Discussione generale
Data: 
Martedì, 18 Novembre, 2025
Nome: 
Debora Serracchiani

A.C. 1693-A

Grazie, Presidente. Intanto, siamo davvero molto soddisfatti, come Partito Democratico, che sia arrivata in Aula, finalmente, una proposta di legge di iniziativa parlamentare e, in questo senso, desideriamo, come gruppo del Partito Democratico, ringraziare la prima firmataria Laura Boldrini e la nostra capogruppo Chiara Braga che, insieme a tutti noi, hanno voluto che questo provvedimento diventasse uno dei provvedimenti importanti, principali, da mettere nella agenda parlamentare. Credo che questo sia stato un punto di svolta importante e voglio ringraziare - lo hanno già fatto nei loro interventi, ricordando reciprocamente il lavoro che ciascuna di loro ha svolto - l'onorevole Carolina Varchi e l'onorevole Michela Di Biase, perché, davvero, sono state preziosissime nel costruire quel tessuto e riannodare quei fili che, magari, si spezzano normalmente, anche legittimamente, nel dibattito politico, ma che in questo caso, invece, siamo riusciti a rendere patrimonio comune. Credo che sia stato uno sforzo politico, della politica, di tutta la politica, importante.

In questo senso, desidero ringraziare anche la segretaria Elly Schlein e la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, perché in prima persona hanno voluto dare a questo provvedimento quella centralità che il provvedimento meritava. E voglio ringraziare tutti i gruppi, di opposizione e di maggioranza, perché se questo provvedimento arriva oggi in Parlamento, e arriva in questa condizione, è perché c'è stata un'ampia condivisione.

Mi permetta di ringraziare, Presidente - e poi concludo con i ringraziamenti -, non soltanto gli uffici tutti, che ci hanno aiutato in questa elaborazione - anche quelli del Ministero -, ma anche, davvero, tutti i commissari della Commissione giustizia della Camera, che sono stati, con il loro contributo, davvero preziosi nell'arrivare ad una riscrittura o, meglio, ad una modifica importante, dell'articolo del codice penale che oggi è nella rubrica del provvedimento di legge, che ha un significato profondo. Non ha soltanto un significato di natura penale, ha un significato culturale, ha un significato storico, ha un significato sociale, ha un significato per noi fondamentale di iniziativa parlamentare che dà una risposta a quello che è stato un bisogno che tante donne, tante persone che sono state oggetto di violenza sessuale, ci hanno chiesto con forza. E, cioè, la possibilità di non essere di nuovo vittime di sofferenza e di essere di nuovo sottoposte a quella sofferenza quando trovano il coraggio di denunciare, trovano il coraggio di entrare in un'aula di tribunale e hanno bisogno di essere sostenute e sostenuti in tutto il duro percorso che la denuncia comporta.

Qui c'è un cambio di paradigma, lo abbiamo detto più volte. Per cui, sarà violenza sessuale non soltanto quell'atto compiuto, che viene fatto compiere o che si induce a compiere, con minaccia, violenza, costrizione, approfittando dell'inferiorità fisica o psichica e abusando del proprio potere, sarà violenza sessuale quella violenza che avviene senza un consenso libero e attuale. “Libero” e “attuale” sono due termini davvero molto importanti, Presidente, che contengono in sé anche il filone giurisprudenziale, che negli anni si è formato, della Corte di cassazione, che ha voluto appunto precisare che cosa significa libertà, nell'espressione del proprio consenso, e attualità del consenso, che deve esserci durante tutto l'atto sessuale.

Questo è estremamente importante e sarà utile, penso, anche per formare una giurisprudenza che su questo provvedimento, così modificato, farà non solo storia, farà cultura e in qualche modo rappresenterà anche per noi, tutti noi cittadini, la possibilità di trovare, anche in quei momenti di sofferenza, un riconoscimento dei nostri valori costituzionali.

