Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 25 Novembre, 2021
Nome: 
Lucia Ciampi

A.C. 2071​-2240

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario Scalfarotto, la proposta di legge che esaminiamo oggi è frutto di un accordo politico, maturato dopo un lungo e approfondito dibattito in Commissione. Delle numerose norme presenti nel testo iniziale del provvedimento che ci apprestiamo a votare rimangono, nella sua versione definitiva, soltanto tre articoli, che cercherò di sintetizzare. Il primo articolo dispone l'inconferibilità degli incarichi amministrativi di vertice negli enti di diritto privato in controllo pubblico, in caso di condanna per reati contro la pubblica amministrazione. Per incarichi amministrativi di vertice si intendono quelli di livello apicale, quali quelli di segretario generale, di capo Dipartimento, di direttore generale o posizioni assimilate. Tale disposizione si applica anche a coloro che siano stati condannati con sentenza non passata in giudicato. Il secondo articolo introduce una semplificazione contabile per i comuni con meno di 5.000 abitanti, per i quali viene eliminato l'obbligo di effettuare il controllo di gestione, previsto dal comma 1 dell'articolo 196 del TUEL.

Si ricorda che il controllo di gestione è la procedura diretta a verificare lo stato di attuazione degli obiettivi programmati, attraverso l'analisi delle risorse acquisite e della comparazione tra i costi e la quantità e qualità dei servizi offerti, la funzionalità dell'organizzazione dell'ente, l'efficacia, l'efficienza e il livello di economicità nell'attività di realizzazione di tali obiettivi. Il controllo di gestione ha per oggetto l'intera attività amministrativa e gestionale ed è svolto con una cadenza periodica definita dal regolamento di contabilità dell'ente stesso. Il terzo articolo eleva infine, da due a tre, il numero di mandati consecutivi consentiti ai sindaci dei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, come attualmente permesso ai comuni fino a 3.000. Per i sindaci dei comuni con 5.000 o più abitanti rimane invece il limite di due mandati consecutivi. Questi sono i contenuti della proposta di legge in esame. È sotto gli occhi di tutti che questo provvedimento abbia subito, nel corso del passaggio in Commissione, una notevole riduzione delle tematiche trattate ed è altrettanto evidente che siano rimasti alcuni nodi da sciogliere, relativi all'ordinamento degli enti locali, alle funzioni e alle responsabilità degli amministratori, alla semplificazione dell'attività amministrativa e della finanza locale. Una revisione ampia e concertata della Carta delle autonomie è necessaria - è opportuno ribadirlo - e anch'io, a nome del Partito Democratico, auspico, insieme al sottosegretario, che la delega per la riforma del TUEL avvenga al più presto possibile. Per il Partito Democratico, l'evoluzione del quadro politico e istituzionale, le innovazioni in materia di disciplina delle autonomie e l'accresciuta visibilità politica dei sindaci fanno sì che spesso il primo cittadino venga ritenuto responsabile per eventi o accadimenti, sui quali non ha pieno controllo. Mi riferisco, per esempio, anche da ex sindaca, all'abuso d'ufficio, previsto dall'articolo 323 del codice penale, e ai criteri di imputazione della responsabilità penale omissiva e di quella amministrativa-contabile, che vanno sicuramente modificate, per meglio ritagliare sulla figura del sindaco la relativa disciplina. Le modifiche sono quindi urgenti, non solo per riscrivere con più certezza lo status giuridico degli amministratori e quindi anche i confini delle responsabilità - l'urgenza è stata sollevata peraltro da tempo da migliaia di sindaci di grandi e piccoli centri -, ma anche per avviare quei processi efficaci di semplificazione amministrativa e ordinamentale necessari per sostenere la crescita sociale ed economica. Dopo un ampio confronto partitico e politico, si è preso atto in Commissione che non sarebbe stato raggiunto un accordo condiviso su una riforma organica del TUEL e si è deciso di agire in quei settori, su cui c'era convergenza e urgenza di intervenire. Per questo motivo, ho parlato in precedenza di un accordo e non di un compromesso, perché un accordo, rispetto a un compromesso, dà risposte efficaci e risolutive alle necessità contingenti. In particolare, le norme approvate con il primo articolo sulla inconferibilità di incarichi presso gli enti di diritto privato in controllo pubblico, rispondono alla necessità di una maggiore trasparenza nella pubblica amministrazione. L'introduzione di tali disposizioni è stata sollecitata da tempo anche dalla stessa Anac, l'Autorità nazionale anticorruzione, con appositi atti di segnalazione, che richiedevano di estendere l'applicazione di inconferibilità, già prevista per gli incarichi dirigenziali, anche per gli altri incarichi amministrativi di vertice. Proseguendo, va rimarcato come il secondo articolo, che elimina l'obbligo di effettuare il controllo di gestione previsto dal TUEL per i comuni sotto i 5.000 abitanti, risponde, seppur parzialmente, a determinate istanze delle associazioni e degli enti pubblici, che richiedono da tempo una riduzione degli adempimenti burocratici per i piccoli centri, che non hanno spesso risorse umane e finanziarie necessarie a svolgere tutte le pratiche, con l'obiettivo complementare di liberare energie e competenze per orientarle verso obiettivi di mandato e per garantire i servizi ai cittadini.

Infine, il terzo articolo, che, come abbiamo già rimarcato, eleva da due a tre il numero dei mandati consecutivi consentiti ai sindaci dei comuni fino a 5 mila abitanti, viene incontro alle richieste delle associazioni dei comuni - in primis ANCI, ma anche UNCEM - e anche alla carenza di competenze amministrative nei piccoli centri. Gli amministratori dei piccoli comuni, è inutile negarlo, svolgono infatti spesso funzioni di volontariato, hanno retribuzioni minime; e meno male che è intervenuto - lo voteremo con la manovra di bilancio - l'aumento delle indennità, il raddoppio delle indennità, quindi un aumento cospicuo per tutti i sindaci, i quali hanno enormi responsabilità e rischi di ogni tipo, e non è sempre facile trovare candidati coraggiosi e competenti. Risulta, inoltre, evidente che oggi sia opportuno, con le complesse procedure di esercizio associato delle funzioni comunali - e ve lo dico anche da ex presidente di una unione comunale -, con il sempre maggior carico di responsabilità in capo ai primi cittadini e con i costanti cambiamenti normativi e regolamentari, consentire una maggiore possibilità di continuità amministrativa. Gli elettori, poi, qualora preferiscano il ricambio, saranno sempre liberi di bocciare il sindaco uscente, indipendentemente dal numero dei suoi mandati.

Ecco, quindi, espresse le motivazioni per cui il PD sostiene questo provvedimento, consapevole dell'esigenza di una riforma organica del Testo unico sugli enti locali, ma pienamente convinto che le norme presenti porteranno benefici per le pubbliche amministrazioni coinvolte e, quindi, per i cittadini interessati. È con questi presupposti che annuncio il voto favorevole del Partito Democratico.