Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 20 Luglio, 2021
Nome: 
Piero De Luca

Grazie, Presidente. Whirlpool Corporation è una multinazionale statunitense leader mondiale nella produzione e commercializzazione di grandi elettrodomestici, con un fatturato di circa 20 miliardi di dollari nel 2020 e 80 mila persone occupate. In Italia questa multinazionale ha sei stabilimenti. Nell'ottobre 2018, con la presentazione del piano industriale per il triennio 2019-2021, Whirlpool aveva preso l'impegno - lo ricordiamo anche a chi è intervenuto prima - non con le amministrazioni locali, ma con l'allora Governo Conte per il mantenimento degli stabilimenti e del personale impiegato in Italia. Il piano prevedeva la centralità del nostro Paese, la conferma del mantenimento di tutte le fabbriche in Italia, seguendo la logica della specializzazione dei siti, anche attraverso il reshoring di produzioni dall'estero. Gli investimenti previsti erano pari a 250 milioni di euro circa, di cui 17 milioni per investimenti proprio nel sito di Napoli, con la missione di produrre lavatrici di alta gamma. Nonostante questi impegni, però, il 31 maggio 2019 l'azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali e al Governo la volontà di dismettere il sito di Napoli e il conseguente avvio del licenziamento di circa 350 lavoratori. Pochi giorni fa abbiamo appreso la volontà di andare avanti lungo questa strada e l'avvio della procedura di licenziamento per i lavoratori di Napoli. Per quanto ci riguarda - lo ribadiamo ancora una volta oggi - tale decisione appare per noi del tutto ingiustificata e irragionevole e lo diciamo con chiarezza e con forza. Dai dati globali, il settore dell'industria di Whirlpool è tra i più favorevoli perché il mercato degli elettrodomestici è in forte miglioramento e ha generato un aumento dei volumi produttivi dell'azienda che, in alcuni stabilimenti, ha dovuto anche assumere numerosi interinali per soddisfare la domanda di mercato. Ma questa decisione appare grave, gravissima anche e soprattutto per le modalità con le quali è intervenuta. Come sistema Paese, dobbiamo sentirci e ci sentiamo tutti traditi, ci sentiamo tutti toccati e presi in giro da Whirlpool, perché Whirlpool ha beneficiato, dal 2014 ad oggi, di ben 27 milioni di fondi pubblici. Whirlpool aveva assunto un impegno col Governo italiano e noi pretendiamo che gli impegni e gli accordi assunti con il Governo italiano e con lo Stato italiano vengano onorati e rispettati. Chiediamo rispetto per l'intero Paese. Questo è quello che stiamo chiedendo oggi, presentando e firmando, insieme agli altri colleghi, questa mozione. Siamo indignati per il comportamento dell'azienda e siamo anche profondamente preoccupati. La dismissione del sito industriale di Napoli ha un impatto fortissimo per l'intero Mezzogiorno, non solo per l'intera città che è già attraversata, come il resto del Paese, da una grave crisi economica e sociale legata alla pandemia. La chiusura dello stabilimento di Napoli porta con sé, come conseguenza, la cancellazione di quasi mille occupati, tra lavoratori diretti e indiretti, e aumenta inoltre il rischio concreto di un disimpegno del gruppo in tutta l'Italia. Lo scorso 30 giugno, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge per introdurre misure urgenti in materia fiscale, di tutela del lavoro e di sostegno alle imprese. Questo decreto stabilisce - come è stato ricordato - che le imprese che non possano più fruire della cassa integrazione guadagni straordinaria possano farlo comunque in deroga per 13 settimane, fino al 31 dicembre di quest'anno, senza contributo addizionale e, qualora se ne avvalgano, con conseguente divieto di licenziamento. La prima richiesta che facciamo al Governo è questa: porti avanti e ottenga la trasformazione delle lettere di licenziamento in proroga della cassa integrazione per 13 settimane, così da avere il tempo di individuare una soluzione necessaria al rilancio e al mantenimento dei livelli occupazionali del sito di Napoli, favorendo la ricerca di una soluzione industriale che metta in sicurezza il futuro lavorativo di centinaia di famiglie. Il licenziamento dei 355 lavoratori dell'azienda avrebbe un impatto sociale devastante per Napoli, per la Campania e per tutto il Mezzogiorno, oltre che ripercussioni evidenti per l'intero Paese. Noi ricordiamo che nel PNRR abbiamo lottato, come democratici, perché fosse riservato almeno il 40 per cento delle risorse a programmi di investimento e sviluppo nel Mezzogiorno d'Italia, dagli investimenti nelle infrastrutture di trasporto a quelle digitali, dalla scuola alle strutture mediche, dai progetti di cura del territorio a quelli rivolti alla sostenibilità ambientale delle nostre comunità. L'obiettivo che abbiamo in testa è quello di garantire pari opportunità, diritti e tutele a chi nasce, vive e lavora in ogni area del Paese. Questo è il lavoro che abbiamo fatto, lavorando alla presentazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e in questa prospettiva proprio nelle scorse ore - lo ricordiamo anche qui, con un pizzico di orgoglio, e rivendichiamo questo lavoro - abbiamo salvato 4,6 miliardi di euro per le infrastrutture nel Sud, nelle aree interne e nelle aree montane, facendo approvare un emendamento, a prima firma PD, che mantiene il principio sacrosanto della perequazione infrastrutturale in Italia, così come previsto dalla scorsa legge di bilancio. Siamo riusciti a salvare la previsione di un fondo decennale aggiuntivo, appunto pari a 4,6 miliardi di euro, destinato al Mezzogiorno, alle aree interne e alle aree montane, una soluzione indispensabile ad evitare che si aggravino squilibri già esistenti e necessaria perché si lavori invece concretamente per eliminare divari e distanze territoriali, riducendo i gap infrastrutturali ancora esistenti nel Paese. Questo risultato si affianca, inoltre, a quello che abbiamo ottenuto, proprio nella scorsa legge di bilancio, sulla defiscalizzazione delle nuove attività economiche in area ZES, nelle Zone economiche speciali. Dal 1° gennaio di quest'anno - lo ricordiamo - ogni nuova attività industriale, commerciale e direzionale beneficia di una fiscalità di vantaggio tra le più attrattive d'Europa: Ires dimezzata per i 6 successivi periodi di imposta, a condizione che le aziende che creano nuove attività mantengano inalterati i livelli occupazionali e non delocalizzino la sede nei dieci anni seguenti. I democratici, noi democratici siamo dunque in prima linea, da tempo, nelle battaglie per il rilancio del Mezzogiorno del Paese, consapevoli che se non riparte il Sud non riparte l'Italia.