Questo è un lavoro a cui abbiamo creduto profondamente, anche perché l'Italia doveva anche fare proprie le sollecitazioni che arrivavano da importanti organismi internazionali. È stata citata la Convenzione di Istanbul, sono stati citati provvedimenti, organismi internazionali, che hanno chiesto all'Italia di rivedere e precisare meglio anche il reato di violenza sessuale. Oggi questo avviene.

Lo ricordava prima l'onorevole Varchi. È normale che di fronte ad una modifica così importante e così anche invasiva, e anche così innovativa, ci possano essere dei timori, delle perplessità, ci possa essere qualcuno che solleva dei dubbi. È normale. La giurisprudenza cerca di leggere i cambiamenti quotidiani, interpretarli, e anche dare delle risposte. Può darsi che queste perplessità si possano superare anche con un lavoro, quello che abbiamo fatto. Abbiamo cercato di rendere questo testo il più intellegibile possibile, abbiamo cercato di renderlo il più chiaro e diretto possibile. E lavoreremo, lavoreremo quotidianamente perché si faccia un passo in più, che non è stato possibile avere con questo provvedimento, ma che sarà - ne sono certa e lo spero - lavoro, anche questo, comune.

Manca tutta la parte relativa alla prevenzione; manca un investimento serio sull'educazione sessuo-affettiva nelle scuole, un aiuto alle famiglie; manca la prevenzione, perché, quando ci occupiamo del neo-reato di femminicidio o di questa riforma della violenza sessuale, non possiamo dimenticare che interveniamo comunque, sempre, nella fase cosiddetta patologica, cioè quando il fatto è già avvenuto. Noi dobbiamo prevenirlo, dobbiamo prevenirlo investendo sulla cultura, dobbiamo prevenirlo investendo sull'educazione.

Dobbiamo prevenirlo investendo sulla formazione di tutti coloro che hanno a che fare con la violenza, e credo che questo sia davvero il passo in avanti che ci si aspetta da questo Paese, dalla storia millenaria e dalla nostra cultura giuridica e giudiziaria, che credo vada nella direzione giusta e che oggi trovi una risposta in più da parte del legislatore. Non sempre il legislatore è riuscito a dare queste risposte per tempo e spesso la giurisprudenza scavalca il legislatore. Oggi possiamo dire che, invece, il legislatore ha fatto il proprio mestiere, ha fornito quella cornice giuridica, ha fornito quel contesto nel quale questa norma interviene, ed interviene davvero come spunto anche, ripeto, culturale di cui il Paese e noi abbiamo bisogno.

Tanto più oggi che le sfide che affrontiamo anche nelle relazioni sono nuove, sono complesse. E appunto per questo noi auspichiamo che oggi si faccia questo intervento di natura penalistica, ma che domani si sia pronti davvero ad intervenire tutti insieme, ma davvero tutti insieme, sulla prevenzione, sull'educazione, sulla formazione e sulla capacità che possiamo avere (Applausi), ed è fondamentale, di riuscire a creare un percorso positivo per le famiglie, per i nostri giovani, per le donne, per tutte le persone vittime di questo reato.

Quindi, Presidente, davvero credo che si sia scritta una bella pagina. Credo che davvero si sia data una risposta preziosa e credo anche che il nostro lavoro, che è stato un lavoro quotidiano e fatto tutti insieme, abbia dato un segnale positivo ai nostri cittadini e alle nostre cittadine, abbia dato anche un segnale positivo alla nostra possibilità di fare ancora di più e meglio.

Quindi, una bellissima pagina. Ringrazio davvero tutte le colleghe e tutti i colleghi e penso che questo provvedimento di oggi sia un primo passo importante, e questo passo importante, trovarci tutti insieme, credo che sia davvero un segnale forse per certi versi inaspettato, ma sicuramente un segnale molto positivo, su cui costruire una cultura giuridica che ci faccia trovare tutti dalla stessa parte, di fronte alla sofferenza delle persone che oggi ci chiedono delle risposte, oggi penali, domani, mi auguro, anche di prevenzione ed educazione.