Discussione generale
Data: 
Lunedì, 22 Gennaio, 2024
Nome: 
Irene Manzi

Grazie, signora Presidente. Saluto il sottosegretario Mazzi. Parafrasando una nota canzone, mi verrebbe da dire che “siamo ancora qua, eh già”, e non per decisione nostra, per la verità, Anzi, tutt'altro. Ci troviamo di nuovo a occuparci della annosa querelle Sgarbi di fronte a un silenzio, purtroppo, tartufesco e imbarazzato da parte della Presidente del Consiglio Meloni e del Ministro Sangiuliano. Ebbene, lo dico con assoluta sincerità, davvero in quest'Aula avremmo preferito impegnarci in una discussione intorno alle misure a sostegno dei beni e delle attività culturali e dei lavoratori dello spettacolo dal vivo, all'implementazione delle risorse a favore dei luoghi della cultura e delle biblioteche, per esempio, che sono state pesantemente umiliate e tagliate dalla recente vostra legge di bilancio. Invece, siamo di nuovo costretti a parlare di altro, visto che la Presidente del Consiglio preferisce non interessarsi alla questione e il Ministro, invece, preferisce forse vantarsi di attività, come ha fatto pochi giorni fa in un'intervista a il Foglio, che sono state portate avanti dal precedente Ministero, come testimoniano atti e documenti ufficiali. È un errore, una mancanza di garbo istituzionale che dovrebbe essere ricordato. Ma voglio tornare alla vicenda che oggi occupa quest'Aula e, in particolar modo, all'articolo 54 della Costituzione, quello che impegna i cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche ad adempierle con disciplina ed onore. Le stesse parole riecheggiano nel giuramento che i Sottosegretari sono tenuti a fare nel momento in cui entrano in carica, cioè servire lo Stato, la Repubblica, con disciplina e onore. È proprio in nome di quei principi, colleghi, che oggi in quest'Aula ci troviamo nuovamente a discutere delle vicende che coinvolgono Vittorio Sgarbi e devo dire che è un po' imbarazzante, a intervalli periodici, doversi cimentare nelle vicende del duo Sangiuliano-Sgarbi. Ormai da mesi, assistiamo alle performance di un Sottosegretario e agli scandali - da ultimo, appunto, le inchieste penali che lo hanno coinvolto - senza che nessuno all'interno del Governo senta la necessità di distinguere la propria posizione da quella del Sottosegretario. E dire che le occasioni non sono mancate perché si è scoperto che il Sottosegretario aveva debiti con l'erario - quindi, problemi con il pagamento delle tasse - e che continuava a farsi pagare per consulenze, conferenze e convegni anche dopo la nomina a Sottosegretario, quando una norma di legge lo vieterebbe. Soprattutto, nel mezzo, abbiamo assistito ad esibizioni di pessimo gusto, come quella della scorsa estate al MAXXI nel corso della quale, in un clima di cameratesca complicità, insieme al direttore di quella prestigiosa istituzione culturale, si è esibito in battutacce sessiste nell'imbarazzo generale. Ebbene, potremmo proseguire davvero a lungo nel citare le tante esibizioni del Sottosegretario, un vero e proprio crescendo in cui devo dire rettificare quello che dicevo poco fa. In realtà, qualche dichiarazione da parte dei componenti del Governo si è sentita, in particolar modo dal Ministro Sangiuliano. Qui la memoria corre al luglio 2023, in quest'Aula, quando, rispondendo in un question time, il Ministro dichiarò di aver preso nettamente le distanze da Sgarbi: chi rappresenta le Istituzioni deve essere lontano da ogni forma di volgarità e deve mantenere un rigore più alto degli altri. In un'intervista di ottobre, sempre dello scorso anno, addirittura il Ministro arrivava a dire: si sa, non l'ho voluto io, anzi, cerco di tenerlo a debita distanza e di rimediare ai danni che fa in giro. Parole a cui peraltro hanno fatto seguito le offese repliche del Sottosegretario. Non gli parlo, non ho niente da dire a uno che mi segnala in base ad una denuncia anonima. Devo dire che è difficile per una forza di opposizione reagire, in qualche modo, a parole così efficaci come quelle pronunciate in questa vivace conversazione a mezzo terzi da parte del Ministro e del suo Sottosegretario, parole che però tradiscono la mancanza sostanziale, il venir meno di un rapporto di fiducia, personale prima ancora che politico, che dovrebbe invece caratterizzare le relazioni non solo tra esponenti delle istituzioni ma tra esponenti di uno stesso