve un dualismo tra lo sport di vertice e i presidenti delle federazioni, non serve questo dualismo.

Noi, quindi, dobbiamo mettere in campo un'iniziativa, e penso che lei ne abbia la competenza e soprattutto ne avrà la responsabilità, che deve rivedere complessivamente il tema della governance, perché oggi abbiamo tre soggetti che concorrono a determinare le politiche sportive in questo settore che possono essere sì soggetti che operano per comparti ben definiti, però stiamo parlando del CONI per quanto riguarda la preparazione olimpica, lo sport di vertice, il coordinamento, diciamo, delle federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate. Poi, stiamo parlando di Sport e Salute, che ha nel suo nome, ovviamente, il binomio sport, benessere e salute, certo, e ha all'interno una grande importante iniziativa, grazie al presidente Cozzoli, di sostegno alla promozione sportiva, al rapporto col territorio e con gli enti locali. Però, c'è anche ovviamente, all'interno di Sport e Salute, la relazione con le federazioni sportive nazionali per quanto riguarda il finanziamento pubblico alle federazioni sportive nazionali. E, poi, c'è il Dipartimento dello sport, che è subentrato all'interno di questa governance nel maggio 2020, che io ritengo anche importante, perché a un certo punto, se la politica dev'essere soggetto regolatore sul tema delle politiche sportive, è giusto che la politica se ne assuma la responsabilità attraverso l'autorità di Governo competente, che sia Ministro oppure, come adesso lei, sottosegretario.

Però, io penso che su questo tema qui ci debba essere da parte nostra, come forza di maggioranza, proprio oggi che abbiamo anche una maggioranza che è sì eterogenea ma che proprio nella sua eterogeneità può veramente portare a compimento un percorso, un processo di riforma sulla governance dello sport, riconoscendo, però, il valore di tutti i soggetti, non per fare una riforma contro ma una riforma per lo sport italiano, perché quello che noi abbiamo sempre contestato in quest'Aula, da questi banchi in questa legislatura, è che noi vedevamo, purtroppo, che quando si andava a mettere in campo una riforma si faceva una riforma contro qualcuno, che è un errore per la responsabilità che noi portiamo ed è un errore soprattutto nei confronti dello sport italiano, che oggi, appunto, richiede risposte. Ci abbiamo anche provato a fare questo passaggio e forse, purtroppo, non siamo, come dire, stati capaci, forse non siamo arrivati in tempo, forse erano alcune idee ancora dissonanti tra le forze politiche che componevano la precedente maggioranza, tant'è che uno dei sei decreti legislativi contenuto all'interno della legge delega lei sa meglio di me che non ha visto la sua attuazione. Però, io penso che questa qui sia una delle sfide a cui, proprio in questa nuova condizione dove il Parlamento è richiamato a un'unità e a una responsabilità, si possa dare risposta e riordinare, appunto, il sistema sportivo e la governance del sistema sportivo italiano.

Vado a concludere, Presidente. Poter discutere - lo dicevo prima - in quest'Aula di sport non capita spesso e, visto che non capita spesso, mi sia consentito mettere l'accento su quelle che ritengo essere oggi alcune delle sfide che questa maggioranza, la sottosegretaria ma penso tutto il Parlamento, avrà davanti a sé nelle prossime settimane e nei prossimi mesi e, comunque, nell'arco della legislatura. Io penso che la prima sfida sia quella di dare grande sostegno a un mondo dello sport che è stremato, è sfinito, un mondo dello sport preoccupato, un mondo dello sport in cui in questo momento - non dimentichiamoci - stiamo parlando di 120 mila società, del 90 per cento di volontari, stiamo parlando di qualcosa come oltre 12 milioni di tesserati a enti di promozione sportiva e CONI e stiamo parlando di un giro di affari di 1,7 punti percentuali del PIL del nostro Paese. Non stiamo parlando di qualcosa che non ha e non deve vedere la giusta attenzione; stiamo parlando di un settore che non si è mai visto riconosciuto, da un punto di vista delle politiche pubbliche, quel giusto grado di sostegno anche economico e non è solo un problema di queste Aule o del Governo del Paese: è un problema che va dall'ente locale alle regioni fino al Governo del Paese. Non c'è mai stata la sufficiente capacità di fare un investimento strutturale, organico ed economicamente riconoscibile sul mondo dello sport e questo ce lo dobbiamo dire.

