Discussione generale
Data: 
Giovedì, 10 Novembre, 2022
Nome: 
Irene Manzi

A.C. 5-A

 

Grazie Presidente, colleghi e sottosegretaria Albano. Quello che arriva oggi in quest'Aula è un provvedimento sicuramente complesso, frutto tra l'altro del precedente Governo e della precedente legislatura.

È un provvedimento che è stato adottato per dar corso e per far fronte alle conseguenze sul tessuto imprenditoriale, sulle amministrazioni locali e sulle famiglie prodotte dal caro energia e, soprattutto, per adottare le ulteriori misure attuative degli obiettivi posti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Sono stati numerosi gli elementi di discussione all'interno della Commissione speciale, tra maggioranza ed opposizione. Come Partito Democratico, come evidenzieranno anche i miei colleghi, abbiamo cercato di rispondere, attraverso i nostri emendamenti, alle numerose sollecitazioni provenienti dalle amministrazioni locali, da comuni, province e regioni, dal tessuto imprenditoriale e associativo nel settore dell'energia, dei trasporti, della sanità dell'agricoltura, della cultura, provando a intervenire per alleviare i pesanti effetti che il perdurare della crisi energetica del caro energia sta producendo nel nostro Paese. Abbiamo posto sollecitazioni importanti e significative, che ovviamente non si limiteranno a questo provvedimento, ma, come abbiamo anche più volte evidenziato, nel corso del nostro dibattito all'interno della Commissione speciale, caratterizzeranno la nostra azione e le nostre proposte, anche in vista dei prossimi provvedimenti, a cominciare dall'ormai imminente legge di bilancio.

C'è un tema, su cui voglio soffermarmi e che, in parte, è stato introdotto anche dall'intervento di chi mi ha preceduto, ovvero le disposizioni contenute negli articoli 26, 27 e 28 del decreto, relative agli istituti tecnici professionali e all'Osservatorio nazionale per l'istruzione tecnica e professionale. Si tratta certamente di riforme importanti, previste, tra l'altro, negli obiettivi e nella Missione istruzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, individuati dal Governo Draghi. Riforme che, insieme alle altre cinque, già approvate o in corso di definizione (gli ITS, la scuola di alta formazione, la riforma dell'orientamento e la riorganizzazione del sistema scolastico e del reclutamento), intendono, proprio come evidenzia il PNRR, contribuire a mettere il sistema scolastico al centro della crescita del Paese, integrandolo pienamente nella dimensione europea.

Tutte le riforme dovranno essere attuate entro il 2022 e attendiamo anche con ansia quelle che riguarderanno l'orientamento e la riorganizzazione del sistema scolastico e quelle relative alle riforme già adottate nei mesi scorsi. Con riferimento agli istituti tecnici e professionali, come è stato citato, la riforma intende allineare il curriculum degli istituti tecnici e professionali alla domanda di competenze che proviene dal tessuto imprenditoriale del Paese e si ricollega all'altrettanto importante riforma già adottata, degli istituti tecnici superiori che intendono ampliare e potenziare la formazione professionale e le competenze tecnologiche e tecnico-professionali, garantendo in particolare un rapporto diretto con i territori, con i tessuti produttivi, ovvero un elemento senza dubbio importante e di forza. Obiettivo certo importante, ma che, nonostante sia così ambizioso, manca forse di un elemento in questo provvedimento, e proprio in tal senso sono andati i nostri emendamenti. L'elemento che tradisce questa grande e importante ambizione è forse proprio l'assenza delle risorse, che sappiamo bene non essere previste tra gli obiettivi e le Missioni del PNRR, ma che, di fronte ad una riforma così importante e significativa per l'istruzione del Paese, sicuramente non possono mancare. Per questo motivo, come Partito Democratico, avevamo previsto negli emendamenti l'istituzione di un fondo specifico per l'attuazione della riforma, per il 2022 e, successivamente, a decorrere dal 2023. Infatti, il tema delle risorse, purtroppo, non è indifferente. Nei giorni scorsi abbiamo letto le dichiarazioni del Ministro Valditara riguardo anche all'istruzione tecnica e professionale. Ci fa piacere che colga l'importanza e la centralità del percorso formativo. Però, ci auguriamo, che al di là della bocciatura del nostro emendamento in questa sede, si agisca soprattutto e si intervenga in questo senso nella prossima legge di bilancio, stanziando risorse adeguate a sostegno dell'istruzione tecnica e professionale e, più in generale, a sostegno dell'istruzione. Infatti, l'appuntamento legato alla legge di bilancio sarà importante e determinante e, pertanto, come Partito Democratico, eserciteremo un controllo e un'opposizione severa, e propositiva nei contenuti. Ci preoccupa, purtroppo, la mancanza di proposte e di riferimenti all'istruzione nella NADEF approvata ieri, in quest'Aula.

