Grazie, Presidente. Eccoci qui, ancora una volta, a discutere del PNRR. Ancora una volta grazie all'input che arriva dalle opposizioni. I conti, purtroppo, come abbiamo avuto modo di ricordare al signor Ministro in più occasioni, non tornano. Siamo sull'orlo di un fallimento totale. State facendo precipitare l'Italia nel vuoto. Spero ne sia consapevole, signor Ministro. Vi rivolgiamo allora, ancora una volta, un invito accorato e costruttivo: fatevi aiutare. Fatevi aiutare. Fatevi aiutare nell'interesse del Paese, perché state dilapidando un patrimonio economico che rischia di non tornare più e state distruggendo soprattutto un simbolo: il Next Generation EU è il simbolo politico di un nuovo modello di integrazione europea che dobbiamo difendere e portare avanti nei prossimi anni. Il Next Generation accoglie l'ispirazione ideale di Ventotene, di quel documento scritto durante la dittatura fascista che non va attaccato ma che va ascoltato, seguito e compreso perché è il manifesto di un percorso federalista verso gli “Stati Uniti d'Europa”, che tutti noi dovremmo seguire e sostenere come italiani.
L'Europa ha saputo mostrare il suo volto migliore proprio in risposta alla pandemia e alle ultime crisi, adottando strumenti inediti proprio come il Next Generation EU, di cui l'Italia è il primo Paese beneficiario. La verità è che voi che siete oggi al Governo non ci avete mai creduto. Non ci avete mai creduto dall'opposizione nella scorsa legislatura. Se fosse stato per voi infatti - ricordiamolo bene - il Piano di ripresa e resilienza non sarebbe mai neppure esistito. Se abbiamo questi fondi straordinari è solo grazie al lavoro dei democratici e progressisti in Italia e in Europa. Al Parlamento europeo la destra non ha mai votato a favore degli eurobond e del Recovery Fund e in quest'Aula, nel luglio del 2020, tutti i partiti di centrodestra oggi in maggioranza hanno addirittura votato contro il mandato al Governo per negoziare il Next Generation EU a Bruxelles. Fortunatamente, dunque, non eravate voi alla guida del Paese e dell'Europa quando si è deciso di costruire questo Piano. C'era un Governo democratico, progressista ed europeista a Roma e, soprattutto, sensibilità importanti e personalità straordinarie a Bruxelles di cui ricordiamo con orgoglio la memoria, come David Sassoli, la cui determinazione è stata decisiva nella costruzione del Next Generation EU.
Il PNRR era e dovrebbe essere ancora oggi un'opportunità irripetibile di rilancio del sistema Paese. Oggi assomiglia, però, sempre più ad un'occasione persa. Questo acronimo si è trasformato purtroppo - lo abbiamo detto più volte - nel “Piano nazionale dei ritardi e dei rinvii”. Lei, Ministro, ha raccolto l'eredità pesante di Fitto, certo. Perché le criticità che portano oggi a insabbiare purtroppo l'attuazione del Piano vengono da lontano ed è giusto ricordarlo. Prima c'è stata l'ossessione per la gestione. Vi ricordate l'accentramento a Palazzo Chigi del coordinamento non solo politico ma anche operativo del Piano? Un errore drammatico. Poi gli annunci sulle proposte di modifica e il relativo stallo prodotto in tutte le pubbliche amministrazioni italiane per l'incertezza, alimentata dal Governo, sui progetti da confermare o da cancellare. Poi, una prima maxi rimodulazione che ci ha portato in dono il visionario REPowerEU, con miliardi di risorse tagliate agli enti locali, soprattutto al Sud, ed ancora oggi però fermo.
Pensiamo, per tutti, al Piano Transizione 5.0 che ancora oggi vede miliardi e miliardi di euro - oltre 5 miliardi - bloccati: un fallimento enorme che porta la firma di questo Governo. Infine, sono arrivate le correzioni, cioè dei tagli camuffati, operati per ben due volte, che hanno prodotto - a nostro avviso - dei disastri enormi cancellando investimenti decisivi, di cui voi siete pienamente responsabili dal punto vista politico. Siete responsabili dei tagli agli asili nido, Ministro, perché ne avete tagliati quasi la metà: 100.000 posti in meno negli asili nido. Altro che sostegno alle famiglie, altro che sostegno alla natalità, altro che sostegno alle donne. E poi avete tagliato e siete responsabili dei tagli drammatici a ospedali e case di comunità. Incuranti dei problemi della sanità pubblica, vi siete concessi il lusso di cancellare ben 500 strutture già finanziate e vi siete concessi il lusso di tagliare fondi alla sanità per un miliardo di euro dal PNRR. Questa è la verità, altro che aumenti per le spese della salute!
