Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 12 Febbraio, 2025
Nome: 
Piero De Luca

Scheda della mozione

Grazie, Presidente. Speriamo di essere all'altezza delle dotte citazioni elaborate dal collega. Noi siamo in una fase storica decisiva per il futuro dell'Unione, e questo imporrebbe maggiore serietà al dibattito. L'Europa nasce - ricordiamolo tutti - in risposta all'orrore della Seconda guerra mondiale, e permettetemi di rivolgere un pensiero commosso ai milioni di vittime della barbara e violenta ideologia nazista , dell'odio e della discriminazione razziale, a 80 anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. L'Europa è la luce per superare e non far tornare mai più questa pagina buia della storia dell'umanità, questa è l'Europa.

I risultati ottenuti finora sono stati straordinari. Abbiamo avuto 70 anni di pace ininterrotta nel nostro continente, addirittura il Premio Nobel per la pace, ottenuto nel 2012. Certo, la mission, oggi, dell'Europa è a rischio, e siamo a un bivio: o decidiamo di seguire la strada, le decisioni assunte durante le ultime crisi o rischiamo un'irrilevanza strutturale, se non una vera e propria implosione nei prossimi anni. Di fronte alla pandemia - lo ricordo a tutti i colleghi - l'Unione ha trovato la forza di adottare misure inedite per non lasciare nessuno indietro, per salvare e proteggere vite umane, difendere i più deboli. Se ce l'abbiamo fatta, non è stato per caso, ma è stato perché si è condiviso un percorso di rafforzamento dell'Europa, mettendo in comune prerogative e competenze fino a quel momento solo gelosamente custodite nelle mani degli Stati membri.

Questo percorso è stato reso possibile a Bruxelles, lo ricordo, grazie al coraggio di personalità straordinarie, di cui siamo orgogliosi, come il compianto David Sassoli, il cui contributo è stato decisivo nella costruzione del Next Generation EU, dovreste ricordarlo sempre voi. Questo percorso di rilancio è stato ottenuto grazie a chi ha proposto e ha promosso l'idea di una solidarietà europea sull'occupazione, visto che avete cancellato questo punto della nostra mozione; grazie a figure come il Commissario uscente Paolo Gentiloni, che ringraziamo per l'impegno fondamentale sul Programma SURE, che ha consentito di difendere la dignità di tanti occupati che rischiavano di non avere più nulla per sé e per le proprie famiglie durante la pandemia.

L'Europa è riuscita a ritrovare - per usare e utilizzare le parole di David Sassoli - lo spirito pionieristico dei suoi fondatori e di figure che hanno avuto un ruolo importante nella storia dell'integrazione europea, da De Gasperi a Spinelli e penso, più recentemente, a figure come l'ex Presidente della Commissione europea, Romano Prodi, che ha dato un impulso fondamentale all'integrazione europea e che andrebbe ascoltato quando parla; non andrebbe attaccato, come avete fatto voi ad Atreju qualche settimana fa. Questa è la differenza tra noi e voi. Noi siamo consapevoli che l'Europa oggi sia minacciata da nuove insidie, ma il risultato che dobbiamo perseguire è quello di rafforzare l'integrazione europea, non indebolirla. E in questo contesto, il piano elaborato da Mario Draghi, da leggere insieme a quello di Enrico Letta, traccia un indirizzo, a nostro avviso, più che condivisibile per rilanciare l'Europa. Ci dispiace però che non abbiate deciso di depositare una vostra mozione al riguardo.

Ci spiegate cosa vi ha spinto a non trovare una sintesi e un'unità in politica estera sul futuro dell'Europa e sul futuro dell'integrazione, su questo punto specifico? Come è possibile che il Governo non abbia una posizione? La Presidente del Consiglio è un fantasma da settimane e il Governo naviga a vista. Qual è la vostra idea di Europa e di futuro? Perché non avete depositato nulla oggi in questo dibattito parlamentare? Forse per non far dispiacere qualche vostro alleato oltreoceano. Qual è la ragione per la quale oggi siete muti e silenti rispetto al futuro dell'Europa? L'idea di fondo del piano Draghi è semplice: rafforzare l'autonomia strategica dell'Unione, aumentare la competitività con una nuova strategia industriale e rafforzare sicurezza e difesa comune. Sono obiettivi decisivi per ridurre le dipendenze e assumono il carattere di una sfida esistenziale per il nostro futuro, anche per salvaguardare e proteggere il nostro modello di welfare. La domanda che vi rivolgiamo da tempo e oggi, ancora una volta, in quest'Aula, è molto semplice: da quale parte della storia ha deciso di collocarsi Giorgia Meloni e il Governo, oggi, qui? Qual è la parte della storia che avete scelto? Non è più tollerabile ambiguità o equilibrismo. Avete deciso di seguire le follie politiche di Trump, che mirano a indebolire e a disgregare l'Europa o le indicazioni del rapporto Draghi, che mirano a rafforzarla e rilanciarla?

Questo è il punto decisivo su cui voi non date chiarezza. Noi invece non abbiamo dubbi su quale sia la parte giusta della storia. La parte giusta della storia non è quella che difendono Orban, Le Pen o i neonazisti di AfD. La parte giusta della storia è accanto a coloro i quali vogliono rafforzare e rilanciare il progetto dei padri fondatori dell'Unione europea, perché - lo chiariamo anche al Vice Premier, che è intervenuto su questo punto qualche ora fa - l'Europa non limita le libertà, l'Europa è presidio di libertà, diritti e democrazia; è garanzia di quelle libertà, dei nostri diritti e della nostra democrazia. Non riportate indietro le lancette della storia.