Nell'attuale Esecutivo siedono componenti di quel Governo Berlusconi che si è reso protagonista del taglio di 8 miliardi di risorse all'istruzione e di 133.000 cattedre. Proprio per questo vigileremo e saremo molto attenti e propositivi, perché questo non accada. Il PNRR ci ha confermato, ancora una volta, l'importanza e la necessità di investimenti qualificati e ingenti nel settore dell'istruzione, soprattutto stabili e assicurati nella prospettiva. I tassi di uscita dal sistema di istruzione in Italia, i livelli di dispersione scolastica presenti nel nostro Paese e la povertà educativa ed economica ci impongono un impegno e una riflessione seria e devono essere, secondo noi, temi centrali nell'agenda politica e nelle proposte che saranno al centro dell'azione di questo Governo. Il Ministro Valditara recentemente ha parlato di una scuola dove si devono affermare i concetti di Patria e di autorevolezza. Noi pensiamo che si debba, prima ancora, impegnarsi per una scuola che sia attenta verso tutta la comunità scolastica, che sia capace di valorizzare i docenti e, per questo, riteniamo che sia ormai improrogabile il rinnovo del contratto di lavoro con risorse, tra l'altro, significative ulteriori, aggiuntive e adeguate, perché pensiamo e crediamo in una scuola che dia opportunità agli studenti. Opportunità che si legano a una scuola dell'infanzia e ad un sistema 0-6 per tutti, per la piena gratuità dei trasporti, per gli interventi di edilizia scolastica, per le mense e per il tempo pieno. Solo se la scuola è realmente inclusiva, capace di affrontare il nodo delle diseguaglianze e dei divari territoriali, potendo garantire a tutti non solo uguali condizioni di partenza, ma interventi costanti durante tutto il percorso scolastico, è in grado di attuare la sua missione e la sua funzione di servizio pubblico. Solo in questo modo la scuola si fa strumento per l'emancipazione e la crescita del singolo e per lo sviluppo della società. Una scuola nazionale, e non regionalizzata, attenzione. Nella nostra risoluzione, presentata ieri in Aula, avevamo fatto una proposta al Governo e posto un impegno ben preciso, quello di reinvestire le risorse liberate dalla riduzione della spesa in istruzione conseguente al calo demografico proprio in questo settore, nel settore della scuola, a beneficio dei giovani e delle future generazioni. Lo riteniamo un impegno significativo e importante in questo senso. Su questo, come sull'impegno più generale a investire significativamente nell'istruzione, nei docenti, negli studenti e in tutta la comunità scolastica, ci troverete sempre attenti e pronti a confrontarci, perché, al di là delle affermazioni e delle formule retoriche che non sono mancate – devo dirlo - in queste settimane, riteniamo che la scuola sia efficacemente e realmente al centro dell'azione di questo Governo e solo lo potrà essere - vigileremo e vogliamo che questo accada, vi solleciteremo costantemente come opposizione - purché sia uno degli impegni con strumenti e risorse finanziarie adeguate. Pensiamo che questo sia il tempo delle scelte anche per voi, su questo e sugli altri temi. Noi attenderemo con ansia e con attenzione le vostre risposte