Avete tagliato un miliardo di euro in questi anni dalle risorse del PNRR destinate alla sanità. Quindi, quando parlate di sanità teniamo e tenete conto di questi dati. La verità è che avete perso, Ministro, più tempo a modificarlo che ad attuarlo questo Piano. Lei - come ho detto e ho ricordato in altre occasioni - doveva essere il Ministro attuatore; rischia, purtroppo, per responsabilità che ha acquisito anche nel corso del suo incarico, di diventare il commissario liquidatore del PNRR. Il suo metodo, che replica quello di Fitto su alcuni provvedimenti (ed è questo ciò di cui vi chiediamo conto anche in questa mozione), rischia di riprendere la “dottrina Salvini” sui treni: se ci sono dei problemi o dei ritardi - come ha proposto Salvini - si tagliano le corse. Se ci sono problemi o ritardi di attuazione degli investimenti, non si risolvono i problemi ma si tagliano gli investimenti: in sanità, case e ospedali di comunità, asili nido, residenze universitarie, infrastrutture. Questo è il vostro progetto di attuazione del PNRR che noi non condividiamo. Ed è per questo allora che chiediamo, ancora una volta, oggi, trasparenza e verità.
Trasparenza e verità sui numeri. Trasparenza e verità sulle vostre intenzioni. Il quadro - guardate - è allarmante e l'ultimo rapporto della Corte dei conti chiarisce quelli che sono numeri che lei conosce meglio di me. Ad oggi, sono state spese circa la metà delle risorse ottenute, ma il 30 per cento di quelle complessive. Inoltre, siamo indietro in ambiti decisivi in cui ci sarebbe bisogno di accelerare gli investimenti. Spesa per le politiche attive del lavoro ferma al 7 per cento. Spese per case e ospedali di comunità ferme al 7 per cento. Spesa inclusione sociale ferma al 13 per cento. Piani integrati urbani fermi al 15 per cento. Investimenti per gli asili nido bloccati al 25 per cento. Scuola, università e ricerca: progetti fermi al 25 per cento. Avete ancora il coraggio di dire che va tutto bene, Ministro? Questi sono i dati e i numeri e sono impietosi. Da qui al 30 giugno del prossimo anno dovremmo completare 284 tra obiettivi e traguardi, cioè, il 45 per cento del totale. Finora abbiamo speso in media un miliardo e mezzo al mese. Per completare gli obiettivi dovremmo spendere oltre 7 miliardi al mese, Ministro, come sa meglio di me. Cosa pensate di fare? Questo è quello che vi chiediamo concretamente. Quali misure avete messo in campo per accelerare l'attuazione del Piano? Finora nulla.
Avete fatto finta di nulla in queste settimane e in questi mesi, perché avete detto che andava tutto bene. Poi, di fronte al muro della realtà, avete iniziato un balletto indecoroso fatto di confusione e contraddizioni enormi: innanzitutto, sul possibile rinvio della scadenza del Piano. Ministro, ci permettiamo di ricordare alcune dichiarazioni. Il 13 novembre 2024, il Ministro Giorgetti - che lei conoscerà bene, immagino - Ministro dell'Economia, afferma: “La richiesta italiana di proroga del PNRR è già presente in Europa e spero venga soddisfatta. Il 27 gennaio 2025, lei, Ministro, afferma: “Non è intenzione dell'Italia chiedere alcuna proroga”. Il 1° aprile 2025, il Ministro Giorgetti afferma: “Il tema della proroga può essere declinato in vari modi, qualsiasi mezzo va bene pur di raggiungere l'obiettivo”. Il giorno dopo, lei, Ministro afferma: “L'obiettivo in questo momento è raggiungere gli impegni, non posticipare i termini”. Vi parlate tra di voi, Ministro? Ritiene serio e credibile un Governo del genere, che si contraddice ogni giorno?
