Discussione generale
Data: 
Martedì, 29 Novembre, 2022
Nome: 
Giovanna Iacono

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Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, rappresentanti del Governo, il tema oggi oggetto di discussione ha radici molto lontane. Il Meccanismo europeo di stabilità (MES), infatti, è stato istituito nel 2012 nell'ambito della Strategia dell'Unione europea per il rafforzamento finanziario della zona euro, con l'obiettivo di fornire assistenza finanziaria ai Paesi che ne sono parte e che si trovano in gravi difficoltà finanziarie o ne siano minacciati, ed è oggetto di un processo di riforma avviato già nel 2017, ma non ancora concluso.

In base al Trattato istitutivo, che l'Italia ha sottoscritto nel 2011 e poi ratificato nel 2012, il MES è un'organizzazione intergovernativa regolata dal diritto pubblico internazionale, istituita mediante un trattato intergovernativo al di fuori del quadro giuridico europeo. Il MES ha a disposizione diversi strumenti in favore dei Paesi che ne richiedono l'intervento. In particolare, può; fornire assistenza finanziaria precauzionale, da erogare sotto forma di linea di credito condizionale precauzionale o sotto forma di una linea di credito soggetto a condizioni rafforzate; fornire assistenza finanziaria anche per la ricapitalizzazione di istituzioni finanziarie di un Paese membro e concedere misure di sostegno ancora più stringenti, quali i cosiddetti prestiti; infine, acquistare titoli di debito degli Stati membri in sede di emissione sul mercato primario o secondario. L'accesso all'assistenza finanziaria è soggetto ad una rigorosa condizionalità, commisurata allo specifico strumento di sostegno utilizzato, tra cui gli strumenti di assistenza finanziaria e la definizione di un apposito protocollo d'intesa, da sottoscrivere con la Commissione, che lo negozia preliminarmente di concerto con la BCE insieme, ove possibile, anche con il Fondo monetario internazionale. Per quanto concerne i prestiti, alla preliminare verifica della sostenibilità del debito verrebbe affiancata quella della capacità di ripagare il prestito. Sono clausole, queste, a tutela delle risorse del MES, di cui l'Italia - lo ricordo prima a me stessa - è il terzo principale finanziatore e, insieme alla Germania e alla Francia, ha diritto di voto superiore al 15 per cento e può, quindi, porre il veto sulle decisioni prese in condizioni di urgenza.

Fatte queste dovute premesse, occorre dire anche che, nel dicembre 2017, al fine di integrare pienamente il MES nell'ordinamento giuridico europeo e consentire un maggior legame con il circuito politico istituzionale dell'Unione europea e nell'ambito di una più ampia prospettiva di riforma dell'Unione economica e monetaria, la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento finalizzata a trasformare il MES in un Fondo monetario europeo, mantenendone la struttura, ma attribuendogli l'ulteriore funzione di fornire un sostegno finanziario, sotto forma di linea di credito rotativo, al Fondo di risoluzione unico istituito dal Regolamento 806/2014/UE per la gestione delle crisi bancarie. Tale proposta di regolamento non ha avuto seguito, ma i negoziati per la riforma e la modifica del MES sono andati avanti. In occasione del Consiglio europeo di dicembre 2018 sono state definite le linee guida della riforma, sulla base delle proposte di revisione del Trattato istitutivo elaborate dall'Eurogruppo il 4 dicembre 2019. Nel corso del 2019 è stata definita, nell'ambito di un più ampio pacchetto di interventi per rafforzare e completare l'Unione europea economica e monetaria, una riforma complessiva del Trattato istitutivo del MES. Il 4 dicembre 2019, infatti, l'Eurogruppo ha raggiunto un accordo di massima con riserva della conclusione delle procedure nazionali sui punti principali dei documenti correlati alla riforma del MES. All'esito di questo percorso negoziale, nel gennaio 2021 e l'8 febbraio 2021, gli Stati membri del MES hanno sottoscritto l'accordo di riforma del Trattato istitutivo. Gli strumenti di finanziamento del MES, prestiti e linee di credito, a seguito della riforma rimarranno sostanzialmente inalterati, ma si semplificheranno le procedure di accesso all'assistenza finanziaria precauzionale semplice.

Si instaureranno, inoltre, forme di cooperazione con la Commissione stessa, più trasparenti e nel rispetto del quadro giuridico dell'Unione europea.

Accanto a questa riforma, gli Stati membri del MES prevedono anche, in una logica di pacchetto, la definizione di uno strumento europeo di bilancio per la convergenza e la competitività e il completamento dell'unione bancaria, in particolare con l'introduzione di uno schema europeo di garanzia sui depositi. I negoziati per consentire il raggiungimento di un accordo sull'intero pacchetto, definito nel 2019 strategico in un'ottica di condivisione dei rischi del sistema bancario e di stabilità del sistema finanziario, hanno visto purtroppo un rallentamento e un ulteriore momento di riflessione con la pandemia da COVID-19. Sono, però, ripresi nel corso del 2020 e vanno completati.

Oggi rimane la necessità di portare avanti il processo di riforma già avviato. Riteniamo infatti opportuno, anzi necessario, completare l'attuale negoziato di modifica del MES, passo indispensabile per l'ulteriore trasformazione di tale organismo in un vero e proprio Fondo monetario europeo all'interno del quadro giuridico di diritto dell'Unione, coordinato con le politiche di bilancio europee.

Allo stato attuale, alla conclusione del processo di ratifica della riforma del Trattato istitutivo del MES, risultano mancanti, com'è già stato ricordato, le ratifiche dell'Italia - che l'ha sottoscritto nel 2021 - e della Germania, dove si attende l'esito della pronuncia del tribunale costituzionale federale, decisione che poche settimane fa il Ministro dell'Economia e delle finanze ha dichiarato di voler attendere, a nostro avviso incomprensibilmente. Si tratta di un tema fondamentale, sebbene la Presidente del Consiglio dei ministri, nella stessa occasione, abbia dichiarato che il Governo non ha ancora neanche aperto questo dossier.

Mi avvio alle conclusioni, Presidente. Con la presente mozione il gruppo parlamentare del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista intende impegnare il Governo in due direzioni: a procedere senza ulteriori indugi e senza ulteriori ritardi alla ratifica della riforma del Trattato istitutivo del MES, presentando il relativo disegno di legge in tempi brevi, anche in modo da consentire l'avvio delle nuove funzioni, e a contribuire al rafforzamento del sistema finanziario dell'Eurozona; infine, a farsi parte attiva affinché il processo di riforma avviato in relazione al Patto di stabilità e crescita permetta di coniugare sempre più nel futuro il rispetto di traiettorie di riduzione del debito e stabilità economico-finanziaria degli Stati membri con le esigenze sempre più attuali e sempre più stringenti di politiche di investimenti e di sviluppo, in particolar modo nei settori sociali e in quelli che riguardano la transizione ambientale e digitale.