Discussione generale
Data: 
Lunedì, 3 Novembre, 2025
Nome: 
Tony Ricciardi

Scheda della mozione

Grazie, Presidente. Sottosegretaria, colleghe e colleghi. Io voglio rassicurare - lei lo consentirà, Presidente - il collega Pietrella: non ci sarà pathos, c'è la fotografia dell'esistente e del persistente. Mi meraviglia, conoscendo un processo di moderazione del collega Pietrella nell'età avanzata, come possa egli ancora appellarsi dicendo: “chi c'era prima non aveva fatto…”.

Detto questo intanto - lo ricordava già il collega Casu - Leonardo Impegno nelle scorse legislature aveva fatto una grande battaglia. Il punto nodale di partenza, Presidente, quale è? Che noi siamo in un Paese che qualche decennio fa aveva abbandonato le gabbie salariali, che un alleato significativo di questo Governo - il collega Pietrella - invece vorrebbe ripristinare nel nome del vessillo della Padania libera. Le gabbie salariali non ci sono, ma persistono le gabbie assicurative e questo è un fatto: i dati che il collega Casu nel presentare la mozione del Partito Democratico ha elencato sono sintomatici e significativi.

Mi consentirà, ma io credo che c'è un errore di fondo. Consiglio se posso - Presidente, suo tramite - al collega Pietrella una lettura: Norbert Elias, “Il processo di civilizzazione”, che credo che sia un processo avvenuto anche in questo Paese. Tanto è avvenuto anche in questo Paese che non riesco a capire, a cogliere il senso della mozione di maggioranza. Mi spiego: voi siete il Governo che ha, in poco più di tre anni, prodotto 400 nuovi reati - un altro po'siete andati a costruire reati anche sul masticamento della gomma da masticare da parte del cittadino, se la butta a terra o non la butta a terra e quant'altro - e non ci riusciamo a spiegare come un Governo, una maggioranza così attenta, così verbalmente pronta a rivendicare la giustizia, l'ordine, la disciplina, non sia stata in grado di disciplinare un'ingiustizia.

Ora potrei avere gioco facile, Presidente, chiamando in ballo la Sottosegretaria - che notoriamente non è una convinta settentrionale, ma è meridionale anche lei - che potrebbe testimoniare spontaneamente come quello che noi stiamo purtroppo sottolineando sia un'emergenza e un fatto vero. Ovvero, in questo Paese continuano a persistere differenziazioni o, se vuole, Presidente, discriminazioni in base al luogo dove cresci, dove nasci, dove vivi. Questo vale nell'ambito sanitario, questo vale nell'ambito dei servizi, questo vale anche nel libero mercato assicurativo.

Allora, dando per scontato che lo Stato non si deve sostituire al mercato, ma lo Stato - seconda lettura per il collega Pietrella, così gli impegno il fine settimana, Polanyi lo spiega tranquillamente ne “La grande trasformazione” - ha la funzione di far funzionare il mercato, ma intervenire nel momento in cui il mercato crea delle disfunzioni o, come ricordava il collega Casu poc'anzi, non rispetta i dettami costituzionali della pari dignità, del pari trattamento. D'altronde la nostra Repubblica dovrebbe funzionalmente abbattere le discriminazioni per censo, appartenenza, luogo geografico - se volete - idioma dialettale.

Allora, io la cosa che non riesco a capire, però probabilmente avremo modo di approfondirla e di ricevere anche delle risposte, è come è possibile la discrepanza nell'utilizzo della cosiddetta scatola nera, che non è che viene utilizzata semplicemente perché è intervenuto un innamoramento del processo tecnologico, ma perché è l'unica soluzione che molte compagnie assicurative ti propongono per non sottoporti all'ennesimo salasso rispetto all'RCA.

Non è un caso se il 45,5 per cento di questo strumento è installato nella provincia di Napoli. Delle due, l'una: o c'è una sorta di abnegazione alla tecnologia che sta arrivando o, probabilmente, è l'unica soluzione che i cittadini onesti, rispettosi del codice della strada, che non hanno mai fatto sinistri, che non truffano lo Stato, trovano per vedersi ridurre la propria polizza. Se ci spostiamo leggermente più a Nord, a Caserta, superiamo il 56 per cento, però a Milano siamo fermi al 13. Poi, nella vita reale - mi permetto di ricordarvi, questa è l'RCA Auto - quando il cittadino di Milano acquista un'autovettura e chiede l'assicurazione su incendio, furto e danni per atti vandalici scopre che li, invece, Milano è meno sicura di altre realtà del Mezzogiorno e paga il doppio o il triplo.

Allora qua ci dobbiamo capire, qua ci dobbiamo capire. La politica serve a migliorare o tentare di migliorare le esigenze delle persone nella loro quotidianità o serve a garantire interessi precostituiti. Allora mi sia consentito, la domanda non è nell'incapacità di chi vi ha preceduto nella non risoluzione del problema, che è un fatto, la vera domanda è come mai persista una certa timidezza nei confronti di determinati mondi. Perché lei, giustamente, decantava l'attenzione e la sensibilità verso il mondo dell'artigianato e delle piccole imprese che non possono avere un carico e degli oneri come le grandi industrie sulle flotte aziendali e quant'altro.

È vero. Allora, però, questa discriminazione territoriale e questi squilibri continuano a persistere. E ancora, ma è mai possibile, stando ai dati IVASS, che il conduttore di autoveicolo classificato nella cosiddetta CU1, cioè classe 1…per farci capire da chi ci ascolta, tu, quando vai lì, da un assicuratore, in che classe stai? Sono nella classe 1, allora è un risparmio. La classe 1 ti viene conferita per anzianità. Ho una macchina anch'io e pago l'assicurazione anch'io, come qualsiasi essere umano e cittadino in questo Paese.

Allora, perché la classe 1 ti viene data? Per anzianità di guida - quindi ricordo a me e al collega Pietrella che siamo diventati vecchi anche noi -, ma soprattutto ti viene data, riconosciuta e conferita per come hai guidato. Se sei stato un'automobilista serio, non hai avuto un eccesso di multe e non hai avuto sinistri, allora decresce e arrivi alla classe 1. La mia domanda è semplice. La domanda che noi ci poniamo con questa mozione è: come è possibile che se un conducente è di classe 1 a Napoli paga il 50, il 60, il 70 o a volte il doppio rispetto al conducente classe 1 che ha avuto lo stesso comportamento automobilistico in un altro luogo geografico?

Perché? Mi meraviglio. Noi ormai viviamo in un tempo dove la profilazione del comportamento individuale è mercato, cioè noi ci siamo spostati ormai da decenni verso quelle che erano le categorie dell'economia di scala, ovvero io creo il bisogno del consumatore, lo massifico, abbatto i costi e lo diffondo. Noi siamo sempre più da decenni in un mondo nel quale arriva l'individualizzazione del prodotto. Ormai tu riesci addirittura a comprare lo stesso prodotto personalizzandolo. Allora, non riesco a capire come noi riusciamo a garantire - e giustamente dico che lo facciamo - nel libero mercato la profilazione sulle piattaforme e tutto il resto che prevedono non il comportamento collettivo, ma le esigenze…