Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 5 Novembre, 2025
Nome: 
Debora Serracchiani

A.C. 976-B

 

Grazie, Presidente. Presidente, mentre ascoltavo i colleghi parlare, e ringrazio il Ministro per la sua presenza costante - ne devo dare atto e ringraziarlo anche del tentativo che, ogni tanto, almeno lui fa di avere un confronto - dicevo, Presidente, suo tramite, che mi verrebbe da dire che il titolo di questo mio intervento è “Gli smemorati di Collegno” o forse dovrei dire “Gli smemorati del Friuli-Venezia Giulia”, perché nessuno dei colleghi ha ricordato che la riforma dello statuto del Friuli-Venezia Giulia, che fu un esercizio di autonomia e di specialità completa - perché voglio ricordare che solo il Friuli-Venezia Giulia ha abolito le province, e quindi l'ha esercitata fino in fondo quell'autonomia e quella indipendenza che riconosciamo alla regione Friuli-Venezia Giulia, di cui siamo rappresentanti orgogliosissimi - dicevo, “Smemorati del Friuli-Venezia Giulia” perché i colleghi hanno dimenticato di ricordare che la precedente riforma dello statuto del Friuli-Venezia Giulia venne voluta - udite, udite - dal centrodestra al governo della regione Friuli-Venezia Giulia. Siete stati voi che avete iniziato la procedura di riforma costituzionale per modificare lo Statuto del Friuli-Venezia Giulia e per abolire le province. Siete stati voi che l'avete portata in Parlamento, e siete stati voi che avete voluto che quel voto arrivasse fino a compimento; compimento che c'è stato nel 2016, quando governava il centrosinistra, quando la presidente della regione era la sottoscritta e quando tutto il consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, maggioranza e opposizione, ha votato l'abolizione delle province del Friuli- Venezia Giulia. Allora voglio ricordare, agli smemorati del Friuli-Venezia Giulia, chi ha iniziato questo percorso, perché la si fa facile a dire: servono gli enti intermedi. Certo che servono gli enti intermedi, e noi li abbiamo fatti gli enti intermedi - noi li abbiamo chiamati unioni territoriali intercomunali, potevate chiamarli come vi pare - e quando avete eliminato le unioni territoriali intercomunali, voi avete fatto gli enti di decentramento regionale. Quindi, gli enti intermedi esistono già. Quindi non si capisce perché noi stiamo facendo la riforma dello statuto del Friuli-Venezia Giulia, perché gli enti intermedi fra comune e regione, in Friuli-Venezia Giulia, ci sono già e si chiamano enti di decentramento regionale, ma non avete avuto neppure il coraggio, con questa riforma, di chiamarle province, quegli enti che volete reintrodurre e che già ci sono. Perché l'identità delle quattro province - importante, fondamentale, ci mancherebbe - non è mai stata messa in discussione.

Semmai, quello che è stato messo in discussione è che vi fosse la necessità di un ente intermedio le cui funzioni non erano funzioni che rispondevano ai bisogni dei cittadini. Gli smemorati del Friuli Venezia Giulia. Cito testualmente, Presidente, è un'ANSA del 2014: “Se la provincia non è più in grado o non intende assolvere i compiti per i quali è preposta, come la pulizia della strada per il Pramollo, che è un valico internazionale, o il parcheggio dello Zoncolan, lo dica chiaro che lavoreremo, nelle more dell'abolizione dell'ente intermedio, per trasferire in Friuli-Venezia Giulia le competenze della provincia a Friuli-Venezia Giulia strade e all'ANAS per il tratto della viabilità nelle zone confinarie”. Chi lo diceva? L'allora sindaca di Pontebba, Isabella De Monte, oggi deputata di Fratelli d'Italia, che oggi ha cambiato legittimamente idea. 

