Grazie, Presidente. Porto il nostro supporto a questa mozione e devo dire che da quando siamo stati eletti non c'è stato un anno in cui, durante il mese di ottobre, non abbiamo portato in quest'Aula una mozione unitaria, condivisa, con degli obiettivi chiari, precisi, puntuali, in accordo con il Ministero e con il Sottosegretario, che ringrazio per la presenza, per dare anche un'idea di compattezza e di serietà, anche un esempio di buona politica.
Una politica che sa ascoltare, che sa costruire emozioni, una politica di impegni, anche insieme alle associazioni dei pazienti e, in questo caso, insieme all'Intergruppo che la collega Cattoi presiede, con la forza straordinaria di Anna Maria Mancuso, proprio per dedicare attenzione a tutti coloro che soffrono, a coloro che in realtà sopravvivono e a tutti coloro che affrontano e affronteranno questo percorso.
Il cancro rappresenta, ancora oggi, una delle sfide più complesse del nostro tempo. Interessa ancora circa il 6 per cento delle persone nel nostro Paese. Ogni anno ci sono diagnosi importanti che continuano ad aumentare rispetto all'anno precedente, ma il dato positivo è che grazie all'innovazione terapeutica e farmacologica il numero delle persone che sopravvivono a lungo nel tempo aumenta ogni anno, e questo è un dato sicuramente positivo. Non c'è dubbio, però, che rimane una delle cause più importanti, la seconda causa di morte nel nostro Paese, e deve avere tutta la nostra attenzione proprio perché la vita, la qualità della vita, il tempo della vita, rimangono beni preziosi. A queste persone che iniziano questi percorsi dolorosi e di sofferenza, che coinvolgono anche il nucleo familiare, occorre garantire la presenza delle istituzioni e quel diritto alla salute universale e gratuito che nel nostro Paese continua ad essere un faro della democrazia sul quale dobbiamo continuare ad essere tutti impegnati. Le conseguenze, dirette e indirette, che ancora oggi colpiscono queste persone, impattano non solamente sulla salute - lo dicevo prima - ma anche sulla loro vita, sulla qualità della vita di milioni di persone. Sono circa 3,7 milioni le persone che convivono con una diagnosi di tumore. Un dato importante rispetto al quale emerge sempre di più e con molta forza l'importanza della prevenzione.
Dico questo perché ottobre è stato un mese importante. Abbiamo fatto tantissime iniziative, abbiamo partecipato insieme a molti eventi proprio per sollecitare, informare, fare attività di sensibilizzazione, di informazione e di educazione anche per far comprendere, ai cittadini e alle cittadine, in base alle diverse tipologie di tumori e agli screening gratuiti che ci sono nel nostro Paese, quanto sia importante aderire alle campagne di screening, quanto la diagnosi precoce e la prevenzione rappresenti il principale investimento che il nostro Paese può fare, che fa, e anche la necessità che i cittadini si affidino con fiducia a queste campagne per renderle efficaci. E non c'è dubbio che la diagnosi, la prevenzione, i programmi di screening, la cura, la presa in carico precoce, la presa in carico con team multidisciplinari - come la collega ha già ricordato - sono pilastri fondamentali che devono essere garantiti con equità, con equità di accesso, con parità e con universalità, se vogliamo garantire un approccio integrato, reale, umano ed efficace rispetto ai tanti tipi di tumore. E voglio dire con molta chiarezza che il fatto che in questa legge di bilancio siano ampliati gli screening, vengono messe risorse importanti che danno seguito anche alle mozioni che abbiamo fatto negli anni precedenti - quindi, un lavoro fatto insieme - penso sia un segnale importante di una politica che ha saputo vedere la salute come un bene prezioso per tutti noi, sulla quale trovare tante convergenze come quelle che oggi dimostriamo. Riuscire ad estendere lo screening mammografico dai 45 ai 49 anni e dai 70 ai 74, a livello nazionale, superando un po' le diversità, le disomogeneità che oggi ci sono nel Paese, penso sia un segnale importante.