È evidente però che la ripartenza del Sud e dell'Italia non può avvenire con il licenziamento di centinaia di lavoratori, che alimenterebbero invece gravemente l'emergenza sociale, in un contesto caratterizzato da un tessuto produttivo già estremamente fragile. Il caso in esame risulta però emblematico anche da un altro punto di vista, troppo spesso eluso: l'Italia deve rafforzare necessariamente il suo carattere attrattivo per gli investimenti delle imprese che, anche nei settori di ripresa e aumento dei profitti, preferiscono purtroppo chiudere o delocalizzare le proprie produzioni. È chiaro quindi che il problema non può considerarsi circoscritto al solo sito della Whirlpool di Napoli, ma impone la messa in campo di una strategia industriale più ampia, a lungo termine, in tutto il Paese, che punti a rimettere al centro soprattutto il settore manifatturiero. Noi, come Democratici, manifestiamo la nostra piena e completa vicinanza a tutti i lavoratori delle tante aziende che, in queste ore, hanno inviato purtroppo lettere di licenziamento a centinaia e centinaia di lavoratori (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali): sono 1.500 dal Nord al Sud del Paese, colpiti da licenziamenti improvvisi, ingiustificati e irragionevoli nel nostro Paese. Siamo al fianco di quelle donne e di quegli uomini che meritano di veder rispettato il diritto al lavoro: sono la Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, la Timken, la GKN, l'Electrolux, la Bekaert, l'ABB di Marostica, tutte multinazionali che stanno chiudendo i battenti, mettendo a rischio il destino di circa 1.500 lavoratori da Nord a Sud del Paese. A tutte queste aziende chiediamo di fermarsi e di scommettere invece sull'Italia: scommettete sul nostro Paese! In questo contesto, allora, così difficile, invitiamo il Governo a uno sforzo chiaro e ulteriore anche sul caso Whirlpool in esame, così come su tutti gli altri casi e le altre vicende che, in queste ore, sono all'attenzione del Governo. Anzitutto, è indispensabile proseguire l'interlocuzione diretta con la Whirlpool, adottando tutte le iniziative opportune per ridefinire il progetto di organizzazione già avviato con il precedente piano industriale, confermando la centralità dell'Italia per il settore elettrodomestici. Poi è necessario fare ogni tentativo per la salvaguardia del perimetro dei livelli occupazionali, scongiurando il rischio di una desertificazione industriale e occupazionale di questo sito, di Napoli, della Campania e di tutto il Mezzogiorno. In questa prospettiva - è giusto -, invitiamo l'Esecutivo a impegnarsi a ricercare, a valutare e a sostenere ogni ulteriore progetto industriale per la rigenerazione economica e produttiva dello stabilimento di Napoli e chiediamo ovviamente, nel frattempo, al Governo che si attivi anche per assicurare adeguate forme di sostegno al reddito di tutti i dipendenti dello stesso stabilimento, garantendo anche, nel caso, percorsi di riqualificazione professionale e ricollocazione.

Dopodiché, crediamo sia doveroso aprire una grande riflessione del Paese su quali strumenti sia più giusto mettere in campo per attrarre investimenti in Italia e per contrastare con forza le delocalizzazioni selvagge, soprattutto con riferimento alle multinazionali che hanno beneficiato e beneficiano di milioni di fondi pubblici nel nostro Paese. Dobbiamo attivare strumenti forti ed efficaci, misure concrete per evitare la fuga delle aziende e la chiusura improvvisa, irragionevole e immotivata, sempre più frequente, di stabilimenti industriali nei nostri territori, valutando anche azioni volte a rivedere le scelte strategiche di rilancio della politica industriale italiana e comunitaria. Sarà decisivo, sul punto, attivarsi con determinazione, anzitutto in sede europea, per adottare misure volte a contrastare le politiche di dumping sociale, salariale e fiscale. Non sono più tollerabili pratiche di concorrenza sleale all'interno dei confini europei. Questa è una battaglia che invitiamo il Governo a fare, con forza, nelle prossime ore; è una battaglia decisiva perché dobbiamo porre fine al far west industriale e occupazionale in Europa. Questa è la sfida decisiva da affrontare insieme e da affrontare ora.

Facciamo di Whirlpool una grande questione nazionale! Facciamo tutto quanto necessario per far rispettare il nostro Paese ed evitare una chiusura simbolica, che avrebbe un impatto sociale davvero disastroso non solo nel Mezzogiorno, ma in tutto il territorio nazionale! Il Governo si attivi subito, si attivi ora e si attivi con forza.