Data: 
Giovedì, 3 Luglio, 2014
Nome: 
Cesare Damiano

A. C. 224-387-727-946-1014-1045-1336-A

Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, io sto ascoltando in questa discussione delle cose che giudico sbagliate, non voglio dire false, perché io misuro sempre le parole. Ho sentito l'onorevole Fedriga dire che noi stiamo togliendo le pensioni. Io dico con orgoglio, con orgoglio, che votando questo emendamento proposto dal Governo, noi daremo pensione e tranquillità ad altre 32.100 persone, cioè a 32.100 famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che corrono il rischio, se sono monoreddito, di stare nella soglia di povertà. Lo rivendico perché è falso il fatto che, di fronte ad una proposta unificata, io sono firmatario di una delle proposte che hanno consentito un testo comune, il Governo si sia tirato indietro. Ringrazio il Ministro Poletti che aveva due strade di fronte: la prima, non interloquire con una proposta parlamentare, la seconda, di accettare un confronto. Il Governo ha accettato il confronto e ha fatto una controproposta. Il problema della nostra proposta – lo dico – era uno, quello delle coperture. Io non so chi dà i numeri. I numeri li dà l'INPS, li dà la Ragioneria dello Stato; la nostra proposta è stata classificata con un costo di 47 miliardi. Era chiaro, lo dico a tutti, che noi avevamo di fronte due strade.
  La prima: venire in Aula, fare una battaglia di bandiere e di propaganda, non avere le coperture e essere rispediti in Commissione. Come Partito Democratico e come maggioranza noi non abbiamo scelto la propaganda, abbiamo scelto un compromesso che ci fa a testa alta uscire da quest'Aula con 32.100 persone salvate dalla povertà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa è la differenza !E non si dica che non si sa di che coperture parliamo. Io prendo atto dell'onestà intellettuale dell'onorevole Fedriga, che ha sottoposto questo ragionamento: come mai nella pubblica amministrazione ci sono coperture di un certo tipo e qui ce ne sono altre ? Sono due provvedimenti diversi e il compromesso che noi abbiamo fatto ci è costato sangue e lacrime, perché noi abbiamo lavorato tanto per strappare questo risultato. E dico ancora orgogliosamente, come maggioranza e come Partito Democratico, che sei salvaguardie significano 170 mila persone salvate dalla povertà, con un impegno di spesa di 11,6 miliardi di euro. Non stiamo parlando di cose banali.
  Allora, noi abbiamo scelto un'altra strada, che mette in sicurezza quegli 11,6 miliardi, perché io, che ho avuto l'avventura di fare il Ministro e so come si negozia con il MEF e con la Ragioneria, mi ricordo ancora la ferita dei lavori usuranti, che ho coperto con 3 miliardi, accettando la barriera dei 5 mila lavoratori all'anno, che in dieci anni dovevano essere salvati in 50 mila e quella barriera non è mai stata raggiunta e quei soldi sono stati spesi in parte e quei soldi sono tornati al MEF e alla Ragioneria.
  Qui lo abbiamo impedito, perché quei soldi resteranno per i salvaguardati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quando ci siamo accorti che la seconda salvaguardia, con 55 mila persone previste, ne copriva 20 mila, ci siamo domandati: ma quei 35 mila e quei miliardi a chi li diamo ? Li restituiamo per il debito o li teniamo per salvare altre persone ? Abbiamo scelto di salvare altre persone e io sono orgoglioso di questa scelta.
  Quindi non facciamo domande retoriche e propagandistiche, perché sappiamo perfettamente di quel che parliamo. Abbiamo fatto un compromesso, certo, in politica si fanno i compromessi, ma questo compromesso era ad un bivio e noi abbiamo scelto tra fare propaganda e tornare in Commissione a bocca asciutta oppure uscire con un altro passo avanti. Sappiatelo: il Partito Democratico continuerà la sua battaglia per i macchinisti, per «quota 96», per le ricongiunzioni e per altri salvaguardati, perché questo problema è un problema sociale del Paese e di tutti e noi continueremo a batterci con orgoglio, a testa alta e contro le falsificazioni.