Così come ampliare lo screening al colon retto dai 70 e i 74 anni e proseguire il programma di prevenzione del tumore polmonare proprio per continuare ad ampliare anche l'attività di screening, con la consapevolezza che l'investimento che possiamo fare, come quota parte del Fondo sanitario nazionale, sulla prevenzione, aumentando questo investimento dal 5 al 7 per cento, significa avere un'attenzione, investire veramente sulla salute delle persone, sulla prevenzione, facendo in modo che la diagnosi precoce possa diventare un fattore chiave determinante, non solo perché aumenta le possibilità di sopravvivenza, ma perché permette anche di ridurre i costi legati alla gestione dei casi più avanzati ma, soprattutto, di salvare la vita delle persone. Investire in prevenzione vuol dire alleggerire il carico anche sul sistema sanitario nazionale, significa ridurre le liste di attesa, avere diagnosi più appropriate, quindi anche prese in carico più adeguate, migliorare l'efficienza complessiva del sistema ma, prima di tutto, lo dicevo, salvare la vita delle persone, allungare il tempo di vita e la qualità del tempo di vita.
I dati fanno vedere, soprattutto sullo screening mammografico, l'esigenza di avere un'attenzione sempre più ampia perché purtroppo questa tipologia di tumore oncologico emerge sempre precocemente, sempre più precocemente; conseguentemente, credo sia importante anche sottolineare la necessità di educare e di formare anche le giovani generazioni, anche per imparare a volersi bene, a investire su se stesse, ad avere una corretto stile di vita, ad investire sulla prevenzione primaria ma anche sulla prevenzione secondaria.
Il fatto che il Ministero abbia annunciato l'intenzione di inserire questa estensione, come si vede nella legge di bilancio che andremo a votare entro la fine dell'anno, nel nuovo Piano nazionale della prevenzione 2026-2032, penso sia il modo migliore per superare le disuguaglianze nazionali che oggi ci sono e che rendono diritti disuguali in base alle regioni di residenza, dando quindi una differente opportunità di prevenire e di arrivare ad una diagnosi precoce in modo differente in base alla residenza, alla regione in cui si risiede. Credo sia molto importante continuare a fare attività di sensibilizzazione in modo mirato.
Ci siamo interrogati molte volte su come fare a rendere più efficaci e più efficienti anche le campagne di screening, se dobbiamo migliorare le modalità di chiamata, di chiamata diretta, se dobbiamo ragionare di prossimità, di cambiare anche i luoghi dove provare ad avvicinarci maggiormente per coinvolgere le popolazioni, a rassicurare le donne - in questo caso - o gli uomini che il sistema sanitario è in grado di fare campagne affidabili ed efficaci, proprio perché anche il costo per lo Stato per organizzare campagne di screening è rilevante e richiede, ovviamente, anche una conoscenza, una consapevolezza e una responsabilità del cittadino, che deve essere protagonista, insieme alle istituzioni, alla parte sanitaria e medico-sanitaria, della tenuta, della sostenibilità e della tutela del sistema sanitario nazionale quale bene fondamentale e democratico per il nostro territorio.
È vero: forse i costi iniziali in prevenzione possono essere e sembrare anche elevati, ma sappiamo bene come sia davvero il migliore investimento che, spalmato nel tempo, comporta un abbattimento in realtà dei costi, ma soprattutto salvaguarda la vita delle persone, visto che la vita è la cosa più preziosa che ognuno di noi ha nella sua esistenza. Purtroppo, oggi faccio questo riferimento alla necessità di continuare a promuovere campagne di sensibilizzazione, perché abbiamo, in particolare sul tumore alla mammella e sugli screening mammografici, un'adesione, con gli ultimi dati del 2023, pari al 52,7 per cento, che è un dato comunque modesto rispetto a una torta completa del 100 per cento, con differenza tra Nord e Sud molto rilevante che richiede sicuramente ancora un impegno se vogliamo migliorare l'approccio e la tenuta del nostro sistema sanitario nazionale.
In questo la comunicazione svolge un ruolo importante, così come la nutrizione. È vero, la nutrizione gioca un ruolo cruciale nel migliorare gli esiti terapeutici e crediamo che dedicare una mozione a questo tema possa essere fondamentale. È un aspetto forse più nuovo, che richiede però un'attenzione giusta nei percorsi oncologici. Significa dare dignità e mettere il paziente al centro di un percorso multidisciplinare che deve vedere anche il nutrizionista e il dietologo, insieme all'oncologo e agli altri professionisti, per avere dei PDTA e dei successi terapeutici che possano essere non marginali, ma parte integrante della battaglia contro il cancro.