Dichiarazione di voto finale
Data: 
Mercoledì, 30 Marzo, 2022
Nome: 
Andrea Frailis

A.C. 3353

Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, signor rappresentante del Governo, quella che approviamo oggi è una riforma costituzionale che riveste un'importanza particolare, non solo perché attraverso di essa ci si propone di colmare quel gap che storicamente divide le isole del nostro Paese dal resto dell'Italia in termini economici ma non solo, ma anche perché si tratta di una riforma che parte da una iniziativa popolare e quindi sulla base della poderosa spinta dei cittadini. Io vengo dalla Sardegna e quindi da una delle isole maggiori del nostro Paese. E proprio della Sardegna è venuta quella spinta di cui parlavo poco fa, sotto forma di un referendum che ha visto una larghissima maggioranza di favorevoli al reinserimento del principio di insularità in seno alla nostra Carta fondamentale. Nel dettaglio, la proposta di modifica che oggi esaminiamo si propone di superare quegli svantaggi che derivano alle isole italiane dalla loro insularità e di conseguenza ripristinare quelle condizioni di parità che stanno dentro la nostra Carta fondamentale. Il testo che stamani approviamo è stato licenziato dalla Commissione affari costituzionali senza alcuna modifica rispetto al testo approvato dal Senato in prima deliberazione e questo è, non solo a mio parere, un fatto di grande importanza e di assoluto valore positivo. Tecnicamente la proposta intende introdurre un comma aggiuntivo dopo il quinto dell'articolo 119 della Costituzione, comma con il quale la Repubblica riconosce la peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità. Vede, Presidente, noi sardi, noi siciliani - qui ringrazio il collega Fausto Raciti per il suo intervento in discussione generale - sappiamo bene cosa significhi essere isolani. Parlo dei trasporti delle persone e delle merci - da noi in Sardegna la continuità territoriale sui mari e nei cieli soffre ancora di qualche problema -, ma anche di quel più generale problema di distanza che ci divide dal resto del Paese.

Sarebbe, però, sbagliato e anche ingiusto a mio parere affermare che quello dell'insularità è un problema solo delle isole o al più del sud del nostro Paese. Vede, Presidente, in realtà lo svantaggio derivante dalla condizione di insularità ha cominciato ad essere considerato e a godere di qualche possibilità di soluzione solo quando ha cominciato a essere considerata una questione nazionale, un elemento capace di riverberare effetti negativi su tutto il Paese. In effetti una delle cose che ha fatto capovolgere un paradigma che pareva ormai consolidato è quello per cui, con la forte spinta popolare che è partita dai territori, si è voluta declinare l'appartenenza alla Repubblica e quindi riconsiderando l'articolo 3 della Costituzione che non ammette differenze di qualsiasi tipo e si è agito ovunque con azione pedagogica, con l'affermazione necessaria delle pari opportunità. All'interno dell'Italia e dell'Europa non è consentito fare a meno delle opportunità - siano esse nell'accesso ai trasporti, alla cultura, alla salute - e le pari opportunità siano dei principi fondanti della nostra Repubblica. La popolazione ha esattamente sostenuto questo, con un rapporto di forte coscienza e di collaborazione positiva e non solo di tipo risarcitorio, anche se - e questo è inutile negarlo - una componente del carattere di rivendicazione è stata giustamente avvertita. Da noi in Sardegna si è utilizzato lo strumento della consultazione popolare, si è partiti dal basso quindi, con comitati spontanei animati da esponenti della cultura e delle professioni, da tanta gente comune a cui va il mio ringraziamento e la mia doverosa stima. Centinaia di persone, di ogni tipo, ma permettetemi qui di ricordare la figura di Roberto Frongia, tra i primi e i più attivi nel sostenere la necessità di questa riforma che ci ha prematuramente lasciato. E oggi vorrei sottolineare anche l'importanza e il valore del contributo della professoressa Maria Antonietta Mongiu e di Michele Cossa. Come ha giustamente rilevato la relatrice in sede di intervento introduttivo, con le modifiche che questo provvedimento intende apportare è la Repubblica che si fa carico dell'intervento pubblico in favore delle isole, riconoscendo di conseguenza non solo gli svantaggi che derivano dalla condizione di insularità ma anche le peculiarità che questi meravigliosi territori sono in grado di offrire, peculiarità di tipo culturale, storico e naturalistico. Certo, tutti noi non ci nascondiamo il fatto che approvando oggi questa modifica costituzionale facciamo un passo importante, forse storico, nella direzione di cercare di colmare l'enorme differenza che ancora scava un fossato tra le isole e il resto del Paese. Ma è solo un passo e non certo l'ultimo. Ci vorranno le necessarie leggi attuative, ci vorranno le risorse per far sì che la riforma costituzionale non rimanga esclusivamente nelle righe di un corpus legislativo, che divenga insomma un corpo vivo nella testa e nel cuore della gente, in grado di cambiare sul serio la quotidianità di ogni italiano isolano. Dovrà per forza cambiare la qualità dei trasporti, della cultura, della conoscenza delle nostre isole. Lo dobbiamo ai nostri giovani troppo spesso penalizzati nella speranza del loro futuro. Lo dobbiamo doverosamente a tutti coloro che si sono espressi senza possibilità di equivoco affinché le cose finalmente prendano un'altra direzione. Insomma, ci vorranno ancora altri passaggi perché quel fossato storico e intollerabile venga definitivamente colmato, perché gli italiani isolani possano spostarsi, lavorare, studiare, curarsi come tutti gli altri. Noi del Partito Democratico siamo convinti però che siamo sulla strada giusta, che avendo ascoltato la voce della gente abbiamo iniziato qui in Parlamento, ma non solo, a porre le basi per risolvere una questione che per troppo tempo ha caratterizzato negativamente la vita del nostro Paese. Ecco perché noi democratici voteremo convintamente a favore di questa legge di riforma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).