Dicastero, in questo caso. Delle due l'una: o c'è un sosia che parla al posto del Ministro Sangiuliano, nel momento in cui dichiara intorno alle vicende del Sottosegretario Sgarbi, oppure il Ministro Sangiuliano pensa davvero quello che ha dichiarato e qui, appunto, si dovrebbero trarre proprio le conseguenze del caso. Consentitemi, in questa farsa, in questa sorta di Casa Vianello, senza voler offendere ovviamente gli originali, in salsa ministeriale che coinvolge i due, la battuta che mi viene in mente è proprio quella di Nanni Moretti che diceva che le parole sono importanti e che bisogna soprattutto trovare le parole giuste. In questo bailamme di dichiarazioni, le uniche parole giuste che mi vengono in mente sono le parole di congedo che il Governo dovrebbe pronunciare nei confronti del Sottosegretario. Non è solo una questione legata all'inchiesta giudiziaria, rispetto alla quale io mi auguro, a nome anche del mio gruppo, che il Sottosegretario possa chiarire il prima possibile la sua personale posizione e quindi possa essere definita la situazione nel suo complesso. L'inchiesta penale, ovviamente, dovrà seguire il suo corso. Tuttavia, la questione non è la vicenda giudiziaria in sé ma c'è una vicenda a monte, una vicenda di opportunità politica, in questo senso, che da mesi le forze di opposizione stanno ricordando, a più riprese, in quest'Aula. La vicenda Sgarbi è una vicenda, infatti, tutta politica, di opportunità politica, di senso delle istituzioni, di esercizio delle proprie funzioni con disciplina ed onore e, soprattutto, di merito rispetto a un enorme, gigantesco conflitto di interessi che lo coinvolge, di fronte al quale non basta, come la Presidente del Consiglio e il Ministro Sangiuliano stanno facendo, rimettere gli atti all'Antitrust. Non basta, infatti, ipocritamente dire che sarà l'Antitrust a doversene occupare e a dover accertare i conflitti di interessi. Mi rendo conto che questo Governo, che ha sempre un piglio decisionista molto forte di fronte a situazioni imbarazzanti per le istituzioni, guardi altrove. Ne sono esempi quanto avvenuto a Rosazza alla presenza di un Sottosegretario alla giustizia il primo giorno del 2024 e le vicende che, ormai da un anno peraltro, riguardano lo stesso, e che hanno portato al suo rinvio a giudizio per rivelazioni di segreto d'ufficio, e le vicende che interessano la Ministra del Turismo Santanchè; e non voglio, in realtà. proseguire. In questi casi c'è una regola non scritta, in realtà, per cui, in assenza di una condanna definitiva, nessuno è tenuto a dimettersi da una carica pubblica. Però, c'è una questione di sensibilità e di opportunità istituzionale e politica che le mozioni che abbiamo sottoscritto e presentato in quest'Aula stanno a ricordare. C'è una questione di opportunità per cui si avverte la necessità, ove lo si senta, di fare un passo indietro, di distinguere le proprie vicende personali dall'istituzione che si ricopre. Ebbene, tra poche ore noi saremo chiamati a votare in quest'Aula proprio intorno a questa mozione e, con il silenzio che il Governo sta tenendo in queste settimane e in questi mesi, in realtà voi non arrecate solo un danno a voi stessi, arrecate un grave danno al Paese e alla credibilità e all'immagine del Paese, come tanti resoconti dei giornali stranieri stanno a testimoniare. Infatti, il sottosegretario dovrebbe anche occuparsi, tra l'altro, della sicurezza dei beni culturali e l'ultima, incresciosa vicenda riguarda proprio i beni culturali. Potete anche continuare a sostenere la vostra battaglia per l'affermazione di una egemonia culturale, per la liberazione della cultura, ma non potete impedirci di continuare a porre delle questioni di merito, come questa in questa sede, anche di fronte alla vostra inazione. Quando, tra poche ore, in quest'Aula sarete chiamati a votare la mozione di sfiducia - lo dico, in particolar modo, ai colleghi di maggioranza -, in questo caso potrete seguire due strade: o anticipare il contenuto della mozione, togliendo finalmente le deleghe al Sottosegretario Sgarbi, oppure votare a favore di questa mozione, assumendovi finalmente delle responsabilità. Colleghi, mi auguro che in ogni caso voi lo facciate, perché - e questo vale davvero per tutti - ho iniziato con una canzone e con una canzone voglio concludere: “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti” .