Si tratta di questo quando parliamo di “competitività dell'Europa”. Parliamo di difendere la nostra stessa esistenza. Allora noi chiediamo di seguire alcuni aspetti e alcuni punti programmatici. Il primo: quello di rendere strutturali gli investimenti comuni. Bisogna porre le basi di una politica industriale europea che accompagni l'innovazione e le transizioni con almeno 800 miliardi di euro di investimenti annui, anche con nuovo debito comune Siete d'accordo oppure no? Siete d'accordo oppure no a rendere permanente e strutturale il programma Next Generation EU? Ditelo chiaramente al Paese, perché non è possibile mantenere ambiguità sul punto. Noi capiamo il vostro imbarazzo e la vostra difficoltà e ce ne rendiamo conto: come potete essere credibili per parlare di Next Generation se non l'avete mai votato, né in Italia né in Europa!

È chiaro che non potete parlare di Next Generation! È chiaro, se avete rallentato e insabbiato il PNRR cancellando progetti di ospedali, case di comunità o asili nido, che non potete parlare di PNRR. È evidente. E allo stesso modo è evidente l'imbarazzo quando vi chiediamo di rendere strutturale il programma SURE e di aprire una nuova fase, un nuovo patto sul progresso sociale europeo, occupandovi di salario minimo, di contrattazione collettiva e di diritti per i nuovi lavori. Come potete parlarne o essere credibili se sono mesi che vi opponete alla nostra proposta di dignità sul salario minimo legale in Italia! È evidente che non abbiate titolo e siate in imbarazzo. Allo stesso modo, siete in imbarazzo sul pilastro sanitario. Noi riteniamo doveroso realizzare finalmente una vera e propria “Europa della salute”, riprendendo la strada tracciata in risposta alla pandemia. Ma con quale credibilità potete parlare voi di “Europa della salute” e di investimenti comuni nella scienza, nei farmaci e nei vaccini, se avete appena cancellato le multe ai no-vax in Italia! Con quale credibilità parlate di scienza, di vaccini e di farmaci? Questo è il problema reale. Con quale credibilità, se avete la Lega, di cui è appena intervenuto un esponente eminente, che propone di uscire dall'OMS. Con quale credibilità?

Noi riteniamo poi si debba continuare a costruire una capacità fiscale comune europea, finanziare i beni pubblici europei e aumentare la competitività e l'autonomia strategica nei trasporti, nell'energia, nelle telecomunicazioni e nel digitale, così come nella difesa e sicurezza comune.

Ma anche qui: con quale credibilità parlate di competitività economica se ancora, da parte della Presidente del Consiglio, non abbiamo sentito dire una parola sulla guerra dei dazi che Trump ha avviato anche rispetto ai prodotti europei e che rischia di danneggiare profondamente la nostra economia e migliaia e migliaia di aziende, mettendo in crisi imprese e posti di lavoro anche nel nostro Paes i ! Non avete detto una parola rispetto a questa guerra dei dazi che rischia di penalizzare profondamente la nostra economia. Così come di sostegno all'industria: è complicato da parte vostra parlare di automotive, se avete cancellato 4 miliardi e mezzo, poche settimane, dal Fondo a sostegno dell'automotive nel nostro Paese, o di infrastrutture europee, se avete cancellato 3 miliardi e mezzo dal Fondo per la perequazione infrastrutturale al Mezzogiorno. È complicato e ce ne rendiamo conto, eppure sarebbe doveroso da parte vostra esprimere una posizione sul punto.

Noi riteniamo che si debba lavorare per rafforzare programmi di investimento comune nelle infrastrutture ma anche nella capacità di gestire informazioni e dati a livello europeo con infrastrutture europee. Anche qui: siete d'accordo a rafforzare infrastrutture di comunicazione europee o ritenete di voler andare avanti affidando, in modo ancora oggi non trasparente - se dovesse essere confermato - la comunicazione dati, civile e militare, ad una società privata, ad un'azienda privata il cui leader o il cui proprietario fa ormai politica attiva sostenendo gruppi neonazisti in Europa (? Che cosa avete deciso di fare?

Allora l'Europa - ricordiamolo - nasce per difendere democrazia, diritti e libertà: questi valori vanno difesi sempre e vanno difesi rispettando anche un'altra cosa e facendo anche un'altra cosa per noi è decisiva. Vanno difesi rispettando le sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea, anche quelle in materia migratoria, che fate finta di non conoscere o fate finta di non vedere! Vanno rispettate queste sentenze! E allo stesso modo, valori, diritti e principi europei si difendono non attaccando, ma rispettando e difendendo la Corte penale internazionale: così si difendono i valori e i principi europei!

Altro che attaccare la Corte penale internazionale, come abbiamo ascoltato da parte dei membri del Governo. Allora, il senso profondo delle indicazioni che noi raccogliamo dal Rapporto Draghi è quello di rafforzare il processo di integrazione europea, perché noi, tra l'integrazione europea, tra le idee di Draghi e quelle di Orban e Le Pen, non abbiamo dubbi su quale sia la strada giusta da scegliere per il bene dei nostri cittadini. Non abbiamo dubbi su quale sia la scelta giusta per il futuro tra europeismo e sovranismo o nuovo nazionalismo. Noi abbiamo bisogno, sì, di più sovranità, ma di una sovranità europea, per difendere davvero gli interessi dei nostri cittadini: quelli che voi non sarete in grado e non siete in grado di affrontare e di difendere.