E, quindi, io penso che sul tema delle prime risposte il “decreto Sostegni”, seppure sicuramente dà una risposta che è una risposta importante al mondo del lavoro sportivo, però non è sufficiente, come non è sufficiente immaginare che diamo micro contributi alle società sportive dilettantistiche. Io penso che noi dovremmo continuare, come è già stato fatto anche nei precedenti decreti ma come viene anche richiesto penso, ad esempio, dal Comitato 4.0, che rappresenta, comunque, uno sport che è uno sport di vertice ma non è l'élite dello sport, perché stiamo parlando del vertice della pallavolo, del basket, di squadre che stanno comunque soffrendo anch'esse.

Io penso che ci sia tutto un tema da riprendere che è il famoso credito d'imposta per quanto riguarda le sponsorizzazioni, che è un tema che ha visto, appunto, un'attuazione nel 2020 e che abbiamo sostenuto, ma questo è uno dei temi da riprendere. C'è un tema di come sosteniamo le famiglie con dei voucher, come hanno fatto anche alcune regioni. C'è un tema, in prospettiva, in modo strutturale, di come anche andiamo a introdurre processi di defiscalizzazione del mondo sportivo ma, nello stesso momento, come noi andiamo a introdurre anche una detrazione o ad aumentare l'attuale detrazione che già è presente per i minori di 18 anni per quanto riguarda le famiglie. Cioè, l'idea che noi dovremmo dare, sottosegretario, è un'idea, secondo me, che non stiamo immaginando solo ed esclusivamente delle politiche in questo momento puntuali ma legate solo ed esclusivamente al sostegno e all'emergenza, ma politiche anche che possono diventare politiche strutturali per il mondo dello sport, che possono servire alle società sportive per fare uscire domani le società sportive e per consegnare alle società sportive una prospettiva. Io penso che noi dobbiamo mettere in campo questo tipo di iniziativa, a partire dal prossimo “decreto Sostegni” ma anche dai prossimi provvedimenti economici fino a quella che può essere la legge di bilancio, che si andrà a determinare a fine anno. Cioè, questa è una delle sfide per dare una risposta - per ripetere - al mondo dello sport, che è una risposta non puntuale ma una risposta di prospettiva, perché noi dobbiamo cercare di dare anche un po' di speranza ai tanti volontari, ai tanti atleti, ai tanti dirigenti, ai tanti tecnici che in questo momento qui sono in evidente difficoltà.

