Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 11 Maggio, 2022
Nome: 
Susanna Cenni

Grazie, Presidente, Ministro e colleghi, questa non è la prima volta che discutiamo in Aula delle conseguenze della guerra sul sistema agricolo e alimentare. Lo abbiamo fatto settimane fa, alla fine di marzo, con un'informativa molto puntuale che il Ministro ha illustrato a quest'Aula, su richiesta del Partito Democratico; lo abbiamo fatto in più occasioni nei question time con interrogazioni rivolte allo stesso Ministro, ottenendo anche risposte molto importanti, e lo abbiamo fatto anche questa mattina, insieme al Ministro, nelle due Commissioni congiunte, facendo il punto sui decreti e anche sulla fase che si è aperta in questi giorni e che, entro luglio, porterà alla definizione del nostro piano strategico. Io credo che tutti questi siano stati momenti importanti di confronto fra il Parlamento e il Governo per la migliore messa a punto di tutte le nostre iniziative. Del resto, questo sarebbe potuto essere il tempo della ripartenza su nuove basi, con il PNRR, con una mole di investimenti importanti per le filiere, per l'irrigazione, per la logistica e per le agroenergie, con una PAC che finalmente è arrivata, con un piano strategico su cui si sta lavorando, con indirizzi europei importanti per la transizione ecologica anche in questo settore, con la biodiversità e con la strategia Farm to fork. Invece, siamo ancora qui a misurarci con il rischio di perdite importanti, con la perdita e la chiusura di imprese. Prima la pandemia, poi gli aumenti energetici e le conseguenze della guerra; potremmo dire che mancano solo le cavallette, ma in realtà ci sono anche quelle perché in Sardegna, in queste settimane, abbiamo avuto anche quel grave fenomeno. Quindi, lo scenario di una grave crisi alimentare globale sta cambiando le nostre agende e ci sta chiedendo politiche all'altezza della stagione.

Io credo sia stato anche importante citare e richiamare - in quel breve tempo che abbiamo potuto seguire in diretta ieri sera -, fra i temi che il Presidente del Consiglio, Draghi, ha posto nel colloquio con Biden, anche la sfida della sicurezza alimentare. Da tempo, sappiamo che anche nel nostro Paese c'è un problema di povertà alimentare. Oggi, davanti a noi c'è il rischio di un'esplosione violenta a livello globale di questo fenomeno. Siamo consapevoli che l'Italia non rischia di trovare gli scaffali dei supermercati vuoti, ma sappiamo anche che stiamo vivendo un intreccio incredibilmente stretto fra gli effetti di una sorta di geopolitica del cibo, l'uso del cibo, anche ai fini dello scontro internazionale, la crescita dei costi delle materie prime in essere già prima dell'aggressione russa dell'Ucraina e il mancato arrivo di fertilizzanti, mais, olio di girasole e grano tenero. È un intreccio che produce, da molti mesi, risultati devastanti per la nostra economia, per le imprese e per le famiglie.

Il DEF ha esaminato con chiarezza il nuovo quadro. Noi ci auguriamo che il perdurare del conflitto non renda necessario un continuo aggiornamento di queste nostre previsioni e, soprattutto, ci auguriamo che si trovi la strada diplomatica per cessare la guerra.

Non torno sui dati che i colleghi hanno esposto nella discussione sulle linee generali - lo ha fatto molto bene la collega Incerti e lo hanno fatto i colleghi negli interventi che mi hanno preceduto -, ma penso che non sia un caso il fatto che oggi abbiamo nuovamente all'ordine del giorno questa discussione, così come poi di seguito avremo una nuova discussione sulla PSA e anche che abbiamo nuovi allarmi, per esempio, nel settore della pesca. I numeri continuano a indicarci criticità e complessità: ricordo che, a marzo, abbiamo avuto un aumento del 10 per cento dei prezzi alimentari rispetto al marzo del 2021. Istat, Ismea, Crea, gli uffici studi dei principali osservatori economici e bancari sono stati molto chiari: i bilanci di oltre 5 milioni di italiani rischiano di chiudere in rosso - parliamo dei bilanci familiari -, con una percentuale che, nella spesa dei beni energetici alimentari, produce sui redditi più bassi un deficit di oltre 1.300 euro all'anno. Poi ci sono i costi per le imprese, in modo particolare per quelle della zootecnia, non più sostenibili, non più davvero sostenibili.