Il Ministero dell'Economia che dice l'opposto del Ministro delle politiche europee e dell'attuazione del PNRR. Diventa una barzelletta questo, non un Governo, Ministro. Lo dica al suo collega Giorgetti che non è possibile prorogare l'attuazione e la data finale di scadenza del Piano, come lei sa bene, perché le regole europee non lo consentono e perché la Commissione non intende modificare quelle regole. Ma non contenti di questo, però, abbiamo appreso da qualche settimana che stavate lavorando anche ad una nuova, ultima, rimodulazione del Piano. Non so se è già stato presentato qualcosa a Bruxelles. Se così fosse sarebbe molto grave perché non ne abbiamo avuto contezza. Sul punto, allora, ci permettiamo di sottolineare però due aspetti. Primo: evidentemente, cade il castello di bugie che abbiamo ascoltato in questi mesi. La narrazione edulcorata, secondo la quale eravamo in tempo su tutti i progetti, tutto andava perfettamente in regola e il cronoprogramma veniva rispettato, crolla. Viene smentito da questa richiesta di rimodulazione del Piano, perché se andava tutto bene non c'era bisogno di chiedere cambiamenti. La verità è che finora non avete detto la verità agli italiani. Questo è il tema vero, perché non siamo nei tempi, non state rispettando i tempi per l'attuazione dei progetti e ci sono ritardi drammatici.
Il secondo aspetto su cui vogliamo porre l'attenzione con questa mozione è molto semplice: vi chiediamo, Ministro, almeno questa volta, di coinvolgere pienamente il Parlamento. Non è tollerabile immaginare di leggere dalle agenzie o da qualche videomessaggio registrato sui social l'intenzione del Governo sui progetti cancellati e che non ci saranno più e non saranno più assicurati ai nostri cittadini. Il PNRR, come lei sa meglio di me - vi ribadiamo ancora una volta - non appartiene a questo Governo, non ha bandiere e non appartiene ad una forza politica, a nessun partito, ma appartiene all'Italia e agli italiani, alle famiglie, ai cittadini, ai lavoratori e alle imprese del nostro Paese. Va rispettato.
Se decidete di fare i cambiamenti dovete coinvolgere il Parlamento nella discussione legata ai progetti che intendete cancellare. Dovete dire chiaramente quali case e ospedali di comunità non si faranno più, quali asili nido salteranno, quali residenze universitarie salteranno, quali progetti infrastrutturali salteranno, quali programmi a sostegno delle donne, dei giovani, del Mezzogiorno non si faranno più, e lo stesso vale per i dazi.
Avete parlato di utilizzare fondi del PNRR, anche qui, Ministro, un gioco delle tre carte clamoroso. Sapete bene che, ad oggi, dei 14 miliardi di euro previsti solo cinque sono destinati alle imprese. Gli altri nove miliardi di euro da dove li prenderete? Quali progetti immaginate di cancellare e, soprattutto, dite agli italiani che non c'è un euro, ad oggi disponibile, per aiutare le imprese rispetto ai danni che i dazi provocheranno all'economia e all'occupazione nel nostro Paese, perché sarà tutto rimesso ad una futura negoziazione da verificare con la Commissione europea e non se ne parlerà, semmai, prima dell'autunno prossimo. Ad oggi, non c'è un euro di risorse liquide per le imprese nel nostro Paese, per aiutarle rispetto ai drammi che i dazi rischiano di provocare.
Allora - e chiudo - il PNRR era un'opportunità di crescita straordinaria. Oggi resta un grande punto interrogativo. Vi state assumendo la responsabilità di bruciare un'occasione storica per il paese, di distruggere uno strumento simbolo della nuova Europa che vogliamo e dobbiamo costruire, perché per difendere gli interessi nazionali, dobbiamo rafforzare quella costruzione europea. Ci vuole più Europa per aiutare di più l'Italia, Ministro. E io direi: se non ora, quando?
Allora, fatevi aiutare. Coinvolgete il Parlamento o, altrimenti, vi assumerete la responsabilità storica di aver bruciato il futuro dell'Italia e il futuro dell'Europa, e noi non ce lo possiamo permettere.