Dichiarazione di voto finale
Data: 
Mercoledì, 11 Maggio, 2022
Nome: 
Ubaldo Pagano

A.C. 3437-A​

Signor Presidente, onorevoli colleghi penso di non dire nulla di sbagliato se ritengo che l'esame e l'approvazione della legge di bilancio rappresenti il momento più importante dell'anno parlamentare. Al netto delle centinaia di atti che vengono ogni anno trattati e approvati dalle Camere, nessun altro provvedimento ha eguale importanza in termini di caratterizzazione dell'indirizzo di un Governo e di un Parlamento, né in fatto di concreta capacità di incidere sulla quotidianità dei cittadini, delle famiglie e delle imprese.

Nostro malgrado da diversi anni l'esame della legge di bilancio subisce una progressiva compressione dei tempi, una limitazione che ha reso via via più difficile compiere valutazioni esaustive ed effettuare scelte complesse in un contesto di serenità, fino alla definitiva distorsione del sistema: l'esclusione alternata di una delle due Camere dall'esame effettivo della legge di bilancio.

Già dall'entrata in vigore della legge n. 196 del 2009, che ha riformato in parte la materia della contabilità e della finanza pubblica, abbiamo osservato un crescente ritardo nella trasmissione del provvedimento al Parlamento. In questi sei anni solo per due volte, nel 2017 e nel 2018, la manovra è stata approvata in seguito ad una terza lettura e soltanto una volta, nel 2017, è stato consentito ad entrambe le Camere di svolgere un esame effettivo del provvedimento. Ritardi gravissimi insomma, che hanno impedito prima ai senatori e poi ai deputati di incidere concretamente sulle decisioni di spesa e di entrata del bilancio dello Stato e, più in generale, hanno ingiustificatamente ridotto la facoltà di incidere sulle proposte del Governo che la nostra Costituzione affida al Parlamento. Una prassi a cui non possiamo accettare di farci l'abitudine ma che al contrario dovrebbe sollevare importanti interrogativi sugli strumenti legislativi a disposizione del Governo e sulle modalità e sui tempi con cui il Parlamento è chiamato ad incidervi.

Con l'approvazione di questa proposta di legge, il Parlamento avanza due richieste perentorie, mettendole nero su bianco. La prima richiesta è di accorciare le scadenze. Accorciare due termini fondamentali: portare al 25 settembre la presentazione della NADEF e al 15 ottobre la presentazione del disegno di legge di bilancio. Due termini, ricordo all'Assemblea, che la proposta intendeva anticipare ulteriormente, prima che l'audizione dei rappresentanti di Istat non ponesse dei comprensibili, per carità, paletti tecnici da rispettare per salvaguardare la qualità e l'affidabilità delle stime dei conti nazionali sulla base dei quali poi vengono redatte le proposte di legge. La motivazione di ciò è palese: diamo al Parlamento più tempo per esaminare il disegno di legge di bilancio e di conseguenza per condurre un esame più ampio e sereno in ambedue le Camere.

La seconda richiesta è quella di responsabilizzare il Governo, che si assume la responsabilità dei nuovi ritardi venendo a riferirne i motivi in quest'Aula e nell'Aula del Senato; quindi, non un generico richiamo che può essere fatto in qualsiasi passaggio parlamentare a venire a riferire alle Camere su fatti che possono incidere sulla vita dei cittadini, ma espressamente su quella che è la legge fondamentale su cui si estrinseca la responsabilità politica ed economica del Governo. Se sono comprensibili le richieste di tempo per migliorare un provvedimento tanto importante come la finanziaria, resta solo intollerabile il sospetto che il ritardo si protragga con volontarietà per limitare l'azione del Parlamento e per di più che questo avvenga senza che nessuno debba renderne conto, ciò in un quadro complessivo di mortificazione che ha subìto negli ultimi anni questo Parlamento e su cui penso tutti quanti abbiano trovato un modo per richiamarsi a una situazione di orgoglio ritrovato. L'esigenza di un'approvazione rapida di questa proposta è testimoniata dal consenso unanime che ha trovato in Commissione: tutti i gruppi parlamentari hanno apposto la propria firma sulla proposta di legge e tutti hanno convenuto di procedere in fretta per ridare normalità al lavoro parlamentare, almeno in occasione dell'ultima legge di bilancio della legislatura, dopo annate avvilenti da questo punto di vista.

Vorrei pertanto ringraziare tutti i colleghi della V Commissione, di maggioranza e di opposizione, per aver condiviso questa necessità e garantito un prosieguo svelto dei lavori. Questo al netto di quelle che possono essere le legittime sfaccettature che ne hanno accompagnato la sintesi, su cui si è trovata la possibilità di trovare convergenza. Desidero poi ringraziare il presidente Melilli, che si è fatto portavoce e interprete di un malessere collettivo e promotore di questa iniziativa. Credo che altre soluzioni non avrebbero avuto altrettanta efficacia. Nella speranza che l'approvazione della proposta odierna possa finalmente segnare la fine di una stagione di compressione delle prerogative parlamentari e dare avvio ad una nuova stagione in cui il Parlamento si riappropri pienamente delle sue facoltà, dei suoi tempi e degli spazi ampi che la Costituzione gli affida e riconosce, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).