Noi crediamo, Ministro, che nei decreti che sono stati adottati sino ad oggi siano già arrivate importanti risposte, che abbiamo apprezzato molto. Mi riferisco agli interventi per la rinegoziazione dei mutui, al credito d'imposta per i carburanti, al Fondo per le filiere e agli interventi sul digestato e sulle agroenergie. E ancora, nel più recente decreto, ci sono 180 milioni di accesso per le garanzie ISMEA, ulteriori 20 milioni per il Fondo, la possibilità di incrementare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per il settore agricolo oltre l'autoconsumo e gli ulteriori interventi sull'IVA per i carburanti. Ancora, per noi, è importante che il Governo sia intervenuto, anche raccogliendo proposte del Partito Democratico: mi riferisco all'assegno energia, ai 200 euro in busta paga per i lavoratori e i pensionati, ai 100 milioni per il Fondo sociale affitti, allo sconto per gli abbonamenti sui trasporti e al taglio delle tasse sui carburanti. Ovviamente c'è bisogno anche di molto altro. C'è per noi, per esempio, un tema assolutamente centrale, che riguarda anche la discussione di oggi, che è l'adeguamento dei salari in questo Paese. Gli osservatori sulla spesa alimentare ci dicono che ci sono già riduzioni importanti nella spesa alimentare degli italiani, pari al meno 6 per cento, e un orientamento progressivo di questa spesa verso prodotti di qualità e costi molto più bassi. Questo è un problema, non solo per il consumo dei prodotti agricoli di nostra produzione, ma anche per la prevenzione delle malattie, infatti, sappiamo quanto una buona alimentazione sia la prima prevenzione di tantissime malattie.

Lavoreremo per migliorare gli ultimi decreti in Parlamento: lei ha ricordato, in apertura di questa sessione, come sia stato possibile, in questi mesi, lavorare insieme anche per migliorare i decreti. Nella mozione di maggioranza, ci sono le principali proposte che continuiamo a porre all'ordine del giorno, ma per noi ci sono due grandi questioni di fondo che restano fondamentali. La prima, Ministro, è la tempestività dei provvedimenti. La pesca - come sappiamo - è nuovamente in stato di agitazione e il tema è proprio la lentezza nell'erogazione degli aiuti al settore e la mancata attivazione della Cassa integrazione, dopo mesi di attesa e di decisioni che abbiamo assunto anche in queste Aule.

Io credo che non sia più accettabile che si corra nella predisposizione dei decreti e che i decreti, poi, restino in parte sulla carta. Lo dico perché non rende onore nemmeno al suo importante lavoro. Ci sono risorse importantissime, c'è un quadro di misure che può salvare le imprese. Noi non ci possiamo giocare tutto questo per la pesantezza burocratica che continua a ingessare il settore. Non possiamo permettercelo.

E la seconda grande questione che noi poniamo è la rotta, la visione strategica del nostro sistema agricolo-alimentare. Ciò che è accaduto, infatti, è anche diretta conseguenza di un insieme di problemi che riguardano da tempo il nostro Paese e l'Europa intera, e cioè la scarsa resilienza dei nostri sistemi alimentari. Non lo risolviamo con gli slogan, forse efficaci in qualche social, oppure dando sempre, come una macchinetta rotta, la colpa all'Europa. Lo si fa, mettendo le basi di un cambiamento del sistema, oggi, di una diversa centralità strategica dell'agricoltura, meno dipendente dalle importazioni, indubbiamente, ma senza coltivare sogni autarchici, sinceramente, ma anche meno dipendente dalle fonti fossili. Questa cosa noi dobbiamo ripetercela continuamente. E mi soffermo su questo punto, perché vedo il rischio di un accantonamento del Green Deal e degli obiettivi della transizione ecologica, quasi fossero un lusso da tempi di vacche grasse.

Io trovo molto gravi le dichiarazioni che Syngenta ha fatto nei giorni scorsi su biologico e sostenibilità. Attenzione, attenzione davvero. Io credo che nei nostri provvedimenti avessimo raggiunto una giusta cornice, frutto di un confronto vasto, con tanti soggetti e punti di vista. E, allora, si attivi tutta la flessibilità che serve negli obiettivi e negli strumenti, siano essi PAC, PNRR, piuttosto che aiuti nazionali, flessibilità non stravolgimento, tutto ciò che serve, ma non fermiamo un percorso che abbiamo iniziato e che può vedere ancora il nostro Paese leader nella produzione agricola di qualità. Sono stati fatti grandi passi avanti grazie alla determinazione dei nostri agricoltori.

E, allora, credo che serva investire di più sui sistemi locali e sul loro rafforzamento assieme alle grandi filiere nazionali, che serva incrementare la produzione nazionale di cereali e proteine vegetali, e che serva un contributo più forte della ricerca e dell'innovazione in questo momento. Anche qui, attenzione: innovazione e ricerca non significa solo biotecnologie, che sono uno strumento importante, ma non possono essere il solo strumento.

Concludo, Ministro. Lei, in queste settimane, è impegnato in un confronto importante di negoziazione, ancora, sui contenuti del Piano strategico nazionale. Ha tutto il nostro appoggio, lo sa e glielo confermiamo. Ma si chieda all'Unione europea un salto di qualità vero, si torni anche a ragionare sul de minimis e si torni a parlare di strumenti straordinari e più gestibili, non solo per salvare l'agricoltura italiana europea, ma anche per dare gambe a quei sistemi alimentari capaci di garantire solidità di un intero sistema, sicurezza alimentare, reddito agli agricoltori, dignità al lavoro e rendere l'agricoltura il soggetto protagonista della transizione ecologica.  Anche per questa ragione, ci sarà il voto favorevole del Partito Democratico sulla mozione di maggioranza e, sul resto, ci atterremo alle indicazioni del Governo.