Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 4 Aprile, 2023
Nome: 
Andrea Rossi

A.C. 715​ e abbinate

Grazie, Presidente. Le comunico che in questo clima, anche rifacendomi un po' al clima sportivo, depositerò l'intervento complessivo e mi limiterò solo a fare qualche breve riflessione proprio per l'importanza che questo passaggio dal mio punto di vista riveste. Ministro, visto che lei, comunque, è un uomo di sport, partirei cercando di fotografare quella che per me è stata una delle più belle immagini dello sport di queste ultime settimane, dove c'è tutto il valore profondo dello sport. Mi riferisco al ragazzo di 31 anni, l'atleta spagnolo Alex Roca Campillo, con il 76 per cento di disabilità dovuto a una paralisi cerebrale, che è riuscito a portare a termine la maratona di Barcellona. Ha fatto un'impresa storica. Quella per me è una delle immagini più belle dello sport, che quasi sarebbe sufficiente a giustificare e a chiudere oggi il dibattito. Quando mi si chiede cosa è lo sport, rispondo che quella è l'immagine dello sport. Ma mi sia consentito anche di riprendere quello che dice sui social, perché può comunicare solo tramite una tastiera: “Sei tu che stabilisci il limite e se vuoi raggiungere un obiettivo con attitudine, forza di volontà, costanza e resilienza puoi ottenere tutto ciò che ti prefiggi. Non importa quanto difficile possa essere, e se tu non ci riuscirai, anche se avrai rinunciato a tutto, ti sentirai davvero premiato”. Questa è veramente l'immagine più bella che ci consegna Alex Roca Campillo.

Noi oggi siamo di fronte a un passaggio storico per lo sport italiano, perché di questo che stiamo parlando. I relatori hanno già ribadito, prima di me, l'importanza del fatto di introdurre all'interno della nostra Costituzione, con l'articolo 33, il riferimento all'attività motoria. Il dibattito oggi potrebbe avere diverse declinazioni. Penso a una declinazione rivendicativa in quest'Aula, dove noi diciamo quanto, purtroppo, oggi le politiche pubbliche non sono state sufficienti a sostenere il movimento sportivo, oppure quanto ancora dovremmo fare per introdurre nelle nostre scuole l'attività motoria e per implementarla, oppure quanto dovremmo fare proprio per sostenere in modo trasversale lo sport nel nostro Paese. Questa è una declinazione, una rivendicazione. Poi avremmo un'altra declinazione, che potrebbe essere una declinazione storica, che parte addirittura dal perché all'interno dell'Assemblea costituente la parola “sport” - o, meglio, “attività sportiva” - non fu inserita. Non fu per una mancanza, ma per una ragione politica che ben conosciamo, cioè quello che era stato il rapporto, durante il regime, con il tema degli atleti e con il valore che si dava allo sport durante all'epoca. Quindi, fu una scelta politica.

Sempre da un punto di vista della declinazione storica, potremmo vedere come lo sport abbia accompagnato alcune pagine della storia della nostra giovane Repubblica, accompagnando, quindi, anche la nostra Costituzione. Basti pensare - non sappiamo se ci sia stata o meno, ma proviamo a immaginare che veramente ci sia stata - alla telefonata, durante il Tour de France, di De Gasperi a Bartali, che, dopo la telefonata, recupera quei 20 minuti dalla maglia gialla e contribuisce un po' a riappacificare un Paese che, come sappiamo, viveva una fase di tensione dopo l'attentato a Togliatti. Oppure pensiamo ai Mondiali del 1982 (da un punto di vista storico ed economico, l'Italia stava vivendo un momento di tensione non facile) e a quanto, al tempo, il Presidente Pertini interpretò, attraverso il tricolore e la maglia azzurra, la dimensione del valore di riconoscimento dell'identità collettiva, dell'identità nazionale.

