Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 16 Luglio, 2025
Nome: 
Arturo Scotto

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Grazie, signor Presidente. Questo pomeriggio, con una delegazione di parlamentari e della CGIL, abbiamo incontrato i genitori di Satnam Singh, bracciante indiano ucciso nelle campagne di Latina, esattamente un anno fa. Ucciso, perché il padrone dell'azienda per la quale lavorava in maniera irregolare, anziché accompagnarlo in ospedale, dopo che un macchinario gli aveva tranciato un braccio, lo scaricò lungo il ciglio di una strada, sanguinante, come un sacco di patate, signor Presidente. Forse dovremmo domandarci perché non ci siamo fermati a riflettere dopo questo episodio criminale.

Lo farà la magistratura, e questo è un problema, anche perché, dopo che l'Istituto nazionale del lavoro ha fatto emergere quasi il 100 per cento delle aziende irregolari di quel territorio, forse, su quella biografia, dovremmo concentrarci di più, dove la fame è la regola, dove torni e vieni in questo territorio, pensi di incrociare una moderna democrazia e, invece, incroci solamente schiavitù, morte violenta o, spesso, di caldo.

Oggi, dite “no” a questa mozione, in cui il Partito Democratico, assieme ad AVS e MoVimento 5 Stelle, prova a sollevare l'emergenza più clamorosa: lavoro e povertà per larghi strati di Paese ormai sono sinonimi. Ci avete sbattuto un'altra volta la porta in faccia, vi siete rifugiati nella comfort zone della propaganda. Ma i dati, purtroppo, sono impietosi, lo ha ricordato, ancora oggi, il Presidente Sergio Mattarella, che ringraziamo per la sua sensibilità: il 9 per cento di chi lavora full time è a rischio di povertà; 3 milioni di lavoratori e, soprattutto, di lavoratrici sono condannati al part time involontario; 6 milioni di persone non racimolano mille euro al mese e 4 milioni guadagnano meno di 9 euro l'ora.

Siamo l'unico Paese dell'OCSE che, in 30 anni, ha visto il salario diminuire del 3 per cento, mentre in Francia cresceva del 30 per cento. Infine, dal post-pandemia, tra il 2021 e il 2024, il potere d'acquisto di chi lavora è sceso del 7,5 per cento, mangiato dall'inflazione. Cosa deve succedere più perché scendiate dal piedistallo, signori della destra? Sono tornati i rapporti di lavoro servile, dove i contratti pirata, caporalato, appalti selvaggi sembrano scandire più i tempi di una giungla che quelli di un'economia moderna e solidale.

Mille giorni di deregulation: questa è stata la vostra eredità di governo. Voucher, somministrazione, eliminazione delle causali sui contratti a termine, subappalti a cascata sono solo alcune delle misure che confermano una stessa cosa: salari bassi e precarietà diffuse sono figli delle vostre scelte politiche.

Noi continuiamo a pensare, a costo di apparire noiosi, che i contratti a termine debbano costare di più di quelli stabili. Servirebbe, invece, uno scudo d'acciaio per salvaguardare l'occupazione di qualità e i processi produttivi innovativi di fronte alla minaccia del 30 per cento dei dazi, che colpiranno le aziende italiane, dopo 26 mesi di calo della produzione industriale. E, invece, assistiamo a un silenzio stampa permanente da parte di Palazzo Chigi.

Destino cinico e baro, signora Meloni: iniziare la legislatura definendosi come l'underdog capace di ribaltare i pronostici della vita e finire, tre anni dopo, a recitare la parte del little dog della Casa Bianca, per elemosinare un po' di sconti su vino, parmigiano e - mi consenta -, soprattutto, bresaola, che mi sembra la preoccupazione principale del Ministro Lollobrigida. Serve altro, innanzitutto rinnovare i contratti. Sono 40 le ore di sciopero dei metalmeccanici. Non avete mosso un dito. Nel pubblico impiego avete, addirittura, spaccato il sindacato e riconosciuto un terzo dell'inflazione perduta. State programmando la riduzione del potere d'acquisto di infermieri, medici, impiegati, operai, funzionari e, magari, se protestano e bloccano una strada, li fate addirittura arrestare.

La storia è sempre la stessa: garantisti con i garantiti dal censo e dal cognome, meglio ancora, se si chiamano Santanche', e giustizialisti con i poveri cristi, a cui non date risposte politiche, ma solo reati penali.

Avete una visione claustrofobica, che il vostro Ministro degli Affari esteri è riuscito ad affermare in maniera eccellente, quando dice che il salario minimo lo adottano solo i Paesi non democratici. Sarò poco informato io, ma non mi risulta che Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna siano diventati improvvisamente delle dittature. Propongo una moratoria: nel dibattito pubblico italiano, prima di prendere posizioni su cose che non si conoscono, sarebbe opportuno preoccuparsi di collegare la lingua con il cervello. Sarebbe un vantaggio per tutti, soprattutto quando si tratta della vita di chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena.

La verità è un'altra: mettete il salario minimo su un binario morto e lo trasformate in una delega che giace da 18 mesi al Senato, perché ne avete paura, perché vi fa paura parlarne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e perché tra gli sfruttatori - l'inchiesta su Loro Piana è il manifesto di questo scempio - e gli sfruttati fate fatica a schierarvi! Noi continueremo a chiederlo, il salario minimo, non solo perché è una riforma redistributiva, ma soprattutto perché è una leva di sviluppo responsabile, un dispositivo selettivo di politica industriale capace di disincentivare la rincorsa verso il basso della produzione e di premiare chi scommette sulla qualità.

Un grande Paese come l'Italia si salva così, non se esporta giovani laureati dopo averli formati e importa manodopera destinata a retribuzioni scandalose. Salari alti e lavoro stabile mantengono l'Italia nell'orizzonte delle grandi manifatture. Quello che state facendo voi ci fa scivolare nella vecchia Italia della rendita, del parassitismo, dell'evasione fiscale. Lo contrasteremo, consapevoli che toccherà ancora una volta, signor Presidente, al mondo del lavoro, che produce ricchezza e paga le tasse fino all'ultimo centesimo, salvare questo Paese dal vostro declino.