Ma le voleva abolire, le province, nel 2014. Ora - vede, Presidente - quello che a noi non convince di questa riforma dello statuto del Friuli-Venezia Giulia è il fatto che se esistono già degli enti intermedi, se siamo tutti d'accordo che ci sono delle funzioni strategiche come le strade, come le aree industriali, come le aree artigianali, come gli istituti comprensivi scolastici; se siamo tutti d'accordo che ci sono delle funzioni che è bene che vengano affidate ad un insieme di comuni - che si vogliano chiamare associazioni di comuni, che si vogliano chiamare anche province, se aveste il coraggio di dirlo - beh, quello che manca in questo progetto di legge, in questa riforma costituzionale, è che voi non ci dite cosa volete fare con quegli enti intermedi. Di quegli enti intermedi non indicate non solo il nome, non indicate neppure le funzioni. Cioè, non ci dite perché state facendo gli enti intermedi perché non ci dite quali sono le funzioni, non ci dite dove le prenderete, quelle funzioni. E voglio ricordare che, dopo l'abolizione delle province, noi abbiamo avviato il percorso per cui le funzioni delle province passavano o ai comuni o alle regioni, così come i dipendenti passavano o al comune o alla regione. Siete voi che avete interrotto questo percorso, lasciando nel guado, per otto anni, gli enti intermedi che sono sì, oggi, in Friuli-Venezia Giulia, delle scatole vuote che avreste avuto il dovere di riempire, visto che eravate contro quegli enti intermedi. E allora, se volevate farli diversi, se volevate farli come avevate detto in campagna elettorale, perché non avete mai affidato loro delle funzioni certe? Perché in questi otto anni di governo non li avete mai fatti funzionare? E oggi ci venite a dire che è necessario fare di nuovo le province. Ma allora, se non ci dite quali sono le funzioni che volete affidare loro, ma soprattutto non ci dite con quali soldi volete fargli esercitare quelle province. Chi darà i soldi alle province o a questi enti di area vasta, come li avete chiamati, per esercitare funzioni che oggi ancora non hanno? Ma il giorno in cui gliele attribuirebbe, beh, dovrete anche pagarle, e non ci dite dove prenderete quelle risorse. Ma di solito quelle risorse si prendono con le tasse. Forse dovreste dire ai cittadini del Friuli-Venezia Giulia che per tenere in piedi degli enti intermedi di cui non conosciamo le funzioni sarà necessario mettere delle tasse per pagare. Ma allora qual è l'obiettivo? Se questa riforma è inutile, perché gli enti già ci sono; se questa riforma è inutile perché non si sa quali funzioni fargli esercitare; se questa riforma è inutile perché non si sa con quali risorse prenderli, perché allora si fa la riforma? Beh, per due motivi molto semplici. Il primo - e non è una questione di rappresentanza - è una questione che servono posti dove far sedere persone che non hanno posto da un'altra parte, e quindi fate l'elezione diretta solo per questo motivo, non per rispondere ai bisogni dei cittadini ma per rispondere ai bisogni del ceto politico. Allora qui, quello che c'è, l'unica funzione che hanno questi intermedi, è l'elezione diretta . Ma siccome ho sentito anche parlare del fatto che la rappresentanza è importante, che è importante lasciare ai cittadini il voto popolare, che è importante che i cittadini possano decidere. Ma allora ai cittadini del Friuli-Venezia Giulia perché non dite che in questa riforma è anche prevista la riduzione della possibilità di ricorrere al referendum? La regione Friuli-Venezia Giulia è una regione che ha una storia importante, coraggiosa. Nel 2002 fu la regione che fece un referendum popolare per poter decidere se c'era l'elezione diretta, oppure no, del presidente della regione. E allora perché non dite che qui, con un emendamento fatto in Commissione affari costituzionali - quindi questo non è il testo che è venuto dal Friuli-Venezia Giulia, questo è un testo che qui, a Roma, avete modificato - avete anche ridotto la possibilità di ricorrere al referendum popolare per confermare, oppure no, una legge elettorale?

A proposito del voto popolare da santificare e da proteggere, qui voi state togliendo ai cittadini del Friuli- Venezia Giulia la possibilità di ricorrere al voto popolare, per dire se questo ceto politico ha ragione oppure no quando modifica la legge elettorale. È questo, Presidente, uno dei motivi, dei tanti motivi per cui il Partito Democratico si esprime contro questa riforma: non si tratta di mettere in discussione l'autonomia e la specialità; l'abbiamo esercitata e la continueremo a esercitare, a difendere e a proteggere, ma qui non c'entra nulla l'autonomia e l'indipendenza, qui c'entra solo la volontà di costruire una scatola, in Friuli-Venezia Giulia, nella quale ci saranno poltrone su cui far sedere persone che, diversamente, non avrebbero trovato un posto.

Ma aggiungo anche un'altra cosa, Presidente. Noi le abbiamo abolite, lo abbiamo fatto coraggiosamente prima; oggi voi lo rifate solo in Friuli-Venezia Giulia e allora la domanda è - la faccio, suo tramite, al Ministro Calderoli –: perché, se è così importante per i cittadini del Friuli-Venezia Giulia ed è così importante per i cittadini in Italia riavere le province, non fate la legge nazionale? Forse perché serve più di un miliardo di euro e i soldi non ci sono? Forse perché sarebbe difficile spiegare ai cittadini che rinunciamo alle case della salute, che rinunciamo alla velocizzazione della Venezia-Trieste, che rinunciamo ad avere tutte quelle infrastrutture necessarie? Perché? Perché servono le province e le relative poltrone? Sarà difficile da spiegare, in Friuli-Venezia Giulia, ma anche in Italia e spiegatemi perché lo fate oggi, per quali ragioni, con quali funzioni, con quali soldi e perché non date risposte ai cittadini del Friuli-Venezia Giulia, ma le date - questo sì - al ceto politico del Friuli-Venezia Giulia.