Vede, Ministro, potremmo farlo con diverse declinazioni. Ne ho scelta una - e vado veramente a concludere, per consegnare poi l'intervento -, rifacendomi anche un po' a quello che lei, qualche giorno fa, ha detto a Salsomaggiore in un importante appuntamento a Sportcity, dove si è firmata una carta di impegno a sostegno dello sport, del benessere e della cultura del movimento. Lei ha parlato di un vocabolario condiviso. Allora, in quest'intervento, le consegno alcune parole e alcuni termini che, se lei li riterrà utili, penso che possano far parte di questo vocabolario condiviso.

La prima affermazione è che lo sport è un'infrastruttura sociale straordinaria. È un'infrastruttura sociale, perché, grazie alla rete del volontariato nello sport, alle diverse migliaia di società sportive, di volontari e di tesserati, è un presidio sociale fondamentale e straordinario nel nostro territorio. Oggi, non oso neanche immaginare una realtà territoriale senza un'associazione sportiva.

Lo sport è educazione - e questa è la seconda parola che le consegno -, perché, come ricordava giustamente il relatore Berruto, lo sport è la terza agenzia educativa del Paese, dopo la famiglia e la scuola. Infatti, è facendo sport che il giovane passa la maggior parte del proprio tempo libero, dopo le due agenzie sopracitate. Quindi, svolge una funzione straordinaria.

Lo sport è integrazione. Anche qui, non mi ripeto, ma ricordo che lo sport parla una lingua universale, ha la capacità di abbattere le barriere delle relazioni ed è uno strumento di integrazione straordinario.

Lo sport è salute, perché, comunque, da un punto di vista educativo, porta ad adottare stili di vita sani, che aiutano a migliorare la spesa pubblica nel nostro Paese. Lo sport è inclusione sociale, e lo ha dimostrato, come ho detto all'inizio del mio intervento, Alex Roca Campillo, nel momento in cui ci fa capire che, attraverso lo sport, si possono superare e abbattere barriere. Non ci sono limiti.

Lo sport, Ministro, è anche un valore economico, che rappresenta, al netto, circa 2 punti percentuali di PIL (l'1,7 per cento).

Ma pensiamo anche all'aspetto turistico. Arrivo da una regione che ha fatto la Sport Valley. Questa regione, grazie agli eventi sportivi e al turismo sportivo, sta costruendo le condizioni affinché una stagione duri non solo tre mesi, che sono legati alla stagione balneare, ma sei mesi. Quindi, rappresenta anche un volano economico.

Lo sport - e vado veramente verso la conclusione - è competizione, una competizione bella e sana. Mattarella, in un incontro con gli atleti, rispetto al tema della competizione diceva: “Si tratta di una competizione collaborativa. Sempre, sia negli sport di squadra che in quelli individuali: anche in questi” - riferendosi a quelli individuali - “i risultati, di chi vince o di chi batte un record, giungono grazie anche all'impegno degli altri in gara, le cui prestazioni sospingono il vincitore”.

Lo sport è uno straordinario veicolo di valori e di principi. Appunto, dicevamo prima dell'integrazione e dell'inclusione sociale, ma, nei suoi principi base, c'è il tema della lealtà, della correttezza, del coraggio di competere e di riconoscere i meriti altrui.

Infine, lo sport è passione. Lo sport è una passione collettiva, perché ci vede accomunati, come tifosi, ad accompagnare e a sostenere le imprese più o meno eroiche degli sport individuali e di squadra, ma è anche una passione individuale di tante decine di migliaia di atleti, soprattutto di atleti giovani. Ed è una passione che ritrovo, non so se nello spirito o negli occhi, in mia nipote, che ha 15 anni; Alice ha un obiettivo davanti a sé - è un sogno -, quello di poter arrivare alla nazionale italiana di pallavolo. E lo fa con sacrificio, con dedizione, con impegno, anche rinunciando alle tante possibilità che un'adolescente di 15 anni ha davanti a sé, però lo fa perché ha un obiettivo.

Penso che dobbiamo lavorare per non deludere le aspettative e i sogni di quei ragazzi e lo possiamo fare perché lo sport non è marginale nella vita sociale e non va vissuto come un tempo di ricreazione. Lo sport è un valore straordinario da un punto di vista culturale, sociale, educativo ed economico.