Dichirarazione di voto
Data: 
Martedì, 20 Giugno, 2017
Nome: 
Tino Iannuzzi

A.C. 4144-A

Grazie Presidente. Signor Ministro approviamo in seconda lettura e con modificazioni la riforma della legge n. 394 del 1991 sulle aree protette, dopo un lavoro qualificato ed intenso, che si è sviluppato dapprima in Commissione ambiente e poi in Aula, con la guida sempre competente e attenta del relatore Borghi. E in questo percorso parlamentare, sicuramente difficile, non privo di nodi da sciogliere, tutti i gruppi, pur nella diversità delle loro valutazioni politiche, hanno recato il contributo migliorativo al testo varato dal Senato, con il ruolo sempre positivo del Ministero dell'ambiente.

Noi siamo in presenza di una normativa che interviene per realizzare una sorta di revisione, di manutenzione, di avanzamento della legge n. 394. Certamente dal 1991 è stato compiuto un percorso importante, è stato raggiunto un obiettivo che pareva impossibile: più del 10 per cento del territorio nazionale è ricompreso nell'ambito di aree a diverso titolo protette.

Ma è anche vero che la legge n. 394 in questi anni ha rivelato limiti e punti di criticità, che è necessario affrontare e finalmente risolvere. E noi ci siamo posti in questa corretta prospettiva, con una normativa che fornisce all'Aula un testo di grande equilibrio, che su tutte le questioni sul tappeto rappresenta obiettivamente un forte miglioramento e un forte avanzamento rispetto alla normativa previgente. Lo abbiamo fatto lungo una filosofia di fondo, che attraversa la riforma e che abbiamo cercato di sviluppare con grande coerenza e linearità, come più volte ha espresso il presidente della Commissione Realacci, la filosofia di tenere insieme e di fare camminare contestualmente tutela e salvaguardia dell'ambiente, della natura e del paesaggio, ma anche promozione e sostegno dello sviluppo sostenibile, dello sviluppo compatibile, di uno sviluppo a misura d'uomo, della green economy, della valorizzazione delle biodiversità. Questa è la linea che attraversa tutto il provvedimento.

Noi abbiamo fatto alcune scelte significative, anche migliorando il testo che era stato approvato in prima lettura al Senato. Innanzitutto, le diverse aree protette sono considerate in una prospettiva unitaria e d'insieme, perché la legge considera in una visione di sistema sia i parchi nazionali, sia i parchi regionali, sia le aree marine protette, perché tutte e tre queste tipologie di zone protette concorrono in misura significativa al percorso di tutela e di crescita di questi territori di tanto pregio ambientale, naturale e paesaggistico.

Conseguentemente, con innovazioni introdotte alla Camera, abbiamo previsto il Piano triennale di investimenti per opere pubbliche e per interventi di sviluppo sostenibile nelle aree protette, con una dotazione nel triennio di 30 milioni di euro annui e destinando il 50 per cento di queste risorse proprie alle realtà rivelatesi più deboli e fragili in questi anni: i parchi regionali e le aree marine protette. Abbiamo previsto ulteriori 3 milioni di euro annui, a partire dal 2018, per potenziare e rendere più efficiente la gestione delle aree marine protette.

Siamo poi intervenuti sul modello di governance, al fine di renderlo più funzionale e più agile, liberandolo da vischiosità burocratiche e da ritardi e sovrapposizioni procedurali che hanno bloccato e paralizzato tanti interventi meritori per un serio ed equilibrato sviluppo. Siamo intervenuti nella prospettiva di rendere l'amministrazione dei parchi più efficiente, più funzionale e più vicina ai cittadini ed ai territori.

In questo senso, tante polemiche sono davvero strumentali. Abbiamo previsto un meccanismo per la nomina del presidente che nel rapporto tra Ministero dell'ambiente e regioni interessate valorizza sicuramente, per l'identificazione di questa responsabilità, personalità dotate di qualificata competenza, innanzitutto in campo ambientale. Abbiamo eliminato l'albo dei direttori, oramai superato e che non svolgeva più una funzione utile, per sostituirlo con una procedura di selezione pubblica per identificare le energie migliori nel settore, le energie che esprimano competenza ambientale, gestionale e amministrativa complessivamente intesa.