E, rapidamente, dopo discuteremo di Recovery Plan all'interno dell'audizione che faremo in Commissione, ma qui c'è già anche un grande tema (in questi anni è stato investito fortemente sul tema sport e periferie). C'è, poi, una questione che dobbiamo riprendere - e lo ricordava anche qui il relatore Fusacchia all'inizio -, cioè il tema dei decreti legislativi dello sport, che sono stati sì approvati dal Governo ma che non hanno visto il completamento del lavoro delle Commissioni parlamentari dopo anche importanti audizioni, dopo che il mondo dello sport è stato ascoltato e dopo anche che erano state sollevate delle problematiche che sono problematiche anche abbastanza evidenti. E, quindi, riprendere quei decreti legislativi, ma non per modificarli: per capire come poter intervenire a supporto delle problematiche che sono state evidenziate e sottolineate dai diversi soggetti auditi durante la fase, appunto, di lavoro delle Commissioni, perché sappiamo come ci sono due argomenti che sono sicuramente importanti per il mondo dello sport come il vincolo sportivo e il lavoro sportivo, che sono due argomenti, appunto, che nascono su principi giusti ma che possono produrre, a un mondo già in difficoltà, ulteriori difficoltà di natura economica. Quindi, io sono perché noi ascoltiamo il grido di aiuto che arriva, ma non per mettere, anche qui, in contrapposizione chi il mondo dello sport lo frequenta come lavoratore con chi, invece, lo gestisce come presidente di una società polisportiva, ma, in una sorta di rapporto condiviso, per fare in modo che ci sia il rispetto del principio e, nello stesso momento, che questo rispetto del principio non ricada, da un punto di vista economico, tutto solo ed esclusivamente sulle spalle delle società, che sono già in grosse difficoltà. Quindi, io penso che questa qui sia una delle sfide che noi abbiamo. L'altra sfida la diceva bene Mariani prima di me, sul quale non ritorno: il tema dello sport quale…lo sport è la terza agenzia educativa del Paese. Dopo la famiglia e dopo la scuola, è la terza agenzia educativa del Paese e in una fase dove, appunto, le agenzie educative, a parte le famiglie, sono in questo punto qui chiuse, in lockdown, ci sono dei danni che sono stati generati rispetto agli adolescenti che sono drammatici, che se anche lo sport si mette nelle condizioni di avere un pensiero, di mettere in campo un pensiero, purtroppo rischia di non svolgere fino in fondo la propria funzione.

E poi, da ultimo, c'è una legge, che io penso che lei condivida, perché è stata tra le artefici di un miglioramento della famosa legge della “Buona Scuola”. Parlo del potenziamento dell'attività motoria all'interno della scuola primaria. C'è una legge delega ferma al Senato dopo l'approvazione unanime di quest'Aula parlamentare. Io spero che si possa, nei prossimi mesi, riprenderla in mano, sostenerla da un punto di vista economico, perché capisco che è una legge di spesa, ma dare un segnale che lo sport riparte dal luogo principe dell'educazione e della crescita dei nostri figli, cioè la scuola. Noi dobbiamo ripartire e da lì dobbiamo ripartire! E, quindi, il potenziamento dell'attività motoria con personale qualificato - personale qualificato e, quindi, con le apposite classi di concorso - io penso sia una delle sfide che noi abbiamo davanti in questi prossimi mesi e lei, appunto, ha, diciamo, questa importante responsabilità.

E, da ultimo – veramente, e poi concludo, Presidente – vi è il tema, come dicevo prima, dei grandi eventi, che sono un motore importante per il turismo di marketing territoriale. Noi vedremmo già da giugno Euro 2021, per quanto riguarda il calcio, le ATP finals di tennis di Torino, la Ryder Cup, i Giochi del Mediterraneo di Taranto, Milano-Cortina 2026. Come dire, ci sono tanti appuntamenti che dimostrano come lo sport possa veramente essere un volano, da un lato, di marketing territoriale, ma anche di crescita del Paese. E visto che in questo momento qui, dopo quella che sarà una pandemia che ci sta mettendo a dura prova da un punto di vista economico, sociale e sanitario, dobbiamo anche parlare di una ripresa e una ripartenza, come facciamo appunto col piano di resilienza e di ripresa del Paese, anche lo sport può dare il suo contributo.

C'è una storia, che non è uscita sui quotidiani nazionali, che fa un po' da contraltare a quella di Lara Lugli, che penso che rappresenti molto bene il mondo dello sport e dell'associazionismo sportivo. È la storia di una ragazza di Reggio Emilia, della provincia dalla quale provengo, che è Alice Pignagnoli, che fa il portiere del Cesena Calcio. Lei, alla sesta settimana, dopo uno scontro fortuito di gioco, durante la visita, si è accorta che era in maternità, che aspettava un figlio. La società del Cesena gli ha prolungato il contratto, come dire che non ci sono solo esclusivamente i casi di Lara Lugli, che abbiamo denunciato, ma che ci sono anche delle buone pratiche, come quella appunto di Alice Pignagnoli del Cesena Calcio, che dimostra come lo sport è un grande volano di valori di vita vera.