Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 17 Luglio, 2025
Nome: 
Chiara Braga

Grazie, signor Presidente. Parto anch'io da qui. Mentre discutiamo queste mozioni in quest'Aula, la chiesa cattolica della Sacra Famiglia, a Gaza, è stata bombardata dall'Esercito israeliano: due morti, sei feriti, tra questi, il parroco di quella chiesa, Gabriel Romanelli. Ovviamente, diamo la nostra solidarietà, la nostra vicinanza, ma, vi prego, risparmiatevi le parole di circostanza, risparmiatevele, mentre votate contro questa mozione, che impegna il Governo italiano a interrompere il Memorandum d'intesa con Israele in materia di cooperazione militare.

La nostra non è una presa di posizione ideologica, è una presa di responsabilità istituzionale e morale, perché, dopo gli accadimenti di questi ultimi anni, di questi mesi, di queste ore, quel Memorandum non è più compatibile con i principi della nostra Costituzione, con il diritto internazionale, né con la difesa della dignità umana. Mentre Israele bombarda Damasco e attacca con aerei la Striscia di Gaza all'alba, in queste ore, noi vi chiediamo di assumere, come Paese, un atto politico, che diventa anche una scelta etica. Quell'atto che non avete voluto fare in Europa, al Consiglio Affari esteri, dove ancora una volta è mancata l'Italia. Avete scelto di votare contro tutte le misure per sanzionare il Governo di Tel Aviv, tra cui la sospensione dell'Accordo di associazione tra l'Europa e Israele.

Allora, vi chiediamo oggi di fare uno sforzo, di fare un passo avanti. È una risposta dovuta a un dolore, a una tragedia, che da tempo ha assunto dimensioni inumane. E se non volete ascoltare le opposizioni, ascoltate le parole che ha pronunciato poco fa la vostra leader, certo, con due anni di ritardo: ha detto che da Israele non sono più accettabili attacchi ai civili che proseguono da mesi. Perché, sì, in questi anni, in questi mesi, nella Striscia di Gaza abbiamo assistito e stiamo assistendo a una catastrofe umanitaria, a una cancellazione progressiva della vita senza precedenti. Lo hanno ricordato gli altri colleghi: oltre 60.000 vittime, più di 18.000 bambini. Non numeri, vite. Interi quartieri rasi al suolo, ospedali bombardati, neonati morti in incubatrice perché non ci sono le cure. In molti casi, l'Esercito israeliano li ha chiamati errori tecnici, fatalità; ha espresso rammarico, forse ha anche aperto qualche inchiesta, ma non si è fermato, e voi, colpevolmente, non avete fatto concretamente nulla perché si fermasse. I pochi aiuti sono continuati dopo essere stati a lungo bloccati, deviati, ostacolati. Oggi, sono gestiti da una fondazione controllata da Israele stesso, un Paese occupante, impedendo che i beni di prima necessità arrivino in modo tempestivo, giusto, equo, a chi ha bisogno ed esponendo queste persone, che semplicemente cercano cibo per sopravvivere, a morte, tra chi si rivolge a chi dovrebbe invece aiutarli.

Allora, dite se in qualcosa di tutto quello che vi ho detto trovate un briciolo di umanità e di giustizia; se è così che si fermano i terroristi di Hamas, nei confronti dei quali rinnoviamo, ancora una volta, la nostra condanna senza ambiguità per i fatti del 7 ottobre, per avere costretto i palestinesi a vivere sotto il terrore e la violenza da tempi immemorabili. Ma l'Alta rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri, Kallas, ha dichiarato, qualche giorno fa, che l'obiettivo dell'Unione è migliorare la vita a Gaza. Mi chiedo come sia possibile fare un'affermazione del genere. L'obiettivo del nostro Paese, dell'Unione europea, deve essere quello di fermare il massacro, non accettare l'esistente cercando di migliorare un po' le condizioni. Certo, viviamo in una fase storica in cui domina l'idea che la forza sia tutto, determini ogni decisione, valga più del diritto, anzi, assistiamo alla demolizione, al disprezzo del diritto. Per questo abbiamo il dovere di fare tutto ciò che è in nostra disponibilità per spingere i Governi a fermare Netanyahu e il massacro che si sta portando avanti. Bloccare il Memorandum è un passo che va proprio in quella direzione.