Siamo anche intervenuti con serietà nella composizione del consiglio direttivo, che esprime, per una metà, le rappresentanze dei territori e delle comunità locali, attraverso le scelte della comunità dei sindaci; per l'altra metà, c'è la rappresentanza del Ministero dell'ambiente, delle associazioni di protezione ambientale, delle associazioni scientifiche più rappresentative e, con un'innovazione importante, delle associazioni più rilevanti nel campo dell'agricoltura e della pesca, a voler sottolineare il mutato e positivo ruolo che l'agricoltura svolge ai fini della tutela e del corretto assetto del territorio, per valorizzare e legare strettamente lo sviluppo dei parchi e il progresso e la sempre maggiore evoluzione dell'agricoltura di eccellenza, dell'agricoltura biologica, delle attività silvopastorali e della pesca.

Si è parlato su questi punti di prevalenza di interessi localistici. Francamente è una tesi priva di ogni fondamento, ma anche del tutto incomprensibile. Quali sarebbero gli interessi localistici? Le legittime istanze dei territori e delle comunità locali? Quali sarebbero gli interessi localistici? La presenza negli organi del parco delle espressioni dirette dei rappresentanti dei comuni che fanno parte di quel parco? Ma vi pare possibile poter definire e programmare il futuro di un parco senza o contro il contributo attivo dei comuni che vi fanno parte? Vi pare, ad esempio, possibile poter pensare al futuro del Parco dei Monti Sibillini o del Gran Sasso senza il ruolo propositivo e attivo dei comuni che ne fanno parte, che per la grande maggioranza sono anche dentro il cratere del terribile terremoto che c'è stato negli ultimi mesi? Quali sono questi interessi localistici, se non la legittima espressione dei territori, delle comunità locali, che si esprime attraverso scelte democratiche dei suoi rappresentanti?

Abbiamo poi introdotto la fiscalità di vantaggio, misure di incentivazioni fiscali con un apposito capitolo di bilancio, anno per anno, per sostenere iniziative di sviluppo economico, sociale, ecocompatibile. Una norma importante di grande novità, di grande apertura. Ed abbiamo poi introdotto una norma significativa, quella del divieto nei parchi e nelle aree contigue di nuove ricerche, estrazioni, e di sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi. Una norma che abbiamo proposto noi, una norma che abbiamo voluto e portato avanti noi del gruppo del Partito Democratico, una norma che segna una scelta precisa: il futuro dei parchi, per noi, non appartiene alla gestione degli idrocarburi, ma allo sviluppo ecocompatibile e sostenibile. Per noi questa norma significa, come è stato chiaramente delineato nel percorso in questa Aula, il divieto, la preclusione di nuove ricerche, di nuovi estrazioni all'interno dei parchi. C'è l'attribuzione al Piano del parco della valenza di piano paesistico che dovrà acquisire la VAS, il parere vincolante del Ministero dei beni culturali. Così diamo un incentivo a realizzare quei piani paesistici che dal 1985 in poi pochissime regioni hanno approvato. Una volta compiuto questo percorso, giustamente si semplifica e razionalizza il controllo paesistico, ponendolo interamente in capo all'ente parco.

Noi esprimiamo convintamente voto favorevole perché la riforma segue e realizza un'idea di centralità dei parchi nelle politiche generali. Una idea che vede nella tutela e nella valorizzazione dell'ambiente un asset fondamentale per lo sviluppo del Paese. Questa idea, per tanti versi, tiene assieme parchi e piccoli comuni. Non è senza significato che sono ben 520 i piccoli comuni ricompresi nei territori dei parchi, una ragione in più per sollecitare il Senato ad approvare finalmente in via definitiva la legge dei piccoli comuni. La riforma va in questa direzione di un Paese che accomuna parchi e piccoli comuni, nel senso di tenere assieme e di far procedere di pari passo la storia, la tradizione, la cultura, le bellezze del paesaggio, i valori naturalistici, con l'innovazione, le nuove tecnologie e i nuovi saperi, le nuove frontiere dell'amministrazione, la green economy. È un'Italia che tiene assieme e congiunge legalità e rispetto delle regole, efficienza e buona amministrazione. Quell'Italia per la quale si è battuto sino al sacrificio estremo della vita, da un piccolo comune, Pollica, e dal cuore del grande parco del Cilento, il sindaco pescatore, il sindaco Angelo Vassallo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Concludo, Presidente. Questa riforma va nella direzione giusta di promuovere e sostenere un'Italia che vive nel sentimento profondo delle persone e dei territori, un'Italia orgogliosa delle sue bellezze e della sua storia, ma che ogni giorno punta e scommette sulle sue vocazioni naturali e sulle sue qualità per vincere la sfida della competizione nel villaggio globale. Un'Italia che ogni giorno, con forte senso della comunità, guarda e costruisce con fiducia e speranza il suo futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Congratulazioni).