Da quando il Memorandum sulla cooperazione militare è stato scritto è cambiata la storia, è cambiato l'ordine mondiale, che oggi viene messo in discussione dall'interno, persino da chi quell'ordine aveva contribuito a stabilizzarlo, a crearlo, come hanno fatto per decenni gli Stati Uniti. Oggi Trump, ignorando le regole e gli accordi multilaterali, ha fatto saltare principi che regolavano quell'ordine. Di fronte allo scenario della nuova Presidenza, Netanyahu si è infilato per salvare se stesso, prima ancora che per vendicare gli orrori provocati da Hamas il 7 ottobre, e insieme hanno sferrato un attacco senza precedenti agli organismi internazionali, prima fra tutti l'ONU e le sue Agenzie.

Cosa sono, se non questo, le sanzioni contro Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati? Un bersaglio politico che vi chiediamo, ancora una volta, di difendere perché significa difendere non solo una cittadina italiana, ma anche le istituzioni internazionali che operano per la pace e per il diritto.

Il mantenimento di questo Memorandum, in queste condizioni, invece, equivale a un sostegno politico, tecnico, logistico, a un apparato militare che la Corte penale internazionale ha formalmente accusato di crimini di guerra. E la prosecuzione di questa cooperazione ci rende complici, in violazione del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite, prima ancora della nostra Costituzione, dell'articolo 11, che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli.

È grave che, mentre si susseguono gli appelli per il cessate il fuoco, per la tregua, Israele continui a rimandare la chiusura di un accordo negoziale, per cui si sta cercando, a Doha, tra mille ostacoli, di costruire un accordo che preveda la giusta liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, come condizione imprescindibile. È inaccettabile il sabotaggio continuo delle trattative per finalità politiche interne al Governo di estrema destra di Netanyahu.

Serve un cambio di passo, serve una comunità internazionale che agisca, serve un'Europa che esca da mesi di irrilevanza e metta finalmente in campo un'azione diplomatica decisa, seria, coraggiosa, che abbia l'obiettivo di una convivenza pacifica duratura, del diritto all'autodeterminazione di entrambi i popoli, a partire dal riconoscimento dello Stato di Palestina accanto a quello di Israele, in piena sicurezza per entrambi.

Abbiamo chiesto che l'Italia si facesse promotrice, in sede europea, della sospensione dell'Accordo di associazione UE-Israele, di fronte al reiterato mancato rispetto dell'articolo 2 che vincola, come sappiamo, le relazioni internazionali al rispetto dei diritti umani.

Continueremo a farlo, ma oggi, con questa mozione chiediamo al Governo italiano di fare un atto concreto, non simbolico, perché siamo convinti che la pace non si alimenti con la guerra e che non si costruisca facendo macerie dei diritti umani e del diritto internazionale.

Interrompere questo Memorandum significa mettere in campo una politica negoziale, significa dire a chiare lettere che la pace si costruisce con la giustizia, con il diritto, con la verità, senza reticenze, con un dialogo negoziale. Diceva Gramsci: “La storia insegna, ma non ha scolari”. I fatti, purtroppo, lo dimostrano, però sarebbe imperdonabile non usare tutti gli strumenti che la politica ha a disposizione per fermare quel massacro, per fermare Netanyahu. Non voltiamoci dall'altra parte. Noi non lo facciamo, ma di fronte alla negazione del diritto e dell'umanità, anche voi non potrete in eterno continuare a voltarvi dall'altra parte.